venerdì 29 giugno 2018

Trail Autogestito Resistente al Colle del Lys(To) 30 Giugno 2018


Foto Trail Resistente 2018
Video Trail Resistente 2018
Sito Colle del Lys

Sabato 30 Giugno 2018 Vi aspettiamo alle ore 17.00 nel piazzale del Colle del Lys (To) per un Trail Autogestito di 10km 500D+ (gratuito e assicurazione) a seguire cena al Colle (7euro)
La corsa è inserita nel programma delle manifestazioni per ricordare L'Eccidio del Colle del Lys dove 26 Partigiani della 17° Brigata Garibaldi vennero catturati, torturati e uccisi dai nazifascisti il 2 luglio 1944.
. Il percorso si snoda dal Colle alla quota di 1350 metri attraverso la carrereccia  fino a San Vito per poi risalire al Colle Lunella. Si prosegue su sentiero e alcune roccette al Colle Portia e da qui, in discesa su bel sentiero, fino a riprendere la strada bianca per l' arrivo posto al Colle del Lys. 

Iscrizione Gratuita sul posto (T.A. assicurazione Uisp-Marsh)

Il percorso
La Cena
La manifestazione 

giovedì 28 giugno 2018

Lavaredo Ultra Trail Cortina d'Ampezzo(Bl) 24 Giugno 2018

Classifiche LUT 2018
Sito LUT

Edizione 2017
Edizione 2015

Dal racconto dell'OrcoSmigol

E’ un anno che aspetto di correre la LUT da quando al 35esimo km (base vita Federavecchia ) mi sono dovuto arrendere a causa di un ‘infiammazione tendinea che mi faceva vistosamente zoppicare.
Quest’anno voglio correrla non per riscatto, rivalsa o altro ma per il piacere di portarla a termine e fare cassetto nel mio palmares.
Io corro perche’ mi piace, mi da gioia, mi permette di affrontare la mia vita quotidiana e i suoi “piccoli” intoppi con maggiore serenità e sicurezza.
Da circa un mese sto cercando di risolvere un piccolo infortunio ma il risentimento al gluteo e’ sempre un po’ presente.
Ho lavorato alla preparazione con grande attenzione da parte del mio coach Sergio Benzio con allenamenti dedicati per “non forzare” sulla parte dolorante e poi bici, tapis roulantes in salita e varie sessioni di core stability, proprioccetiva, allenamenti di gruppo sport2win capitanati sempre dal coach.
Lo start è fissato per venerdi 22 alle ore 23,00 e arrivo a Cortina il giorno precedente tanto per acclimatarmi, sbrigare le pratiche relative al ritiro pettorale con controllo materiale obbligatorio, visita all’expo con un paio di incontri per alcuni sponsor.
Il Giovedi parte la skyrace alle 17 sotto un diluvio che si protrae fino all’arrivo degli ultimi dopo 3h30’ e si spera che migliori per il giorno successivo. Non riuscirò a vedere la partenza perchè sono rimasto addormentato tanta era la stanchezza .
Le previsioni daranno sole ma abbassamento delle temperature .
Dedico il venerdi ad un assoluto relax, qualche breve passeggiata e alimentazione controllata; l’ansia da prestazione si avverte in paese dove trailers sbucano anche dai tombini tutti tappati già dal primo pomeriggio.
La cena prevede un menu perfetto da casa di riposo: riso in bianco , petto di pollo ai ferri .
La vestizione ha inizio un‘oretta prima con i consueti dubbi circa l’abbigliamento ( lungo, corto , antivento, ventina, goretex ), si fa la spunta di quello che si vuole portare, carico di acqua e ci si avvia verso le griglie di partenza gia’ affollate.
Accerchiato dai miei amici Cavrones di Finale Ligure attendo la partenza ma decido di correre da solo; ho troppe cose da dirmi e dopo un tentennante sparo dribblo e mi porto in avanti mantenendomi vicino alle transenne per un saluto a Elisabetta.
Due ali di folla accompagneranno per qualche km il plotone dei 1600 ma una volta iniziato il sentiero , un po’ di imbottigliamento e poi ci si sgrana.
Le luci di Cortina sono gia’ lontane siamo ancora bassi ma l’aria e il freddo già si fanno sentire e dopo un paio di ore una volta che l’adrenalina si e’ assestata si fa sentire anche il sonno e al ritmo dei bastoncini chiudo gli occhi e procedo in salita con la mente che inizia a girovagare.
Riesco a tenere un buon  ritmo e sobbalzo perchè mi scivola di mano un bastoncino a causa delle mani ghiacciate. Non mi sono accorto del freddo cosi intenso e con manovre da Houdini cerco di aprire la zip dello zaino ( a casa ci riuscivo!!!).
Allungo il passo e raggiungo un francese e senza fermarsi mi aiuta a prendere i guanti; percorriamo qualche chilometro insieme, si fa un po’ di elastico e poi il silenzio della montagna di notte con un cielo stellato, sono piacevolmente solo con il mio team (un neurone, due gambe, due polmoncini).
Anche idratarsi con quel freddo per me è un problema non riesco a deglutire l’acqua delle borracce , dopo il primo sorso mi si gelano le budella e riuscirò a gestire l’idratazione con del thè caldo ai vari ristori. Ma passerà anche questa notte gelida e bisogna correre per arrivare con le prime luci sotto le tre cime ma nuovamente uscito dal rifugio Auronzo il freddo mi frusta e mi costringe ad un cambio al volo e non previsto ( qualche grammo in piu’ nello zaino sono stati provvidenziali, ve li consiglio!)
Dopo una bella discesa si arriva oltre metà percorso, la base vita di Cimabanche è affollata, non ben attrezzata di panche e devo perdere una manciata di minuti per fare la coda per una minestrina, tempo ben speso anche per un cambio di abbigliamento e si riparte come “nuovi “ o quasi .
Una telefonata a Elisabetta che mi aggiorna sulla tifoseria e sull’andamento (posizione , velocita’) ed e’ sempre una bella spinta .
Il mio cruscotto interno è sul chi va la’ pronto ad accendere una spia al primo sintomo; mi devo concentrare sulla respirazione ( diaframma, dolore al basso ventre e cose del genere ) e il gluteo se ne sta al suo posto.
Intorno a me paesaggi incantati, verde anche sopra i 2000 metri, ruscelli , cascate e vegetazione mi accompagnano e sembra veramente che “la fatica non esiste” (cit. Nico Valsesia) ma la gara inizia al 72esimo per una ventina di km davvero impervi attraversando la valle Travenanzes .
Qui il problema e’ la gestione del caldo e il continuo attraversamento di corsi d’acqua con piedi a mollo e conseguente rischio di vesciche ma una volta arrivati al Col Gallina dovrebbe essere fatta.
Arrivo al pelo con le riserve di acqua al ristoro successivo e nei corsi di acqua mi bagno le giunture e la testa , sento le gambe bollire, i muscoli che spingono e spero che tengano.
Scacciare i brutti pensieri, godere di quello che ci circonda , determinati e puntare all’obiettivo ; mi ricordo che nello zaino ho messo delle coccole , qualcosa che nei momenti di crisi ti offre quello strock mentale che ti fa andare avanti e funziona !
In realtà, ci sono ancora venti km di sali e scendi e devo conservare le gambe per il discesone finale di 15 km e se finisco le gambe non voglio rischiare di camminare tutto il tempo diventerebbe una Via Crucis. Rallento il ritmo e perdo qualche posizione ; sono in compagnia di un ragazzo di Bergamo che ha un problema al ginocchio ma dopo avergli rifilato un FENS salta come un camoscio e non finisce di ringraziarmi, scaliamo l’ultima forcella insieme e non a caso utilizzo il verbo “scalare”.
Ritelefono a Elisabetta per comunicare la mia posizione e non riesco a preventivare il tempo per la discesa, le gambe rispondono e cerco di divertirmi.
Dietro di me un giapponese che mi grida  “I follow You”  e “you’re crazy” , va bene seguimi pure ma non possiamo fare un tratto a testa o devo sempre trovare io gli appoggi giusti e prendere le storte al tuo posto ?
Infinita, massacrante, impervia e non so quale altro aggettivo appioppare a questa ultima discesa; recupero diverse posizioni ma di Cortina nemmeno l’ombra e dopo l’ultimo check-in mancano ancora più di due km. Il sole e’ ormai tramontato e corro contro il tempo per non rimettere la frontale e finalmente esco dalla pineta e vedo l’asfalto e mai ho apprezzato tanto il nero bitume .
Devo ancora fare uno strappo in salita prima di percorrere la via centrale affollata di gente che urla il tuo nome, il gonfiabile è a una cinquantina di metri, cerco con gli occhi gli urlanti e scampanellanti Elisabetta e Mirko, batto al volo un paio di mani e attraverso la linea con un real time di 22h54’59” .
Dopo il ritiro del giubbotto da finisher cerco di farmi passare la nausea con una birra e poi tremante mi avvio in albergo. Anche qui per un attimo mi si spegne l’interruttore e come mi capita durante queste gare mi vedo dall’alto con la mia andatura scanzonata, mia moglie che mi accompagna, eh si ! Sono fortunato!
E’ un bel risultato, un obiettivo raggiunto con impegno, fatica e timore di non riuscire ma grazie al coach Sergio Benzio, alle sapienti manone del fisio Claudio Bazzini, alle preziose prescrizioni del Dott Massasso ne esco da finisher con le gambe e il fisico in generale che non gridano vendetta .
Un grazie speciale a NOENE che accompagna i miei piedi e non solo.
Ringrazio Gianmarco Bardini e i miei soci di runnerpillar.com, i miei amici Mirko Fioravanti e Andrea Sarra sempre presenti, la mia speciale lepre Paola Barzanti, Mauro Fontana e tutti gli amici della Podistica Torino .
Siamo orchi oltre le gambe c’è di più.



mercoledì 27 giugno 2018

Bici Bdc Montoso & Pian del Re (Cn) 26 Giugno 2018


Foto Montoso & Pian del Re 2018
Video Bici Montoso & Pian del Re 2018

Dalle note dell'OrcoZoppo
Anche questa volta il mio capitano, OrcoPinoR, mi propone un giro in bici, da lui pensato.

OrcoZoppo : Ok dimmi orcaccio.
OrcoPinoR: Roletto A/R passando da Bibiana, salita di Montoso, Bagnolo, Crissolo, pian del Re
OrcoZoppo: Bene ci troviamo ore 7.00 a Roletto
OrcoPinoR: Vedrai sarà una splendida gita

125km 2800D+

La salita di Montoso da Bibiana ci è sconosciuta. Io ero salito, tempo fa, da Bagnolo Piemonte(To) e già lì non perdona, ma da Bibiana lascia già il segno. E' come dice il Capitano, una salita brutale che non lascia respiro per i suoi lunghi 10 km.
Per fortuna è solo la prima salita, quindi siamo ancora belli freschi. Arrivati in cima una piccola pausa mangereccia e poi giù a picco verso Bagnolo, Zio Pian del Re ci aspetta.

Finita la discesa percorriamo un tratto di falso piano fino a Barge,  da qui si inizia a risalire per la Colletta di Barge. Dopo l'ascesa di Montoso è una salita che fa ridere. Questa ci porta verso il comune di Paesana. Entriamo in Valle Po. Si attraversa Paesana tranquillamente per poi salire gli ultimi 20 km che mancano al Pian del Re.
Da Calcinere in poi si ritorna a grimpare alla grande, ma memore del consiglio di un collega, si passa dal centro del paese di Calcinere per evitare un muro di 1 km. Dove si può si va al risparmio,  le gambe ringraziano.
Adesso si sale fino alla fine. Crissolo(Cn) arriva abbastanza in fretta.
Al Pian della Regina forse rimane un po' di forza nelle gambe. Mancano ancora gli ultimi tre km per arrivare ai piedi del RE PIETRA (Monviso ndr).
Inserisco Cuore e Testa perché le gambe iniziano a essere un po' pesanti (almeno per me).
Eccoci al pian del Re, una breve pausa per attendere che il VISO si faccia vedere, ma niente è rimasto nascosto tra le nuvole.
Pazienza non si può avere tutto, poi via si ritorna a casa.
Per fortuna è tutta discesa fino a Barge. Da qui  il capitano passa lui a fare il gregario. Io inizio ad essere un po' bollito.
In un attimo si arriva a Pinerolo, per fortuna perché in pianura inizia anche a far caldo. Pausa caffè allo storico Bar GALUP ma è chiuso così che optiamo per un bar vicino.
Ultime pedalate verso Roletto.
Che dire anche oggi di salite ne abbiamo macinate, ma la fatica viene sempre ripagata.
Dimenticavo...quando il Capitano chiama il Gregario risponde...

domenica 24 giugno 2018

Running Correndo e Camminando tra i boschi Villarbasse(To) 24 Giugno 2018


Dalle note dell'OrcoPinoR
Sfrattati da Rivoli per via della gara ciclistica femminile valida per il campionato italiano, gli organizzatori dell'Atletica Rivoli non si sono persi d'animo. L'appuntamento della "Correndo e camminando tra i boschi" è stato spostato nel centro sportivo di Villarbasse(To).
Anche il percorso è stato rinnovato completamento. Gli otto chilometri e cinquecento metri sono stati sviluppati nella collina morenica intorno e nel centro del comune di partenza.
Successo di iscrizioni, circa 250 atleti, anche per via dell'inserimento della manifestazione nel circuito regionale Uisp delle corse su strada.

Cinque Orchi alla partenza, per trascorrere insieme una mattinata festiva ed attendere la serata per la festa di S.Giovanni a Torino. Senza fuochi ma con i droni.
Simpatico il nuovo percorso gara e  con bei saliscendi spacca gambe. I 200D+ finali faranno la differenza tra podisti abituati a correre sul piano e quelli avvezzi alle salite.



giovedì 21 giugno 2018

Trail Autogestito Giro delle Creste dell'Aqula Val Sangone(To) 17 Giugno 2018


Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga

Lasciate le grandi gite in alta montagna a periodi migliori, tre Orchi, il Sottoscritto, Stefano (Orco Meccanico) e Pasquale (Orco terra) ,si dedicano alla esplorazioni delle piccole cime vicino a casa. La Val Sangone si  presta moltissimo a questo terreno di esplorazione, cime dai 2000 ai 2200 metri, a mezz’ora di auto da casa , ma  fondamentalmente selvagge, quasi ignorate dal turismo escursionistico Torinese.
Eppure  qui  si possono percorrere itinerari da 8-10 ore di cammino in zone che fanno parte del nostro Sky line,  ma  su  itinerari praticamente sconosciuti, dove si fa  fatica a  trovare  qualche anima pia a cui chiedere   confortanti consigli di orientamento.
Già lo scorso Sabato con Stefano avevamo battuto la prima parte della cresta  di spartiacque tra la val  Sangone e  la val Lemina, per poi ridiscendere i   confortanti pendii  nostrani della punta Aquila.
Oggi l’ambizione si  fa smoderata, per risalire dal Freidour al Colle della Roussa, dirimpettai alla Val Lemina e la Val Chisone.
Ritariamo  le aspettative ed alle 8 del mattino partenza da La Maddalena (  760 m) per risalire le Frazioni alte di  Prese Viretto  tra nuclei sparsi di abitazioni decisamente   abitate.
Lasciate le ultime  piste  verso prese Damon,  si prende il sentiero  verso il Colle dell’Asino; capiremo dopo perché asino. Il sentiero   traversa un fittissimo bosco tra grandi macchie di rododendri  e resti di antiche abitazioni  di margari, per vedere poi la luce nel pressi del colle Asino.
Umidità pazzesca da sottobosco senza ventilazione, finalmente si prende quota dirigendosi verso il colle del Besso, a quota  1466, importante valico tra la sottostante Val Lemina con il rifugio Mellano, Casa Canada, a circa un’ora di cammino.

Difatti il colle è raggiungibile con una mulattiera  al servizio dei pastori di pecore ed Asini!
Puntiamo velocemente sul filo della cresta  che in 1,45 ore raggiunge il  colle del Muretto, il Cugno dell’Alpet e finalmente la piccola Chiesa posta in cima all’Aquila, la Madonna della pace  a 2072 metri. Salita spacca gambe, con sentieri appena abbozzati da ricercare continuamente tra erbe  e pietrame.
Dalla Madonna fino alla Punta dell’Aquila siamo ancora a casa, poi nebbia ovunque. Ma  non ci facciamo intimidire e riprendiamo il filo di cresta per raggiungere il lontano  Col della Roussa.
Seguiamo per circa 1,5 ore tutta la cresta su un sentiero fatiscente, tra pietraie immense e sempre nella nebbia fino oltre la punta Soresina e sotto il Bocciarda. Ma a questo punto il sentiero è completamente diverso dal tracciato della carta  e nella nebbia non si riesce  neppure a localizzare il versante  su quale si transita.  Un po’ di buon senso  ed un briciolo di  esperienza ci fanno velocemente optare per una ritirata sul percorso dell’andata  fino a raggiungere nuovamente la Punta Aquila.
A questo punto veloce discesa all’Alpe Colombino e per strada asfaltata fino a raggiungere  La Maddalena.
 Sono già trascorse 9,30 ore con un dislivello  D+ di circa 1700 metri, possono bastare!

mercoledì 20 giugno 2018

40°ediz. Stockholm Marathon 2 Giugno 2018

Foto Stockholm Marathon 2018
Classifiche Stockholm Marahn 2018
Sito Stockholm Marathon 2018

“-Come ci sei riuscito?-
- Devi trattenere tutte le tue emozioni: l'odio, la delusione, l'amore, la collera e spingerle, tenerle legate quaggiù in fondo al tuo stomaco e poi lasciare che esplodano come un reattore: bam!”
(dal film “Ghost-Fantasma”)

Dal racconto dell'OrcoProf

Nel riposo delle vacanze natalizie, a due anni dalla conclusione della mia ultima Turin Marathon (Ottobre 2015) mi solletica l'idea di riprovarci, di tornare a dedicare del tempo ai duri allenamenti necessari per correre senza soffrire troppo la regina delle corse. Così vado alla ricerca di una maratona in una capitale europea che mi dia la possibilità di coniugare la corsa con l'occasione di un fine settimana turistico in compagnia di mia moglie Valentina. Dopo aver sbaragliato la concorrenza di Praga, Copenaghen, Helsinki e Riga, la prescelta è Stoccolma!
Dopo cinque mesi di allenamenti e di vita in cui disparate emozioni hanno affollato la testa ed il cuore, il 2 Giugno alle ore 12 mi trovo insieme ad altri 15754 atleti sul rettilineo di Lidingovagen pronto a prendere il via per la quarantesima edizione della Stockholm Marathon.
Ovviamente mi sento carichissimo, come sempre alla partenza di una grande corsa. Tuttavia l'avvicinamento alla manifestazione ha instillato in me una punta di preoccupazione. Nel corso dell'ultima settimana l'ansia per l'intervento chirurgico subito da mia padre non mi ha fatto dormire come avrei dovuto. L'organizzazione inoltre ci ha aggiornato quotidianamente sulle previsioni meteo che prevedono un caldo asfissiante sulla penisola scandinava, consigliando addirittura di non presentarsi al via se non al massimo della forma. Anche nella notte precedente alla gara ho dormito meno del previsto per via della luce nordica che ha invaso la nostra stanza al mattino molto presto. Alla luce di tutto questo decido di correre ad un ritmo inferiore al previsto proponendomi comunque di terminare entro le quattro ore o poco oltre.
Alle gabbie di partenza ci si arriva passando per l'antistadio Ostermalm dove si trovano una serie di servizi (docce, massaggi, deposito borse, ristoro) veramente di alto livello. La partenza è molto emozionante: si parte a fianco del maestoso Stadio Olimpico con la musica pompata dagli altoparlanti, con i partecipanti che battono le mani all'unisono e gli svedesi che si emozionano per l'inno nazionale cantato da una famosa cantante locale. Lo start ufficiale è dato da colpi di fucile a salve e dal passaggio della pattuglia acrobatica reale sulle nostre teste. Nei primi due chilometri mi sento trascinato dalla marea umana che mi circonda, impossibile provare a correre con il proprio ritmo. Cerco di salvaguardare le energie anche perchè il percorso si mostra subito movimentato con salite e discese che caratterizzeranno l'altimetria fino al traguardo, soprattutto nei passaggi da un'isola all'altra. Stoccolma sorge infatti sugli isolotti che si trovano nel punto in cui il mar Baltico (più basso) incontra il Lago Malaren (più alto).
Dopo 3 km infatti attraversiamo un canale per sbarcare sull'isola di Kungsholmen e ad applaudirci troviamo bagnanti in costume che risalgono dalle spiaggette dell'isola per assistere al passaggio dei maratoneti. In questa prima fase il vero dramma sono i ristori: sono molti (in media uno ogni 2,5 km) ma ad ognuno sembra di assistere all'assalto alla diligenza di Ombre Rosse. Piuttosto che saltarne anche solo uno, preferisco a volte fermarmi e sgomitare anche perché capisco da subito che rimanere idratati sarà determinante (gli organizzatori parleranno di 27 gradi all'ombra). Fondamentali saranno lungo tutto il percorso le docce installate e quelle non ufficiali (pompe da giardino, spruzzini, borracce, confezioni di surgelati) gentilmente offerte dagli spettatori a bordo strada. Nei primi 5 km rimane comunque molto difficile correre al proprio ritmo a causa del sovraffollamento: devo fare degli scatti o fermarmi per evitare degli scooter parcheggiati a bordo strada.
Dal sesto al quindicesimo invece la situazione si tranquillizza: le strade si allargano ed i partecipanti si diradano. Finalmente posso correre al mio ritmo, facendo attenzione a non esagerare. Il tifo del pubblico rimane comunque incessante così come la grinta e l'energia dei musicisti per i quali gli organizzatori hanno predisposto diversi palchi lungo il percorso. Al decimo km passiamo nel cuore della città nuova e di fronte al Parlamento riesco a scorgere Valentina con il cartello di incitamento che ha preparato per l'occasione:”In due è amore, in tre è una festa”. In questa fase corriamo nell'elegante quartiere di Ostermalm che ospita lo Stadio Olimpico, sede di arrivo della corsa. Passandogli davanti non ho il coraggio di guardarlo pensando che mancheranno ancora 28 km al momento in cui taglierò il traguardo. Il percorso continua invece verso la verde isola di Djurgarden, che ospita pochissime abitazioni, svariati musei ed un bellissimo parco. La presenza dei tifosi si riduce ed i presenti sembrano più interessati a godersi il sole che ad incitare i corridori. Comincio a patire il caldo e a soffrire per un'irritazione da sfregamento sulla coscia sinistra. Mi fermo cercando di applicare dei cerotti che avevo in tasca ma sono troppo bagnati e rinvio l'operazione.
Passo sul tappeto della mezza in due ore nette, perfettamente in linea con la tabella di marcia. Subito dopo aver attraversato la città vecchia (Gamla Stan), una bella salita ci conduce alla chiusa di Slussen, che separa il mare dal lago. Per fortuna a metà salita trovo nuovamente Valentina ed ho la scusa per fermarmi a bere. Le chiedo inoltre di applicare il cerotto alla coscia irritata ma anche a lei l'operazione non riesce. Riprendo la corsa e passando dal maxi-schermo predisposto al 25 km mi accorgo che i primi sette atleti hanno già concluso la prova. Superata l'invidia mi immergo nella bellissima atmosfera del quartiere bohemien Sodermalm. Quì la maratona è veramente vissuta come una festa con la gente che urla e applaude a bordo strada e dalle finestre delle case. L'unico problema è che il quartiere è collinare e nell'arco di qualche chilometro devo affrontare due salite che a questo punto rimangono nelle gambe. L”heja, heja, heja” del pubblico mi spinge ad andare avanti fermandomi però ad una tenda medica per chiedere qualcosa che possa alleviare il dolore alla coscia. Mi forniscono della vaselina ed in effetti questo mi permetterà di finire la prova senza troppo dolore. Vedo diversi partecipanti stremati che hanno deciso di fermarsi: gli organizzatori parleranno comunque di un numero limitato di ritirati (circa 1000) rispetto alle edizioni del 1982 e 2007, caratterizzate anch'esse dal grande caldo.

L'ultimo spauracchio prima della fine si chiama “Vasterbron”, il ponte che permette di lasciare Sodermalm per tornare a Kungsholmen e ripercorrere dal 35esimo al 42esimo i km già percorsi dal settimo al quattordicesimo. Gli organizzatori hanno definito il ponte “The climb”, 600 metri di salita al culmine dei quali si può godere di un bel panorama sul centro di Stoccolma. Vista la stanchezza decido di percorrere questo tratto con un passo di camminata rapida per salvare qualche energia rimanente per la parte finale di gara. Effettivamente è molto peggio del ponte dalla Libertà affrontato a Venezia nel 2014. Ovviamente la scalata è tutta al sole ma anche qui non manca il pubblico che incita me e gli altri atleti (siamo in molti a camminare).
Terminata la salita, affronto un bellissimo chilometro in discesa per tornare sulla terraferma. Al passaggio al 35esimo le energie sono veramente ridotte al lumicino ma ormai l'arrivo mi sembra vicino. Eccezion fatta per un'altra salita al 39esimo, in cui cammino per 500 metri, corro con un passo molto lento ma regolare fino all'ingresso nello stadio. Il finale è molto suggestivo: nel più antico stadio olimpico ancora funzionante con l'applauso di  moltissime persone sugli spalti termino quello che senza dubbio è stato la sforzo più grande che abbia mai fatto. La condizione non ottimale, il percorso ma soprattutto il caldo spiegano il tempo finale di 4 ore e 36, mezz'ora in più di quello che avevo programmato. Dimentico il tempo, la posizione e tutto ciò che riguarda l'agonismo dopo il bacio a Valentina ed alla sua pancia. Tutte le emozioni provate negli ultimi tre anni mi sembrano siano esplose in queste quattro ore e mezza lasciandomi nel cuore l'indimenticabile esperienza di una grande festa popolare in una città veramente splendida.
Con gli “heja” del pubblico ancora nelle orecchie lascio lo stadio seguendo il percorso indicato dai bravissimi volontari che mi donano nell'ordine: medaglia, borraccia e t-shirt celebrativa. Ritornato all'antistadio posso godermi il massaggio di due attempate fisioterapiste svedesi che colgono l'occasione per chiacchierare delle nostre belle località alpine.
Prima di tornare a casa ho ancora le energie per esplorare Stoccolma la sera della corsa ed il giorno successivo: complici l'atmosfera magica della maratona, la luce nordica che illumina la città fino a tarda sera e la vivacità di un popolo sportivo ed avventuroso, dimenticherò difficilmente la sensazione di leggerezza che questo fine settimana mi ha regalato.

lunedì 18 giugno 2018

Bici Bdc Granfondo SportFul Dolomiti Race - Cima Campo-Passo Manghen-Passo Rolle-Croce D'Aune- Feltre(Bl) 17 Giugno 2018


Foto Granfondo Dolomiti Race 2018
Video Granfondo Dolomiti Race 2018
Classifica Granfondo Dolomiti Race 2018
Sito Granfondo Dolomiti Race 2018

Dal racconto dell'OrcoPinoR

Novembre 2017 l'OrcoPolare tenta l'iscrizione di gruppo alla Maratona delle Dolomiti. Granfondo ambita per via dei
passaggi tra gli spettacolari passi alpini delle Dolomiti. Nulla da fare, iscrizione respinta.
Che si fa dunque? Niente di più semplice si rimane in zona e immantinente ci si iscrive alla 24°edizione della durissima
Sportful Dolomiti Race. Sempre Dolomiti sono.
L'inverno 2017-2018 non lo passo con le mani in mano. Il "cuore e la testa", come dice OrcoZoppo, sempre alla durissima altimetria
della Sportful. Per tenere alto il ritmo inseriamo prima della manifestazione di Feltre(BL) due Randonnèe e la Granfondo di Alassio.
Arrivo alla Sportful con  3500km macinati e 60.000D+. Ma la differenza come al solito la farà il meteo.
Due i "Cacciatori di Colli" presenti al via. OrcoPinoR e OrcoPolare.

Trovo alloggio a circa 20km da Feltre, nel paesino di Valdobbiadene patria del prosecco. Mentre OrcoPolare arriverà con il suo camper e sosterà nella area dedicata vicino alla partenza.
Venerdi 15 giugno 2018, quattro pagine sulla "Gazzetta dello Sport" dedicate alla Grandondo. Il titolo più eclatante diceva "vuoi la Laurea? vieni qui".
Le mie gambe facevano già "Giacomo ... Giacomo". Il mio pedale si trasforma subito da "Feltrino"  a "Felpato". Cercherò di entrare nella manifestazione in punta di piedi affinchè il "Lupo del Manghen" non mi veda e mi lasci passare.
I numeri di questa Granfondo mi fanno rizzare i pochi capelli della mia testa. Ed i cancelli per noi tapascioni sono appena abbordabili.
205km e 5000D+ distribuito in quattro salite belle toste.

Feltre -->Cima Campo
Pur nell'ultima griglia il gap dalla partenza risulterà solo di 10min, a tutto vantaggio di noi lentoni che sfrutteremo tutti i minuti per poter passare il cancello orario posto a Castel Tesino alle ore 10.00
Riusciamo a partire alle 7.10min. Si inizia con 17km di pianura e notiamo, come al solito, che la nostra gamba non è fatta per la pianura. Di buon grado però, ci mettiamo in scia e si cerca di prendere meno aria possibile, stando bene al coperto.
Salita già al caldo con 1100D+ da scalare. A 5km dallo scollinamento la macchina di "Fine Corsa" ci sorpassa. Gulp. Da questo momento le strade, per noi dell'ordine della "Tapascia", sono aperte al traffico.

Cima Campo -->Castel Tesino
Discesa a tutta birra per cercare di passare il cancello di Castel Tesino prima possibile e mettere  "fieno in cascina" per il secondo cancello di Predazzo.
Passiamo il cancello con 45min di anticipo.

Castel Tesino-->Passo Manghen
Velocissima discesa che ci porta all'ingresso della tana del Lupo. la salita al passo Manghen. 22km e 1600D+ di passione.
Si "grimpa" cercando di gestirsi al meglio pensando che in punta al Manghen mancheranno ancora 120km e 1800D+.
La salita al Manghen alterna pendenze abbordabili a strappi più duri, resi complessi dal sole cocente.
La strada è aperta al traffico motorizzato, ed essendo domenica qualche mezzo a motore ce lo sorbiamo comunque. A un chilometro dalla vetta si sente ululare. Sono quei buontemponi degli organizzatori che sparano a tutto volume, negli altoparlanti, l'ululato del "Canis Lupus".
Un gioiellino questo passo alpino con il piccolo laghetto incastonato. Il ristoro è colmo di ogni ben di Dio. Panini morbidi, dolci, bevande di ogni tipo. Ma "Tempus  Fugit".

Passo Manghen-->Predazzo
Magnifica discesa tra una foresta di conifere. Il difficile arriva al fondo della discesa. Ci sciroppiamo 20km di falsopiano in leggera salita che da Molino di Fiemme ci porta a Predazzo sede della scuola della Guardia di Finanza. Vi arrivo bello "bollito" pur cercando di prendere meno "aria" possibile.
All'inizio della salita che porta al ristoro di Bellamonte, decido di fermarmi per riempire le borracce e spalmarmi nel SideB un po' di crema ELITE antisfregamento. Gli effetti della crema al mentolo, credetemi, sono un toccasana.

Predazzo-->Passo Rolle
Per grazia ricevuta il cielo d'un tratto si copre, le nubi scure scassano a est l'orizzonte con in primo piano lo splendido gruppo montano delle "Pale di S.Martino". L'occhio è appagato. La fatica adesso non esiste.
Al passo Rolle la "Segrafredo" ci offre un caffè appena sfornato. Non riesco a rinunciare al caffè e neanche alla coca cola. Ahimè il mio stomaco si ribella, e solo dopo un potente "rutto" che tuona fino a Cortina riesco a rimettermi in ordine per affrontare una discesa da capogiro.

Passo Rolle-->Ponte Oltra
Discesa emozionante. Sulla mia sinistra scorrono veloci le rocce Dolomitiche ed in un amen sono nel fondo valle ventoso che porta a Ponte Oltra. Un incidente a un gruppetto di ciclisti davanti a me. Si sono toccati e terminati per terra, ma si rialzano a prima vista senza danni a parte del "vino Rosso" sulle gambe.

Ponte Oltra-->Croce D'Aune
Ormai è quasi fatta, un po' di testa per quest'ultima fetente salita che negli ultimi 3km presenta pendenze anche al 16%. Alleviano la salita le numerose fontane ed i biondi bimbi indigeni che ci innaffiano con i loro giochi d'acqua.

Croce D'Aune--> arrivo a Feltre
Quindici chilometri di discesa, attraversando il paese di Pedavena. Luogo dove si produce la birra locale. Poi ancora l'ultimo strappo per salire nel centro storico di Feltre. La magia del giorno volge al termine.
Un tour notevole. Un ringraziamento agli organizzatori che hanno lanciato la sfida di questa sublime GranFondo. La Sportful non è quindi stato un ripiegamento ne un surrogato della più gettonata Maratona della Dolomiti.

Una Granfondo che merita, il prossimo anno, i festeggiamenti per i suoi 5 LUSTRI. Complimenti


martedì 12 giugno 2018

Bici Mtb Tuscany Trail Unsupported Bicycle Adventure 530km 9000D+ 2 Giugno 2018

Foto Tuscany Trail 2018
Sito Tuscany Trail

Dal racconto dell'Orcomami

Due  giugno 2018 ore 8 piazza Mercurio a MASSA. Ci siamo, inizia  un'altra  avventura !
Due Orchi ,OrcoRaffa e OrcoMami, dopo tanti km corsi nelle ultratrail ora cercano la  avventura  in sella  alla  mountain bike.
Il TUSCANYTRAIL non è una  gara ma un' "unsupported  bicycle adventure”. Viene  fornita  una  traccia  su gps; bisogna  seguire rigorosamente la traccia  senza  tagli. Si è monitorati con un applicativo il Never  Alone. Nessuna  assistenza.
Tutto in autonomia.
Nessun limite  di tempo. 540Km e 9200 mt  disl +  attrraverso la TOSCANA. 90% sterrato.Partenza  da Massa  ed arrivo a Capalbio(Gr), poco dopo il promontorio del Monte Argentario.
Questa endurance di mtb puo' essere interpretata a piacere. Noi abbiamo voluto viverla come impegno sportivo intenso, senza spazio a turismo o ad indugi. Aleggia in noi lo spirito del Tor Des  Geants.
Oltre 760 concorrenti da oltre 20 nazioni. L'endurance di mtb  piu famoso in Europa.
Ci tuffiamo nell'avventura come due ragazzini con un gioco nuovo. Poche  centinaia  di km di allenamento e siamo al via .
Da Massa a Lucca e poi a Firenze: passa cosi' il primo giorno, dopo 15 ore  in sella tra strade interpoderali, sentieri, carrarecce in bitume.
Il gruppone  inizia  a  sgretolarsi ed ognuno viaggia  al proprio ritmo ,secondo la propria  gamba.
Gli spazi  infiniti, i cipressi, i campi sterminati di  grano iniziano a farci percepire il senso  del  viaggio che avremo innanzi a noi.
Da Firenze  a Siena, secondo giorno,quasi 16 ore.
Questa  volta  molto dura per asperità del terreno. Per portage nei tratti ripidi nei boschi, per il primo forte caldo estivo.
Da Siena a Radicofani ,terzo giorno: le indimenticabili “ strade  bianche” che corrono tra le splendide  colline del senese tra i filari del Chianti.Polvere e  la fioritura  nei prati; guadi  di  torrenti e vento caldo; sete, tanta  sete....
Ultimo giorno  da Radicofani all'arrivo a  Capalbio:una scommessa  sulla quale molti ci davano per perdenti ed invece... vai.. :168 km oltre 2500 mt di dislivello positivo. Diciassette ore di sella. Partenza  nel  fascino della notte ,arrivo  dopo oltre tre ore  di frontale  dopo aver superato l'infinito, l'indimenticabile, solitario Monte Argentario.
FINISCHER TUSCANY TRAIL 2018.
Ripeto  non era  una  gara ma  per  gli amanti  dei numeri: tempo totale 94 h,30;  dormite  scarse 17 ore. Arriviamo 224esimo e 225esima  su oltre 760 partenti..
Nel  cuore  restano: 
- i colori delle colline  senesi 
- i profumi dell 'Appennino
- l'eleganza  delle  file  di cipressi
- la polvere che  si infila in ogni dove
- la  piacevolezza  dell'incontro  schietto   con altri concorrenti 
- la scoperta  di paesini incantati(Monteriggioni, Putignano, Radicofani)
- le discese a perdifiato
- le reciproche  paure e tanto altro che puoi solo sentire ma non riesci a raccontare