Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga
Continua il percorso sulla Grande Traversata delle Alpi, almeno intesa con spirito molto libero alla ricerca di itinerari ed emozioni un pò diversi dai cliche tradizionali.
Dopo il tour dello scorso anno da Limone fino a Mentone sul libero percorso della Cromagnon e del GR 54 nella Valle delle Meraviglie e nel parco del Mercantour , quest’anno finalmente si riprende a risalire verso il Nord, sfruttando i segni inconfondibili della Via Alpina e della GTA.
Due grandi Vie, due viaggi transfrontalieri che inevitabilmente si incrociano e si complementano su tutta la dorsale Alpina, tracciando un itinerario di grande respiro
Tralasciando tutta la parte delle Alpi liguri ed il Marguareis, fin troppo conosciuti, il cuore ci porta nelle Marittime, alla ricerca degli itinerari parzialmente battuti nella nostra giovinezza alpinistica e nelle scorribande invernali con le varie sci alpinistiche.
Le Alpi Marittime presentano la più grande concentrazioni di itinerari alpinistici ed escursionistici di tutte le Alpi occidentali con la presenza di pochi grandi valloni che dalla pianura cuneese si inoltrano in direzione Est-Ovest verso il confine Francese e di una serie impressionante di vallate trasversale che nascondono dei mondi perduti, incastonati all’ombra delle grandi vette.
Diverse sono le porte di accesso al cuore delle Marittime, ma oltrepassato questi ultimi bastioni della civiltà , si apre tutto il mondo Alpino, fatto di vallate selvagge, colli ripidissimi, guglie incredibili, laghi tutt’ora gelati ed incastonati in grandi nevai dove l’inverno regna ancora sovrano. Qui l’escursionismo locale si limita alla percorrenza degli itinerari classici dal fondo valle ai numerosi rifugi alpini che costellano tutta la zona; al contrario la percorrenza delle GTA è praticamente riservata all’escursionista Nord Europeo o francese. Difficilmente potremo trovare gruppi Italiani viaggiare su questi sentieri. Infatti il custode del lontano rifugio Zanotti, vedendoci arrivare nel suo piccolo paradiso incantato ci si è rivolto in tutte le lingue, prima di capire che potevamo meglio comprenderci nel dialetto genovese!
E poi i turisti tedeschi sono organizzatissimi con zaini mostruosi e la cartografia della Fraternali acquistata nelle loro librerie locali.
In cinque giorni, i soliti tre , Io, mio fratello Roberto ed Ugo, praticamente attraversiamo tutta la frastagliata dorsale alpina che dal più meridionale vallone di Entraque ci permette di arrivare nella alta valle Stura quasi al colle della Maddalena. Entraque con il suo profondo taglio che si stacca dalla
Valle Gesso fino al
gruppo del Gelas, è infatti la prima valle dopo le Alpi Liguri e determina l’inizio del grande parco delle Alpi Marittime
Il primo giorno presenta una logistica decisamente complessa in quanto occorre lasciare una macchina nella alta valle Stura a Ponte Bernardo e con la seconda raggiungere dopo circa 70 km di strade di fondo valle la Valle Gesso di Entraque e la remota località di
San Giacomo di Entraque a quota 1213 metri, ultimo avamposto civile in un ambiente quasi dolomitico, da dove parte il nostro Tour sulle tracce della Via Alpina e delle GTA. Due ore di rilassante camminata su una strada sterrata ci permettono di raggiungere il primo rifugio, Ellena Soria a quota 1840 metri; sopra di noi tutto il Massiccio del Gelas che rappresenta la seconda cima delle Marittime, ancora in condizioni quasi invernali; risulta ormai chiaro che troveremo ancora grandi nevai in tutte i canaloni, in particolar modo sui versanti nord e motivo per cui decidiamo di portare con noi piccozza e ramponi. Decisione prudenziale e decisamente saggia anche se poi non li useremo, ma ogni giorno attraverseremo colli ad una altezza compresa tra i 2500 e 2600 metri di quota con vaste zone profondamente innevate. Dal Rifugio Soria risaliamo il colle di Finestrelle per poi scendere su neve dura fino al grande bacino artificiale del Chiotas dove sul fondo riposa il vecchio rifugio Genova. La discesa si presenta decisamente complessa per la ricerca del percorso, ma la diga ci da la giusta direzione e finalmente la strada di fondo valle ci permette di arrivare velocemente al nuovo rifugio Genova, posto su un grande dosso montonato in fondo alla valle e su un lago ghiacciato.
Il secondo giorno occorre ripercorrere a ritroso il giro del lago fino alla diga del Chiotas, scendere su strada e risalire il coronamento della stessa a quota 1980 metri; inizia ora la risalita del vallone del colle del Chiapous al cospetto del
massiccio dell’Argentera fino al colle del Chiapous e la lunga discesa al sottostante rifugio Morelli e via via a Terme di Valdieri; siamo sotto il canalone di Lourousa, mille metri di scivolo impressionante con pendenze media di 45 ° , che oggi si presenta in tristi condizioni data la riduzione del manto nevoso e soprattutto l’impatto di grandi frane che ne impediscono la percorribilità.
Finalmente Terme di Valdieri dopo circa 7 ore e la presenza di un brulicante mondo di turisti mordi e fuggi accampati ovunque nei prati per il classico pic nic di inizio Luglio. Ma la giornata è ancora lunga in quanto occorre percorrere tutto la valle di Valasco con la sua bella casa di caccia e risalire finalmente al rif Questa, raggiunto dopo un totale di 10 ore. Un rifugio di antichi tempi passati rimasto praticamente come un presidio storico dell’alpinismo del 900, struttura obsoleta e decisamente scomoda, affollatissimo ma nonostante tutto funzionale.
Da qui il giorno dopo una bellissima tappa di trasferimento a quote sempre elevate ci permette di raggiungere , attraverso lunghe dorsali disseminate di laghetti alpini ancora gelati, il vallone di Valscura e la Bassa del Druos a quota 2439. Ovunque si notano i resti di grandi baraccamenti militari, bunker fortificati a difesa dei colli, addirittura una grande caserma ormai pascolo dei camosci e degli stambecchi che provvedono a leccare gli intonaci interni. A questo punto siamo in territorio francese e scendendo fin quasi ad Isola 2000, attraverso una zona disseminata di impianti sciistici, attraverso un panoramico sentiero balcone, finalmente si raggiunge il Colle della Lombarda a quota 2351 metri. Strada asfaltata meta di ciclisti e motociclisti di tutte le età e soprattutto sede di un paninaro italo Francese con una provvidenziale salsiccia piccante e birra.
La meta della nostra tappa viene presto individuata in lontananza su un grande poggio sede del grande santuario di
Sant’Anna di Vinadio. Ancora due ore di veloce camminata sulla panoramica dorsale di confine zigzagando tra i cippi di confine che risultano essere stati traslati di decine di metri dalla cresta di confine a favore naturalmente del territorio francese. Rapida discesa fino ai laghi di Sant’Anna ed al suo enorme santuario, affollatissimo. Gitanti e turisti ovunque, oggi è Domenica. La nostra struttura ricettiva è finalmente un albergo con lenzuola e bagno in camera, spartano ma efficiente, gestito dalle comunità religiose.
Il quarto giorno tappa di trasferimento, abbandoniamo il sentiero della GTA e attraverso il passo di Tesina ed una bellissima e selvaggia valle ricchissima di acque e pinete, raggiungiamo la valle laterale di bagni di Vinadio , Callieri e l’ultimo avamposto, San Bernolfo e il rifugio del Dahu; ma è anche mezzogiorno e oggi si mangia pasta fatta in casa con sugo di capriolo e birra artigianale, tutto molto buono e molto costoso! Ancora una lunga risalita del
Passo di Laroussa e finalmente discesa al
Rifugio Migliorero, posto a 2100 metri su una incredibile balza rocciosa a presidio della testata della valle. Anche il quinto e ultimo giorno si presenta come una lunga tappa di trasferimento attraverso numerosi valloni e colli fortificati, toccando il rifugio Zanotti, Talarico e finalmente lungo il fondo valle con una bellissima strada alpina fino a raggiungere Ponte Bernardo e la nostra auto.