lunedì 27 giugno 2022

Lavaredo UlraTrail - Cortina d'Ampezzo(BL) 25 Giugno 2022

 



Dalle note dell'OrcoPinor alla UltraDolomites

Premessa
Un motivo per cui la Lavaredo è entrata nel circuito gare UTMB ci sarà!. 
Lo sanno pure, i muri che le Dolomiti fanno parte del patrimonio Unesco e che l'ambiente alpino è uno, se non il più bello d'Europa.
Ecco spiegata l'iscrizione  nel Febbraio 2022 insieme ad OrcoSmaug ed OrcoRolfy

Organizzata dal fiorentino Simone Brogione (comprendo adesso l'accento Toscano dei tanti volontari al Palaghiaccio di Cortina), la Lavaredo è una delle gare storico del Trail running al mondo.
L'evento dura una settimana con ben 5 gare: 20km, 48km, 80km, 120km, RaceKids.
E' diventata la manifestazione di Trail Running più importante in Italia.

La Logistica
La UltraDolomites quest'anno parte da S.Vigilio di Marebbe ed arriva a Cortina. Ritiro pettorali a Cortina. Decidiamo di prendere alloggio, in mezza pensione, al Passo 3 Croci 1750SLm, a 9 km da Cortina, circa 15min di auto. Hotel appena ristrutturato ma cibo assai scadente. A sto punto meglio alloggiare al lago di Misurina, distante dal Passo solo 5km.

Venerdi 24 Giugno 2022,  sveglia da casa alle 5.00 del mattino e partenza da casa alle 6.00  per evitare l'imbuto di Milano. In 7 ore di macchina, infinite, arriviamo a Cortina. Per fortuna nessuna coda al ritiro pettorali cosi ci fiondiamo subito in Hotel per cercare di riposare. 
Il giorno dopo, la sveglia sarà alle 3.00 del mattino per una veloce colazione. In macchina ci sposteremo a  Cortina dove ci attende il Bus alle ore 4,30 che ci porterà a S,Vigilio di Marebbe per lo StartRace delle 6.30. Maremma sono già stanco ancor prima di partire.
Logistica gara ancora da migliorare.
Meteo
Di meglio non si poteva chiedere, la notte del 24 Giugno un temporale estivo rinfresca qualsiasi cosa, durante la gara nuvole ad hoc per coprirci nelle ore più calde. Perfetto.

Il Percorso
Se la gioca, come bellezza dei paesaggi, con il Gran Trail di Courmayeur.
I due ambienti alpini sono decisamente diversi. La Lavaredo ha la roccia Dolomitica che inserita in queste malghe verdissime appaga l'occhio. Al Gran Trail Courmayeur sei al cospetto di giganti innevati a quota 5000 metri quasi.


Alla UltraDolomites, i sentieri sono tappeti dove si corre che è un piacere. Il paradiso del Trail running.

La Gara
Il Bus ci scarica a S.Vigilio di Marebbe alle 6.00 del mattino. Riesco a dormire per tutta la durata del tragitto cosi che arrivo ben riposato. Ci tocca fare la seconda colazione, dalla prima sono già passate 3ore. OrcoSmaug è maniaca dell'assunzione calorica pre-post-gara. Temperatura alla partenza +10°. Quel freschino che ti tiene sveglio dopo due notti insonni.
Partenza puntuale per 1000 partecipanti alle 6.30. 
Per i primi 4km si corre,  poi l'imbuto che ci porta all'ingresso del magnifico orrido. Tutti in coda per passare i punti stretti. Se si vuole risparmiare almeno 30min, partite davanti e pr gli iniziali km schiacciate l'acceleratore per non rimanere imbottigliati.
Inseguo continuamente OrcoSmaug cercando di tenere il suo ritmo. Passo Grunwald, Lago di Braies, Rif.Biella passano tra paesaggi superbi.
Al primo ristoro importante sono già cotto. Mi rimette in sesto la minestrina di riso con affogate le patate e uova bollite(solo il bianco). 
Riparto da Malga Ra-Stua quasi rigenerato. Dico quasi perchè dopo pochi chilometri, all'inizio del salitone per la Val Travananzes (st'anno secca) sono già in riserva. Non riesco a star dietro a OrcoSmaug meglio preparata e più giovane di me. 
La fortuna oggi è dalla mia. In Val Travananzes incontriamo Paolo che sta facendo la 120km., anche lui in riserva come me. OrcoSmaug sparisce alla vista ed insieme a Paolo, in una sorta di simbiosi, decidiamo di proseguire insieme. Sembro rinato. Il ritmo gara si assesta ad una velocità a me adeguata.
Col del Bos arriva con le Tofane a fare da contraltare. 
Al ristoro grande del Col Gallina eccola un'altra crisi. Sono bello sfatto ed il caldo fa il resto. Mi alimento come meglio posso, sempre riso, brodo, uova. Sembro rinfracato. Al colle anche Mirko che mi fa il tifo, ieri lui era alla 48k.
Ci sono ancora 1000D+ . Il rifugio Averau arriva freddo, tant'è che il ristoro idrico a base di thè caldo ci rincuora. 
Adesso a far i capricci è lo stomaco, che⚽⚽. Sarà il freddo, l'acqua gasata ingurgitata, fatto sta che mi pare di avere al posto degli intestini i tubi di raffreddamento di una fonderia. Missili Sarmat vengono sganciati ad ogni piè sospinto. Sono una vecchia Fiat 128 con problemi al tubo di scappamento.
Al Passo del Giau (l'anno scorso lo scavallavo n'coppa alla bici per la Maratona delle Dolomiti) niente migliora, e neanche all'ultimo strappetto di Mendeval.
Da Mendeval si vede Cortina d'Ampezzo adagiata, ormai sonnecchiate. 
Prima della terribile discesa di 10km e 1000D- l'ultimo e splendido ristoro del Rifugio Croda da Lago.
Discesa in mezzo ad un bosco meraviglioso quanto infinito; come l'universo. Siamo costretti anche ad accendere le frontali dopo le 21.30, e naturalmente la mia, retrodata, non fa abbastanza luce rispetto ai fari che hanno gli altri trailers.
Arrivo a Cortina alle 22.11 con gli ancora pieni di Dolomiti, e ricevuto lo splendido smanicato La Sportiva (sponsor della manifestazione) mi accorgo di avere fame atavica. Nessun pasta party finale è previsto. Ci consegnano un misero sacchetto con all'interno un minipanino con una fetta di melanzana , una trasparente fetta di arrosto, una mela, una banana, una bottiglietta d'acqua ed un succo di frutta. Sig😢.  W il TMS.

Post Gara al Lago di Misurina
Il giorno successivo, prima di tornare a casa, ci regaliamo un fantastico pranzo al Lago di Misurina. Un luogo del cuore.

Dal racconto dell'OrcoRolfy alla LUT

Lo scorso novembre decido di iscrivermi per il sorteggio alla Lavaredo Ultra Trail e con grande stupore dopo qualche settimana ricevo una mail nella quale mi annunciano che sono stato sorteggiato per partecipare alla quindicesima edizione della LUT. Non posso farmi sfuggire un’occasione del genere, e correre tra quelle bellissime pareti di roccia e luoghi incantati. Per gli amanti della corsa in montagna non può mancare nel palmares una gara mitica come questa. Ai primi di dicembre decido di approfittare dei prezzi ancora abbastanza “ragionevoli” e prenotare un hotel in paese a Cortina d’Ampezzo proprio vicino alla partenza, non mi resta che allenarmi. 

In questo 2022 ho pianificato 5 gare che cercherò di fare nel migliore dei modi, l’obiettivo principale sarà ed è il Tor des Geants di settembre ma sicuramente la LUT mi permetterà di macinare un po’ di chilometri. La gara di 120 km e 5800 m d+ è per veri runner : non ti dà mai respiro ,i sentieri non sono mai tecnici o difficili, le salite non troppo impegnative e devi correre come uno “stradista” nei sui interminabili rettilinei e se ti fermi sei fregato.
Arriva finalmente il 24 giugno e dopo un pessimo inizio di stagione al Trail del Monte Soglio dove ho rischiato per la prima volta seriamente di ritirarmi, cerco il riscatto tra le Dolomiti. Il weekend cortinese
sarà intenso e prevederà diverse gare :

- Cortina sky race - 20 km 1000 m d+
- Cortina Trail - 48 km 2600 m d+
- Ultra Dolomites - 80 km 4600 m d+
- Lavaredo Ultra Trail - 120 km 5800 m d+

Orco PinoR e Orco Smaug saranno impegnati nell’ 80 km.

La partenza della LUT è alle 23:00 del 24 giugno in piazza della chiesa in centro, fatico ad entrare in griglia, ci sono più di 1700 partecipanti. L’atmosfera è splendida con il tifo da stadio e la musica che rendono ancora tutto più speciale. Quest’anno il livello dei trailers sarà davvero alto, quasi ai livelli dell’UTMB considerando i partenti e la lista dei top runners.
Scatta il via e per una volta decido di partire a un ritmo decente senza strafare e controllando i battiti.
Prima salita e discesa cerco di districarmi tra le centinaia di runners che si muovono come un serpentone di luci nella notte dolomitica, poi inizia la salita al passo tre croci dove ci sorprende un bel temporale che per fortuna non si trasforma in grandine. Giungo al ristoro (28 km), riempio le borracce e via giù per la discesa nei bellissimi boschi di conifere per poi attraversare il fiume e iniziare nuovamente a salire verso Misurina.

Mi fermo al ristoro per un bel brodino e qualche pezzo di crostata e riparto, appena uscito dal tendone vengo investito da un vento gelido e saggiamente penso sia meglio vestirsi per evitare sorprese allo stomaco.
Mi metto giacca e buff e riparto direzione rifugio Auronzo, le tre cime sono già nel mio radar, lì belle maestose con il cielo che comincia piano piano ad illuminarsi. Recupero un po’ di posizioni in salita con buon passo e faccio amicizia con alcuni concorrenti che come me sono estasiati dal panorama che piano piano ci si presenta davanti. 

Il cielo è finalmente terso appaiono le tre cime nella loro maestosità ,

raggiungo la forcella Lavaredo (52 km) continuando a scattare foto e video, troppo bello sono emozionato sembra di correre in un sogno. I raggi del sole fanno brillare le tre cime come fossero lame scintillanti, non riesco a distogliere lo sguardo ma devo concentrarmi mi aspetta una discesa lunghissima fino a Cimabanche. Il sentiero è divertente scende prima deciso giù nella gola che porta fino al fondo valle e poi spiana lungo il letto del fiume quasi in secca per poi immettersi sulla pista da fondo invernale che con un lungo falso piano in leggera salita porta al ristoro e base vita di Cimabanche (66 km). Per arrivare alla base vita bisogna quindi correre e parecchio, visto che a quanto pare 5:30 al km non bastano per evitare di essere sorpassati e io dopo 66 km sono già bello cotto. Arrivo alla base vista e decido di prendermi il mio tempo, cambiarmi e togliere la roba sudata della notte e mettere qualcosa di più leggero. Il cielo ormai è azzurro e si prospetta una bella giornata di sole, forse pure calda, non lo so ancora. Mangio tutto quello che il mio stomaco già affaticato mi permette, mi metto il cappello e gli occhiali da sole e riparto alla volta della salita che porta a Malga Ra Stua. Per arrivare alla malga prima si continua qualche km ancora sull’agoniata pista da fondo che non dà respiro poi finalmente inizia la salita tra stupendi boschi di abete e verdi prati da cartolina. Discesa al ristoro della Malga nel quale si incontrano i percorsi della LUT e della 80 km. Mi fermo giusto qualche minuto per riempire borracce e mangiare qualcosa e riparto direzione Val Travenanzes, la salita più lunga di giornata circa 1000 m d+. Prima di arrivare alla vera e propria valle ci sono diversi saliscendi e attraversamenti di ponti sospesi sulle stupende gole di roccia dolomitica a strapiombo.

Finalmente si entra nella Travenanzes prima lungo sentiero largo tra i boschi, poi si presentano le bellissime pareti dei due versanti con in mezzo aimè un torrente in secca. Si prosegue lungo il letto senza ovviamente guadarlo data la scarsità di acqua quest’anno, poi inizia il secondo tratto di salita verso il ristoro idrico di Malga Travenanzes e una volta arrivati al colle qualche centinaio di metri di dislivello più in su, ci si butta nella divertente discesa verso il ristoro del rifugio Col Gallina (95 km) con passaggi in tunnel scavati nella roccia e le bellissime cime che sembrano quasi scolpite a mano. Sono bello cotto qualche problema intestinale mi attanaglia e non riesco a mangiare come vorrei. Riparto fiducioso ma mi abbatto subito quando inizia la salita verso il rifugio Averau, le gambe non riescono più a spingere come vorrei, manca energia ma di mangiare non se ne parla, mi fa schifo tutto, sia dolce che salato. Non mi resta che continuare a bere e sperare che la situazione prima o poi migliori. Almeno anche in momenti difficili come quelli che sto vivendo ci si guarda intorno e si rimane affascinati da queste pareti di roccia enormi che mi permettono di alleviare un po’ la sofferenza che ormai non può che peggiorare con l’aumentare dei km.
Superato l’Averau continuo la mia lunga marcia verso il passo Giau (103 km), nel quale arrivo cotto a puntino ma riesco a mangiare qualcosa e riparto per le ultime fatiche di giornata. La forcella Giau mi taglia le gambe: corta ma tremendamente ripida specie dopo 105 km di gara, mi sembra insormontabile e i primi atleti dell’ 80 km mi superano come se fossero appena partiti, beati loro. Anche questa è andata finalmente il percorso spiana in un prato alpino fiorito stupendo, si sentono le marmotte e ogni tanto qualche tifoso ci incita. 

Raggiungo finalmente la Forcella Ambrizzola (110 km) che segna la fine delle sofferenze, perlomeno in salita. Ecco che riesco a scorgere da lontano “la Perla delle Dolomiti” si è lei non è un miraggio, Cortina!

E’ laggiù, sembra quasi che sia arrivato ma non è così. La discesa è eterna, lunghissima più di 10 km per scendere di oltre 1000 metri di quota. Ultimo ristoro nella bellissima cornice del rifugio Croda da Lago e poi sigle track deciso nel bosco e tra scivolose radici che mi fanno perdere l’equilibrio qualche volta. Scorgo il campanile del centro paese è fatta! Ultimi 2 km stupendi nelle borgate, i bambini ci offrono delle fette di anguria che prendo volentieri e il tifo comincia a farsi via via che si avvicina l’arrivo sempre più presente.

Ultimo km che vale tutte le fatiche finora patite, tantissime persone che applaudono, gli speaker che urlano il tuo nome dandoti il cinque. Sono arrivato..... finalmente !

Chiudo in 18 ore 27 min e 38 secondi in 159esima posizione assoluta su oltre 1700 partecipanti e considerando il livello dei runners partenti non posso che essere soddisfatto. Un grandissimo plauso va anche a Giada(Orco Smaug) e Pino che hanno terminato anche loro con successo è in ottima posizione l’80 km, sicuramente un weekend da incorniciare in una location come poche al Mondo.
Ora mi aspetta qualche giorno di riposo per poi tornare a prepararmi per i giganti di settembre. 






venerdì 24 giugno 2022

Cicloturismo Iseo-Gavia-Iseo (Bs) 24-25 Giugno 2022

 


Dal racconto dell'OrcoBee

Metti due anni buoni di pandemia con movimenti limitati e sempre molto controllati, metti un'estate iniziata precocemente con un caldo soffocante che  ingiallisce i prati  e prosciuga i fiumi, metti le altre pessime notizie che ti tocca leggere sui quotidiani, quest’anno la voglia di sfruttare ogni momento per evadere un po’ dalla solita routine è enorme.

Così, complice la festività di San Giovanni, con  Orco Camola  programmiamo un veloce cicloweekendlungo dalle parti del lago di Iseo, tra le province di Bergamo e Brescia.

L’idea iniziale era di fare del classico cicloturismo sfruttando una parte della Ciclovia dell’Oglio, che costeggia l’omonimo fiume, tra il Po, dove l’Oglio va a confluire, ed il Passo del Tonale a monte di Ponte di Legno, dove l’Oglio nasce.

Poi però non ci sfugge che da Ponte di Legno oltre che il Passo del Tonale, si può procedere verso nord ed affrontare il ben più mitico, ciclisticamente parlando, Passo Gavia. Con i suoi 2620 metri, il Passo Gavia divide Valcamonica e Valtellina tutto in territorio Lombardo. Quest’anno l’allenamento in bici è scarsino, il caldo precoce e atroce non aiuta e quindi un po’ di incertezza serpeggia tra le nostre menti. Certo però…andare fino là e non fare una salita così! Ed allora abbandoniamo le remore e… Gavia sia! Visti gli ambiziosi obiettivi optiamo per la bici da corsa, attrezzata con una borsa sottosella stile bikepacking per l’abbigliamento e piccole borse da manubrio per il resto (camere d’aria, utensili, barrette, ecc)

Ma andiamo con ordine. Di buon mattino del giorno di San Giovanni, festa per noi che lavoriamo a Torino, sono a casa di OrcoCamola. Carichiamo bici e bagagli sulla BerlingoOrcoCar e ci dirigiamo verso Iseo. In poco più di tre ore e mezza siamo pronti a pedalare.

La destinazione di oggi è Ponte di Legno, in alta Valcamonica, a 95 km circa dalla partenza.

Viste le distanze rinunciamo a percorrere la ciclovia ed optiamo per seguire statali e provinciali. Dopo pochi chilometri di lungolago commettiamo però un errore che paghiamo assai caro, non ci accorgiamo che all’altezza della frazione di Vello la statale diventa una strada a veloce percorrenza con viadotti e gallerie. Macchine e camion sfrecciano veloci accanto a noi, accendiamo tutte le luci possibili e pestiamo sui pedali a più non posso per uscire quanto prima da quello che nella mia mente è quanto di più simile all’inferno si possa immaginare.

Per fortuna dopo qualche km e parecchie intercessioni ai santi dell’intero calendario troviamo l’uscita dall’inferno e ci immettiamo nuovamente sulla strada lungolago. Scopriremo solo al ritorno che il tratto Vello-Toline è una parte di ciclabile, non solo obbligatoria, ma tra le più belle d’Italia!

Finita la parte lungo lago, dopo il paese di  Costa Volpino la statale non ha più tratti pericolosi ma si presenta come una tipica, anonima e bruttina statale di molti fondovalle delle province industrializzate del nord Italia. Sicuramente rinunciando alla percorrenza della ciclabile abbiamo perso un bel po’ della bellezza del posto, offuscata dalla presenza della grande industria siderurgica, che deve storicamente la sua ragion d’essere proprio alla presenza della vitale presenza del fiume Oglio. Siamo infatti in Valle Camonica che, ben prima di essere uno dei distretti più industrializzati d’Italia, era stato territorio di insediamento dei Camuni, antica popolazione italica dell’età del ferro, e ne  conserva tuttora notevoli tracce sotto forma di numerose incisioni rupestri.

Arrivati a Edolo, dove la valle si divide, ci concediamo un gelato e poi proseguiamo per la nostra meta. Siamo ormai in alta valle ed il territorio si fa più montano. Capannoni e magazzini lasciano spazio a prati e boschi. Arriviamo all’albergo dopo 5 ore e 1400 metri di dislivello circa, appena in tempo per goderci, all’asciutto, un temporale che rinfresca l’aria. In una Ponte di Legno non ancora piena di vacanzieri ci concediamo una pizza e poi un meritato riposo.

Sabato 25 giugno. Dopo un sonno ristoratore ed un ottima colazione siamo pronti per affrontare sua maestà il Gavia. Da Ponte di Legno sono circa 1400 metri di dislivello e 17 km di salita. La giornata è stupenda, c’è il sole ma l’aria è bella frizzantina, ottima per pedalare,

La strada verso il colle è piuttosto stretta, con un asfalto abbastanza malandato. Ci sono ovviamente altri ciclisti impegnati come noi nella conquista del colle ma siamo gli unici con le borse. O meglio, ci vengono incontro, in discesa, parecchi ciclisti su bici dotate di  borse, luci ed un numero ben visibile sul manubrio. Scopriremo poi che si tratta di ciclisti partiti in mattinata da Bormio, impegnati in una una delle randoneè più dure al mondo, la Alpi 4000, 1400 Km per 23.500 metri di dislivello percorrendo i  passi alpini più noti (Gavia, Mortirolo, Oropa, Nivolet, Stelvio ecc). Chapeau!

Ma eccoci a sbuffare sulle rampe del Gavia. La parte più dura della salita è quella centrale, 7-8 km in mezzo  ad un bosco  con pendenze medie del 9-10% e  punte del 14%.

Usciti dal bosco, si apre lo scenario di alta montagna tra pascoli e soprattutto con viste spettacolari sul gruppo Ortles-Cevedale ed i suoi ghiacciai.

Prima dell’ultimo strappo, di nuovo con pendenze notevoli occorre anche passare una insidiosa galleria, stretta e molto buia. Sono solo trecento metri ma tra pendenza, asfalto pessimo e rumore di auto e moto  la fanno sembrare infinita! Dopo la galleria ci aspettano 2 km molto duri, nuovamente con pezzi in doppia cifra ma poi ci siamo, il Passo Gavia è conquistato! Ci godiamo un po’ la meta, un caffè e poi inforchiamo la bici per affrontare la discesa, anch’essa ripida e abbastanza tortuosa. In poco siamo a Santa Caterina Valfurva e poi giù a Bormio per un meritato panino, all’ombra, perché nel frattempo è tornato il caldo. La strada verso Tirano, dove dormiremo stasera, è ancora lunghetta. Subito dopo Bormio imbocchiamo per molti tratti il sentiero Valtellina, altra stupenda ciclabile di queste parti. E’ talmente larga e ben tenuta che viene utilizzata anche dai ciclisti stradisti che sono soliti evitare le ciclabili come la peste. L’ultima parte di pedalata è ormai in bassa valle, tra meleti e vigneti, il caldo e la stanchezza accumulata non ci permettono di assaporare troppo questa parte. Vediamo anche la deviazione per affrontare l’altra salita hors categorie della zona, il Mortirolo! Per stavolta ce lo risparmiamo ma l’idea di tornarci per affrontarlo ci entra nella testa. Proseguendo arriviamo a Tirano, è  abbastanza presto, c’è  tempo per doccia,  relax e visita del paese prima di una cena tipicamente valtellinese.

Domenica 26. Alle 8 siamo pronti per pedalare ma l’aria è già calda. Imbocchiamo la strada verso Sondrio per lasciarla dopo circa 4 km da dove c’è la deviazione per salire all’Aprica, 14 km e 800 metri di più su. Le pendenze sono decisamente diverse da quelle del Gavia e la strada un biliardo ma, complice l’afa ed un po’ di stanchezza accumulata, la salita si fa sentire. Oggi è domenica e tanta gente ne approfitta per una gita in montagna, in più, oggi l’Aprica è sede di partenza ed arrivo della Granfondo Gavia Mortirolo. Vediamo arrivare i primi corridori della gara corta e poi ci fiondiamo in direzione Edolo da dove ripercorreremo la strada dell’andata, stavolta evitando di finire su statali della morte ma percorrendo la già citata, bellissima, ciclabile Tolino-Vello. Si sono fatte le prime ore del pomeriggio ed il caldo picchia duro ed allora, prima di rimetterci in macchina per il ritorno riusciamo anche a fare un veloce bagnetto rinfrescante nelle acque del lago, ci voleva!

Insomma, in tre giorni scarsi  è venuto fuori un signor viaggio di 300 km per 3600 metri di dislivello totale che ci ha permesso di vedere paesaggi molto diversi, dagli ulivi del lago di Iseo ai boschi di conifere e poi ai  pascoli e ghiacciai di alta montagna, dai  paesini di impronta medievale alle  incisioni rupestri ai borghi sospesi su naturali spalti montani. Una ricchezza che solo l’Italia riesce a offrire,  di cui c’è da esser fieri e che è bello poter ammirare dal sellino di una bici. Alla prossima cicloavventura allora!


 


lunedì 20 giugno 2022

Trail Running Ricognizione Tor des Geants da Etrobles-->St.Rhemy en Bosses-->Colle Malatra'-->Courmayeur(Ao) 19 Giugno 2022

 

Sito Tor des Geants

Dalle note dell'OrcoPinoR

Vengo invitato dall'OrcoRolfy e da OrcoSmaug alla ricognizione dell'ultimo tratto del Tor des Geants. Non avrei mai potuto dir di no a simile offerta. il tour prevede:

- Partenza alle 7.00 in macchina da Alpignano per la stazione dei Bus ad Aosta 
- Bus da Aosta-->Etroubles 1400Slm nella Valle del Gran S.Bernardo, start del nostro Tour
- Immissione sul sentiero Alta via Nr,1, spostamento a St.Rhemy en Bosses
- Rifugio Frassati 2500 Slm
- Colle del Malatrà 2970 Slm
- Sentiero Balcone della Val Ferret
- Rif Bertone-->Courmayeur
- Courmayeur --Aosta in Bus
- rientro ad Alpignano alle ore 22.00

Per un totale di 40km 2300D+

Arriviamo con il Bus a Etroubles 1400 Slm da Aosta alle 9.45 circa. La caldazza già attanaglia testa, gambe, braccia.  L'anticiclone SCIPIONE non accenna a mollare. Prima la pandemia, adesso la guerra in Europa e la siccità. Direte, cari lettori, mancano solo le cavallette e le piaghe ci sono quasi tutte. In  Sardegna non mancano neanche le locuste.

Ma siamo qui in ricognizione TOR, l'OrcoRolfy quest'anno è della partita e sta provando pezzi del percorso che lo vedranno al via in quel del 11 Settembre 2022 a Courmayeur per la 12 ediz. dell'Endurance Trail più famoso al mondo.
Splendido il trasferimento da Etroubles a St,Rhemy en Bosses dove giriamo dei brevi video nella piazzetta che ospiterà l'ultima base vita. 
Da St,Rhemy mancano a Courmayer 30km e 2000D+  durissimi dopo averne fatti 300km e 22.000D+.

           Edizione 2022 del Tor des Geants dedicata ai Volontari

Da St.Rhemy al rifugio Frassati(oggi ancora chiuso) ci sono ancora 10km e 1000D+. Eterni.
Ostico il passaggio al Malatrà con pendenze da urlo e le corde fisse finali.
Al colle Malatrà investiamo l'OrcoRolfy "Aspirante Gigante" con tanto di mini-cerimonia goliardica.
Il luogo della cerimonia è magnifico, da un parte la Valle del Gran S,Bernardo con vista Gran Combin e dall'altra la val Ferret con il M.Bianco e tutti i suoi meravigliosi pinnacoli a fare da contraltare.

Il rientro a Courmayeur dal Colle Malatrà, infinito. 18km e ancora 400D+ circa.
Panorami mozzafiato, il tutto corricchiato in modalità Trail running.
Hamburger, birra e patatine a Courma, per festeggiare il nuovo Aspirante Gigante.