Foto Scialpinismo Val Maira 2013
Dal Racconto dell'OrcoIng
CHARAMAIO en Val Mairo - (trad. dall'Occitano nevica in Val Maira)
“Anche fosse la più inospitale tra le terre, quella che per prima ha visto aprire i nostri occhi ci apparirà la più bella ed accogliente, quella a cui ci sentiremo per sempre legati ed eternamente riconoscenti. Mi sentivo in debito e questo amore viscerale per il mio paese natio, il dolce Pratorotondo nel vallone di Unerzio, unito alla passione d’andar per monti ad oltre cinquant’anni mi ha portato a ripercorrere con gli sci quanti più itinerari conoscevo nella “mia” valle, a concepirne e disegnarne di nuovi ma soprattutto a scrivere queste note. Con questo lavoro ho cercato di far conoscere un paradiso, farlo apprezzare senza rumori, esser di stimolo a chi sa gioire per un fiocco di neve, per viver pienamente la Val Maira, in piena libertà e senza ferirla, apprezzandone il delicato isolamento nel fascino dell’abito invernale.”
Sono le parole di Bruno Rosando, classe 1954 di Pratotorotondo in Acceglio.
Come dice egli stesso molto chiaramente, non ha mai compiuto alcuna impresa alpinistica, ma semplicemente ha vagabondato per Monti e Valli nel Cuneese.
E come non riconoscersi in questo bravo narratore di parole e soprattutto di immagini che ha saputo creare con la sua sola fantasia questa bellissima opera editoriale.
Lo scialpinismo fino a pochi anni fa territorio degli appassionati , sicuramente D’antan, vecchi alpinisti, si sta evolvendo in fenomeno di massa, soprattutto per i più giovani che stanno riscoprendo il rapporto semplice con la montagna, non retorico ma appassionato, di gente che scrive su internet, che sa chattare sui social network, che si sa raccontare e mettersi in discussione.
E questo signore di una frazione sperduta ci sa raccontare con queste immagini e parole le montagne e le linee che tutti noi vorremmo percorrere in non so quante vite.
Egli Ama i grandi silenzi della neve e nell’andare per monti con gli sci.
Ha cercato di far conoscere questa valle a chi sa emozionarsi per un fiocco di neve o ama inebriarsi della brezza sui colli, un libro che vuole essere un tributo all’unicità di questa valle, un grido a viverla in modo pulito, un invito ad amarla discretamente.
In questo contesto idilliaco si inserisce questo Rifugio di Viviere.
Siamo nell’alta valle Maira, terra Occitana per eccellenza. Lasciamo la più conosciuta valle delle Marmore con le varie frazioni sopra Canosio che fanno capo al Preit, per proseguire fino al paese di Acceglio. Siamo quasi al suo termine; più sopra ritroviamo solo la Chiappera,
Ad Acceglio si trova l’ultimo grande vallone sulla destra orografica del Maira, precisamente il Vallone di Unerzio. Valle sicuramente sconosciuta alla grande maggioranza dei frequentatori Italiani, ma conosciuta soprattutto da un pubblico del Nord Europa.
Dalla “capitale” Chialvetta (1494 mt) si imbocca il sentiero innevato che conduce prima a Pratorotondo e poi alla frazione Viviere, quota 1713, dove un grande appassionato del luogo, Fabrizio, ha aperto da alcuni anni un meraviglioso Rifugio con una sapiente ristrutturazione di una vecchia cascina in pietra nella borgata.
Tre bellissime camere con bagno privato, arredate con buon gusto e rispetto della tradizione Occitana, una sala pranzo con un grande camino ed una meravigliosa cucina con piatti locali ne fanno in realtà un hotel a tre stelle. E’ in previsione la costruzione di una sauna e bagno turco per accontentare i più esigenti clienti Tedeschi che infatti affollano nei mesi invernali la piccola struttura.
E di fatti il nostro anfitrione fa di tutto per metterti a tuo agio, dagli aperitivi, ai numerosi antipasti, ai piatti di portata di eccelsa levatura, con una altrettanto ricca cantina di ottimi vini Piemontesi e per finire con una scelta assai vasta di Tisane o ancor meglio di liquori della zona.
Ma tutto ciò è un semplice corredo, se pur estremamente piacevole, alla vera caratteristica del luogo: Grandi silenzi, bellissimi pendii nevosi, incredibili gite con le pelli.
Da questa località si aprono decine di itinerari, dal Midia, Estelette, Cassin, Bricasso, fino ai più impegnativi Oserot, Autovallonasso, Cassorso e a seguire gli itinerari di sci ripido od estremo su e giù per canaloni da vertigine dove ogni curva diventa un atto di fede in se stessi e nel manto nevoso.
.
Primo giorno
Monte Estelletta (2316 mt) o adiacente monte Midia
da Ponte Maira
quota di partenza (m): 1404
quota vetta (m): 2316
dislivello complessivo (m): 912
tipo itinerario: bosco rado
difficoltà: MS
esposizione preval. in discesa: Nord
località partenza: Ponte Maira (Acceglio, CN)
Cominciamo il primo giorno da Ponte Maira con il Monte Midia( 2316 mt) a risalire le prime pendici, dapprima sulle tracce di una pista da fondo, e seguendo il sentiero estivo del Colle Charbonet. La recentissima nevicata di Natale ha ammantato tutta la foresta con uno spesso strato di circa 50 cm, ma fortunatamente, trattandosi di una grande classica, troviamo un’ottima traccia.
In tali casi la gita proposta è una MS e passando dapprima nel bosco e poi su una ampia dorsale, è assolutamente sicura, pur in un giorno di pericolo marcato 4 nella scala valanghe della Regione Piemonte. Ovvio che in tali condizioni, questa si riveli una delle gite più frequentate della zona. Comunque di buon passo e su ottima neve raggiungiamo le Grange Rossetto a quota 1534 e riprendendo la strada forestale appena più sopra.
A questo punto si affrontano pendii decisamente più ripidi sempre tra una fitta foresta di larici. Si risale a lungo tutta la dorsale compresa tra il Rio Chardonet ed il rio Selletta, fino a raggiungere gli aperti pendii sommitali che adducono alla sommità del Monte Estelletta. La testa del Midia è appena più avanti. Una numerosa comitiva di un gruppo sportivo sciistico staziona vicino alla stazione metereologica facendo un notevole fracasso. Ma sarà perché sono giovani, sarà per la bellezza dell’ambiente, oggi tolleriamo qualunque schiamazzo. Le varie cime del Midia e dell’Esteletta sono decisamente affollate, ma il panorama verso ilo sottostante vallone dell’Unerzio è superbo tanto da distinguere le mete dei prossimi giorni.
Discesa nel lariceto vicino al rio ed in buona neve fresca, anche se leggermente pesante per l’umidità della notte. Raggiungiamo velocemente Ponte Maira e la piola all’imbocco della pista.
Visti i prezzi dei panini dubito però che trattasi di una piola. Probabilmente pensavano di gestire un ristorante francese a tre stelle Michelin. Ma oggi va bene tutto, visto che poi dobbiamo aiutare l’economia locale
Secondo giorno
Bric Cassin (quota 2625 mt)
quota di partenza (m): 1494
quota vetta (m): 2625
dislivello complessivo (m): 1131
difficoltà: MS
esposizione preval. in discesa: Ovest
località partenza: Chialvetta (Acceglio, CN)
Si parte di buon mattino da Viviere lasciandoci alle spalle questo meraviglioso borgo. Ma ormai sta arrivando la perturbazione da Sud, foriera di umidità, grandi ammassi nuvolosi a temperatura più calda. È la prossima nevicata abbondantemente prevista dal servizio meteo.
Su una traccia si risale tutto il vallone di Unerzio fino al pian Ciorniero a quota 1941. Abbiamo lasciato lastrada per colle Charbonet e la pista dell’Autovallonasso
Ma oggi è tempo di una piccola gita, sono bandite i grandi pendii e le cime elevate,
Comincia a nevicare e ovunque è diffusa una luce biancastra tale da non distinguere la neve dal cielo. Infatti passata l’edicola votiva del pianoro superiore ci tocca tracciare la pista fino al colle superiore della Gardetta. Nebbia e ancora nebbia, con un pizzico di nevicata. Comincia ad essere troppo e quindi raggiunto ilcolle a quota 2500mt togliamo gli sci nei pressi del cartello topografico. In qualche squarcio si intravede il sottostante rifugio della Gardetta ed una parte del breve pendio che adduce alla cima del cassin.
La discesa è facile, basta seguire fedelmente l,e tracce di salita pena cadute pardon affogamenti nella neve polverosa.
Terzo giorno
Bric Boscasso ( 2589 mt)
quota di partenza (m): 1494
quota vetta (m): 2589
dislivello complessivo (m): 1095
difficoltà: MS :: [scala difficolta]
esposizione preval. in discesa: Nord-Ovest
località partenza: Chialvetta (Acceglio, CN)
Dopo una meraviglios permanenza al Rif. Di Viviere da fabrizio, al mattino non si può fare a meno di inforcare ancoira gli sci.
Il Bic Boscasso con il suo versante Nord Ovest è lì che sembra reclamare la nostra presenza.
La notte trascorsa sotto un comodo piumone ci ha regalato una bellissima nevicata ed una splendida giornata. Cielo terso fino al monte Rosa, noi però dobbiamo scendere di circa 100 metri sul vecchio sentiero diventato pistra da bob per l’altezza del manto nevoso.
Già la traccia, meno male che anche oggi è passato qualche buon samaritano. E del resto anche il boscasso è una gran classica. Qualunque scialpinista locale, in crisi di astinenza o reduce da una nottata di baruffe con il proprio partner, dopo una bella nevicata come oggi, non può non salire in mattinata al Boscasso.
Difatti incontriamo o meglio ancora ci sorpassano una ventina di giovani rampanti sci alpinisti a passo andante allegro , compreso un nutrito stuolo di ragazze.
Impossibile tenere loro le code, meglio farsi da parte accusando qualche fantomatico problema tecnico alle pelli o agli attacchi. E’ sicuramente meno ignominioso, salvo poi scoprire, ovviamente in cima, di esserci imbattuti in stakanovisti dello scialpinismo, gente da almeno 50 gite a stagione!
Comunque visto che mi hanno detto che potrei essere almeno il loro padre mi metto in coda e risalgo faticosamente la parte di bosco a forte pendenza fino alle grance a quota 2000 metri. Da qui la pendenza sempre nella pineta di larici decresce fino all’ultimo pianoro dal quale si puo’ godere di una bellissima prospettiva del Boscasso e del pendio terminale fino al colletto sommitale.
Lasciati gli schiamazzi della folla, tolte le pelli si divalla velocemente su una bellissima neve sciando tra i pini ed i larici. Pratorotondo è raggiunto in men che non si dica e di qui ritorno a Viviere e a seguire a Chialvetta. Si intravede nel parcheggio selvaggio la nostra macchina e purtroppo la civiltà.
martedì 31 dicembre 2013
domenica 22 dicembre 2013
IX miglia di Natale Torino 22 Dicembre 2013
Foto IX miglia di Natale 2013
Classifica IX miglia di Natale 2013
Sito IX miglia di Natale
1° Edizione 2012
Sito Trail2Monti del 23 Marzo 2014
Dal racconto dell'OrcoIng
Grandiosa festa di massa al parco Dora in questa tiepida giornata invernale.
Circa 1300 podisti iscritti a questa non competitiva in un' atmosfera tipicamente natalizia.
Effettivamente Giannone ha saputo raccogliere sotto l’egida di una gara con finalità umanitarie (U.G.I. ndr) tutti i podisti torinesi reduci da una intensa stagione agonistica.
Ma oggi nessuno di noi aveva ambizioni corsaiole, anche il numeroso abbigliamento da babbo natale rivela una volontà festaiola.
Percorso di 9 miglia dichiarate che al GPS si rivelano 14,400 km su uno sviluppo di 2 giri completi nel Parco Dora , quindi un miglio un pò ristretto giacche non viene perfettamente rispettata la conversione ufficiale in 1,609 km per miglio.
Ma ai 908 classificati sul doppio giro probabilmente tutto ciò non importa.
Vediamo il primo classificato in 50’ con un tempo di valore assoluto.
Sette Orchi sette, Ricciputo, Zoppis, Panetta, Cipriano, Cravotto, Ruisi, Mazzino si ritrovano sotto il grande capannone delle ex Ferriere Michelin, ci circondano numerosi amici di varie altre squadre e quale migliore occasione per diffondere il volantino del 1° trail dei Due monti www.Trail2monti.it previsto per il giorno 23 Marzo 2013 a Rivera di Almese(To), in collaborazione con l'atletica Gio’ 22 Rivera!
Dicevamo giornata di gioia, di amicizia di gratitudine e speriamo anche di fratellanza..
Per dirla con il nostro amato Papa Francesco non permettiamo che tale Gioia venga inquinata dal consumismo o turbata dalle incomprensioni e dai rancori o peggio ancora violata dai nostri umani scoramenti ed egoismi. Con il presepe nel cuore è il momento oggi di aprirsi alla vita che nasce nel Mondo, anche per noi podisti che abbiamo fatto della corsa uno stile di vita certamente sano ed altruista.
Ma oggi ci ritroviamo in un mondo speciale, un mondo che è tramontato per sempre e di cui possiamo ammirare le preziose vestigia salvaguardate da un grandioso progetto di riqualificazione post-industriale.
Questa vasta porzione di Torino in cui stamane ci siamo ritrovati è stata il fulcro della produzione industriale inerente alle trasformazioni metalmeccaniche richieste dalla industria automobilistica e ferroviaria , che a partire dal secondo dopoguerra ha visto un enorme grandioso tecnologico. Enormi stabilimenti industriali si sono costruiti sulla sponda della Dora con tutte le acciaierie, i laminatoi, la FIAT, la MICHELIN, la SAVIGLIANO etc su un immenso territorio di circa 45 ettari.
Tramontate le esigenze industriali ormai obsolete e delocalizzata la produzione in aree più consone e lontane deal tessuto urbano soprattutto per motivi di inquinamento e tutela del territorio circostante ormai fortemente urbanizzato, la Città di Torino ha progettato e costruito con spirito veramente lungimirante la Spina 3, un nuovo quartiere residenziale di circa 2000 alloggi ma dotato di enormi spazi pubblici.
Quartiere realizzato a misura delle mutate esigenze della popolazione con differenziazione delle viabilità motorizzata e dei percorsi pedonali.
E’ in quest’ottica che si inserisce il Grande parco Dora, 45 ettari lungo il fiume che riqualificano l’ambiente urbano divenendo di fatto un poderoso servizio per tutta la città.
A partire dall’anno 1998, anno di stesura del primo progetto e fino praticamente al 2012, insieme alla realizzazione delle grandi “Isole” residenziali dotate di vasti cortili di aggregazione interna, abbiamo visto svilupparsi l’ambizioso progetto di parco Dora di cui oggi vediamo finalmente e concretamente i risultati in termini di un riuscito tessuto connettivo cittadino.
Possiamo notare le innovative strutture del Museo A come Ambiente con il suo reperto archeo -industriale della poderosa ciminiera fuso su una architettura moderna e l’Environmental Park, avveniristico laboratorio ed incubatore di aziende ad alta tecnologia e dotato di metodologie di recupero ambientale, utilizzo di energie alternative, il riciclo e la bioarchitettura.
Si può comunque osservare che l’elemento fondamentale di questa trasformazione sono comunque il confronto con il passato e la metamorfosi del luogo, con graduale evoluzione dallo sfruttamento industriale al tempo libero di pari passo pertanto con la conservazione e trasformazione degli enormi opifici esistenti.
Si nota comunque che gli elementi ispiratori di questa trasformazione consistono in una sovrapposizione di alcuni elementi centrali del parco quali: L’integrazione della Dora, la Metamorfosi di quanto esistente e la connessione del Parco con la Città.
In questo contesto Torino ha ripreso la sua vocazione di “ Città d’acqua” per mezzo della quale il corso del fiume rappresenta la Spina Dorsale del nuovo Parco.
L’acqua diventa pertanto il filo conduttore tra la città e la Dora ed oggi abbiamo potuto apprezzarla per lunghi tratti sotto forma di giardini acquatici, , bacini, canali e pozzi. Ad un occhio attento non saranno certo sfuggiti alcune tratti del canale Meana, quasi interamente interrato ed utilizzato per scopi idroelettrici o negli impianti di condizionamento.
Anche le strade sono state di fatto ampliate mediante la realizzazione delle due arterie di scorrimento ed interconnessione Nord-Sud.
Il parco come oggi lo abbiamo vissuto è diventato pertanto una enorme area multifunzionale con una rete cospicua di percorsi ciclo-pedonali che ci ha permesso in pratica di percorrere quasi 7 km senza interferire con la viabilità cittadina.
Percorso a misura di uomo che sarà certamente stato scoperto dalla maggior parte dei podisti convenuti sotto le possenti strutture della Michelin in una meravigliosa giornata da sportivi e soprattutto da cittadini innamorati della propria città.
Classifica IX miglia di Natale 2013
Sito IX miglia di Natale
1° Edizione 2012
Sito Trail2Monti del 23 Marzo 2014
Dal racconto dell'OrcoIng
Grandiosa festa di massa al parco Dora in questa tiepida giornata invernale.
Circa 1300 podisti iscritti a questa non competitiva in un' atmosfera tipicamente natalizia.
Effettivamente Giannone ha saputo raccogliere sotto l’egida di una gara con finalità umanitarie (U.G.I. ndr) tutti i podisti torinesi reduci da una intensa stagione agonistica.
Ma oggi nessuno di noi aveva ambizioni corsaiole, anche il numeroso abbigliamento da babbo natale rivela una volontà festaiola.
Percorso di 9 miglia dichiarate che al GPS si rivelano 14,400 km su uno sviluppo di 2 giri completi nel Parco Dora , quindi un miglio un pò ristretto giacche non viene perfettamente rispettata la conversione ufficiale in 1,609 km per miglio.
Ma ai 908 classificati sul doppio giro probabilmente tutto ciò non importa.
Vediamo il primo classificato in 50’ con un tempo di valore assoluto.
Sette Orchi sette, Ricciputo, Zoppis, Panetta, Cipriano, Cravotto, Ruisi, Mazzino si ritrovano sotto il grande capannone delle ex Ferriere Michelin, ci circondano numerosi amici di varie altre squadre e quale migliore occasione per diffondere il volantino del 1° trail dei Due monti www.Trail2monti.it previsto per il giorno 23 Marzo 2013 a Rivera di Almese(To), in collaborazione con l'atletica Gio’ 22 Rivera!
Dicevamo giornata di gioia, di amicizia di gratitudine e speriamo anche di fratellanza..
Per dirla con il nostro amato Papa Francesco non permettiamo che tale Gioia venga inquinata dal consumismo o turbata dalle incomprensioni e dai rancori o peggio ancora violata dai nostri umani scoramenti ed egoismi. Con il presepe nel cuore è il momento oggi di aprirsi alla vita che nasce nel Mondo, anche per noi podisti che abbiamo fatto della corsa uno stile di vita certamente sano ed altruista.
Ma oggi ci ritroviamo in un mondo speciale, un mondo che è tramontato per sempre e di cui possiamo ammirare le preziose vestigia salvaguardate da un grandioso progetto di riqualificazione post-industriale.
Questa vasta porzione di Torino in cui stamane ci siamo ritrovati è stata il fulcro della produzione industriale inerente alle trasformazioni metalmeccaniche richieste dalla industria automobilistica e ferroviaria , che a partire dal secondo dopoguerra ha visto un enorme grandioso tecnologico. Enormi stabilimenti industriali si sono costruiti sulla sponda della Dora con tutte le acciaierie, i laminatoi, la FIAT, la MICHELIN, la SAVIGLIANO etc su un immenso territorio di circa 45 ettari.
Tramontate le esigenze industriali ormai obsolete e delocalizzata la produzione in aree più consone e lontane deal tessuto urbano soprattutto per motivi di inquinamento e tutela del territorio circostante ormai fortemente urbanizzato, la Città di Torino ha progettato e costruito con spirito veramente lungimirante la Spina 3, un nuovo quartiere residenziale di circa 2000 alloggi ma dotato di enormi spazi pubblici.
Quartiere realizzato a misura delle mutate esigenze della popolazione con differenziazione delle viabilità motorizzata e dei percorsi pedonali.
E’ in quest’ottica che si inserisce il Grande parco Dora, 45 ettari lungo il fiume che riqualificano l’ambiente urbano divenendo di fatto un poderoso servizio per tutta la città.
A partire dall’anno 1998, anno di stesura del primo progetto e fino praticamente al 2012, insieme alla realizzazione delle grandi “Isole” residenziali dotate di vasti cortili di aggregazione interna, abbiamo visto svilupparsi l’ambizioso progetto di parco Dora di cui oggi vediamo finalmente e concretamente i risultati in termini di un riuscito tessuto connettivo cittadino.
Possiamo notare le innovative strutture del Museo A come Ambiente con il suo reperto archeo -industriale della poderosa ciminiera fuso su una architettura moderna e l’Environmental Park, avveniristico laboratorio ed incubatore di aziende ad alta tecnologia e dotato di metodologie di recupero ambientale, utilizzo di energie alternative, il riciclo e la bioarchitettura.
Si può comunque osservare che l’elemento fondamentale di questa trasformazione sono comunque il confronto con il passato e la metamorfosi del luogo, con graduale evoluzione dallo sfruttamento industriale al tempo libero di pari passo pertanto con la conservazione e trasformazione degli enormi opifici esistenti.
Si nota comunque che gli elementi ispiratori di questa trasformazione consistono in una sovrapposizione di alcuni elementi centrali del parco quali: L’integrazione della Dora, la Metamorfosi di quanto esistente e la connessione del Parco con la Città.
In questo contesto Torino ha ripreso la sua vocazione di “ Città d’acqua” per mezzo della quale il corso del fiume rappresenta la Spina Dorsale del nuovo Parco.
L’acqua diventa pertanto il filo conduttore tra la città e la Dora ed oggi abbiamo potuto apprezzarla per lunghi tratti sotto forma di giardini acquatici, , bacini, canali e pozzi. Ad un occhio attento non saranno certo sfuggiti alcune tratti del canale Meana, quasi interamente interrato ed utilizzato per scopi idroelettrici o negli impianti di condizionamento.
Anche le strade sono state di fatto ampliate mediante la realizzazione delle due arterie di scorrimento ed interconnessione Nord-Sud.
Il parco come oggi lo abbiamo vissuto è diventato pertanto una enorme area multifunzionale con una rete cospicua di percorsi ciclo-pedonali che ci ha permesso in pratica di percorrere quasi 7 km senza interferire con la viabilità cittadina.
Percorso a misura di uomo che sarà certamente stato scoperto dalla maggior parte dei podisti convenuti sotto le possenti strutture della Michelin in una meravigliosa giornata da sportivi e soprattutto da cittadini innamorati della propria città.
Mini Trail Rocca Sella e Sapei Caprie(To) 22 Dicembre 2013
Foto Mini Trail Rocca Sella e Sapei
..Siamo le ginestre d'oro giallo
che spiovono sui sentieri rocciosi
come grandi lampade accese.
Siamo la solitudine selvaggia,
il silenzio immenso e profondo,
lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto.
Siamo il regno ininterrotto del lentisco,
delle onde che ruscellano i graniti antichi,
della rosa canina, del vento, dell’immensità del mare.
Siamo una terra antica di lunghi silenzi,
di orizzonti ampi e puri, di piante fosche,
di montagne bruciate dal sole...
da GRAZIA DELEDDA, scrittrice sarda, premio Nobel 1926
Coraggio
In un momento di coraggio
ho tolto le briglie alla mia anima
e l'ho lasciata libera di galoppare
indomabile e inquieta,
nella vaste praterie della vita.
Come un cavallo selvaggio e temerario
sfida il vento e gareggia con l'aquila
Mi sembra, allora, di volare.
Mi sembra.
(Diego Manca)
Dal Racconto dell'Ogre Doctor
"Mi sembra di volare! Lascio che le mie gambe percorrano a grandi falcate i sentieri di montagna, che i miei occhi si adattino ai cambiamenti repentini di luce, che il mio udito percecispica i rumori del bosco, lo scricchiolio della neve. Assaporo il profumo dell'aria che gelida mi sferza il viso. Il ritmo martellante del mio cuore scandisce la salita breve e intensa.
In un attimo sono solo con la natura, solo con la mia anima che vola oltre il limite fisico dello spazio e sale più in alto di quanto non possano le mie gambe. In questa solitudine selvaggia, ritrovo me stesso, la mia essenza, le mie radici...sono nuovamente bambino e corro scalzo a perdifiato sui ciotoli del mio paese, a volte cado, ma riparto sorridente con qualche ginocchio sbucciato.
Salgo sul Rocca Sella e un attimo dopo sono sulla Sapei, ma sono contemporanemente fuori dal tempo e dallo spazio. Vorrei che il tempo non scorresse, che l'energia della natura fluisse ininterrotta dentro di me, come ora.
Quanto abbiamo corso, quanto tempo è passato...che importanza ha...sono di nuovo con i miei amici Giovanni e Marcello, in questa oasi di calma e bellezza, lontano dalla ridda di uomini, notizie e "cose" che ogni giorno affolla inesorabile le nostre esistenze. Sono nuovamente carico, pronto a ripartire."
Il tempo e il luogo non sono così importanti. L'essenziale è la totale assenza di asfalto.
W GLI ORCHI
..Siamo le ginestre d'oro giallo
che spiovono sui sentieri rocciosi
come grandi lampade accese.
Siamo la solitudine selvaggia,
il silenzio immenso e profondo,
lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto.
Siamo il regno ininterrotto del lentisco,
delle onde che ruscellano i graniti antichi,
della rosa canina, del vento, dell’immensità del mare.
Siamo una terra antica di lunghi silenzi,
di orizzonti ampi e puri, di piante fosche,
di montagne bruciate dal sole...
da GRAZIA DELEDDA, scrittrice sarda, premio Nobel 1926
Coraggio
In un momento di coraggio
ho tolto le briglie alla mia anima
e l'ho lasciata libera di galoppare
indomabile e inquieta,
nella vaste praterie della vita.
Come un cavallo selvaggio e temerario
sfida il vento e gareggia con l'aquila
Mi sembra, allora, di volare.
Mi sembra.
(Diego Manca)
Dal Racconto dell'Ogre Doctor
"Mi sembra di volare! Lascio che le mie gambe percorrano a grandi falcate i sentieri di montagna, che i miei occhi si adattino ai cambiamenti repentini di luce, che il mio udito percecispica i rumori del bosco, lo scricchiolio della neve. Assaporo il profumo dell'aria che gelida mi sferza il viso. Il ritmo martellante del mio cuore scandisce la salita breve e intensa.
In un attimo sono solo con la natura, solo con la mia anima che vola oltre il limite fisico dello spazio e sale più in alto di quanto non possano le mie gambe. In questa solitudine selvaggia, ritrovo me stesso, la mia essenza, le mie radici...sono nuovamente bambino e corro scalzo a perdifiato sui ciotoli del mio paese, a volte cado, ma riparto sorridente con qualche ginocchio sbucciato.
Salgo sul Rocca Sella e un attimo dopo sono sulla Sapei, ma sono contemporanemente fuori dal tempo e dallo spazio. Vorrei che il tempo non scorresse, che l'energia della natura fluisse ininterrotta dentro di me, come ora.
Quanto abbiamo corso, quanto tempo è passato...che importanza ha...sono di nuovo con i miei amici Giovanni e Marcello, in questa oasi di calma e bellezza, lontano dalla ridda di uomini, notizie e "cose" che ogni giorno affolla inesorabile le nostre esistenze. Sono nuovamente carico, pronto a ripartire."
Il tempo e il luogo non sono così importanti. L'essenziale è la totale assenza di asfalto.
W GLI ORCHI
sabato 21 dicembre 2013
Snow Night Trail Pian del Frais Chiomonte (To) 21 Dicembre 2013
Foto SnowNightTrail 2013
Sito Snow Night Trail
Dal racconto dell'OrcoGabry
Trascorse solo due settimane dal Vertical Kilometer a Sansicario, sabato 21 dicembre decido di partecipare ad un’altra gara notturna sulla neve, la I’ edizione dello Snow Night Trail a Pian del Frais-Chiomonte.
Sono previste due distanze, 8 km 300 mt D+ e 20 km 700 mt D+, entrambe con inizio alle ore 18.
La partenza è in salita, ma dopo il primo breve tratto totalmente corribile, svoltando sulla pista da sci, si presenta un muro molto impegnativo e la neve caduta il giorno precedente rallenta ulteriormente il passo dei runners. Ringrazio uno degli organizzatori per avermi consigliato di indossare i ramponcini che mi permettono così di superare parecchie persone che procedono faticosamente a 4 zampe per non scivolare verso valle.
A metà salita, dove la pendenza sembra concedere una tregua, un ragazzo sta ‘ravanando’ nei 30 cm di neve fresca: ha perso una scarpa! La buffa situazione mi riporta all’estate di 3 anni fa, durante la gara Usseglio-Malciaussia, quando a perdere la scarpa è stata la sottoscritta, naturalmente non nella neve, bensì in una grossa pozza di fango, simile a sabbie mobili.
La discesa verso il paese è parecchio ripida e, considerando la paura a lasciarmi andare, affronto alcuni tratti scivolando sul sedere. La corsa continua su un sentiero in sali-scendi, che attraversa il bosco e una piccola e caratteristica borgata. Il percorso si sta rivelando veramente carino, però che fatica stare in piedi cercando di correre senza sprofondare troppo nella neve! Quando sbuco sull’asfalto, mi illudo di trovarmi ad un passo dall’arrivo, invece poco più avanti un uomo dello staff mi indica la deviazione che riporta nel bosco. Lo sconforto è grande, poiché il crampo alla coscia destra sta diventando preoccupante, ma finalmente intravedo l’arco gonfiabile e quando sto per tagliare il traguardo, l’organizzatore al microfono mi avverte che se sono iscritta ai 20 km devo proseguire verso destra. No, grazie, stasera no, troppo stanca, per fortuna sono iscritta al giro corto!
Sito Snow Night Trail
Dal racconto dell'OrcoGabry
Trascorse solo due settimane dal Vertical Kilometer a Sansicario, sabato 21 dicembre decido di partecipare ad un’altra gara notturna sulla neve, la I’ edizione dello Snow Night Trail a Pian del Frais-Chiomonte.
Sono previste due distanze, 8 km 300 mt D+ e 20 km 700 mt D+, entrambe con inizio alle ore 18.
La partenza è in salita, ma dopo il primo breve tratto totalmente corribile, svoltando sulla pista da sci, si presenta un muro molto impegnativo e la neve caduta il giorno precedente rallenta ulteriormente il passo dei runners. Ringrazio uno degli organizzatori per avermi consigliato di indossare i ramponcini che mi permettono così di superare parecchie persone che procedono faticosamente a 4 zampe per non scivolare verso valle.
A metà salita, dove la pendenza sembra concedere una tregua, un ragazzo sta ‘ravanando’ nei 30 cm di neve fresca: ha perso una scarpa! La buffa situazione mi riporta all’estate di 3 anni fa, durante la gara Usseglio-Malciaussia, quando a perdere la scarpa è stata la sottoscritta, naturalmente non nella neve, bensì in una grossa pozza di fango, simile a sabbie mobili.
La discesa verso il paese è parecchio ripida e, considerando la paura a lasciarmi andare, affronto alcuni tratti scivolando sul sedere. La corsa continua su un sentiero in sali-scendi, che attraversa il bosco e una piccola e caratteristica borgata. Il percorso si sta rivelando veramente carino, però che fatica stare in piedi cercando di correre senza sprofondare troppo nella neve! Quando sbuco sull’asfalto, mi illudo di trovarmi ad un passo dall’arrivo, invece poco più avanti un uomo dello staff mi indica la deviazione che riporta nel bosco. Lo sconforto è grande, poiché il crampo alla coscia destra sta diventando preoccupante, ma finalmente intravedo l’arco gonfiabile e quando sto per tagliare il traguardo, l’organizzatore al microfono mi avverte che se sono iscritta ai 20 km devo proseguire verso destra. No, grazie, stasera no, troppo stanca, per fortuna sono iscritta al giro corto!
venerdì 20 dicembre 2013
La Grolla degli Orchi 20 Dicembre 2013
Foto Grolla degli Orchi 2013
Video Grolla di Franchino
Dal racconto dell'OrcoPinoR
Il tam tam mediatico partito circa un mese fa e l'unione con il gruppo FB Quelli che ... passeggio sotto le stelle ha portato quest'anno, alla festa di fine anno in punta al monte Musinè circa 60 tra umani e Orchi.
Potenza dei social networks che se usati per il loro vero potenziale si rivelano degli efficaci strumenti di comunicazione.
In forse la festa per via del mal tempo, ma la sera del'evento, il meteo ci ha regalato uno spruzzo di neve, le stelle, la luna ed una temperatura autunnale.
In cima al monte, le cibarie ed i beveraggi non sono mancati ed al termine il rito della Grolla dell'amicizia distribuita scandendo le varie classi di età dal 1945 al 1999.
l'Ilarità generale ha suscitato la scena in cui OrcoPinoCar si voleva spacciare per un giovinotto della classe 1977, ma subito è stato riconosciuto e rimesso al suo posto.
In pratica tre generazioni si sono incontrate in cima al Musinè per chiudere un anno ed aprirne un altro.
La discesa un po complessa per chi ha fatto due giri di Grolla e per chi al termine ha deciso di presenziare alla mistica cerimonia del Thè verde offerta dal Nevruz e dall'OrcoPolare.
Video Grolla di Franchino
Dal racconto dell'OrcoPinoR
Il tam tam mediatico partito circa un mese fa e l'unione con il gruppo FB Quelli che ... passeggio sotto le stelle ha portato quest'anno, alla festa di fine anno in punta al monte Musinè circa 60 tra umani e Orchi.
Potenza dei social networks che se usati per il loro vero potenziale si rivelano degli efficaci strumenti di comunicazione.
In forse la festa per via del mal tempo, ma la sera del'evento, il meteo ci ha regalato uno spruzzo di neve, le stelle, la luna ed una temperatura autunnale.
In cima al monte, le cibarie ed i beveraggi non sono mancati ed al termine il rito della Grolla dell'amicizia distribuita scandendo le varie classi di età dal 1945 al 1999.
l'Ilarità generale ha suscitato la scena in cui OrcoPinoCar si voleva spacciare per un giovinotto della classe 1977, ma subito è stato riconosciuto e rimesso al suo posto.
In pratica tre generazioni si sono incontrate in cima al Musinè per chiudere un anno ed aprirne un altro.
La discesa un po complessa per chi ha fatto due giri di Grolla e per chi al termine ha deciso di presenziare alla mistica cerimonia del Thè verde offerta dal Nevruz e dall'OrcoPolare.
martedì 17 dicembre 2013
Mini Trail di Borgone di Susa (To) 15 Dicembre 2013
Foto Mini Trail di Borgone di Susa
Dal racconto dell'OrcoPinoR
Un Minitrail a chilometri zero, ecco cosa ci vuole per chiudere questo incredibile ed irripetibile 2013 visto dal punto di vista sportivo.
Dal punto di vista sportivo certo, perchè qualcuno potrebbe obbiettarmi che questo 2013 per il sociale e per tutta la nazione ha fatto a dir poco ribrezzo.
Mi accontento quindi e godo il momento sportivo con gli amici Orchi.
Dicevo un anno da incorniciare, al più qualche infortunio, ma il bilancio è stato più che positivo per il primo anno di vita de Gli Orchi Trailers ASD, non ultima la recente premiazione da parte della UISP Piemonte sez.Trail (Unione Italiana Sport per tutti) che Domenica 8 Dicembre 2013 al Cinema Italia di Borgaro Torinese ci ha premiati come seconda Società a punti nello speciale campionato Trail.
Il MiniTrail proposto da Daniele allenatore della mitica società Giò 22 Rivera, per Domenica 15 Dicembre 2013 ecco i dettagli:
- Partenza cimitero di Borgone di Susa quota 400 slm
- Borgata Airassa
- Colombatti
- Salto del Francese
- Borgone di Susa
- 14km circa
- 800 D+
Uno splendido giro ad anello tra le Borgate che sovrastano il comune di Borgone di Susa e vista la giornata panorami magnifici sulla bassa ed alta Valle si Susa.
Nel punto piu' in alto del percorso una superba vista sulle cime spartiacque con la Valle di Lanzo; Lo Sbaron, Il Civrari, Lunella, Rocca Patanua.
In quattordici alla partenza dal cimitero do Borgone, e per l'incipit attendiamo l'OrcoAnna con l'OrcoFaus che con il loro camper arrivano da Oulx... poi tutti gli altri;
Gianni, Daniele, AlmaTheGiant, OrcoGas, OrcoBee, OrcoRoccia, OrcoPinoR, OrcoPolare, OgreDoctor, OrcoPippo, Orcocicillo, OrcoZoppo.
Il percorso su antichi sentieri ben tenuti che servono le borgate ed utilizzate per portare il bestiame alle Grange Estive.
Da segnalare il percorso in MTB segnato dal negozio di S.Ambrogio di SUSA BICI GIAI, ed l'incredibile SALTO del FRANCESE una rupe che con 600 metri di strapiombo cala giù fino a valle, emozionante il paesaggio dalla rupe.
Daniele mi dice che il nome Salto del Francese è stato dato dopo una scaramuccia tra truppe Francesi e Savoiarde.
I Francesi accerchiati da est e da ovest sono stati gettati giù dalla rupe dai Piemontesi cosi che la rupe dal quel giorno (credo fine 700') ha preso questo nome.
Il ritorno verso Borgone di Susa fatto a perdifiato con OrcoGas discesista insuperabile, buon sangue non mente.
Dal racconto dell'OrcoPinoR
Un Minitrail a chilometri zero, ecco cosa ci vuole per chiudere questo incredibile ed irripetibile 2013 visto dal punto di vista sportivo.
Dal punto di vista sportivo certo, perchè qualcuno potrebbe obbiettarmi che questo 2013 per il sociale e per tutta la nazione ha fatto a dir poco ribrezzo.
Mi accontento quindi e godo il momento sportivo con gli amici Orchi.
Dicevo un anno da incorniciare, al più qualche infortunio, ma il bilancio è stato più che positivo per il primo anno di vita de Gli Orchi Trailers ASD, non ultima la recente premiazione da parte della UISP Piemonte sez.Trail (Unione Italiana Sport per tutti) che Domenica 8 Dicembre 2013 al Cinema Italia di Borgaro Torinese ci ha premiati come seconda Società a punti nello speciale campionato Trail.
Il MiniTrail proposto da Daniele allenatore della mitica società Giò 22 Rivera, per Domenica 15 Dicembre 2013 ecco i dettagli:
- Partenza cimitero di Borgone di Susa quota 400 slm
- Borgata Airassa
- Colombatti
- Salto del Francese
- Borgone di Susa
- 14km circa
- 800 D+
Uno splendido giro ad anello tra le Borgate che sovrastano il comune di Borgone di Susa e vista la giornata panorami magnifici sulla bassa ed alta Valle si Susa.
Nel punto piu' in alto del percorso una superba vista sulle cime spartiacque con la Valle di Lanzo; Lo Sbaron, Il Civrari, Lunella, Rocca Patanua.
In quattordici alla partenza dal cimitero do Borgone, e per l'incipit attendiamo l'OrcoAnna con l'OrcoFaus che con il loro camper arrivano da Oulx... poi tutti gli altri;
Gianni, Daniele, AlmaTheGiant, OrcoGas, OrcoBee, OrcoRoccia, OrcoPinoR, OrcoPolare, OgreDoctor, OrcoPippo, Orcocicillo, OrcoZoppo.
Il percorso su antichi sentieri ben tenuti che servono le borgate ed utilizzate per portare il bestiame alle Grange Estive.
Da segnalare il percorso in MTB segnato dal negozio di S.Ambrogio di SUSA BICI GIAI, ed l'incredibile SALTO del FRANCESE una rupe che con 600 metri di strapiombo cala giù fino a valle, emozionante il paesaggio dalla rupe.
Daniele mi dice che il nome Salto del Francese è stato dato dopo una scaramuccia tra truppe Francesi e Savoiarde.
I Francesi accerchiati da est e da ovest sono stati gettati giù dalla rupe dai Piemontesi cosi che la rupe dal quel giorno (credo fine 700') ha preso questo nome.
Il ritorno verso Borgone di Susa fatto a perdifiato con OrcoGas discesista insuperabile, buon sangue non mente.
domenica 15 dicembre 2013
Trofeo Orco dell'anno 2013 Rivoli (To) 13 Dicembre 2013
Foto della serata 13 Dicembre 2013
Il 13 Dicembre 2013 la serata finale di questo 2013 ricchissimo di eventi.
La serata con cinquanta Orchi all'agriturismo La Vigna di Rivoli è trascorsa piacevolmente tra uno spicchio di pizza e l'altro.
Al termine della cena si sono svolte le premiazioni per :
Regolamento Trofeo Orco dell'anno 2013
Ecco le gare del TROFEO
Il 13 Dicembre 2013 la serata finale di questo 2013 ricchissimo di eventi.
La serata con cinquanta Orchi all'agriturismo La Vigna di Rivoli è trascorsa piacevolmente tra uno spicchio di pizza e l'altro.
Al termine della cena si sono svolte le premiazioni per :
TROFEO ORCO DELL'ANNO 2013
Classifica Finale Trofeo Orco dell'anno 2013Regolamento Trofeo Orco dell'anno 2013
Ecco le gare del TROFEO
- 14° Cross di Scarmagno
- 2° Trail Bianco di Cesana
- Electric Trail
- Maratona Alpina di Val della Torre
- Trail del Monte Soglio
- Trail del Servin
- Tre Rifugi Val Pellice
- Trail di Oulx
- 28^ Corsa al Musinè
- Valsusa Trail
- Night & Winter KV
I primi tre classificati :
MIGLIOR RACCONTO DELL'ANNO 2013
Giudice Prof. Claudio Anselmetto
- 2 Antonio Palmas alias OgreDoctor con il racconto Sardinia Trail 2013
MIGLIOR FOTO DELL'ANNO 2013
Giudice del concorso Raffaele De Marinis Geologo Fotografo Alpinista
- 2 Umberto Capitaneo alias OrcoUmby con la foto Sbaruà
- 3 Mauro Mazzino alias OrcoMazinga con la foto Sulle tracce della TDS UTMB
sabato 7 dicembre 2013
Night & Winter Vertical Sansicario (To) 7 Dicembre 2013
Foto Night&Winter Vertical Sansicario 2013
Classifiche Night&winter Vertical Runner-SkyAlp 2013
Sito Night&Winter Vertical Sansicario
Edizione 2012
Dal racconto dell'OrcoGabryC
Sabato 7 dicembre, Night & Winter Vertical Kilometer a Sansicario: è l’ultima prova del Campionato Trofeo Orco dell’anno 2013.
Pochi minuti prima delle 17,30, sulla linea di partenza, a destra di un arco gonfiabile, siamo 12 Orchi e un centinaio di altri runners; sulla sinistra, invece, sono schierati altrettanti SkyAlp.
E’ finito il briefing, è ora di accendere i ‘motori’ e le lampade frontali….stiamo scalpitando…
Inaspettatamente gli altoparlanti iniziano a diffondere l’Inno d’Italia e tutti cantiamo a squarciagola.
Un brivido mi percorre la schiena e l’agitazione per la gara lascia il posto ad una serenità fino a quel momento inimmaginabile. Potenza della musica!
I fuochi d’artificio sono la seconda grande sorpresa, ma non c’è tempo per ammirarli: si parte!
Lungo la pista olimpica di discesa femminile ci aspettano quattro ‘muri’ che riesco ad affrontare più agevolmente grazie ai ramponcini a molle acquistati per l’occasione su consiglio dell’OrcoPino.
Il serpentone di luci che si crea sulla salita è spettacolare e nei tratti di maggiore fatica mi distraggo pensando a quanto sono fortunata, anzi a quanto siamo fortunati, di poter vivere questi momenti.
All’arrivo sul Fraiteve, tutti si precipitano dentro al rifugio per scaldarsi e per indossare abiti asciutti.
I piatti vuoti e le briciole che vedo su un tavolo del bar lasciano pensare che il ristoro fosse ben più ricco dell’unico bicchiere di the che riesco a racimolare…..’beati gli ultimi se i primi saranno onesti’….
Senza troppo tergiversare, scendo in ovovia fino a Sestriere, dove mi aspetta una spiacevole sorpresa: la navetta per il ritorno a Sansicario si fa attendere 45 minuti!
L’attesa al freddo nel piazzale degli impianti sciistici, però, non mi pesa, sono in ottima compagnia, l’atmosfera è molto scherzosa e divertente. Le battute continuano sul pullman durante tutto il tragitto tanto che, una volta arrivata a Sansicario, dimentico di ‘cazziare’ gli organizzatori.
La serata prosegue con il ristoro finale, le premiazioni dei vincitori e i premi a sorteggio.
Sarà per la soddisfazione di aver concluso il mio primo km verticale in notturna sulla neve o per la piacevolissima compagnia di amici spiritosi, ma a tarda serata mi sento quasi euforica.
A pensarci bene forse è per il bicchiere di birra in più…..
Classifiche Night&winter Vertical Runner-SkyAlp 2013
Sito Night&Winter Vertical Sansicario
Edizione 2012
Dal racconto dell'OrcoGabryC
Sabato 7 dicembre, Night & Winter Vertical Kilometer a Sansicario: è l’ultima prova del Campionato Trofeo Orco dell’anno 2013.
Pochi minuti prima delle 17,30, sulla linea di partenza, a destra di un arco gonfiabile, siamo 12 Orchi e un centinaio di altri runners; sulla sinistra, invece, sono schierati altrettanti SkyAlp.
E’ finito il briefing, è ora di accendere i ‘motori’ e le lampade frontali….stiamo scalpitando…
Inaspettatamente gli altoparlanti iniziano a diffondere l’Inno d’Italia e tutti cantiamo a squarciagola.
Un brivido mi percorre la schiena e l’agitazione per la gara lascia il posto ad una serenità fino a quel momento inimmaginabile. Potenza della musica!
I fuochi d’artificio sono la seconda grande sorpresa, ma non c’è tempo per ammirarli: si parte!
Lungo la pista olimpica di discesa femminile ci aspettano quattro ‘muri’ che riesco ad affrontare più agevolmente grazie ai ramponcini a molle acquistati per l’occasione su consiglio dell’OrcoPino.
Il serpentone di luci che si crea sulla salita è spettacolare e nei tratti di maggiore fatica mi distraggo pensando a quanto sono fortunata, anzi a quanto siamo fortunati, di poter vivere questi momenti.
All’arrivo sul Fraiteve, tutti si precipitano dentro al rifugio per scaldarsi e per indossare abiti asciutti.
I piatti vuoti e le briciole che vedo su un tavolo del bar lasciano pensare che il ristoro fosse ben più ricco dell’unico bicchiere di the che riesco a racimolare…..’beati gli ultimi se i primi saranno onesti’….
Senza troppo tergiversare, scendo in ovovia fino a Sestriere, dove mi aspetta una spiacevole sorpresa: la navetta per il ritorno a Sansicario si fa attendere 45 minuti!
L’attesa al freddo nel piazzale degli impianti sciistici, però, non mi pesa, sono in ottima compagnia, l’atmosfera è molto scherzosa e divertente. Le battute continuano sul pullman durante tutto il tragitto tanto che, una volta arrivata a Sansicario, dimentico di ‘cazziare’ gli organizzatori.
La serata prosegue con il ristoro finale, le premiazioni dei vincitori e i premi a sorteggio.
Sarà per la soddisfazione di aver concluso il mio primo km verticale in notturna sulla neve o per la piacevolissima compagnia di amici spiritosi, ma a tarda serata mi sento quasi euforica.
A pensarci bene forse è per il bicchiere di birra in più…..
lunedì 2 dicembre 2013
Scialpinismo Monte Mondolè Artesina (Cn) 1 Dicembre 2013
Foto Scialpinismo Monte Mondolè
Dal racconto dell'OrcoIng
Mondolè (Monte) 2382 MT
da Artesina per il rifugio Balma
quota di partenza (m):1300 1300
quota vetta (m): 2382
dislivello complessivo (m): 1082
difficoltà: BS :: [scala difficolta]
esposizione preval. in discesa: Nord
località partenza: Artesina (Frabosa Sottana, CN)
Il tam tam mediatico ha cominciato a rullare gia’ da Martedi scorso.
Le abbondanti nevicate della settimana precedente hanno costruito un solido fondo, compattato dalle basse temperature su tutta la Regione.
E questa settimana si sono scaricati almeno altri 50-70 cm di fiocca. Neve in pianura e neve in città, ma soprattutto neve in montagna, che ha privilegiato, come è ormai di abitudine, l’arco alpino Cuneese.
Praticamente tutte le località sciistiche hanno anticipato l’apertura inizialmente prevista per la Festa della Madonna.
Mediamente ci è stato donato 1 metro di neve su piste e pendii.
Ma poi c’è Gulliver, benedizione e disperazione degli sci alpinisti. Portale onnicomprensivo di tutte le aspirazioni, e soprattutto dei vagheggiamenti e narcisismi dell’ego smisurato dei frequentatori della montagna invernale.
Sono sempre di più quelli che inforcano gli sci sui pendii vergini, abbandonando e disdegnando le piste ormai non più affollate dei grandi comprensori sciistici.
Ed ecco che Gulliver diventa la cassa di risonanza di tutti gli sci alpinisti, con lo svantaggio tuttavia di concentrare l’attività sulle gite pubblicate.
Infatti leggiamo di una recensione al Mondolè e quindi partiamo decisamente per Artesina.
Grande pregio Artesina di essere disposta in una conca molto chiusa con esposizione Nord prevalente e proprio sotto la parete nord del Mondolè, ma anche con lo svantaggio di presentare molti impianti di risalita, specie da quando è stato realizzato il collegamento con la vicina Prato Nevoso.
Oggi gli impianti sono aperti, discreto affollamento in pista e pertanto si decide di evitare la risalita alla Colla Bausano, praticamente sulle piste.
Risalito pertanto velocemente una prima parte di skilift, puntiamo decisamente al Colle della Balma posto a 2000 mt e confluenza degli itinerari da Prato nevoso ed Artesina.
Inizia pertanto una manovra di aggiramento in senso orario di tutto il massiccio. Percorso decisamente lungo e faticoso dovendo tracciare completamente la via su abbondante neve fresca
Ma aggirato il grande sperone che sovrasta la Balma, sopra la via estiva, ci si presentano pendii assai instabili e con pendenza sostenuta che ci sconsigliano la salita alla cima.
Avremmo dovuto infatti attraversare almeno due valloni completamente vergini con numerosi accumuli e sovrastati da canali di deiezione decisamente .pericolosi
Puntiamo pertanto al colle superiore prima dell’anticima. Risalita lenta e faticosa, martoriata da un vento fortissimo che ha caratterizzato praticamente tutta la Liguria dalla giornata di ieri. Siamo infatti nelle Alpi liguri che l’Orogenesi ha elevato a bastione difensivo della pianura Piemontese.
Lotta impari contro il vento e soprattutto una neve profonda da stroncare anche il più accanito sci alpinista. Raggiunto praticamente il colle, diventa giocoforza rimuovere velocemente le pelli e divallare verso la Balma sul percorso di salita.
Neve profonda, a tratti anche pesante, nella prima parte sciata decisamente scadente.
Ma raggiunta l’ultimo alpeggio, finalmente all’ombra dei canaloni di discesa verso Artesina, ci si ripropone la vera neve polverosa agognata dall’ultima stagione.
Gli ultimi 300 metri di dislivello sono da galleggiamento tipo Canada, anche se un po’ complessi.
Di altri sci alpinisti neanche traccia.
Buona la prima, speriamo nelle prossime.
Dal racconto dell'OrcoIng
Mondolè (Monte) 2382 MT
da Artesina per il rifugio Balma
quota di partenza (m):1300 1300
quota vetta (m): 2382
dislivello complessivo (m): 1082
difficoltà: BS :: [scala difficolta]
esposizione preval. in discesa: Nord
località partenza: Artesina (Frabosa Sottana, CN)
Il tam tam mediatico ha cominciato a rullare gia’ da Martedi scorso.
Le abbondanti nevicate della settimana precedente hanno costruito un solido fondo, compattato dalle basse temperature su tutta la Regione.
E questa settimana si sono scaricati almeno altri 50-70 cm di fiocca. Neve in pianura e neve in città, ma soprattutto neve in montagna, che ha privilegiato, come è ormai di abitudine, l’arco alpino Cuneese.
Praticamente tutte le località sciistiche hanno anticipato l’apertura inizialmente prevista per la Festa della Madonna.
Mediamente ci è stato donato 1 metro di neve su piste e pendii.
Ma poi c’è Gulliver, benedizione e disperazione degli sci alpinisti. Portale onnicomprensivo di tutte le aspirazioni, e soprattutto dei vagheggiamenti e narcisismi dell’ego smisurato dei frequentatori della montagna invernale.
Sono sempre di più quelli che inforcano gli sci sui pendii vergini, abbandonando e disdegnando le piste ormai non più affollate dei grandi comprensori sciistici.
Ed ecco che Gulliver diventa la cassa di risonanza di tutti gli sci alpinisti, con lo svantaggio tuttavia di concentrare l’attività sulle gite pubblicate.
Infatti leggiamo di una recensione al Mondolè e quindi partiamo decisamente per Artesina.
Grande pregio Artesina di essere disposta in una conca molto chiusa con esposizione Nord prevalente e proprio sotto la parete nord del Mondolè, ma anche con lo svantaggio di presentare molti impianti di risalita, specie da quando è stato realizzato il collegamento con la vicina Prato Nevoso.
Oggi gli impianti sono aperti, discreto affollamento in pista e pertanto si decide di evitare la risalita alla Colla Bausano, praticamente sulle piste.
Risalito pertanto velocemente una prima parte di skilift, puntiamo decisamente al Colle della Balma posto a 2000 mt e confluenza degli itinerari da Prato nevoso ed Artesina.
Inizia pertanto una manovra di aggiramento in senso orario di tutto il massiccio. Percorso decisamente lungo e faticoso dovendo tracciare completamente la via su abbondante neve fresca
Ma aggirato il grande sperone che sovrasta la Balma, sopra la via estiva, ci si presentano pendii assai instabili e con pendenza sostenuta che ci sconsigliano la salita alla cima.
Avremmo dovuto infatti attraversare almeno due valloni completamente vergini con numerosi accumuli e sovrastati da canali di deiezione decisamente .pericolosi
Puntiamo pertanto al colle superiore prima dell’anticima. Risalita lenta e faticosa, martoriata da un vento fortissimo che ha caratterizzato praticamente tutta la Liguria dalla giornata di ieri. Siamo infatti nelle Alpi liguri che l’Orogenesi ha elevato a bastione difensivo della pianura Piemontese.
Lotta impari contro il vento e soprattutto una neve profonda da stroncare anche il più accanito sci alpinista. Raggiunto praticamente il colle, diventa giocoforza rimuovere velocemente le pelli e divallare verso la Balma sul percorso di salita.
Neve profonda, a tratti anche pesante, nella prima parte sciata decisamente scadente.
Ma raggiunta l’ultimo alpeggio, finalmente all’ombra dei canaloni di discesa verso Artesina, ci si ripropone la vera neve polverosa agognata dall’ultima stagione.
Gli ultimi 300 metri di dislivello sono da galleggiamento tipo Canada, anche se un po’ complessi.
Di altri sci alpinisti neanche traccia.
Buona la prima, speriamo nelle prossime.
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