Foto Trail del Monte Servin 2012 dell'Orco Vittorio
Classifica Trail Monte Servin 2012 30km
Classifica Trail Monte Servin 2012 16km
Sito Trail del Monte Servin
Sito Gli Orchi Trailers ASD
Dal racconto dell'OrcoMazinga
Il sabato trascorre sonnacchioso in quel di Genova tra una
corsetta a Boccadasse e la preparazione del pesto ligure tradizionale, 5 mazzi
di basilico ( di Prà strettamente alle spalle di Pegli, dove la natura
rocciosa e la terra asciutta delle fasce
terrazzate conferiscono quel certo sapore), olio di oliva, 2 etti di Parmigiano
Reggiano e pinoli, sale q.b.ed uno
spicchio di aglio.
La Domenica invece il menù prevede trail, apparentemente di
bassa quota, con condimento ruspante di natura selvaggia e Sali scendi a
cottura lenta ma inesorabile.
Appuntamento in valle Angrogna, alle spalle di Luserna San
Giovanni.
Facile, già ma come ci si arriva?
Il fedele GPS consiglia l’avvicinamento da Prarostino, ma
probabilmente il satellite non conosce il dedalo infinito di strade
interpoderali che si inerpicano tra queste vallate e le scambia per autostrade a due
carreggiate, forse senza pedaggio che ormai il dazio e le decime sono state annullate a favore di balzelli ben più
remunerativi, quali Irpef, IMU, Tarsu etc..Meglio, molto meglio non lasciare la
strada vecchia per il Global Positioning Sistem
e abbandonata Luserna, si apre finalmente la laterale valle Angrogna.
In breve lasciato il confortante e ameno fondovalle, comincia la lenta risalita delle truppe meccanizzate
alla ricerca della località Passel, 6-7 km di strada a zig zag in una poderosa faggeta., che in una sequenza di tornanti ci conduce alla
quota dei 960 metri s.l.m., quando anche l’ultimo barlume di speranza sembrava
avere abbandonato il nostro animo pugnace.
Il centro sportivo finalmente lo troviamo nel grande pratone
proprio sotto la strada.
In realtà qui di piano non se ne trova neanche traccia. Vedi
il gonfiabile della partenza la sotto.
Già l’atmosfera è tipica dei grandi trail, facce tirate,
abbigliamento sgargiante, bandane , berretti, canottiere (ohibo! Ma fa ancora
freddo) e tatuaggi.
Ma l’organizzazione è grandiosa, tutto sembra funzionare
alla perfezione in un posto sperduto
dove non avresti neanche pensato di costruire un centro sportivo. Qui in Gennaio viene tracciata una gara di slalom da
20 porte! Per la prima volta una gentile signorina non pretende il certificato
medico cartaceo che avevo prudentemente
trasmesso via mail in precedenza dicendomi che era inutile stamparlo. La
rivincita sulla burocrazia comincia dai piccoli gesti, un altro mondo di
semplicità e concretezza finalmente emerge.
120 assatanati runners
sul percorso da 30 km
e 1600 m
di D+, circa altri 50 sul giro corto da 15 km
Tre orchi, Mauro, Palmas e Vittorio Durengon fortemente
convinti, ma il Soglio è ancora dietro l’angolo e i suoi 63 km aleggiano ancora sulle
nostre gambe.
Questo è l’anno 1 del trail Monte Servin, ma il percorso si
rivelerà spettacolare e maturo, con un percorso mozzafiato da fare invidia anche ai più blasonati trails
Italiani.
Nemmeno confrontabile con la concomitante
Valmalenco-Poschiavo o alla prossima Valdigne in un ambiente
decisamente urbanizzato ed antropizzato.
Il percorso ricalca più o meno fedelmente tutto il tracciato
del Tour della Valle Angrogna
Periplo completo con discesa a fondo valle e risalita verso
la cima del monte Vandalino , traversata
bassa.
Partenza la in fondo dicevamo ma ovviamente con risalita del
pratone tanto per gradire, in discesa veloce su asfalto e sterrato per circa 5 km in un guazzabuglio di
stradine e frazioni curatissime e soprattutto abitate.
Siamo qui nel cuore delle Valli Valdesi che attualmente
comprendono le Valli Pellice,Germanasca e parte inferiore della Val Chisone. La
storia ci rivela che anche le alte valli Susa e Chisone risentono dell’influenza
Valdese, almeno fino alla dominazione Francese del 1713
E la cultura della minoranza cristiana non cattolica ne ha
permeato tutta la storia.
E’ un intreccio profondo tra geografia e storia, una
difficile e volitiva identità rimarcata
dalla dissidenza religiosa e civile che ne ha caratterizzato quasi 600 anni di
passato tumultuoso.
Un ghetto alpino di confine entro cui i nostri Savoia
Francofoni seppero confinare le
popolazioni valdesi , praticamente dal “Glorioso Rimpatrio” del 1690 fino alle sospirate patenti di Libertà
concesse da Carlo Alberto nel 1848.
E Angrogna ne diventa il cuore della Riforma protestante Valdese avversata in tutti i modi dalla Chiesa
cattolica.
La testimonianza del
movimento attraverso i secoli dal XII al
XVI era centrata sui due aspetti del
messaggio cristiano: la fedeltà al Vangelo e la povertà della Chiesa.
Dissero i Valdesi: La chiesa Cristiana
si richiama a Gesù, ne deve prendere alla lettera gli insediamenti rinunciando
perciò al potere politico, all’uso della
forza e alle alleanze con le potenze del
mondo.
Ci troviamo qui in un
avamposto del Protestantesimo europeo.
Ed i nostri sentieri che oggi percorriamo anche
baldanzosi tra una ristoro e l’altro
sono gli stessi che hanno visto in un tragico passato il continuo via vai dei pastori predicatori
itineranti, Barba in dialetto, con una duplice funzione di diffusione del credo
religioso e conforto anche spirituale e materiale alle popolazioni contadine
sparse nel territorio montano tra
miriadi di frazioni e borgate.
Cultura, spiritualità ed informazione.
Dicevamo 5
km all’insegna della velocità ed in discesa ingannano
tutti. Infatti percorso in 25’-28’
il primo tratto, comincia il lento calvario di un susseguirsi altalenante di
saliscendi su fondo di sentiero ostico, impegnativo e decisamente selvaggio.
Dai 600 m
slm della parte più bassa vicino ad Angrogna si risale su sentiero fortemente acclive fino a circa ai 1400 mt del 1°
rifugio e ristoro.
Comincia qui una lunghissima traversata da Ovest verso Est
di tutte le vallate ed i valloni laterali dell’Angrogna, praticamente oscillando
come sulle montagne russe sulla quota dei
1400 m.
Sentiero difficile, tecnico e non troppo corribile., tra una
vegetazione rigogliosa di arbusti tipici .
Ma il Leit motiv sarà principalmente l’incontro con una numerosissima serie di
baite, frazioni, case sparse , malghe, a distanza reciproca di qualche
centinaio di metri. La maggior parte di esse si presentano completamente
ristrutturate, tetti in lose, , struttura in pietra a vista, che sembrano
riemergere come l’Araba Fenice da un passato triste ma glorioso. Ed infatti
i primi 3 ristori coincidono con
altrettanti rifugi o Agriturismo , veri,
in cui riesci a gustare golosissime crostate di marmellata appena sfornata! Ma
tutte le malghe o frazioni sono indistintamente rivolte all’Indiritto,
posizionate su dossi o dorsali di
faticoso avvicinamento ma di notevole
esposizione e terreno libero per la
coltivazione dell’orzo, segale o patata. Piega dopo piega, ruscello dopo
ruscello, finalmente emergiamo sulla
quota dei 1800 metri del Monte Servin. Cavalcata maestosa sulla grande dorsale
di circa 4-5 km,
saliscendi continui da ammazzare il
fiato ma la nebbia ci toglie ogni visione e finalmente in discesa il rifugio
Vaccera dove un gruppo assatanato
di bellicose fanciulle ci raggiunge. Comincia
la lunga discesa su tutto il crinale,
tra sentieri ben tracciati , crampi dolorosi e finalmente la grande strada
interpoderale che ci permette di raggiungere il centro di Passel, riprendendo le
scatenate ragazze.
Lantermino, Maurizio
Fenoglio, Garnier Claudio, Odino e Bonetto sono molto avanti con un tempo strepitoso intorno alle 3H e 10’.
I tre Orchi Palmas, 4h, 47’, Durengon 5 h 20, Mazzino 5h 23’ si difendono ma la carta di
identità si rivela impietosa per il sottoscritto, il più anziano dei
partecipanti!
Vittorio con sequenza
di belle fotografie ed il sottoscritto con una discussione di storia
Valdese incarnano il vero spirito Trail.