giovedì 30 dicembre 2010
LA PELLE DEGLI ORCHI 29 Dicembre 2010
Dalla cronaca dell'OrcoPinoR
La sera del 29 Dicembre 2010, GliOrchi riuniti in punta al Musine', intorno alla stele, hanno scritto sulla loro pelle i propri valori del trail.
domenica 26 dicembre 2010
BOAVISTA ULTRAMARATHON 4 Dicembre 2010
Foto Boavista UltraMarathon
Dal racconto di Flavio Massa al Boavista con l'Orco Steu
Ciao Pino,
Faccio seguito ai contatti intercorsi con Steu , rispondendo alla tua richiesta sul poter avere qualche impressione sul tema.
Cosa dire..
Che per intanto sono riuscito a portarla a termine ..e personalmente è già gran cosa e tanto mi basta.
Che è stata la più lunga (effettivi 160 Km c.ca), dura e combattuta prova che abbia affrontato.
Che l'ho sofferta realmente parecchio tant'è che mi hanno dovuto somministrare antidolorifici intramuscolo in un paio di check-point e supportato da pastiglie
di Ketadol (a mò di barrette) nella parte finale.
Che avrei potuto ritirarmi come tanti altri (18 arrivati su 43 iscritti includendo non partiti e chi ha gettato la spugna) e l'ho completata fondamentalmente solo per forza di volontà poichè mi sarebbe spiaciuto davvero molto non finirla.
Purtroppo, presumibilmente la relativamente leggera ma continua costrizione della calza contenitiva anticrampi che uso normalmente in trail (booster),
complice la vasodilatazione legata alla temperatura (c.ca 34/36°C nel deserto) mi ha provocato l'insorgere di un gonfiore al collo di un piede diffusosi poi al medesimo e un dolore continuo decisamente forte e tale dal non poter più disporre di un carico funzionale normale; sostanzialmente spingevo con la sola gamba dx ..e ho finito per camminarne una metà abbondante in definitiva.
Questione di esperienza.. era la prima volta che approcciavo il deserto e il raffronto con gli altri era un po' da "turisti per caso" (erano decisamente più rodati, chi aveva corso la 100 Km del Sahara, chi la Namibia Ultramarathon etc...io zero).
Non avendo pertanto potuto correrla se non per una parte, i tempi si sono dilatati a dismisura e l'ho finita in quasi 39 ore no-stop ad eccezione di una pausa di un'ora perché dovuto fermarmi dal male e contestualmente ho cercato di recuperare anche un minimo senza riuscire però a dormire.
Tempistiche di quel genere (una notte ed un pezzo della seconda) diventano veramente pesanti per l'organismo, anche sotto l'aspetto psicologico.
E' stata sicuramente un'esperienza di vita comunque, tenendo conto dell'aver esplorato dei limiti fisici e mentali a me sconosciuti.
Nel grado di difficoltà degli ultra-trail il Boavista è classificata come estrema (viene classificata 4 su 5 max. - ad es. la 100 Km del Sahara è un grado 2).
E' comunque una gara bellissima ed emozionante, corsa su un'isola relativamente poco conosciuta tra paesaggi spettacolari e variegati, dove i tratti desertici con dune sono la più parte ma dove capita di correre anche su strade bianche, steppa, terreno roccioso e di notte spesso con il rumore dell'oceano in lontananza ..fantastico.
Per curiosità ti allego anche un articolo pubblicato su "Il mattino di Padova" e scritto da uno dei due miei compagni d'avventura e che devo ringraziare per avermi anche citato.
Flavio
giovedì 23 dicembre 2010
BUONE FESTE GLI ORCHI
domenica 19 dicembre 2010
19 Dicembre 2010 Il Padre dei Trailers
Eccolo nuovamente il padre dei Trailer, lo riincontriamo io e PinoPic mentre si sale al Musinè, in queste freddissime giornate di Dicembre.
Le temperature in questi giorni sono state molto basse, di notte sopratutto hanno raggiunti i -10 gradi centigradi.
Ma anche di giorno la temperatura non riesce a salire sopra lo zero.
Oggi 19 Dicembre 2010, con L'orco PinoPic a -2 gradi si sale per sgranchire le gambe...e chi incontriamo?...il padre dei Trailer.
Lo intervisto con poche domande:
- Sai che per tutti noi sei il padre dei Trailer
-Ah si!
- Come ti chiami
- Gianni B.
- Da dove arrivi
- Abito a Torino
- Sai che ti avevamo incontrato questa primavera al Monte Roselli
- Mai stato
- Ma si che ci sei stato ...sopra Valdellatorre......
- Ah si ricordo quei ragazzi che tracciavano il percorso della gara Maratona Alpina...eravate voi !?...ma io bazzico spesso al Moncenisio.
- Ma non hai freddo cosi conciato
- No la pelle sa come proteggersi, spesso le persone puzzano di questi detersivi che creano gas e che non fanno respirare la pelle, comunque ho viaggiato cosi nudo fino a -9 al colle del Moncenisio.
- Dai vieni che ci facciamo due foto insieme....
domenica 5 dicembre 2010
Via Lattea Trail 4 Dicembre 2010
Foto Via Lattea Trail 2010
Foto Via Lattea Trail 2009
Classifica Via Lattea Trail 2010
Racconto Via Lattea Trail 2009 (30km)
Sito Via Lattea Trail
Dal racconto dell'OrcoPinoR
Mi sono iscritto alla Via Lattea Run , dopo aver resistito alle offerte postami dall'Ing.Cav.Dott.Grand'Uff.
La rinuncia a fare la gara lunga da 30km e optare per la 10km, forse per i postumi che mi ha lasciato lo scorso anno il freddo dei -25° al Col Basset; un'espistassi noiosa alla froge destra spero ormai debellata ... o forse perchè alfine ho voglia di divertirmi e nulla piu'.
Scattare belle foto, godere della compagnia dei trailers e attendere all'arrivo per una volta, i vincitori.
Vederli tagliare il traguardo e continuarmi a chiedere che accidenti hanno al posto del cuore e quali fibre muscolari avvolgono il loro scheletro... forse costruito in titanio con struttura a nido d'ape.
Non mi lascio mancare nulla del piacere di partire insieme all' OrcoPinoCar e all'OrcoMauro. L'arrivo a Salice è salutato da un'atmosfera ormai Natalizia.
Comodamente andiamo alla Torre dell'albergo di Salice a ritirare i pettorali e fare volantinaggio per la gara organizzata dal GS Murialdo il 13 Marzo 2011, la morenica Trail di Rivoli www.morenicatrail.it alla sua 2° Edizione.
Al ritiro pettorali e controllo materiali con noi Cecilia Mora, fresca di podio nel mondiale SkyRunning 2010, riesco a fotografarla con PinOCar. Sembrano amici di vecchia data.
L'amicizia per dividere
Insieme i brevi lampi
della nostra esistenza.
Che sia un Trail
una cena, un attimo.
Vacuità il nostro tempo
solidi e vivi i trails,
Semplici sensazioni:
verdi gli abeti,
blu il cielo,
mille le stelle,
bianca la neve.
Il Caffè in centro a Sauze d'Ouux è d'obbligo, mentre vediamo gli ultimi sciatori che abbandonano le piste, che saranno, questa sera, invase dai Trailers.
Al Palazzetto dello Sport, dove ci siamo spostati per cambiarci, incontriamo altri 2 Orchi Michele e Giorgio...viaggiano in coppia, l'ultima volta che ci siamo visti era alla Becca di Nona il 5 set 2010.
Gli ultimi preparativi, per me che faccio la 10km lo zaino e' leggerissimo solo una maglia intima e un'altra piu' pesante per qualsiasi inconveniente.
Per gli Orchi polari che faranno la 30km lo zaino e' piu' pesante...si prevede di chiudere la gara tra le 6 e 7 ore con una temperatura che oscillera' dai -10 alla partenza ai -25 del monte Fraiteve posto a quota 2.700 slm.
Lo scorso anno (2009) per via del vento in quota e dell'estremo freddo , l'organizzazione non aveva fatto transitare la gara dal Fraiteve. Quest'anno la salita al monte ci sta tutta.
Il tempo e' ottimo, la stellata alla Via Lattea è assicurata e tutti potranno assaporare le sensazioni che mi fecero scrivere queste ,per me, memorabili righe.
Stelle del cielo
Tetto della Terra
Madre dei trailers
Tetto della Terra
Madre dei trailers
Custodi dei sensi
500 i partenti tra gara lunga 30km e gara corta 10km.
Faccio gli auguri a tutti, sopratutto a Matteo e Graziella, vivamente spero che tutto vada per il meglio e con un bocca al lupo benedico questi Bodhisattva, pronti a gustarsi nuove sensazioni.
Graziella e' irriconoscibile con indosso un nero passamontagna , e' infatti lei a riconoscere me.
Alle 18.00 dopo le ultime raccomandazioni di Nico, si parte attraversando il paese da sud a nord andando ad imboccare le piste da sci che ci porteranno al primo posto di ristoro di Sportinia a quota 2000 slm.
La salita a Sportinia con tutte le luci di Oulx e Salice D'Oulx è indimenticabile, il vapore emesso dai polmoni di 500 trailer ci fa' somigliare ad un treno a vapore che su una bianca cremagliera sale sù.
Il fondo, se per i primi atleti è perfetto e li fa andare piu' veloci, per quelli che seguono diventa poltiglia e rallenta la marcia, prova ne e' che gli Orchi che hanno concluso la 30km hanno impiegato un'ora in piu' rispetto allo scorso anno ... mie considerazioni.
Arrivati a Sportinia ecco il punto ristoro posto all'interno di un Bar ristorante con ogni bene alimentare dalle briosc , al cioccolato , al panettone , frutta disidratata, the ,coca...
Incontro Matteo, pimpante e in ottimo stato.
Per me la gara e' quasi finita, li vedo salire i trailer, verso il Col Basset con un po' di malinconia.
Ma adesso inizia il divertimento, un discesone su pista da fare alla massima velocità.
Mi aiutano nella discesa le catene che ho sulle scarpe e che svolgono egregiamente il loro lavoro tant'è che supero parecchi atleti sprovvisti di tale accessorio , assolutamente indispensabile sui ripidi pendii ghiacciati delle piste che portano a Salice.
Ecco ormai il paese , la pista porta proprio in centro...poi ancora una corsa verso l'albergo della Torre ex-colonia Fiat.
Non e' finita, l'arrivo non e' all'esterno dell'albergo bensi in cima alla Torre.
Per arrivarci occorre togliersi le scarpe nella hall e da li procedere di corsa nel tragitto elicoidale privo di scale che serve le stanze dell'albergo e che porta finalmente in cima alla Torre .Come un'esattore delle tasse un'omino su un minuscolo tavolino trascrive , su PC, i numeri di pettorali e segnala il ristoro posto vicino alla scala ant'incendio.
Il ristoro è gestito niente po' po' di meno che da Messner alias il nostro Michele.
Infine complimenti a Matteo e Graziella, che hanno concluso questa gara unica nel suo genere.
......Il racconto prosegue con i 30km dell'OrcoMauro..........
Il Via Lattea Trail è decisamente una corsa molto particolare.
Il sabato mattina ti trovi immerso nei preparativi. La cernita delle maglie intime, sopramaglie, manica corta e lunga, gilet di microfibra , giacchetta antivento, doppi pantaloni, fascia per il collo, berretto in pile richiede sempre una particolare attenzione.
Ormai tutti i capi di abbigliamento sono diventati altamente performanti e con elevate prestazioni termiche ed igroscopiche.
Forte della esperienza dell’anno scorso vado a colpo sicuro, bando ai maglioni pesanti, ai pile in- gombranti e soprattutto alle giacche a vento imbottite.
Parola d’ordine : Stratificazione a cipolla e tessuti leggeri.
Ed è così che mi ritrovo alla partenza vestito come un Dundy o un folletto, ma siamo in buona compagnia. Nella bolgia della partenza, così acconciati, non riconosci praticamente nessuno.
Tuttavia non potevi non vedere Giovanni del Trio Aldo, Giovanni e Giacomo, con un saccone gigantesco da Babbo Natale farsi largo nella calca dello Start. ( potenza dei Babbi Natale, grazie Giovanni!)
Sauze d’Oulx è ovattata in una deliziosa atmosfera Natalizia sotto una spessa coltre di neve.
La tarda ora pomeridiana, le luci che si accendono ed il crepuscolo che sta lentamente sfumando contribuiscono a creare una scenografia ambientale unica nel mondo dei Trails.
Tuttavia traspare una palese dicotomia nel tessuto sociale del villaggio, da una parte la massa di 400 corridori un po’ marziani e comunque estranei alla realtà locale , dall’altra la massa dei turisti presenti, che ritornano dallo sci con il goffo incedere degli scarponi rigidi o delle Signore Bene che fanno shopping.
Tra gli Uni e gli Altri, la linea di demarcazione non è certamente costituita da un fattore di censo ma da una diversa capacità di sapersi porre in gioco contro la fatica , la inevitabile sofferenza e in ultimo contro le difficoltà.
Da una parte il confort della montagna antropizzata e resa confortevole dalla tecnologia sempre più spinta, dalle strutture sempre più moderne tese a creare uno Snow Park ambientale tipo Disneyland, dall’altra la sfida con se stessi e l’agonismo per sentirsi bene.
Ma rimandiamo ad altra sede l’analisi di che cosa muove 400 persone con una buona preparazione culturale e sicuramente sane di mente , a trovarsi alle 18 di una sera di Dicembre a 1600mt di quota sulle montagne imbiancate della Alta Valle di Susa alla partenza di una corsa di 30 km sulla neve.
Infatti con questi pensieri in testa, sento il colpo di partenza e tutti le mie considerazioni di ordine sociologico-psicologico improvvisamente svaniscono.
Ti ritrovi solo con te stesso, incominci a correre tra le strade del paese tra una discreta folla di residenti curiosi e improvvisamente si apre la pista , ecco ci siamo!
Incomincia il lungo incedere sulle piste perfettamente innevate che per una volta ritornano alla loro funzione originale di strade di collegamento fra le varie frazioni e borgate.
Chalet in legno meravigliosi, baite, vecchi cascinali, anche qualche piccolo condominio, piccoli rifugi alpini, ti scorrono lentamente davanti agli occhi e man mano lasciano il posto ad un bosco di larici che presenta vistose tracce della recente nevicata.
In breve ti ritrovi a Sportinia, culla dello sci alpino e crocevia di numerosi impianti di risalita, ma sarà la festa o l’atmosfera notturna, sembra di galleggiare in un mondo sperduto tanto da non desiderare neanche di fermarsi al caldo del confortevole ristoro alpino.
Ma Sportinia segna anche la fine della Pineta ed infatti si apre la visione di tutta la meravigliosa dorsale che in breve ci porta al Colle Basse’ e al Fraiteve sotto una meravigliosa stellata.
La salita terminale alla cima del Fraiteve è notevolmente ripida e faticosa , ma mai come adesso si apprezzano tutte quelle orrende antenne. Ci siamo!
Un attimo e giu’ per le piste, intuisco il percorso ma ho sempre negli occhi il panorama di Sestriere dall’alto che si avvicina rapidamente, si suda, incomincia a fare caldo anche se la temperatura è di circa -15° C . Ecco entriamo in paese ed in breve il ristoro.
Strano, si vede che a Sestriere non siamo bene accetti . In tutto il comprensorio i posti di sosta sono gestiti in confortevoli baite alpine anche nei luoghi più inospitali; qui, nell’unico paese dotato di ogni comfort, la sosta avviene in una piazzetta all’aperto tra i condomini.
Non esistono praticamente segnalazioni utili in paese per l’ individuazione del percorso e tutte le nostre richieste di informazioni si scontrano con il totale disinteresse della popolazione.
Sembra quasi di elemosinare un qualche aiuto a questa snobbistica fauna locale di un Sabato del villaggio.
Meno male che ne usciamo presto ed anzi apprezzo come non mai l’interminabile salita al Col Basset; praticamente soli sulla montagna ma con una grande pace interiore. La corsa è l’ultimo dei problemi.
Rivedi il Colle , e i valorosi Alpini nel presidio più freddo, a cui va tutto il nostro ringraziamento.
E finalmente comincia la discesa verso Sauze, su una meravigliosa pista con neve perfettamente lavorata dai Mezzi battipista. La velocità aumenta con la pendenza, e talvolta la mancanza della suola chiodata provoca qualche problema di tenuta, ma l’esperienza Scialpinistica prende il sopravvento e mi permette di mantenere l’equilibrio, evito reti e cannoni.
Vedo le luci del paese in basso e mi trovo a pensare che in fondo è un peccato arrivare, voglio ancora godere di questa magia interiore.
Sono solo, forse il primo.
mercoledì 1 dicembre 2010
La macchina del Trailer
mercoledì 17 novembre 2010
Turin Marathon 14 Novembre 2010
Foto Turin Marathon 2010
Una Maratona su Strada ecco una delle cosa che mancava alla mia breve carriera podistica ...l'occasione proprio nella' citta che mi ha visto diventare uomo, Augusta Taurinorum.
Certo in quanto Orco , la strada non mi si confa'...ma tant'e', terminate le scorribande su e giu' per le montagne si ha voglia di calpestare per un giorno le vie, i corsi, i viali e le periferie del mondo degli umani.
Normalmente le attraversiamo per lavoro per spostarci da un luogo all'altro sempre con mille pensieri, difficilmente comprendendo le vere distanze, a parte quell'inverno del 1986 quando una copiosa nevicata mi costrinse una settimana a bipede appiedato....godetti della citta' e compresi le distanze.
Certo il mio GPS interno vorra':
- portarmi al Parco di Stupinigi
- dirigersi verso il Monte S.Giorgio
- Inforcare a Rivoli la Collina Morenica
- rifiutarsi di entrare nel cuore della citta' degli uomini
Ma occorre anche fare queste esperienze per essere ancora piu' ORCO.
La preparazione come resistenza di durata non e' stata un problema...mentre l'acquisizione della velocità sul nero bitume e' stata pianificata con una serie di gare da 21km e nulla più.
Ben quattro sono gli Orchi che parteciperanno alla Maratona di Torino: Pino, Andrea, Mauro e Roberto .
Il giorno della gara si aggregano con noi Nerio Soncin e Gaspare.
Bhe si, di Nerio faccio anche il cognome perchè e' un mito della corsa di durata ed e' Ambasciatore ufficiale della Turin Marathon.
Insieme ad Andrea, Nerio solo un mese fa, ha partecipato alla 24ore di Torino, ed entrambi hanno percorso 130 km. Oggi sono qui con noi per una delle Maratone più famose D'Italia.
Il ritrovo e' presso la fermata della Metropolitana di Fermi (Collegno), con una corsa speciale a loro dedicata. Gli Orchi scendono nel ventre di Madre Terra.
Su di un trenino senza macchinista e con l'augurio datoci dalla GTT attraverso gli altoparlanti della Metro, veniamo fiondati verso il cuore della città Sabauda, a tutta velocità.
Durante il tragitto che ci porterà alla stazione centrale di Torino Porta Nuova, non si parla d'altro che di tempi , di previsioni di minuti al chilometro ...Nerio ci consiglia , durante la gara, di far 'Galleggiare la testa' Forse intende quello stato di trans che ti permette di entrare in mondo mistico dove la fatica non esiste...quasi all'ingresso estatico dell'illuminazione.
Mitico Nerio
eroe di tanti traguardi,
mille le tue esperienze
semplice il tuo spirito,
agonistico il tuo essere.
Forse nel continuo inseguirti,
nel tuo far "galleggiar la testa"
hai raggiunto la quintessenza
della corsa e tu parmi
un monaco maratoneta buddista
della setta Tendai.
Forse nella tua vita d'atleta
hai assaporato quella dolcissima
sensazione che è l'illuminazione.
Sbarchiamo a Porta Nuova e la città causa del blocco del traffico e' senza traffico automobilistico, un vero piacere.
In piazza Castello è d'obbligo il caffettino.
Manca poco piu' di 45 minuti alla partenza, ci approprinquiamo , per cambiarci e consegnare le borse presso l'accampamento nel sito Romano in p.zza del Duomo che con la messa di stamane ha visto dare l'addio al Cardinal Poletto.
La partenza e' arrivata, Andrea ci ricorda che tenterà di seguire i palloncini delle 3.30, mentre Pino, Roberto, Gaspare e Mauro i palloncini blu delle 4.00.
Alla partenza fortissimi atleti, di tutte le nazionalità e non possono mancare gli Africani: ;kenyoti, etiopi, eritrei, marocchini....
Terra nascosta
da nastri d'asfalto
in nero bitume.
Veloci viaggiamo
nelle metropoli
degli uomini.
Per un giorno
padroni di strade
e vallate metropolitane,
a spezzare la città
con migliaia di suole
tambureggianti.
Uomini dalle valle dell'omo
donne dalle sponde del Donau
all'unisono a sfidar se stessi
Il ritmo di partenza e' blando, Andrea lo perdiamo già in via PO prima ancora di sentire tambureggiare la prima batteria musicale. Si perchè il rumore di questo strumento ci accompagnerà per tutta la durata della maratona.
In corso Cairoli i propositi di Gaspare e Mauro vanno a farsi benedire...e perdiamo anche loro.
Rimaniamo a farci forza l'un l'altro io e Roberto.
Il tempo scorre sulle strade che mi ricordano anni passati , ogni strada un link:
- Corso massimo e il Valentino la mia adolescenza quando abitavo in via Ormea
- Corso Unita' d'Italia , ragazzo presso il convitto dei Padri Somaschi
- Moncalieri dove frequentavo l'Itis GB Pininfarina
Corriamo a circa 5minuti 40secondi al chilometro con , come li chiama Roberto, 'LA MORTE NERA' che segue , alias il gruppone con i Pacemakers e i relativi palloncini blu delle quattro ore.
Arrivati ad Orbassano e al ristoro dei 21km ci agganciamo al gruppo delle quattro ore, magari poterli seguire fino al traguardo.....una chimera.
Anche Roberto alfine si sgancia e cosi a 100 metri di distanza corriamo ognuno per conto proprio.
Ossa che battono, tendini che sfilano, muscoli che gonfiano, polmoni che sfiatano....
Cerco di muovere il necessario, nessuna ampia falcata , il minimo indispensabile.
Un Gel mi aiuta a prevenire la crisi che arriverà di certo tra il 30 e il 35 km.
Da un buco nel terreno ,a Rivalta, o forse da un cespuglio di piracanta ecco sbucar fuori Umberto.
Me lo trovo li all'improvviso, quasi un'ologramma, con il suo giubbotto verde sembra un folletto dei boschi.
E' un grande piacere vederlo, aveva promesso che ci avrebbe accompagnato per un pezzo di bitume, e puntuale eccolo qui.
Mi aggrappo fisicamente a lui, quasi a farmi trascinare , Niente da fare non mi regge, allora gli chiedo se ha del cibo. Niente neanche quello. Bhe dico io, tienimi la bottiglietta e alla bisogna per cortesia porgimela, altrimenti gli aiutini che ci stanno a fa'.
Umberto mi dice che non aveva osato seguire Andrea concentratissimo nella corsa e a tenere il ritmo del gruppone dei fanatici delle 3ore e 30minuti.
Questa mattina doveva esserci anche Enrico ma cause di forza maggiore, un cliente alle prese con la finanza, non gli hanno permesso la presenza.
A differenza di Moncalieri, Orbassano e Rivalta dove ci hanno fatto letteralmente le feste, adesso che transitiamo per Rivoli troviamo una cittadina fredda. Forse per via dell'ora ormai tarda.Sono infatti circa le 12.30 ed in Italia la Domenica, maratona o non, si cucina e si pensa al cibo.
Eccolo Corso Francia un lungo rettifilo verso il centro di Torino, incontriamo tanti amici e conoscenti che tifano per noi.
E' fatta ,questo rettilineo che attraversa 5 comuni ; Torino, Grugliasco, Collegno, Rivoli e' chiamato Corso Francia poichè era la via che portava da Torino ai confini di Roma antica.
Ai tempi di Cesare era ad Avigliana il confine dell'Impero, chiamata (AD Finis Cotii). Poi la strada continuava per Exilles (Excingomagus) verso la Valle di Susa ed ai valichi del Moncenisio (Mons Matronae) e del Monginevro (Mons Cinerum) per la Francia (Gallia).
Umberto mi lascia a Cascine Vica all'ingresso della Tangenziale, poco dopo raggiungo Roberto che in preda ad una crisi, rallenta il suo passo.
Da parte mia il ritmo e' costante e riesco a chiudere in 4ore e 6minuti.
Certo non un tempone , come si dice in gergo, ma un risultato che fino a ieri speravano di raggiungere essendo un maratoneta stradale dell'ultima ora.
Perche' tanta fatica ?.....il piacere di incastonare le parole in questo racconto, l'amicizia degli Orchi e le bellissime foto fatte OntheRace.
Dimenticavo....l'arrivo in via Roma, un bel rettilineo con arrivo in p.zza Castello e la striscia finale tra i Dioscuri Castore e Polluce. E' il piacere di ogni podista piemontese.
mercoledì 10 novembre 2010
Trail di Portofino 7 Novembre 2010
Racconto e Foto Edizione 2009
Dal Racconto dell'Orco Mauro.
Riflessioni di un maturo trailer a Portofino
Andare sul promontorio di Portofino è come percorrere la nostra vita , a ritroso.
Mi ritrovo sull’autostrada al mattino presto, una mattina uggiosa, lascio Genova con tutti i suoi contrasti e soprattutto con le sue assurdità. Abbarbicata , non già sul mare ma sulla collina.
Genova e tutta la Liguria in fondo sono così, un continuo saliscendi sulla montagna, Appennini, montagne brulle, selvagge e inospitali., chiuse come noi Liguri.
Il mare è dei ricchi, gli altri sono tutti arroccati su una striscia di collina, una strada assurda cementificata dagli anni di un incredibile Sviluppo Economico.
Quasi come la Cina oggi, tutti films già visti.
Oltrepasso Nervi, arrivo a Rapallo, regno della Speculazione Edilizia anni ’60. Ma Rapallo non la ricordavo. Mi trovo in un condotto di cemento armato lungo il torrente, case da una parte, un argine dall’altra, angosciante! E questa sarebbe la nostra bella Liguria, devo ricredermi!
Finalmente ne esco e incomincio a salire verso Santa, sopra la costa frastagliata e con una serie impressionante di Ville fine Ottocento.
San Michele di Pagana mi appare all’improvviso, incomincia il Promontorio di Portofino e Santa Margherita, ci sono! Entro nel Trail.
Incomincia a piovere, una pioggerellina autunnale, alzo lo sguardo verso il Monte, avvolto nelle nubi e sentenzio: in alto sarà molto peggio!!
Come al solito, in questi posti la logistica è decisamente complessa, ma se non fosse così non saremmo in terra Ligure, parcheggio in alto sulla valletta,palestra e spogliatoi nel mezzo, Auditorium per le operazioni di iscrizione in Centro.
Finalmente partiamo, 500 Trailers con tanto di Chip e pure molto presi nella parte.Se non sei convinto profondamente non ti metti a correre in un giorno così brutto.
Eppure parte la corsa e parte il film della mia vita, un continuo saliscendi per le scale Altrui.
Nozarego lo raggiungi in un battibaleno, come la mia infanzia, al riparo della famiglia, e senza difficoltà.
Lasciamo l’asfalto su per le vecchie crose Liguri, Crose da ricchi non come a Genova, ma noi corriamo sempre e ti ritrovi alle Pietre Strette su una pista completamente ristrutturata. Sono passati quasi 45minuti , ma mi ritrovo in un ambiente ostile, nebbia e scarsa visibilità mentre incomincia il nostro percorso da persone adulte.
Ma in un attimo cominci a scendere, ecco San Rocco a rotta di collo, bellissimo, si apre la visibilità verso il mare e verso il passato.
Mi vedo adolescente quando dovevo andare con i genitori proprio a San Rocco, per forza! La gita fuori porta, peccato che non coincideva con le mie aspettative!
Percorriamo il sentiero balcone a mezzo costa e prima del bivio per Punta Chiappa, cominciamo a salire. Rivedo Camogli e la gioventù con tutti i suoi pruriti…
Ma il sentiero sale, non so se piove, ma la cosa non mi interessa affatto. All’improvviso, quota 480, ricomincia la discesa.
Dapprima buia, triste in mezzo alla fitta macchia Mediterranea ma corribile.
Dopo si dirada il bosco e comincia il selciato. Terribile, scivoloso ma correndo verso il baratro mi ritrovo con un amico a parlare di famiglia e matrimonio, e futuri figli, suoi! L’abbazia dei Doria e San Fruttuoso, le scale di ardesia e gli archi in pietra, finalmente la spiaggia, voglio toccare il mare! Sono circa 2 ore di corsa. A proposito ricordo il Cristo degli Abissi a piazza De Ferrari un po’ di anni fa.
Riprendiamo a salire su un sentiero molto acclive, sempre nella fitta macchia e nel bosco. Quota 280, comincia il lungo traverso sul Promontorio, a mezzo costa.
La vista si apre sul Golfo, il mare si infrange sulle scogliere sottostanti, predomina incontrastato il corbezzolo. Riprendiamo le Crose, questa volta con scalinate, su e giù. Vorrei ritornare a casa, alla mia Gioventù, ma finiscono le Crose ed incomincia l’asfalto: Aiuto, bisogna correre sul serio, Santa ci aspetta laggiu! Dimenticavo il cronometro, ma questo lo lasciamo ai duri ed agli atleti.
domenica 31 ottobre 2010
LA MOLE ANTONELLIANA
Dal racconto dell'Orco Filippo
ciao a tutti
lavorare con degli amici e' fantastico.....
ora per 6 mesi saro' li' a restaurare la cupola dell'Antonelli.
Chiaramente non un restauro come si intende, ma una messa in sicurezza ,cioe' una idro-pulitura con acqua e un detergente speciale non inquinante per la pulitura delle lose e cordoli di granito.
Poi la siliconatura di tutte le giunzioni di lose e cordoli di tenuta come da foto, verniciatura delle stelle di tenuta ( di ghisa che inchiavettano il tutto dall' interno ) inchiavettatura delle lose rotte mediante perni da 5mm in inox e revisione generale di tutta la parte sottostante la cupola , un lavoro decisamente interessante , ma quello che mi inorgoglisce e che alla domanda dei miei amici sul perche' mi hanno scelto, io rispondo che i miei datori mi considerano una persona seria mi hanno detto chiaramente che non e' da tutti lavorare sul simbolo di Torino, poiche' bisogna muoversi sulle corde con attenzione per non danneggiare niente quando si e carichi.
La Mole Antonelliana oltre che il simbolo di Torino nel mondo e' anche il simbolo della prima capitale d' italia e scusate non e' poco , comunque quando ci sara' la temperatura adatta mi faro' fotografare con la maglia degli orchi cosi' saremo veramente dappertutto , e non per tutti !!!!! neanche Olmo, Burgada ecc....
Ale' Orchi
venerdì 22 ottobre 2010
24 ORE DI TORINO 17 Ottobre 2010
Dal Racconto dell’Orco Andrea
Ho partecipato alla 24 ore di Torino organizzata da Giro d'Italia Run.
La manifestazione ospitava il Campionato Italiano e il Campionato Regionale Piemontese assoluto e master sulle 24 ore.Quella che vado a raccontare è la mia esperienza. Con il racconto spero di trasmettere anche le sensazioni vissute.
La gara si svolge nel Parco Ruffini di Torino e la partenza è sabato mattina alle 10.
Arrivo intorno alle 8 e mi sembra che l'organizzazione sia un po' in ritardo.
Il percorso si snoda su un anello da 1 km e vicino alla partenza c'è la cosiddetta zona di 'neutralizzazione' nella quale possiamo sostare quando non siamo sul percorso. Questa è allestita da due gazebo aperti per il deposito borse ed una tenda con 15 brande per il riposo notturno.
Siamo un centinaio e già durante la preparazione ci accorgiamo che lo spazio è risicato, inoltre i gazebo e la tenda non sono ne illuminati ne riscaldati. Cercare le cose nella borsa di notte sarà un'impresa.
Comunque il clima che si respira è bello, ci sono atleti che arrivano da tutta Italia ed è emozionante trovarsi alla partenza con gli atleti della nazionale. Di loro conosco Stefano Montagner. Riconosco Annemarie Gross, anche lei nazionale e vincitrice del Tor de Geant. Con lei facciamo qualche foto nell'attesa dello start.
Si parte. Del G.S. Murialdo siamo in tre: io, Roberto e Daniele. Da Rivoli c'è anche Nerio Soncin: un mito sulle lunghe distanze e non solo. Nerio, da qualche anno corre per la Turin Marathon ma i legami di amicizia sono sempre gli stessi.
Gran parte del sabato corro con Daniele. Parliamo, ridiamo e ci esaltiamo con lo slogan: "Domani mattina saremo ancora qui !" ed indichiamo il punto nel quale stiamo passando. Il chilometraggio è rilevato dal chip sulla scarpa ed ogni passaggio registrato manualmente dai giudici.
Le prime ore passano bene. Ho un po' di ansia di 'fare km'. Per mia fortuna Daniele è molto preciso e aiutati dal Garmin procediamo regolari. Il tempo non promette nulla di buono, c'è un'aria fredda che fa volare i nastri che delimitano il percorso. Sono partito con mezze maniche e canottiera e in breve mi ritrovo vestito come avevo pensato per la notte. Fortunatamente ho portato una vagonata di cose e non bado a spese nei cambi.
A lato della pista c'è Jerome Debize. Non sapevo corresse per Giro d'italia Run. I suoi incoraggiamenti sono continui: "Forza Andrea, alè, bravò".
In mattinata passano a trovarci Alessandro, Mario, suo figlio e Silvio. La loro presenza mi fa molto piacere.
Le ore passano e i km pure. Verso le tre è pronta la pasta. Camminando mangio con piacere un piatto caldo. Daniele va avanti a parmigiano.
Alle cinque faccio una doccia. Ci metto 15 minuti e l'acqua calda mi rigenera un po'.
Il nostro slogan piano piano si trasforma : "Domani mattina saremo qui ...lunghi distesi " ed indichiamo sempre il punto in cui stiamo passando. Comincio ad alternare due giri di corsa ed uno di cammino.
E' impressionante vedere gli atleti della nazionale, non si fermano mai e soprattutto non smettono mai di correre.
Mentre sto rientrando in pista da una sosta vengo preso sotto braccio da un atleta che mi dice: " Vieni che così mi racconti". Si chiama Marco Vannucci, forte accento toscano e forte andatura. Ha notato il mio smanicato con lo stemma dell'UTMB.
Con lui faccio solo un paio di giri e con il fiatone, almeno io, parliamo delle gare intorno al Monte Bianco alle quali anche lui ha partecipato. Marco non è un atleta qualsiasi. Più tardi ho saputo che è stato in testa alla classifica per gran parte della gara con 111km alla 10° ora.
Dalle 18 il tempo peggiora e cadono le prime gocce di pioggia. Per fortuna arrivano altri amici a trovarci: Pippo e Claudio con le rispettive famiglie. Ci salutiamo dalle transenne. Mi viene di fare gli onori di casa, vorrei fermarmi a parlare, ma loro sono i primi a dirmi "vai, vai".
Anzi ne approfitto e chiedo a Pippo di leggere il mio chilometraggio sulle classifiche aggiornate ogni ora.
Arriva il buio: alterno un giro di corsa e uno di cammino. La pioggia continua fino alle 24.
Alle 23 arrivano Pino, Enrico e Umberto. Alè! Botta di allegria. Ci abbracciano, non riesco a dire ciao che Pino mi ha già scattato 20 foto. L'incontro avviene a metà circuito e li incito a seguirmi nella direzione in cui sto camminando; Enrico mi guarda e: "Andrea sai che non posso correre..." Scoppiamo in una grassa risata. Si fermano fino a mezzanotte ora intorno alla quale scocca il mio centesimo km.
Evviva !
All'una decido di fare una pausa lunga. Devo distendermi e cambiarmi, le gambe fanno male.
La tenda per il riposo notturno è 'al completo ' e con Daniele decidiamo di metterci nel corridoio del Palaruffini che conduce alle docce. Io ho il sacco a pelo e per terra sto bene. Daniele per non soffrire troppo il freddo si sposta nello stanzino riscaldato prima delle docce. Con noi c'è Silvio Deiure. Silvio è andato a ballare e dopo aver riaccompagnato la moglie a casa è ritornato al Ruffini a sostenerci. Sono contento della sua presenza. Ci aiuta con la borsa, ci consiglia e incoraggia. Intanto arriva a fare la doccia Marco Vannuci, sorretto da due persone. Si è fatto male cadendo a terra nel tentativo di schivare una persona nei pressi dalla zona rifornimento. In quel moneto era primo.
E' l'una e Silvio ci avverte che tornerà a chiamarci tra un'ora. L'ora passa in fretta e non riesco a dormire.
Le gambe e le caviglie mi fanno male. Esco dal sacco a pelo e comincio a tremare per la stanchezza.
Silvio arriva, lo guardo e gli dico che non ho proprio voglia di uscire fuori al freddo: "Andrea, non ci pensare, fai una cosa per volta, piano piano". E' tutto difficile, ogni cosa anche le più normali sono uno sforzo mentale. Mi metto la crema a piedi e gambe, indosso maglie asciutte e sono in piedi. Jerome mi ha portato due maglie di cotone che sono più calde di quelle tecniche. Chiamo Daniele che decide di riposarsi ancora.
Ok esco Saluto Silvio che torna a casa, inserisco "la modalità Orco" e ricomincio a camminare.
Non piove, sono le 2:30 e c'è una bella pace.
Cammino e cerco di non pensare. Incontro Nerio con qualche problema di stomaco. Non gli dico nulla.
Ognuno porta a spasso il proprio corpo come meglio può. Mi pongo dei traguardi: il prossimo è il km 120.
Accosto due signori e comincio a parlare. Siamo colpiti da un gruppo di ragazzi che nonostante l'ora stanno giocando a calcio nel campetto adiacente: "In giro a quest'ora ? I nostri genitori ci avrebbero fatto un culo così..." Automaticamente partono i racconti dell'oratorio, dei Salesiani, dei giochi per strada.....finiamo con il problema della vicina di casa che quando fa sesso urla in modo forsennato e sveglia mezzo palazzo. Le nostre strade si separano: "Ciao a più tardi, grazie per la compagnia ".
Mi fermo a magiare qualcosa e sento profumo di caffè.
"Ne vuoi ?" I due ragazzi del ristoro hanno un occhio aperto su quattro.
Sono gentili e disponibili e soprattutto pazienti. Con il caffè mangio una bella fetta di pane e marmellata.
Le gambe chiedono pietà ma resisto fino al km 120. Pausa. Mi infilo nella tenda del riposo notturno. All'interno sento gemiti di dolore ma anche un bel russare; al buio intuisco che c'è gente distesa per terra. Una donna si alza e mi cede il posto; mi distendo e quello della branda accanto si alza e mi butta addosso la sua coperta. Sono veramente stanco, e sono grato per questi gesti.
Penso a cosa posso ancora fare. Sono le 6 e ho 4 ore a disposizione; mi piacerebbe fare ancora una ventina di km (10 km, riposo, 10km). Mi alzo e mentre esco dalla tenda mi accorgo che sulla branda alla mia destra c'è Roberto. Con uno sguardo condividiamo tutto.
Riparto, penso ad un giro alla volta e per paura di perdere il conto ripeto nella mente il giro che sto facendo.
Intanto il Parco Ruffini comincia piano piano a popolarsi. C'è chi porta a spasso il cane, chi corre, e anziani a passeggio che ci guardano stupiti. Vado talmente piano che i podisti della domenica mattina sembrano tutti professionisti.
Sono alla frutta e i giri progettati da 20 diventano 10.
Km 130.
Basta. Va bene così.
Le gambe sono ben oltre il limite e sarebbe sciocco continuare.
L'asfalto al quale sono poco abituato si è divertito abbastanza a massacrare i miei tendini.
Sono le otto, avrei ancora due ore a disposizione ma non mi interessa.
Mi sento svuotato e mi lascio pervadere dal pensiero di una bella doccia calda dopo la quale non devo più correre. Nelle docce incontro i miei compagni di avventura e Annemarie Gross. Stesso atteggiamento : basta
Faccio la doccia e mi presento in pista 30 minuti prima del termine. Seduto, guardo chi continua a girare:
alcuni si sono appena svegliati altri non si sono mai fermati, altri giocano al recupero rosicchiando ancora qualche giro. Poco prima del termine ci consegnano un cono di plastica con il numero di pettorale. Mi incammino con Roberto. 1° sparo. ultimi passi. 2° sparo, stop. Appoggiamo il cono a terra.
Nessuno si deve più dannare. Gli sguardi si alzano dall'asfalto e le facce sorridono felici.
Enzo Caporaso ci abbraccia uno per uno.
Sarebbe bello capire perchè ci si danna in tanta fatica inutile.
Forse non lo sappiamo neppure noi che ci definiamo ultramaratoneti. Ma poi chi se ne frega.
Forse fino a quando tutto ciò rimarrà incomprensibile ci sarà uno spazio libero nel quale rifugiarsi e poter fare cose da pazzi in strada come sui monti.
Ciao Andrea
domenica 17 ottobre 2010
Trail della Ghenza 16 Ottobre 2010
Foto Trail della Ghenza 2010
Dal racconto dell'OrcoPinoR
E' stato Jerome a linkarmi il sito della gara, a lui quindi il merito di avermi portato in questi luoghi che gia' conoscevo per via di un'amico che ha una casa a Coniolo.
A dirla tutta il ricordo di quelle giornate a Coniolo spaziano dalla bellezza delle colline Monferrine alla fastiodisità che davano le zanzare in un fine Settembre di un ventina di anni fa.
Non si riusciva a star fuori casa e ricordo che la raccolta dei grossi fichi maturi, delle nocciole e della visita alle sponde del Po' non erano state cose semplici per via di quell'insopportabile insetto.
A Ottobre pero' di zanzare si spera di non vederne neanche l'ombra e confidiamo nella perturbazione che e' arrivata dalla Svezia che ha fatto precipitare le temperature di parecchi gradi.
Il luogo designato della gara e' Rosignano Monferrato, un paesino abbarbicato su di una ripida collina argillosa.
Di quei paesi che possono solo essere fotografati e meglio ancora dipinti, e chi poteva far meglio di Angelo Morbelli , famosissimo pittore che dava luce ai colori. Spero di far entrare, oggi, nell'obiettivo della mia macchina fotografica buone immagini.
Dicevo Angelo Morbelli, amico e consigliere di quel Pellizza da Volpedo che in lui trovo' più che un amico. Di Morbelli rimane oggi nella Colma di Rosignano Monferrato Villa Maria che lo ha ospitato.
Qui era di casa quindi Pellizza da Volpedo ed è in questi luoghi che ha realizzato il suo il capolavoro pittorico, una raffigurazione del popolo che inzia uno sciopero...il Quarto Stato.
Inoltre mio cognato, appassionato cinefilo, e regista per diletto ,ha realizzato nel 2003 un bellissimo cortometraggio sulla storia del famoso quadro.
Quarto Stato
Chi non ama l'autunno, i suoi colori, i suoi sapori, le brume autunnali.
Attratti da tutte queste prospettive e conscio che i luoghi dove si svolgera' il Trail sono carichi di storia, eccoci iscritti alla gara Pino,Marcello e Vittorio.
Partiamo da Collegno (To), Corso Francia ingresso autostrada augurandoci che il tempo tenga.
Le previsioni sono in peggioramento per il pomeriggio. Per noi andra' bene, ai nostri amici ipermaratoneti, in quel di Torino al Parco Ruffini, che intraprenderanno il campionato italiano delle 24ore un po' meno. Il nostro pensiero e' a loro, a tutte le fatiche e alle prove fisiche e mentali che affronteranno.
Il tragitto lo trascorriamo a parlare di montagne di genti, di gare, con Vittorio che da buon chiaccherone la fa' da padrone.
Arriviamo a Rosignano Monferrato e per qualche oscuro motivo siamo convinti che la gara parta dal paese, cosi che ci inerpichiamo in cima per poi ridiscendernvi e capire che la partenza e' sicuramente piu' vicina ai cartelli che avevamo intravisto sulla statale indicanti --->DOCCE.
Dopo aver peregrinato ed aver chiesto indicazioni ad un indigeno eccoci finalmente alla distilleria e cantina Sociale di Rosignano Monferrato.
Iscrizione,.e visto che per prima della partenza c'e ancora un'oretta, entriamo curiosando nella distilleria.
Due assaggi di grappa (sono le 9.00 a.m.) Marcello acquista una bottiglia e d'infilata andiamo a visitare anche la cantina sociale.
Acquistiamo delle buone bottiglie del famoso Barbera del Monferrato...non si sa mai ....magari a fine gara la Cantina e' chiusa.
Odori del mosto in fermentazione , cavalieri vestiti da caccia alla volpe, vigneti a breve distanza, dolci colline e il forte odore della terra in autunno ci fanno da scenografia mentre ci cambiamo per prepararci ai 24km di sali e scendi tra i comuni di Sala Monferrato, Ottiglio, CellaMonte e Rosignano Monferrato.
Nebbie autunnali
velano paesi abbarbicati
su argillose colline
macchiate da ricchi vigneti
gia' vendemmiati.
Alcuni grappoli
lasciati per S.Martino
spengono la sete e
accendono la voglia
di assaporare antichi riti.
Rari Cacciatori
con le loro mute
inseguono nemici
che non sanno
essere se stessi.
Poi...forti odori di
mosto fermentato
ci inebriano e ci
ricordano il legame
con la madre terra
La partenza e' sita dietro la distilleria e siamo circa 130 atleti tra gara lunga e corta.
Si parte con calma olimpica, un Trail SlowRun, e anche se il sole di venire fuori proprio non ne ha nessuna voglia, sara' una splendida mattinata.
Sara' un lungo giro ad anello che ci porta tra vigneti di Barbera e Moscato, tra colline argillose e vecchi casali.
Vittorio e' più veloce di me e Marcello, subito gia' nei primi chilometri lo perdiamo.
Corriamo insieme io e Marcello fermandoci, di tanto in tanto a scattare fotografie da assapore poi a casa, la sera, in quelle lunghe serate infrasettimanali quando ormai fa buio presto, e le giornate di sole estivo sono ormai lontane.
Frequentemente ci fermiamo ad assaggiare qualche grappolo lasciato dai contadini per S.Martino, sono bacche succose, dolcissime, di uva nera Barbera e uva bianca moscato , il suo sapore e' inebriante , niente a che vedere con i gel alimentari o le barrette energetiche...nulla le puo' sostituire.
Ai ristori non ci serve null'altro , quando si ha fame qualche alberello di mele ci offre i suoi frutti maturi , gialli e succosi.
Ecco presi da tutto questi rimaniano soli sui sentieri io Marcello e Rosanna, incominciamo ad avere dei dubbi sul sentieri da seguire, ci siamo distratti ed ...opla' ci ritroviamo al 18km in dirittura d'arrivo.
Qualcuno ci apostrofa :"come fate voi ad essere qui visto che Tagliaferri e' appena arrivato ?."
Ohibo', sentiamo di fatto le voci dello speaker all'arrivo e siamo dietro la cantina sociale il nostro olfatto e' investito dal fortissimo odore di uve raccolte e messe a maturare.
Noooooo...dice Rosanna reduce dal Troi degli Sciamani, io voglio fare tutte e 24 i km che ci sono stati assegnati.
Semplice dico io, adesso per rispettare il chilometraggio torniamo indietro di 3km , quindi 18+3=21, poi al 21km si torna indietro 21+3=24.
Et Voila' detto fatto, con un'antico sciamano dei Trail propongo a Rosanna tale soluzione che immediatamente accettata, portiamo a fondo.
E' curioso vedere trailer che corrono al contrario ma penso siano straniti quanto noi, poiche' tutti chiedono se stanno procedendo nella direzione corretta. Esilarante.
Incrocio Roberto, Vittorio e tanti altri a tutti spieghiamo che stiamo tornando 'Sulla diritta via che avea smarrita' .
Al 21km incrociamo gli atleti della nostra stessa caratura e dunque con un bel dietro fronte ci ridirigiamo verso l'arrivo.
Terminata la gara ci trasferiamo alle famose --->DOCCE ...decidiamo , vista l'ora, di usufruire del pranzo offerto dall'organizzazione nell'enorme magazzino dietro la distilleria.
Marcello acquista una buona Bonarda, e con gli amici trailer che hanno corso con noi, pranziamo stanchi.
Prima di andare via, visto che Vittorio non aveva ancora visitato la Cantina Sociale, ci fermiamo per accontentarlo e per farci offrire, dopo aver curiosato tra i contenitori colmi di vino, un bicchierino di Brandy di uve Barbera.
sabato 9 ottobre 2010
MORENIC TRAIL 3 Ottobre 2010
Su gentile concessione di Vittorio Duregon, pubblichiamo questa sua e mail sulla 1° edizione del MORENIC TRAIL , trail svoltosi nel Canavese il 2 e 3 Ottobre.
Lunedì 4 Ottobre 2010 10:34
Ciao Pino,
eccomi a darti qualche dettaglio in più.
Mi sono ritirato al Posto Tappa di Santo Stefano, una chiesa romanica sopra il Lago di Candia, al 67° km.
Erano le 16 e 20. ero 34° . Stavo abbastanza bene però non riuscivo più a corricchiare- camminare per un dolore fortissimo muscolare all'altezza dell'anca ds.
Ho commesso un errore madornale.....ho usato delle scarpe nuove.... senza averle mai messe.
A parte il fatto che le ho prese troppo giuste, e di nuovo rischio di perdere l'unghia dell'alluce sinistro che mi faceva male, a parte questo, già sufficiente per non rischiare troppo,
la cosa grave è che queste scarpe sollecitano la muscolatura in modo diverso e ne è uscito un dolore insostenibile ai muscoli esterni che fasciano l'anca.
Un'inezia, ancora ieri camminavo storto, oggi sto benissimo.
Un gran rammarico perché non andavo male, quando mi hai mandato l'sms , era il 47°, psicologicamente ero un pò giù, cominciavo a sentire la fatica e iniziavano questi dolori all'anca,non riuscivo a fare le discesine
senza soffrire alla punta dei piedi.
Inoltre credevo di navigare in fondo al gruppo, e invece non avevo capito niente .. ero abbastanza avanti.
Quando sono arrivato al posto tappa del Ponte sulla Dora, al 57°,ho accennato timidamente al ritiro, mi hanno detto in coro che ero 30° assoluto, potevo tranquillamente prenderla calma e camminare,
così ho deciso di proseguire ancora almeno per il posto tappa successivo.
Non è stato facile arrivarci, non avrei potuto fare un metro di più.
Apro una parentesi:
Come sai questo era il mio primo vero 'trail' classico, in più, essendo alla 1° edizione, non ne conoscevo il terreno..
Sta di fatto che avevo idee confuse su quando sarei arrivato, sempre che tutto fosse andato bene.
Speravo comunque di finire nella prima parte della serata, con il buio, ma con il Traguardo molto vicino.
Ho corso quindi con una sola idea fissa: devo correre tutto il giorno, far passare le ore. Niente orologio.
Col senno del poi vedo che avrei potuto terminare fra le 23 e l'una. Almeno,così sono arrivati quelli che avevo vicino.
Il percorso si svolge quasi tutto su terreno boschivo, su sentieri mulattiere stradine sempre ben segnalate.
La prima parte è una lunga discesa nel bosco verso il Lago di Bertignano, con tratti effettivamente sulla schiena d'asino della Serra, sentiero con pietre ,abbastanza tecnico. Da Bertignano in poi
terreno ondulato nel bosco su sterrato facile, a pestare ghiande, ricci di castagno, funghi, con attraversamento di qualche terreno agricolo a mais o a frutteto e di qualche pittoresco paesino.
Divertenti le staffette. La staffetta maschile sembra un film.
Vottero Reis,Giacchetto,e Benedetto, tutti e tre molto giovani, non hanno trovato il quarto componente. Allora Vottero fa le prime due frazioni da solo , ben 56 km ! però.. commette un errore di percorso e da primo passa a terzo,
recupera ma passa il testimone a Giacchetto in svantaggio ancora di 6 minuti, Giacchetto salda il conto già al decimo km della sua frazione, se ne sta un po' tranquillo e poi se ne va passando il testimone in 1° posizione a Erik Benedetto che
sarà così il primo concorrente in assoluto a tagliare il Traguardo a a Brosso.
Tra le staffette femminili una vittoria scontata , c'èra in gara un quartetto formato da Alma Rikka,Maria Luisa Riva,Raffaella Miravalle,Ornella Bosco.
Hanno battuto anche Giuliano Cavallo, il primo assoluto maschile !
Cavallo ha vinto alla sua maniera, con un distacco importante. Ha detto che non sapeva cosa succedeva dietro. Non sapeva che Zucconi si era ritirato.
Altrimenti si sarebbe risparmiato , visto che vuole correre 7 giorni dopo la 3 Comuni di Albissola.
Francesco si è ritirato circa al 50°,era secondo o terzo, ho sentito che aveva gambe dure,crampi ma non ci siamo ancora visti.
domenica 3 ottobre 2010
CORSA AL MUSINE' 3 Ottobre 2010
foto Corsa al Musinè 2010
foto Festa al Musinè Settembre 2010
Dal racconto dell'OrcoPinoR
Incipit
I Racconti sinora redatti riguardano Trail di medio lunghe distanze , mal si pone quindi una gara da 8 chilometri nel corollario dei racconti di corse in montagna.
Questa gara però ha per me un sapore speciale , perche' si svolge nella mitizzata , magica , favolosa , storica montagna dal nome MUSINE'.
Preludio
La prima volta che sentii la parola Musine' fu intorno alla meta' degli anni 70' , ad opera di mio fratello Vito che tra un Petrus e una MS, dopo pranzo, nella casa di Via Ormea n.8 in Torino, al 1'Piano sopra la panetteria oggi gia' gastronomia ,mi raccontava come dal suo Uffico delle ex-Acciaierie Teksid di Corso Mortara, si faceva spiegare da un suo collega i nomi delle montagne da li' rimirabili....Il Pirchiriano con la Sacra di S.Michele, Il Musine, il Civrari....ed io li ad ascoltarlo con curiosita' e interesse.
E dire che mio fratello non ama particolarmente la montagne e mai fino ad oggi sono riuscito a portarlo in vetta al Musine'.
Prologo
La prima volta che sono salito in vetta, risale al 1986 quando con gli amici della palestra di Karate 'Arashi Doyo' di Corso Dante (To), abbiamo intrapreso una gita di puro divertimento, per stare una giornata insieme.
Non ricordo la gita come un evento particolarmente piacevole e anzi faccio fatica a focalizzarlo.
Sono ritornato in cima al Musinè con gli amici un'altra volta nel 1988 e di questa ne ho un ricordo piu' nitido, forse per via delle foto che scattammo salendo al monte, eravamo io Marco, Piero, Fausto veri amiconi nella vita e sul lavoro...
Piu' assidue le salite si sono fatte quando ,ormai solo in casa dacche' mio padre si era trasferito a Salbertrand (To), il tempo da non trascorrere in solitudine si era ampliato.
Cosicche' alcune domeniche mi piaceva scorrazzare solingo e selvaggio per il Musinè, lontano dalla caotica città , libero dai rumori e dalle cose.
Tornavo sereno e in pace ed il Lunedi di lavoro mi angosciava meno.
Quante genti
Hai visto passare
Quanti cuori pulsare
Quante menti felici
E quanti qui su di te
A risolvere problemi
A cercarsi dentro
A estraniare il mondo
A buttar giu' passi
Alle tue pendici
In amori fuggevoli
Sui tuoi fianchi
In un amore per sempre
Anni sono passati prima che risalissi al Musine' la famiglia,il lavoro hanno pienamente occupato il tempo.
Poi nel 1997 decido che era tempo di dedicare qualche ora allo Sport....certo che di iscrivermi in una palestra o associazione non ne avevo nessunissima voglia visto che arrivavo da 11 anni di palestra e Federazioni di Arti marziali....no proprio nessuna voglia.
Volevo essere libero...e quale miglior palestra del Musine'.... a pochi minuti da casa una montagna Pret-a-Porter.
Le salite si sono succedute almeno 1 volta alla settimana....salivo solo se il tempo era buono, ciò nonostante mi sono goduto gli ultimi scampoli del gruppo di appassionati che ha frequentato il Musinè tra la meta' degli anni 80' e la fine degli anni 90'.
Li sentivo parlare di ripetute giornaliere al Musine 4,5 volte, di numero di Volte in un anno 200, 250. Figure mitiche che hanno onorato la montagna e ne hanno scritto un pezzo di storia.
Paolo, Andriano, Marco, Riccardo, Mario, Enzo, Salvatore, Cristina, Marcello, GianMarco, Rocco, Perrone....e mi scusino quelli non citati.
Su tutto il compleanno di Cristina , a dir la verità non ricordo piu' l'anno penso il 1999 o 2000 non so... avevano sparso la voce per i festeggiamenti, come al solito, Vito e Marco.
In cima la sera del compleanno, una splendida serata estiva, eravamo una trentina di persone...un ricordo indelebile.Tutti avevano portato qualche leccornia e insieme si era fatto festa.
La discesa con la luna piena indimenticabile.
Ricordo di momenti bellissimi:
-Le grandi nevicate invernali con la neve sulla pancia
-L'utilizzo dei ramponi sui ripidi pendii a Nord
-Gli scialpinisti che veloci sfrecciavano
-Le fredde giornate di gennaio con il Verglass sulle rocce
-Le salite estive accompagnato dal canto delle Cicale
-Le notturne al chiarore della luna con le luci di Torino
-Gli incontri curiosi con cinghiali, camosci, caprioli, lepri e minilepri
-Le raccolte delle erbe aromatiche dall'erba cipollina al finocchio selvatico e all'asparago selvatico
-Le Poiane che alte inseguivano gli Alianti ed entrambi galleggiavano sulle calde correnti ascensionali
-I Pranzi preparati dal nostro Vito, ormai cuoco di fiducia
-I fungaioli che scendevano con i cestini pieni di Porcini e mazze di tamburo
-I neofiti del DownHill che cercano, senza mai riuscirci, di domare la montagna
-Le salite a chi arriva primo e le discese a discutere di Politica
-La raccolta delle more per le marmellate.
-La via Crucis Pasquale per le edicole che portano a S.Abaco
-Le ascese con le nebbie che coprivano la pianura
e tante e tante altre cose....su questa incredibile e viva montagna.
Eppoi in cima, se il tempo ti assiste, sei premiato dopo 750 metri di dislivello positivo , a 1150 S.l.m , con un bel panorama sulle alpi Marittime, Cozie e Graie
Lo sguardo a 360 gradi
Dalle Marcarolo al Cadibona
Dal Monviso al Granero
Dal SanGiorgio all'Aquila
dal Rubinet al Rocciavrè
Dalla Cristalliera all'Orsiera
Dal Pelvous al Ciusalet
Dal Rocciamelone al Civrari
Dalla Ciamarella al Soglio
Dal GranParadiso al Rosa
Poi le nebbiose lande Padane
Sono in cima nulla da temere
Al Musine' ho avuto modo di incontrare personaggi come Valerio Bertoglio o il sindaco di Torino Chiamparino, ritrovare vecchie amicizie...perche' qui prima o poi ci vengono tutti almeno una volta nella vita , quasi in processione e allora vivide si fanno le Fiaccolate di Gennaio per la festa di S.Abaco, che poi finiscono nel grande falo' di piazza Cays a Caselette con le bevute di Vin brule' ......
E alfine le gare di Corsa in Montagna,dalla classica salita che quest'anno e' alla sua 25'Edizione ,alla Maratona Alpina di Valdellatorre gia' alla 3'Edizione e che ha nel Musine' uno dei suoi punti di riferimento.
La Cronaca della gara
La partecipazione alla gara, per me, e' stata in forse fino all'ultimo giorno.
In primis la concomitanza con la gara di società del GS Murialdo la 'Tetti Valfre'' , in secundis un terribile raffreddore di inizio autunno che mi ha colpito alcuni giorni prima della gara.
Ma al fine eccoci alle 8.00 in piazza Cays con un meteo non del tutto consono alla gara, freddo , nebbie e pioggerellina ottobrina.
La gara e' dedicata alla memoria di Cesare Bonino e siamo in circa 60 atleti iscritti tra maschi e femmine, pronti a sfidarsi su un percorso di quasi 8 km con 750 D+.
Alla gara partecipano diversi Orchi PinoCar, Marcello, Paolo, PinoPic e inoltre un folto gruppo di atleti del Gs Murialdo.
Appena trovati d'obbligo il caffe' , tutti mi rimproverano la levataccia visto che la gara parte alle 9.45...ma tant'e' ne approfittiamo per raccontarci delle ultime settimane ;tra gare fatte , malanni osteoarticolari , e pianificazione per eventuale gare future.
Alla partenza anche Fausto che , dopo la distorsione di appena 2 settimane fa' alla gara 3Denti di Cumiana, grazie alla sua infermiera di fiducia, sua moglie Anna, e' gia' in grado di partecipare a questa corta ma durissima gara di montagna.
...E poi PinoPic in forma smagliante ed esente da corsi di arrampicata, non ci vuole rivelare come in pochi mesi abbia perso 10kg di peso...la bici...?...L'arrampicata..?
Uscito dal piccolo chiosco in piazza Cays incontro Riccardo che io ho soprannominato Jambo per via della sua escursione ad inizi anni 2000 al Kilimangiaro la montagna simbolo dell'Africa Equatoriale.
Lui e' un vero afficionados del Musine' e anche se non iscritto a nessuna societa' quest'anno vuole partecipare alla gara nelle file degli atleti non competitivi.
Ultimi preparativi , con riscaldamento , sulla strada del viale incontriamo l'assessore allo sport della Comunita' montana delle valli di Lanzo , promotore dell'ULtraTrail Punt del Diau che si disputa nelle Valli di Lanzo , gara neonata in pianificazione per l'autunno 2011.
Ore 9.45 la partenza, dopo lo sparo da piazza Cays all'inizio della salita circa 400 metri da correre come una gara su pista, cosi' che si arriva alle prime rampe gia' con il fiatone.
Corriamo tutto l'acciotolato che porta alla chiesetta dedicata ai santi martirizzati nell'antica Roma nel I sec. d.c. , Abaco, Maria, Marta, Audiface.
La chiesetta è conosciuta ai piu' come chiesa di S.Abaco e ad ogni edicola ,ognuna fatta costruire dalle associazioni di artigiani, prego affinche' nella tecnicissima discesa che ci attenderà dopo la croce, non ci accada nulla.
Paolo sta andando forte, il suo passato nell'atletica leggera la dice lunga ....seguiamo a ruota io e Fausto che seppur con la caviglia frantumata riesce a starci dietro senza neanche troppo sforzo.
Al pianoro di Pian a Granda Paolo ha gia preso quasi 100 metri di distacco, io dietro e dietro di me Fausto.
Saut d'la Vulp con le sue catene , Paolo non lo vedo piu' mi dira', a gara finita, che e' transitato in cima in 39minuti mentre io passo in punta alla croce al minuto 41esimo...spugnaggio ed inizia la discesa fangosa su rocce scivolose , piove una pioggia lenta... e giu in picchiata.
Fausto e con lui altri due atleti mi superano , li faccio passare.
Il mio scopo e' non farmi male , ho il terrore di sfracellarmi su qualche roccia cosi come succederà a Roberto Garbati . che si e' guadagnato un bel taglio da suturare sulla gamba.
Al termine della discesa e arrivato al viale di rientro in piazza Cays vedo in fondo la sagoma di Paolo....accidenti ho recuperato 2 minuti in discesa.....ancora 500 metri e avrei potuto fare lo sprint finale con lui.....peccato sara' per il prossimo anno.
I vincitori della 25 edizione ,dedicata alle memoria di Cesare Bonino, sono Taziano Odino e Debora Cardone.
Odino dell’Atletica Valpellice ha chiuso la gara in 49'43” seguito a 47” Claudio Garnier del GASM Torre Pellice e a 58' da Luca Vacchieri del Des Amis. Per Lorenzo Oria del Giò 22 Rivera quarto posto in 51'08” davanti a Massimo Garnier del GASM in 53'09”.
Per le ragazze vittoria alla Cardone dell’Atletica Giò 22 Rivera, che ha concluso in 56'22” davanti a Marina Plavan del Baudenasca in 1h03'49 e Paola Martoglio del La Salle Giaveno in 1h10'08”.
In attesa delle premiazioni, beviamo il the e mangiucchiamo qualche biscotto, lo speaker annuncia le società vincitrici a punti....e con sorpresa che la GS Murialdo si aggiudica la 1' Posizione con una coppa da incorniciare.
foto Corsa al Musinè
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