lunedì 2 novembre 2020

Lunigiana Bike Trail (Massa-Carrara) 17-20 Ottobre 2020

 


Dal racconto dell'OrcoMami

Sono   comodamente seduto sul divano  di casa  e scorro le  immagini  più suggestive   di questi  quattro giorni trascorsi in Lunigiana, sulla  fidata bike.
Le notizie del peggioramaneto della  situazione Covid  invadono le nostre vite e  non par vero aver potuto(ancora) vivere in serenità quest' altra avventura.
Ebbene  si, come siam soliti dire noi Orcacci, anche questa “l'abbiamo portata  a casa”.
 Il LUNIGIANA  BIKE TRAIL è  un itinerario  bike packing  a tappe  per mtb ( e non gravel !!) che percorre in modo circolare(senso orario)  tutto il territorio Lunigianese con partenza  ed  arrivo  a Pontremoli (Ms). 
Si  sviluppa  all' 85%  su strade  sterrate,  sentieri , mulattiere e   carrarecce molte  volte di  duro  single-track, sulla  dorsale dell' appennino Ligure-Tosco-Emiliano.
230 km di sviluppo con circa 7000 D+. Pochissimi i punti di appoggio per dormire  e mangiare. 

Io ed il mio socio di tante avventure, TOR compreso, decidiamo  di affrontarlo in  4 giorni.
I più virtuosi, riescono  a chiuderlo in tre giorni  ma visto a posteriori lo  riteniamo   proprio  non alla  nostra portata con bici belle cariche.
Eccoci  quindi, tra il 17 ed il 20 ottobre, sul terreno di gioco in una  finestra  di bel tempo con ancora   temperature accettabili.  Siamo  border line.  poi l 'autunno con le  giornate  più corte e le  temperature  piu rigide  renderà difficile  il tour.
Pontremoli, Apella, Equi terme e Passo  dei Casoni  sono i punti  di appoggio ove  arrivare  ogni sera senza  possibilità  di alternative


 LA NATURA   ANCORA  SELVAGGIA.
Ogni  giorno  siamo in sella  tra le 8 e le 12 ore e seguendo la traccia  gpx attraversiamo fitti  boschi, praterie, crinali assolati e solatii,  vallette rigogliose e umidissime senza mai incontrare casolari o tanto meno borgate. La vegetazione fuori del nostro sentiero è fittissima  e sovente impenetrabile. Di persone  nemmeno l'ombra.
La sensazione di poter vivere ancora una piccola avventura di autosufficienza vera  si fa strada dopo pochi km e man mano che procediamo ci rendiamo conto della  diversità  dalle  nostre  zone  abituali. Per raggiungere una strada asfaltata od un paesino in caso  di necessità, ci  vorrebbero tantissime  ore    e questo  ci  “gasa”  non poco.
LA FAUNA
Semplicemente  stupevole.
Una  mattina  pedalo  avanti io e  sento nitrire  all'orizzonte .  In breve un magnifico  cavallo galoppa  verso di me  e io, non abituato, mi spavento .Poi ne  seguono altri  che  lasciati allo stato brado girovagano per questi appennini  prima di essere ricoverati per l' inverno. Incredibile .
Non  di rado un capriolo attraversa il sentiero veloce come una meteora.
E che  dire  poi dei  cinghiali?
Si ahime'. Spinti  dalle  battute  di caccia   ci  capita  di vederli mooolto  vicini  alla  nostra  traccia  e  la paura  ci fa fare delle accelerate deleterie per i muscoli!


FOGLIAGE
L'autunno  alle  porte  ha già fatto cambiare i colori ai vari  tipi di alberi dell' Appennino.
A tratti  abbiamo potuto ammirare veri e propri  quadri di impressionisti.
Boschi  di betulle  arancioni. Castagneti di color ramato. Crinali verde intenso con macchie  di corbezzoli  rossi. Gioia  degli occhi.

L'ALTA  VIA  DEI MONTI  LIGURI
La tappa  Passo dei Casoni-Pontremoli ci fa scoprire per ore ed ore lo splendido tracciato  della  A.V.M.L.  Uno sterrato  ciclabilissimo  che  cavalca l'arco appenninico  alle spalle  di La Spezia. La  vista  spazia  sul mare  e  riusciamo a  distinguere nitidamente il golfo  di Portovenere , l'isola della Palmaria e La Spezia.
Insomma bellissima   esperienza. Tecnicamente  assolutamente  non  banale per i single track che  sovente si incontrano. Alcune  salite causa il fondo molto rovinato dalle piogge, ci hanno  costretti al portage. Tantissimi i chilometri a perdifiato  su sterrati  ciclabilissimi. Anche  quel  poco  che  abbiamo dovuto fare  in notturna  era serenamente ciclabile.  D'obbligo  la traccia  gpx .
Noi  al finale abbiam  registrato su dispositivi Garmin, 217 km   e 7300D+ .
 La consiglio  a chi ha  voglia  di bici e di avventura, tanta, e  di autosufficienza.
Per gli Orchi che  amano il “sentiero” qui si sazieranno  di  certo!



Mtb - Lago Layet - Vallone di Saint Marcel(Ao) 31 Ottobre 2020

 

Foto Mtb St.Marcel

Dal racconto dell'OrcoBee

OrcoCamola ha trovato il modo di unire il suo  atavico amore per la Valle d’Aosta con la recente passione per le ruote grasse. Dopo Torgnon e dintorni di sabato scorso ci propone un giro nel vallone di Saint-Marcel, sopra l’abitato dell’omonimo paese, vicino a Fenis.
Aderisce senza batter ciglio l’Ogredoctor, anche lui sempre più affascinato dalle due ruote.
L’atmosfera generale è di nuovo pesante, siamo ripiombati nel pieno dell’incubo collettivo da Covid, i contagi dilagano anche tra gli Orchi (in bocca al lupo a tutti!) e limitano la presenza all’uscita.
Il venerdì pomeriggio leggo velocemente la descrizione dell’itinerario e noto le avvertenze su qualche tratto dalle pendenze veramente toste  con rampe ancora più feroci dovei occorre scendere dalla bici...mi preoccupo un po’;  vabbè aggiungiamo incubi agli incubi, del resto  il 31 ottobre si festeggia Hallowen per i più giovani, è vigilia della festa di Ognissanti per noi più attempati.
Partiamo alla volta di Saint Marcel di buon mattino in una pianura nebbiosa e freddina.
All’imbocco della valle le nebbie si diradano e ci accoglie un cielo blu, i colori autunnali fanno capolino, ormai anche in bassa valle.

Usciamo a Nus, passiamo Fenis e ci dirigiamo verso Plout, frazione di Saint Marcel, 1000 m. di altitudine circa, dove parcheggiamo.
Ci aspettano 1300 metri di dislivello in 16 Km circa ma il grosso sarà fatto negli ultimi 6 km con le famose rampe di cui si diceva.
Allevia le nostre ansie una spettacolare ambientazione autunnale con i colori tipici di questa stagione di mezzo. Il primo tratto di strada è asfaltato; si sale, scacciando i primi brividi di freddo, in mezzo a splendide borgate, pendii curati, e pennellate di verde-giallo-rosso-marrone. Ogni tanto la vista si apre sulle montagne della Valle, Ci sono alcune frazioni che godono di una vista che spazia dal Bianco al Cervino e al Massiccio del Rosa, le pause per contemplare tanta bellezza sono d’obbligo e ci consentono di rifiatare. Il sole, pur essendo l’itinerario nel versante all’ombra, comincia a scaldare.
L’asfalto termina dopo 9 km alla frazione Drugees. Comincia lo sterrato che aggira le vecchie Miniere di calcopirite (visitabili: info  https://www.minieresaintmarcel.it/) la gita comincia a svelare la sua natura: ottimo fondo ma rampe feroci. Dapprima gli strappi si alternano a tratti di falsopiano, dopo un cancello una discesa ci fa perdere qualche metro e rifiatare ma sarà l’ultima occasione. Da lì in poi la pendenza passa da una media del 10-12% a strappi al 16% e muri oltre il 20%. Per fortuna la bellezza del posto e della giornata ci forniscono il pretesto  per frequenti pause che preservano le coronarie dall’esplosione. Si passa più volte il torrente Saint Marcel, alcuni alpeggi, e poi sempre sui muri ci si affaccia sulla nostra meta, il lago Layet, semighiacciato. Da li, volendo, con altri due km sempre molto ripidi si arriva all’ultimo alpeggio del vallone.

Pausa e tempo per cambiarci e comincia le seconda parte della gita, la discesa. Per un tratto ripete l’itinerario di salita per poi deviare sulla sinistra per una strada bellissima, leggermente più tecnica in mezzo ad un bosco di larici ingialliti dall’autunno che costeggia il torrente e ci permette di evitare tutto l’asfalto della prima parte di salita.
Le pendenze si fanno sentire anche in discesa, i freni delle bici e le mani dei ciclisti sono messi a dura prova.
In brevissimo tempo scendiamo e siamo alle macchine, non fa freddo, ci cambiamo e ci concediamo una birretta in quel di Fenis prima di tornare alle atmosfere cupe della quotidianità di questo periodo, purtroppo non per effetto di Hallowen.
La montagna ci ha di nuovo regalato qualche ora di bellezza, ha alleviato le nostre angosce e placato le nostre ansie;  se in cambio ci chiede solo un po’ di fatica, va bene, siamo disposti a concedergliela.
Grazie a OrcoCamola, che ci ha fatto conoscere questo angolo più nascosto della Valle d’Aosta e a OgreDoctor, portatore sano e contagioso di grinta e tenacia.
W la montagna, W gli Orchi!