Video Trofeo Kima 2018
Sito Trofeo Kima
Edizione 2012
Dal racconto dell'OrcoKambu
Driiiin…..ore 4:40, sveglia, inesorabile, il territorio è ancora buio tutto intorno… ma dove sono ?!
Ora si, ora ricordo, ieri ho salutato quasi in estasi (e un po’ sfacciatamente) al piccolo market di Filorera, Kilian Jornet ed Emilie Forsberg: allora solo una cosa mi può aspettare nelle prossime ore: la 23° edizione del mitico Kima! Il trail più ‘alpinistico’ delle nostra catena montuosa. Nei suoi 52 km e 4200 metri di dislivello si attraversano 7 colli rocciosi, ognuno ben fornito di catene di ausilio per la progressione in salita e discesa rendendo un po’ più dolci passaggi che sarebbero altrimenti un buon III grado di arrampicata !!!
E così mi preparo velocemente nel campeggio vicino alla partenza della gara. Mi accorgo subito, purtroppo, che l’estate ha ben pensato di finire qualche ora prima lasciando una ‘gradevole' temperatura di soli 7° alla partenza (a soli 870 metri di quota...).
Nel briefing alla partenza alle 5:45 ci comunicano infatti che la partenza prevista alle 6:30 deve essere ritardata per presenza di troppo ghiaccio lungo le levigate placche di granito che ci attendono. E così cominciano a trascorrere i minuti di una snervante attesa, si vocifera di un semplice ritardo ma anche di un accorciamento del percorso (recepito da me e credo anche quasi da tutti gli altri corridori in maniera dispiaciuta ma anche come una piccola liberazione…).
Alle 8:10 invece partiamo con l’annuncio (addirittura tradotto in francese ed inglese da interpreti ufficiali) gaudente ed esaltante che percorreremo il Kima nella sua totalità!
Partenza ovviamente su asfalto per fare allungare un po’ il gruppo dei circa 250 i partenti. Visto il pensiero della gara piuttosto lunga, parto con un passo molto tranquillo; risultato: dopo circa 500 metri mi ritrovo senza più nessuno dietro insieme alle scope! Decido allora di accelerare un po’…
La giornata è fredda ma spaziale come cielo: terso, cobalto, senza una nuvola. Verso i 2000m di quota compaiono già le prime montagne importanti del gruppo, su tutte il monte Disgrazia, superba cima rocciosa che emerge da candidi ghiacciai
E di li a breve il primo colle: bocchetta Roma, 2900 metri di quota: roccia, catene, pietraie. Praticamente da qui sino al rifugio Allevi è un continuo alternarsi di corsa su pietraie con blocchi di enormi dimensioni e immensi liscioni di granito bianco leggermente inclinati: uno spettacolo per me, la vera corsa in montagna che avevo sempre sognato.
Dal rifugio Allevi al successivo rifugio si corre invece su sentieri che percorrono magri pascoli di alta montagna, passando però anche qui per tre belle forcelle rocciose attrezzate. Riesco a passare (non di molto in realtà!!) al di sotto del tempo dei cancelli orari che sono fissati proprio in questi tre punti e mi rendo conto proprio al rifugio Gianetti che riuscirò ad arrivare alla fine nel tempo di 11 ore. Da qui solo un ultimo colle posto a circa 2600 metri al cospetto di montagne come il pizzo Badile ed il Cenalo. Poi 16 km, ma tutta discesa, sino all’arrivo a Filorera. Qui arrivo con il tempo di 10:00:43 (alla partenza pensavo che sarebbe stato un trionfo scendere sotto le dieci ore … e ci è mancato proprio poco!!) stanco sì, ma con gli occhi e la mente ancora pieni di visioni verticali, superbe, spettacolari di uno dei teatri della nascita dell’alpinismo moderno.
Queste poche parole riassumono troppo brevemente questo corsa, c’è solo una cosa da fare per sentirla davvero: allenarsi, andare in montagna ed andarla a fare!!!
Per chi non lo conoscesse, il KIMA, è una gara che si svolge con cadenza biennale a Filorera una deliziosa frazione di ValMasino nella Valtellina in provincia di Sondrio.
Il percorso che si preannuncia molto duro, si sviluppa sulla distanza di 52 km e 4200 metri di dislivello positivo attraversando sette passi alpini sopra i 2500 slm.
Il tracciato è molto particolare. I primi 7 km in salita sono su asfalto. Altri 7 km tra boschi e pratoni fino a raggiungere il primo dei 5 rifugi (rifugio Ponti 2559 slm) e da qui si arriva al tratto spettacolare della bocchetta Roma posto a 2894 slm.
Su questa cresta affilatissima, di enormi massi granitici, si affronta la prima ripidissima discesa attrezzata con catene e gradini ferrati.
Da qui comincia la vera gara, un saliscendi di circa 25 km da percorrere saltando da un masso all’altro attraversando gli spettacolari e verticalissimi passi Cameraccio 2950 slm, Torrone 2508slm, Averta 2551slm, Qualido 2647slm, Camerozzo 2765slm e Barbacan 2570 slm.
Se si riesce a stare nei cancelli, un po’ più generosi delle edizioni precedenti, si inizia la discesa finale di altri 15 km che riporta al traguardo di Filorera.
52km 4800D+
Per me è la prima volta che partecipo a questa manifestazione che richiama atleti da tutto il mondo e che conta, alla partenza, numerosi professionisti della specialità (vedi Kilian Jornet Burgada vincitore e recordman, quest'anno, in 6h 9min).
Ho prenotato la sistemazione per il weekEnd diversi mesi prima. Arrivo il venerdì per potermi ambientare. Sul posto incontro due dei miei compagni di avventura l’OrcoKambu e Daniele Campigotto del Gio’ 22 che ha già corso e finito il Kima 2 volte.
Il sabato, giorno prima della gara principale, si svolge un trail di 14 km (kimatrailrunning) a cui assistiamo in una bella mattinata di sole. Nel pomeriggio dopo il ritiro dei pettorali si svolge il briefing obbligatorio per tutti i partecipanti.
La giornata diventa fredda e piovosa come da previsioni e si comincia a vociferare di un possibile cambio di percorso.
Per me la tensione è un po’ troppo alta ma cerco di pensarci il meno possibile, da qui in avanti si pensa alla partenza di domani che è fissata alle 6,30.
Dopo una notte quasi insonne alle 4,30 mi alzo e faccio colazione e mi preparo per presentarmi puntuale alle 5,45 ai gonfiabili della partenza per le operazioni di rito.
Fa molto freddo, tutti sono pronti ma l’organizzazione prende tempo. Per ragioni di sicurezza, e dopo il sopralluogo dell’elicottero decidono di posticipare la partenza alle 8.00 senza cambiare il percorso. Il trofeo Kima si correrà per intero con il limite di 11 ore per completarlo.
Ore 8 , si parte, il “serpentone” si muove. Io mi sono preparato abbastanza bene per quest’evento ma ero troppo teso prima della partenza.
I primi km vanno via bene e cerco di non strafare, come da consigli, per amministrare le energie.
Davanti a me c’è Daniele è leggermente dietro c’è l'OrcoKambu che mi raggiunge alla bocchetta Roma primo cancello. Mi sorpassa e va via agile sulla prima discesa tecnica.
Mi sento bene e mi muovo veloce sulle grosse pietre. Arrivo fino al primo ristoro (gara con rifornimenti quasi solo liquidi) Bivacco Kima, mi fermo un attimo e riparto direzione Passo Cameraccio primo salitone attrezzato.
Su un saliscendi sempre sulle rocce “tak” mi inciampo e come tante volte cado, ma stavolta picchio con violenza la testa su di una pietra.
Sono un po’ spaventato, ho una ferita sulla tempia e sono in mezzo al nulla. Un deserto di pietra.
Un concorrente dietro di me si ferma per verificare le mie condizioni. Dopo un controllo sommario decido di ripartire.
Mi gira un po’ la testa e perdo sicurezza, ma decido di andare avanti e vedere cosa succede. Voglio raggiungere il Passo Cameraccio dove posso farmi medicare dal soccorso alpino(stop di circa 20 min), Al Passo mi disinfettano la ferita (ho pensato di ritirarmi).
Decido di andare avanti, la testa mi fa un po’ male e non mi sono neanche accorto di essermi fatto male ad un ginocchio (3 punti di sutura).
Il panorama che mi accompagna da quì in avanti è decisamente alpinistico, pareti verticali, distese di roccia e pochissima vegetazione.
Nonostante abbia accumulato un po’ di ritardo passo il secondo cancello del rifugio Allievi e, anche se con poca convinzione, provo a raggiungere in tempo l’ultimo cancello entro le 8,15 ore al rifugio Giannetti. Purtroppo lo raggiungo con circa 20 minuti di ritardo, dopo aver “arrampicato” sui 150mt verticalissimi del Passo Camerozzo, ma non posso più continuare la gara. Scendo comunque per altri 1500 dal sentiero obbligato che porta a Filorera.
OrcoKambu chiude il Trofeo Kima in 10 ore GRANDE Luca! e Daniele in 10 ore e 35.
Purtroppo, e mi dispiace, dopo più di 8 ore di fatica ed un cavolo di contrattempo mi hanno fermato. Sono, comunque, contentissimo di aver percorso il 90% di questa stupenda è durissima gara.
Consiglio a chiunque non soffra di vertigini di provare a partecipare almeno una volta a questa ,selettiva, Sky marathon (1200 richieste di pettorali per 250 posti disponibili).
Penso che tra due anni ci riproverò!