Classifica Skyrace Biella Monte Camino 2014
Sito Skyrace Biella Monte Camino
Edizione 2013
Edizione 2012
Tutte le classifiche anni 2001-2013 Skyrace Biella Monte Camino
Dal racconto dell'OrcoIng
La Biella Monte Camino di quest’anno comincia il sabato a Genova.
Una mattinata con cielo uggioso , grossi nuvoloni si rincorrono veloci in cielo. Il meteo è comunque incerto e sta organizzandosi per la corsa di domenica a Biella, ovunque sul mare fa presagire una pioggia imminente. Resto in attesa che verso sera il solito temporale ci rinfreschi.
Comunque comincio a correre per le vecchie creuse in pietra di fiume arrotondata, con la passata centrale in mattoni di coltello.
Si corre magnificamente su un terreno ondulato tra due muri di pietra distanti non più di 2 metri.
Ai lati si rincorrono le antiche case dell’aristocrazia Ligure, enormi ville in intonaco e copertura in Pietra di lavagna, le classiche grandi finestrate del piano nobile, testimonianza dello sfarzo e della ricchezza della classe mercantile genovese del passato.
Ma ecco che laggiu’ in fondo al vicolo finalmente mi appare il mare.
Mi infilo nel vecchio borgo marinaro di Boccadasse, proprio sulla punta dove il mare lambisce le vecchie case fino talvolta a scavalcarle nelle grandi mareggiate invernali.
Risalgo quindi lentamente Capo Santa Chiara, i vecchi borghi marinari di Vernazzola e Sturla.
Il mare è leggermente teso, increspato dai venti del Sud, ed il rumore del mare mi accompagna tra gli stretti vicoli a picco sul mare.
Iniziano le vecchie case marinare dai tenui color pastello, il Rosa antico, il giallo ocra che mi accompagnano fino allo scoglio di Quarto.
Lasciamo partire Garibaldi, per me è ora di tornare a casa.
Domani mi aspetta una corsa seria e l’allenamento odierno è necessario per non sfigurare con i nostri compagni Orchi, reduci da grandi avventure.
Lo scorso fine settimana io e Ugo abbiamo finalmente coronato il nostro progetto di percorrere in due giorni le Porte di Pietra sull’Appennino Ligure piemontese con equipaggiamento da escursionista e quindi si impone di riprendere il ritmo della corsa.
E difatti eccomi con 12 Orchi il mattino della Domenica in quel di Biella per la grande classica del Monte Camino.
Meteo terribile oggi, previsti guarda caso anche sulle Alpi Biellesi forti temporali. Tutto come da copione, ci attende una forte pioggia tale da farci riparare sotto i portici di Piazza Unità d’Italia.
Dall’organizzazione arrivano notizie discordanti sul punto di arrivo, in cima o al rifugio intermedio. Prendo tutto quello che è possibile indossare senza ricorrere allo zaino, del resto oggi non è previsto nessun indumento obbligatorio. Ma questo si rileva un profondo errore da parte dell’organizzazione; La Biella Monte Camino non è una semplice corsa su strada come forse è sempre stata creduta, bensì due distinte gare consecutive con una prima frazione su strada o sterrato fino alla quota dei 1200 metri di Oropa, in ambiente tipicamente collinare, una seconda frazione da Oropa fino ai 2350 metri del Monte Camino, in ambiente alpino con dislivelli notevoli e clima da montagna severa.
Difatti noto alla partenza un certo numero di trailers in pantaloncini e canottiera da perfetti sprovveduti. Se poi abbiniamo la tenuta estiva al clima severo della parte terminale ed allo scarso allenamento di alcuni, ecco trovato il giusto cocktail per le improvvise crisi in cui mi sono imbattuto sul percorso, che avrebbero potuto trasformarsi in pericolose ipotermie.
Sarebbe certamente auspicabile che la perfetta organizzazione messa in campo in tutti gli aspetti logistici sappia anche imporre ai trailers una dotazione minima ed un abbigliamento idoneo per un percorso di montagna, curando soprattutto l’aspetto informativo sulle condizioni del percorso e sul meteo atteso con le temperature.
C’è da dire comunque che i ristori ed il servizio in campo, sono stati veramente impeccabili, così come del resto la segnalazione del percorso ed anche il pubblico che ha tifato nonostante la pioggia ed il freddo.
Pensavo invero di conoscere la gara, invece tutto da rifare; un susseguirsi di stradine e sentieri per la prima parte fino a culminare in quel meraviglioso tracciolino che è stato veramente il piatto forte della gara. Infatti percorriamo almeno 5 km di questa pista a pendenza costante e limitata acclività che è stato in tempi passati il tracciato della ferrovia a scartamento ridotto da Biella ad Oropa.
Eccezionale! Ma si impone di correre e a velocità sostenuta e presto passiamo tra le antiche cappelle di Oropa, in realtà si tratta di vere e proprie Chiese con grandiosi monumenti funerari. Devo proprio tornare ad Oropa per una visita seria di tutto il Sacro Monte.
Lasciata Oropa in mezzo ad una piccola folla di spettatori incitanti, cominciamo finalmente il vero trail di montagna, più di mille metri con otto km di sviluppo. Fine della corsa, si cammina ma sempre con passo decisamente sostenuto. Comincia il freddo, raggiunto il primo rifugio mi illudo sempre che il percorso venga limitato all’arrivo della funivia. Speranza vana, messa la giacchetta vedo la fila dei concorrenti salire su per la montagna almeno per quello che è dato da vedere tra la nebbia, pazienza mi aspettano altri 500 metri di dislivello, che però alla fine si rivelano facilmente percorribili, date le buone condizioni del sentiero e la pendenza non eccessiva del tracciato.
Intanto però comincio a vedere scendere i primi concorrenti. Accidenti la funivia con le sue gabbiette di antica memoria è ferma e forse per sempre.
Tra le altre cose a quel che mi risulta, dovrebbe essere l’ultimo impianto di risalita con i cestelli. Gli ultimi sono stati ormai sostituiti a Lurisia e alla Bocchetta delle Pisse su Alagna.
Alzando lo sguardo, vedo su in alto la sagoma della stazione di arrivo della cestovia che si staglia contro il cielo plumbeo tra una selva di antenne, fa sempre più freddo e la meta è vicina. Basta concentrarsi sul percorso ed in pochi minuti raggiungiamo il nostro traguardo. Il cronometro dice 3,39’ per oggi va bene così. Il ristoro a base di pane e salame con vin brulè è sicuramente un toccasana contro il freddo e occorre scendere fino all’arrivo della funivia 500 metri più sotto.