Classifica Cervino XTrail 2012
Sito Cervino XTrail
Nota:Le foto del Cervino sono state fatte dal Colle Superiore di Cime Bianche nell' Agosto 2004, durante il Tour del Monte Rosa.
Intervista all'OrcoLivio sul Cervino X Trail, 53km 3800D+.
-Questo del Cervino e' un Trail che promette grandi emozioni, visto che si corre sotto la Gran Becca, e considerate le pessime previsioni del tempo ,,, hai comunque deciso di partecipare....
Dopo il CRO-MAGNON avevo individuato questa gara come ultimo allenamento lungo in vista dell'UTMB, inoltre alcuni dei partecipanti delle passate edizioni me ne avevano parlato un gran bene (forse perche' faceva bello, visto che il panorama doveva essere sublime : io in 2 giorni non ho avuto l'onore di vedere sua maestà IL CERVINO)
- Come hai gestito la logistica per arrivare a Cervinia.
Premesso che la partenza e l'arrivo erano a Valtournenche e non a Cervinia ( da cui non siamo transitati nemeno in gara tenendoci sempre su tracce moreniche in quota), mi sono recato sul posto il venerdi' sera tardi con la famiglia in Camper.
-Valtournenche è un luogo prettamente turistico, l'accoglienza degli autoctoni e dell'organizzazione com'e' stata?
Sono arrivato a Valtournenche la sera tardi e per di piu' sotto un temporale, dopo la gara mi sono spostato a Cervinia 10km piu' a monte nella vana speranza di un' apertura delle nubi. Addirittura il mio arrivo della gara si e' svolto sotto l'ennesimo scroscio di pioggia e sotto il pallone non c'era nessuno ( salvo i miei immancabili supporters personali Sabrina , Marco e Cristina) in quanto l'organizzazione si era spostata 30mt piu' avanti sotto un gazebo.
-Qualche personaggio tra i partenti che ti ha colpito particolarmente.
Sicuramente i tempi stratosferici ed un po' incredibili dei primi 2 finisher che hanno percorso i 53km con circa 3600mt d+ in 5h30 alla media di quasi 10km/m. Cosa che molti maratoneti non riescono a fare nemmeno in pianura su asfalto su distanze minori. Se e' tutto pulito davvero complimenti.
Ho inoltre avuto modo di incontrare il campione di trail Giuliano Cavallo che si e' ritirato dopo una rovinosa caduta nell' acqua gelata di fusione in uno dei tanti guadi che abbiamo duvuto affrontare. Ha preferito mollare per non compromettere la sua pertecipazione ,speriamo da protagonista ,alla prossima UTMB.
-Visto il tempaccio, come ti sei bardato per affrontare la gara e cosa portavi nello zaino.
Mi sono vestito in modo normale come tutte le altre volte : pantaloni cosciali, maglietta mezze maniche con braccioli, calze lunghe,cappello con visiera (per riparami dalle goccie di pioggia sulle lenti degli occhiali) guscio antipioggia quando serviva. Dopo mezz'ora di corsa tanto si era bagnati dappertutto, anche sotto il guscio.
Non mi sono mai cambiato in quanto la temperatura non era molto rigida, a mio avviso non siamo mai scesi sotto i 10gradi nonostante la pioggia.
-Con quale spirito sei partito, sappiamo che a fine Agosto 2012 sei tra i partenti dell'UTMB 10 edizione gara lunga da 160km.
Il mio obiettivo era quello di fare un lungo allenamento su terreno a volte impegnativo con un buon dislivello , senza stancarmi tanto. Avevo preventivato 10 ore, ho chiuso in 9h52 senza il minimo problema o affaticamento post-gara, per cui sono molto contento. Certo in altre occasioni avrei potuto togliere da 30 a 60 min ma va bene cosi'.
-Raccontaci del percorso e di qualche peripezia che avete dovuto affrontare durante.
Nella prima parte di percorso , fino al ristoro del 25km a Plan Maison, il tracciato e' stato molto impegnativo sia per la pioggia che per i frequenti guadi che abbiamo dovuto affrontare nei torrenti di fusione glaciale ingrossati dalle pioggie notturne. Da provare l'esperienza di attraversare un rio impetuoso di acque color panna fino al ginocchio ad una temperatura vicino a zero gradi. Per 5 minuti le gambe diventavano insensibili.
Molto impegnativa anche la salita a otre 2800mt del rifugio Oriondè (ottimo ristoro all'interno) propio sotto alla cresta del Leone (nelle nebbie).
Nella seconda parte il percorso e' meno impegnativo ed un po' piu' monotono con continui saliscendi dapprima sulle strade sterrate di manutenzione di dighe e piste sci e poi su ottimi sentieri tra boschi e pascoli. Fortuna che ho incontrato Monica da Vigevano con cui ho percorso parecchi km chiacchierando del piu' e del meno (sempre di corse).
Finale con passaggio in panoramica cresta (cosi' ci hanno detto) e discesa su sentiero con interminabili tornanti nel bosco.
-Il post gara come lo hai trovato... cioe' ristoro, docce, premi...
Come premio abbiamo ricevuto la solita maglietta tecnica, mente per i finisher non erano previsti riconoscimenti, salvo qualche premio a sorteggio.
Premi per i primi 10 classificati assoluti (che ovviamente sono arrivati ore prima di me).
Ottimi, ben disposti (ogni 15-18km) e ben forniti tutti i ristori con volontari sempre cordiali e gentili.
-Accidenti nuovamente Finsher dell'ennesimo trail, ci dici quanti km in gara hai fatto da Gennaio 2012...non vorrai nuovamente bissare il Trofeo Orco dell'anno del 2011?
Non so' quanti km ho gia' fatto da gennaio, ma sono tanti. Adesso mi manca solo la ciliegina(ndr UTMB). Che DIO (e tutti gli orchi) mi aiuti.
Ok OrcoLivio, la nostra breve intervista e' teminata, gliOrchi tutti ti seguiranno insieme all'OrcoGreg via WEB o direttamente a Chamonix alla festa intorno al Monte Bianco.
lunedì 30 luglio 2012
Trail Autogestito Vernazza Corniglia 26 Luglio 2012
foto T.A. Vernazza Corniglia di Andrea
Dal racconto dell'OrcoCamola
"Sono stati 40 miniti che hanno cambiato la nostra vita. L'alluvione non ha segnato solo il paese ma anche la nostra anima".
"Sono morte 5 persone".
"Ci siamo trovati a gestire un'emergenza più grande di noi".
Ci racconta della fondamentale collaborazione con la Regione Valle d'Aosta e della corsa contro il tempo
per sistemare il più possibile il paese.
Dal racconto dell'OrcoCamola
Trascorro qualche giorno di ferie al mare nella zona delle Cinque Terre.
Quando vado in vacanze tra tutte le info che cerco sul luogo guardo sempre
se ci gare organizzate o percorsi particolarmente belli da fare di corsa. Come
tutti sappiamo i sentieri delle cinque terre sono frequentati dai camminatori
di tutto il mondo in più scopro che nei giorni della mia villeggiatura c'è
un allenamento a Vernazza organizzato da Santucci Running di
Viareggio.
Scrivo per sapere se posso partecipare e subito mi risponde Massimo Santucci: "Certo Andrea, vieni così ci alleniamo insieme".
L'appuntamento è alle 10.30 a Vernazza. Appena scesi dal treno ci riconosciamo dall'abbigliamento.
Il gruppo è formato da una decina di persone. Tutti sono gentili e accoglienti e ci salutiamo con piacere.
Ad accoglierci a Vernazza Gianni che è l'assessore all'ambiente.
Facciamo quattro chiacchiere e chiedo a Massimo se Santucci Running è una ASD. "No, apparteniamo a società diverse, alcuni di noi fanno parte dell'Orecchiaella Garfagnana di cui io sono il direttore tecnico".
Ok ....vero che mi aspettate?
Scrivo per sapere se posso partecipare e subito mi risponde Massimo Santucci: "Certo Andrea, vieni così ci alleniamo insieme".
L'appuntamento è alle 10.30 a Vernazza. Appena scesi dal treno ci riconosciamo dall'abbigliamento.
Il gruppo è formato da una decina di persone. Tutti sono gentili e accoglienti e ci salutiamo con piacere.
Ad accoglierci a Vernazza Gianni che è l'assessore all'ambiente.
Facciamo quattro chiacchiere e chiedo a Massimo se Santucci Running è una ASD. "No, apparteniamo a società diverse, alcuni di noi fanno parte dell'Orecchiaella Garfagnana di cui io sono il direttore tecnico".
Ok ....vero che mi aspettate?
Gianni ci mette una disposizione un lacale dove poterci cambiare e non
possiamo che parlare dell'alluvione del 25 ottobre 2011. Il racconto di
quel giorno è impressionante. Nella stradina nella quale stiamo camminando si
sono depositati 4 metri di detriti. Sul porto turistico ci indica il punto fin
dove è arrivata la massa di terra e fango, circa 30 metri sul mare oltre la
spiaggetta. All'inizio del paese una gigantografia mostra cosa Gianni ci
racconta.
"Sono stati 40 miniti che hanno cambiato la nostra vita. L'alluvione non ha segnato solo il paese ma anche la nostra anima".
"Sono morte 5 persone".
"Ci siamo trovati a gestire un'emergenza più grande di noi".
Ci racconta della fondamentale collaborazione con la Regione Valle d'Aosta e della corsa contro il tempo
per sistemare il più possibile il paese.
Tra le iniziative delle pro-loco dei diversi borghi, c'è anche la
proiezione dei filmati dell'alluvione.
Il ricordo e le testimonianze sono per i locali una necessità per andare avanti.
La proiezione dei filmati è come dire ai turisti che vengono da tutto il mondo "qui è successo questo, noi abbiamo vissuto questo".
Oggi Vernazza, fortunatamente, è piena di turisti e noi siamo qui per goderci una bella corsa.
Partiamo e raggiungiamo Corniglia passando dalla strada asfaltata sulla montagna.
Tre chilometri di dura salita ci portano a S. Bernardino (vista stupenda) e poi sempre per asfalto giù fino a Corniglia.
Mi accorgo subito che sono tutti bravi e cerco di darmi da fare per non rimanere troppo indietro.
Lo spirito è proprio quello giusto: ci si aspetta, si ride, si fanno foto.
Ritorniamo dal sentiero sul mare facendo lo slalom tra i molti camminatori. Tornati a Vernazza facciamo il bagno. Ci voleva proprio, il caldo ci ha prosciugati.
Il programma si chiude con una mitica spaghettata che si trasforma in un signor pranzo. Spaghetti allo scoglio, acciughe preparate in diversi modi vino delle Cinque Terre a volontà ed un sorbetto preparato con vodka e gelato che ricorderò per sempre.
Parliamo di gare e progetti futuri, io racconto l'esperienza degli Orchi.
Sono stato fortunato ad incontrare persone così aperte ed accoglienti.
Anzi è bello pensare che la condivisione di una passione come la corsa possa far incontrare persone che fino al giorno prima non si conoscono e oggi vivono insieme una giornata cosi bella.
Ciao.Andrea
Il ricordo e le testimonianze sono per i locali una necessità per andare avanti.
La proiezione dei filmati è come dire ai turisti che vengono da tutto il mondo "qui è successo questo, noi abbiamo vissuto questo".
Oggi Vernazza, fortunatamente, è piena di turisti e noi siamo qui per goderci una bella corsa.
Partiamo e raggiungiamo Corniglia passando dalla strada asfaltata sulla montagna.
Tre chilometri di dura salita ci portano a S. Bernardino (vista stupenda) e poi sempre per asfalto giù fino a Corniglia.
Mi accorgo subito che sono tutti bravi e cerco di darmi da fare per non rimanere troppo indietro.
Lo spirito è proprio quello giusto: ci si aspetta, si ride, si fanno foto.
Ritorniamo dal sentiero sul mare facendo lo slalom tra i molti camminatori. Tornati a Vernazza facciamo il bagno. Ci voleva proprio, il caldo ci ha prosciugati.
Il programma si chiude con una mitica spaghettata che si trasforma in un signor pranzo. Spaghetti allo scoglio, acciughe preparate in diversi modi vino delle Cinque Terre a volontà ed un sorbetto preparato con vodka e gelato che ricorderò per sempre.
Parliamo di gare e progetti futuri, io racconto l'esperienza degli Orchi.
Sono stato fortunato ad incontrare persone così aperte ed accoglienti.
Anzi è bello pensare che la condivisione di una passione come la corsa possa far incontrare persone che fino al giorno prima non si conoscono e oggi vivono insieme una giornata cosi bella.
Ciao.Andrea
domenica 15 luglio 2012
UltraTrail 3 Rifugi Val Pellice 15 Luglio 2012
Foto UltraTrail 3Rifugi ValPellice 2012
Classifica UltraTrail 3Rifugi Valpellice 2012 (50km)
Classifica Trail Alpeggi 2012 (30km)
Sito 3Rifugi ValPellice
Sito Gli Orchi Trailers ASD
Edizione 2011
Edizione 2010
Edizione 2009
<<....sento di aver varcato ben piu' lontani
ed invisibili confini.
Sò di aver superato la barriera
che mi separava dall'anima,
sento finalmente di aver sciolto
il mio nodo interiore.
Nell'emozione di questo momento
mi sorprendo a piangere e poi a cantare>> (Walter Bonatti)
Dal racconto dell'OrcoPinoR
Questo mio racconto sulla 3 Rifugi Val Pellice nella nuova versione Ultra Trail , inizia in un modo a dir poco bizzarro e allo stesso tempo premonitivo.
E’ dal mese di Aprile che abbiamo prenotato la camera presso il ristorante albergo L’Alpina, misurando che ,vista la novità della 3Rifugi con la partenza della gara da Bobbio Pellice (To) alle ore 7.00 , non avrò voglia di farmi l’alzataccia delle 4.00 del mattino.
E… alfine ben preparate le cartilagini i tendini i muscoli le ossa tutte, eccoci già dal primo pomeriggio del 14 Luglio 2012 al ritiro pettorali di Bobbio Pellice presso il locale ristrutturato della ex-dogana.
Ad accoglierci, in questa struttura riattata, oltre all’organizzazione una splendida mostra fotografica su Bartolomeo Peyrot , il primo salitore italiano al Monviso del 1862, ed una sulle edizioni passate della 3Rifugi; gara regina delle corse in montagna italiana alla sua 37esima edizione.
Le mostre sono presentate dalla Sezione CAI Uget Val Pellice, in collaborazione con il Comune di Bobbio Pellice,
Ritirato il pettorale, fatto un giro turistico per Bobbio Pellice , bevuto l’aperitivo al laghetto Nais, prendiamo possesso della pulita e fresca camera messaci a disposizione dal Ristorante L’Alpina.
All’ingresso dell’Albergo, un gruppetto di locali trascorre un tranquillo pomeriggio discutendo del più e del meno ,tra gli astanti una persona di mezza età mostra uno splendido esemplare di serpente.
Si avete letto bene, trattasi di un vero pitone Reale sfoggiato con dimestichezza dal suo padrone.
Lui, il serpente, pare tranquillo, sinuoso nel suo manto lucido e colorato, un vero signore .
Non posso far’altro che eseguire il link alla divinità Azteca di Quetzalcóatl, IL Dio serpente piumato, di cui qui cito alcune sue doti raccontate in una vecchia leggenda azteca.
Quetzalcoatl, il dio serpente, signore della creazione, del sapere e del vento
eccolo il segno premonitore per domani 15 Luglio 2012, tutto andrà per il verso giusto, ed un Vento soprannaturale e protettivo spirerà e ci accompagnerà per tutta la gara.
Altri Orchi arrivano intanto a Bobbio.
L’OrcoGaetano e famiglia albergati al Bed&Brekfast il Curtilet , L’OrcoVittorio e L’OrcoElena con Stefano al campeggio .
Scambiati i convenevoli si finisce per decidere di cenare tutti insieme all’Alpina per le 20.00.
La cena trascorre veloce a discutere di vecchie e nuove gare, finiamo per parlare anche della gara nel deserto del Namib in Namibia (Continente Africano), che a Gaetano piacerebbe tanto farla…dall’altra parte del tavolo Stefano risponde “Io l’ho vinta quest’anno e anche quello passato”….GULP.. vedo la mascella di Gaetano staccarsi dal viso….
A chi interessa conoscere Stefano andate su Stefano Ruzza e il deserto del Namib
Il cibo non proprio quella di una sera pre-gara ma e’ sano e genuino, segnalo il tagliere dei formaggi ed in particolare la specialita della Val Pellice il seirass del fen, ricotta stagionata composta da latte vaccino, ovino e caprino.
La serata fresca ci permettera’ di riposare come si deve e di svegliarci alle ore 6.00 per una ricca colazione, il gestore dell’albergo non è felicissimo ma tant’e’ oggi e’ un giorno speciale.
Dunque il mattino del 15 Luglio 2012 è arrivato, tutto e’ cambiato qui inValpellice, dagli scalpellini ormai quasi tutti provenienti dal lontano Katai , alla 3 rifugi nella sua nuova veste di Ultra Trail, un po’ per adeguarsi ai trend pionieristici di questi anni , un po’ per dare nuovo vigore all’organizzazione che da ben 37 edizione cura la manifestazione.
E per l’occasione l’antico sentiero dell’ Autagna che da Bobbio Pellice porta al Colle Barant e tratti del percorso che dal Rifugio Willy Jervis percorrono la sinistra orografica della valle, sono stati ripulito.
I lavori iniziati con il primo disgelo di Aprile sono terminati in tempo record .
Entriamo nella gabbia, e ci contiamo in 80 trailers per la distanza della 50km, gli atleti della 30km circa 160 , partiranno alle 8.00, un’ora dopo.
Sono preparato, con un nuovo tipo di allenamento; le mie lunghe salite in montagna in bicicletta.
Queste gare da 40/50 km, definite ormai di media distanza, riesco a terminarle senza traumi muscolari, ne’ subito dopo la gara e neppure nei giorni successivi, permettendomi già a metà settimana di scorrazzare libero nei boschi.
Prima della partenza un Drone con videocamera incorporata si alza in volo … eccolo a mezz’aria come un piccolo Alien, riprende la nostra tensione e quella dei top runner Bert, Garnier, Bonnet (tutti nomi di famiglie autoctone) .
Carlo DeGiovanni e Claudio Vittone ci incitano ed eccoci partiti gia’ al ritmo di una 10km ... incredibile
Ci portiamo subito sulla destra Orografica del torrente Pellice in direzione Lauset e poi verso la Borgata Rostagni.
Passiamo il ponte Napoleonico del Biava in borgata Malpertus, poi si inizia a salire su per il bel faggeto del bosco dell’Autagna.
Usciti dal bosco presso la Gugliassa , un roccione sinistro e sporgente visibile anche dalla bassa valle, inforco con il piede destro la parte terminale di un alberello tagliato di fresco, tiro per divincolarmi ma la scarpa di strappa ed io finisco diritto a terra.
Solo le mani libere dai bastoncini riescono a fermare la rovinosa caduta e salvare il mio bel visino arrivato a pochi centimetri da un masso sporgente.
Controllo la scarpa ma in salita sembra tenere, occorrerà vedere il comportamento nella veloce discesa che dal Colle Barant ci portera’ al pian delle Marmotte e poi al rifugio Barbara Lowrie.
Al colle Barant il freddo si fa sentire, il Vento freddo mandato da Quetzalcoatl, fa scendere la temperatura a +4 gradi, da parte mia non sento nulla, sono talmente caldo con i BPM a 160/170.
La vista verso la conca del Prà e le montagne intorno e’ impagabile, ecco laggiù il colle dell’Urina e la punta Bucie con il suo omonimo colle.
Colle Barant 2400 Slm e poi giu’ ... prima su agevole sentiero e poi per la carrereccia come inseguiti da branco di Lupi mannari verso il Rifugio Barbara Lowrie in località alpe del Pis.
Il rifugio fu fatto costruire da Walter e Barbara Lowrie, una coppia statunitense, come casa di caccia per poi donarlo al Cai Uget.
Al Rifugio Barbara 1750 Slm un buon ristoro … ancora nel naso il profumo di quella splendida crostata…se qualcuno conosce il cuoco , me lo segnali occorre fargli i complimenti ...
Riparto verso il temuto colle Manzol che quest’anno con questo splendido sole sarà facilmente addomesticabili.
Durante la salita, la mia testa galleggia in un liquido impalbabile, mi ascolto a non pensare, i pensieri si accavallano… li sciolgo per poi accavallarsi e ancora crescere.
Ecco il Colle Manzol 2700 Slm , piu’ in alto la sua punta a quota quasi 3000 Slm, una tifosa suona a intervalli irregolari una VuVuZela , nell’imbuto del colle risuona caldo e confortante.
Non ho il tempo di sentire freddo al Colle, subito giu’ per al ripida discesa che ci porterà al Rifugio Granero 2400 Slm costruito nel 1928 e prendente il nome dall’omonimo Monte, dove sostiamo per un bicchiere d’acqua e poi nuovamente giu’ verso la Conca del Pra’ e il rifugio Willy Jervis.
Durante la discesa al Rifugio Granero ecco sopraggiungere Eleonora e Vittorio, accidenti ho rallentato io, oppure viaggiavano veloci loro?
Scopro che Eleonora aveva avuto una piccola crisi nel bosco dell’Autagna per poi riprendersi bene, forte della sua giovane età.
Insieme si corre per i 5km chilometri della Conca del Pra’, questo paradiso incastonato tra i monti tra i forti odori agropastorali, e le Ciabotte sparse.
Stiamo attenti a non fregarci le gambe, questi 5km possono essere deleteri visti ancora i 1000metri D+ che ci attendono.
Arrivati nei pressi del Rifugio Jervis , una porcilaia emana i suoi potenti effluvi, sono anni che è abitata da una coppia di suini , un verro ed una splendida scrofa … ed ogni volta mi domando:
.. i maiali del Pra' sono sempre gli stessi ...?
Un ristoro gradito ci attende all’esterno del Rifugio Jervis, sarà meglio fare scorte di acqua, prima di affrontare la salita che ci porterà all’imbocco del Vallone dell’Urina.
Il Vallone dell’Urina ha fatto parte per 3 anni della 3Rifugi versione SkyMarathon & SkyRace, si saliva dalla Francia Valprareyre, arrivando dal colle Bucie.
Quest’anno si risale al contrario fino all’imbocco del Vallone dopo la località le Barricate 2100 Slm , per poi procedere sulla sinistra orografica, eseguire un lungo spostamento e gettarsi a capofitto verso l’alpe Crosenna 1654 Slm.
Veloce il traverso panoramico, da correre su bel sentiero ma mai banale ... di una corsa leggera facendo attenzione a non cadere giu’ nel vallone. Terminato il traverso, intravediamo laggiu’ l’alpe Crosenna ed orrore degli orrori la salita che ci aspetta per salire all’alpe Bancet, 600metri D+ … da far rabbrividire.
Anche l’Alpe Crosenna faceva parte della versione SkyMarathon&SkyRace degli anni 2009-2010-2011, qui un ristoro ben fornito ed una fontana per refrigerare; testa, ginocchia e braccia ormai surriscaldate dal sole e della fatica.
Siamo soli sul sentiero, davanti a noi nessuno e dietro di noi il vuoto, degli 80 trailers partiti con noi neanche l’ombra, si viaggia come durante un lungo trekking ma e’ diverso, i punti di ristoro fanno la differenza e il pettorale spillato sulla maglia ti danno un abbrivio che altrimenti non avresti.
All’Alpe Bancet 2300Slm (sono circa le 15.00) ci sorprende una lieta tavolata di indigeni intenti a far festa e a godersi lo spettacolo che i 300 sinistrati del Trail gli offrono.
Tento di avvicinarmi per fare qualche foto, ma due enormi cani da pastore , per fortuna legati da una robusta catena, mi approcciano con fare mordace ringhiando ed abbaiando…..huhuuuuuuu che spavento.
Opto per il ristoro e le succose arance offertemi dalla gentile signora, mi giro per osservare e davanti me Sud Ovest eccolo lui Il RE DI PIETRA fa capolino tra i monti, leggere nuvole gli fanno da cappello e la sua maestosità , pur conoscendola, mi stupisce ancora.
Dall’alpe Bancet una strada sterrata, ci porta veloci all’alpe Giulian , prima con una veloce discesa e a seguire una in leggera pendenza fino a 2100 Slm.
Alpe Giulian ed il suo omonimo collle testimone nel 1689 del rimpatrio del popolo dei Valdesi che ostracizzati dalla Francia sono migrati, attraversando le Valli di Susa e Chisone per stabilirsi, non senza iniziali problemi con i governi Sabaudi, in Val Pellice.
Qui, all’Alpe Giulian, abitano nel periodo estivo un pugno di margari (cow-boy) che tentano di rinvigorire la loro attività trasmettendola alle nuove generazioni (cosi mi e’ stato detto), per l’occasione hanno tirato fuori dalle stalle i migliori campanacci che adesso fanno bella mostra davanti al piccolo ristoro da loro preparato.
Il dislivello della gara e’ terminato , una lunga discesa di 1400D- ci attende e la facciamo volando su un bel sentiero ripulito per l’occasione.
L’arrivo insieme a Vittorio per terminare in bellezza questo splendido Ultra Trail.
Ma il racconto non puo’ finire senza la classica frase <<…e vissero tutti felici e contenti..>>, in questo caso la frase di rito e’
<<… e finirono tutti a comprare il seirass del Fen nella latteria di MelliGonet...>>
Classifica UltraTrail 3Rifugi Valpellice 2012 (50km)
Classifica Trail Alpeggi 2012 (30km)
Sito 3Rifugi ValPellice
Sito Gli Orchi Trailers ASD
Edizione 2011
Edizione 2010
Edizione 2009
<<....sento di aver varcato ben piu' lontani
ed invisibili confini.
Sò di aver superato la barriera
che mi separava dall'anima,
sento finalmente di aver sciolto
il mio nodo interiore.
Nell'emozione di questo momento
mi sorprendo a piangere e poi a cantare>> (Walter Bonatti)
Dal racconto dell'OrcoPinoR
Questo mio racconto sulla 3 Rifugi Val Pellice nella nuova versione Ultra Trail , inizia in un modo a dir poco bizzarro e allo stesso tempo premonitivo.
E’ dal mese di Aprile che abbiamo prenotato la camera presso il ristorante albergo L’Alpina, misurando che ,vista la novità della 3Rifugi con la partenza della gara da Bobbio Pellice (To) alle ore 7.00 , non avrò voglia di farmi l’alzataccia delle 4.00 del mattino.
E… alfine ben preparate le cartilagini i tendini i muscoli le ossa tutte, eccoci già dal primo pomeriggio del 14 Luglio 2012 al ritiro pettorali di Bobbio Pellice presso il locale ristrutturato della ex-dogana.
Ad accoglierci, in questa struttura riattata, oltre all’organizzazione una splendida mostra fotografica su Bartolomeo Peyrot , il primo salitore italiano al Monviso del 1862, ed una sulle edizioni passate della 3Rifugi; gara regina delle corse in montagna italiana alla sua 37esima edizione.
Le mostre sono presentate dalla Sezione CAI Uget Val Pellice, in collaborazione con il Comune di Bobbio Pellice,
Ritirato il pettorale, fatto un giro turistico per Bobbio Pellice , bevuto l’aperitivo al laghetto Nais, prendiamo possesso della pulita e fresca camera messaci a disposizione dal Ristorante L’Alpina.
All’ingresso dell’Albergo, un gruppetto di locali trascorre un tranquillo pomeriggio discutendo del più e del meno ,tra gli astanti una persona di mezza età mostra uno splendido esemplare di serpente.
Si avete letto bene, trattasi di un vero pitone Reale sfoggiato con dimestichezza dal suo padrone.
Lui, il serpente, pare tranquillo, sinuoso nel suo manto lucido e colorato, un vero signore .
Non posso far’altro che eseguire il link alla divinità Azteca di Quetzalcóatl, IL Dio serpente piumato, di cui qui cito alcune sue doti raccontate in una vecchia leggenda azteca.
Quetzalcoatl, il dio serpente, signore della creazione, del sapere e del vento
eccolo il segno premonitore per domani 15 Luglio 2012, tutto andrà per il verso giusto, ed un Vento soprannaturale e protettivo spirerà e ci accompagnerà per tutta la gara.
Altri Orchi arrivano intanto a Bobbio.
L’OrcoGaetano e famiglia albergati al Bed&Brekfast il Curtilet , L’OrcoVittorio e L’OrcoElena con Stefano al campeggio .
Scambiati i convenevoli si finisce per decidere di cenare tutti insieme all’Alpina per le 20.00.
La cena trascorre veloce a discutere di vecchie e nuove gare, finiamo per parlare anche della gara nel deserto del Namib in Namibia (Continente Africano), che a Gaetano piacerebbe tanto farla…dall’altra parte del tavolo Stefano risponde “Io l’ho vinta quest’anno e anche quello passato”….GULP.. vedo la mascella di Gaetano staccarsi dal viso….
A chi interessa conoscere Stefano andate su Stefano Ruzza e il deserto del Namib
Il cibo non proprio quella di una sera pre-gara ma e’ sano e genuino, segnalo il tagliere dei formaggi ed in particolare la specialita della Val Pellice il seirass del fen, ricotta stagionata composta da latte vaccino, ovino e caprino.
La serata fresca ci permettera’ di riposare come si deve e di svegliarci alle ore 6.00 per una ricca colazione, il gestore dell’albergo non è felicissimo ma tant’e’ oggi e’ un giorno speciale.
Dunque il mattino del 15 Luglio 2012 è arrivato, tutto e’ cambiato qui inValpellice, dagli scalpellini ormai quasi tutti provenienti dal lontano Katai , alla 3 rifugi nella sua nuova veste di Ultra Trail, un po’ per adeguarsi ai trend pionieristici di questi anni , un po’ per dare nuovo vigore all’organizzazione che da ben 37 edizione cura la manifestazione.
E per l’occasione l’antico sentiero dell’ Autagna che da Bobbio Pellice porta al Colle Barant e tratti del percorso che dal Rifugio Willy Jervis percorrono la sinistra orografica della valle, sono stati ripulito.
I lavori iniziati con il primo disgelo di Aprile sono terminati in tempo record .
Entriamo nella gabbia, e ci contiamo in 80 trailers per la distanza della 50km, gli atleti della 30km circa 160 , partiranno alle 8.00, un’ora dopo.
Sono preparato, con un nuovo tipo di allenamento; le mie lunghe salite in montagna in bicicletta.
Queste gare da 40/50 km, definite ormai di media distanza, riesco a terminarle senza traumi muscolari, ne’ subito dopo la gara e neppure nei giorni successivi, permettendomi già a metà settimana di scorrazzare libero nei boschi.
Prima della partenza un Drone con videocamera incorporata si alza in volo … eccolo a mezz’aria come un piccolo Alien, riprende la nostra tensione e quella dei top runner Bert, Garnier, Bonnet (tutti nomi di famiglie autoctone) .
Carlo DeGiovanni e Claudio Vittone ci incitano ed eccoci partiti gia’ al ritmo di una 10km ... incredibile
Ci portiamo subito sulla destra Orografica del torrente Pellice in direzione Lauset e poi verso la Borgata Rostagni.
Passiamo il ponte Napoleonico del Biava in borgata Malpertus, poi si inizia a salire su per il bel faggeto del bosco dell’Autagna.
Usciti dal bosco presso la Gugliassa , un roccione sinistro e sporgente visibile anche dalla bassa valle, inforco con il piede destro la parte terminale di un alberello tagliato di fresco, tiro per divincolarmi ma la scarpa di strappa ed io finisco diritto a terra.
Solo le mani libere dai bastoncini riescono a fermare la rovinosa caduta e salvare il mio bel visino arrivato a pochi centimetri da un masso sporgente.
Controllo la scarpa ma in salita sembra tenere, occorrerà vedere il comportamento nella veloce discesa che dal Colle Barant ci portera’ al pian delle Marmotte e poi al rifugio Barbara Lowrie.
Al colle Barant il freddo si fa sentire, il Vento freddo mandato da Quetzalcoatl, fa scendere la temperatura a +4 gradi, da parte mia non sento nulla, sono talmente caldo con i BPM a 160/170.
La vista verso la conca del Prà e le montagne intorno e’ impagabile, ecco laggiù il colle dell’Urina e la punta Bucie con il suo omonimo colle.
Colle Barant 2400 Slm e poi giu’ ... prima su agevole sentiero e poi per la carrereccia come inseguiti da branco di Lupi mannari verso il Rifugio Barbara Lowrie in località alpe del Pis.
Il rifugio fu fatto costruire da Walter e Barbara Lowrie, una coppia statunitense, come casa di caccia per poi donarlo al Cai Uget.
Al Rifugio Barbara 1750 Slm un buon ristoro … ancora nel naso il profumo di quella splendida crostata…se qualcuno conosce il cuoco , me lo segnali occorre fargli i complimenti ...
Riparto verso il temuto colle Manzol che quest’anno con questo splendido sole sarà facilmente addomesticabili.
Durante la salita, la mia testa galleggia in un liquido impalbabile, mi ascolto a non pensare, i pensieri si accavallano… li sciolgo per poi accavallarsi e ancora crescere.
Ecco il Colle Manzol 2700 Slm , piu’ in alto la sua punta a quota quasi 3000 Slm, una tifosa suona a intervalli irregolari una VuVuZela , nell’imbuto del colle risuona caldo e confortante.
Non ho il tempo di sentire freddo al Colle, subito giu’ per al ripida discesa che ci porterà al Rifugio Granero 2400 Slm costruito nel 1928 e prendente il nome dall’omonimo Monte, dove sostiamo per un bicchiere d’acqua e poi nuovamente giu’ verso la Conca del Pra’ e il rifugio Willy Jervis.
Durante la discesa al Rifugio Granero ecco sopraggiungere Eleonora e Vittorio, accidenti ho rallentato io, oppure viaggiavano veloci loro?
Scopro che Eleonora aveva avuto una piccola crisi nel bosco dell’Autagna per poi riprendersi bene, forte della sua giovane età.
Insieme si corre per i 5km chilometri della Conca del Pra’, questo paradiso incastonato tra i monti tra i forti odori agropastorali, e le Ciabotte sparse.
Stiamo attenti a non fregarci le gambe, questi 5km possono essere deleteri visti ancora i 1000metri D+ che ci attendono.
Arrivati nei pressi del Rifugio Jervis , una porcilaia emana i suoi potenti effluvi, sono anni che è abitata da una coppia di suini , un verro ed una splendida scrofa … ed ogni volta mi domando:
Il Vallone dell’Urina ha fatto parte per 3 anni della 3Rifugi versione SkyMarathon & SkyRace, si saliva dalla Francia Valprareyre, arrivando dal colle Bucie.
Quest’anno si risale al contrario fino all’imbocco del Vallone dopo la località le Barricate 2100 Slm , per poi procedere sulla sinistra orografica, eseguire un lungo spostamento e gettarsi a capofitto verso l’alpe Crosenna 1654 Slm.
Veloce il traverso panoramico, da correre su bel sentiero ma mai banale ... di una corsa leggera facendo attenzione a non cadere giu’ nel vallone. Terminato il traverso, intravediamo laggiu’ l’alpe Crosenna ed orrore degli orrori la salita che ci aspetta per salire all’alpe Bancet, 600metri D+ … da far rabbrividire.
Anche l’Alpe Crosenna faceva parte della versione SkyMarathon&SkyRace degli anni 2009-2010-2011, qui un ristoro ben fornito ed una fontana per refrigerare; testa, ginocchia e braccia ormai surriscaldate dal sole e della fatica.
Siamo soli sul sentiero, davanti a noi nessuno e dietro di noi il vuoto, degli 80 trailers partiti con noi neanche l’ombra, si viaggia come durante un lungo trekking ma e’ diverso, i punti di ristoro fanno la differenza e il pettorale spillato sulla maglia ti danno un abbrivio che altrimenti non avresti.
All’Alpe Bancet 2300Slm (sono circa le 15.00) ci sorprende una lieta tavolata di indigeni intenti a far festa e a godersi lo spettacolo che i 300 sinistrati del Trail gli offrono.
Tento di avvicinarmi per fare qualche foto, ma due enormi cani da pastore , per fortuna legati da una robusta catena, mi approcciano con fare mordace ringhiando ed abbaiando…..huhuuuuuuu che spavento.
Opto per il ristoro e le succose arance offertemi dalla gentile signora, mi giro per osservare e davanti me Sud Ovest eccolo lui Il RE DI PIETRA fa capolino tra i monti, leggere nuvole gli fanno da cappello e la sua maestosità , pur conoscendola, mi stupisce ancora.
Dall’alpe Bancet una strada sterrata, ci porta veloci all’alpe Giulian , prima con una veloce discesa e a seguire una in leggera pendenza fino a 2100 Slm.
Alpe Giulian ed il suo omonimo collle testimone nel 1689 del rimpatrio del popolo dei Valdesi che ostracizzati dalla Francia sono migrati, attraversando le Valli di Susa e Chisone per stabilirsi, non senza iniziali problemi con i governi Sabaudi, in Val Pellice.
Qui, all’Alpe Giulian, abitano nel periodo estivo un pugno di margari (cow-boy) che tentano di rinvigorire la loro attività trasmettendola alle nuove generazioni (cosi mi e’ stato detto), per l’occasione hanno tirato fuori dalle stalle i migliori campanacci che adesso fanno bella mostra davanti al piccolo ristoro da loro preparato.
Il dislivello della gara e’ terminato , una lunga discesa di 1400D- ci attende e la facciamo volando su un bel sentiero ripulito per l’occasione.
L’arrivo insieme a Vittorio per terminare in bellezza questo splendido Ultra Trail.
Ma il racconto non puo’ finire senza la classica frase <<…e vissero tutti felici e contenti..>>, in questo caso la frase di rito e’
<<… e finirono tutti a comprare il seirass del Fen nella latteria di MelliGonet...>>
Gran Trail Valdigne 14 Luglio 2012
Foto Gran Trail Valdigne 2012
Sito Gran Trail Valdigne
Classifica GranTrail Valdigne 2012 (100km)
Classifica Gran Trail Valdigne 2012 (57km)
Edizione 2011
Dal racconto dell'OrcoRaffa alla 100km
IL
MIO GTV
Qualche
mese fa dopo l’iscrizione al Tor des
Geants. Io e Steu abbiamo programmato i
trail di preparazione a settembre tra cui anche il GTV… messo lì in un angolo
della mente.. considerato una delle tante tappe di avvicinamento a quello che
ci aspetterà tra meno due mesi.. insomma mi sono ritrovata venerdì a pensare.. ”Cavoli..
domani c’è il GTV.. 100 km… ed io che ci sono arrivata mentalmente come se
andassi a fare il solito allenamento del we…”
Venerdì
arriviamo al Campeggio Arc En Ciel dove una calorosa a simpatica accoglienza ci
fa sentire subito a casa.. montiamo la tenda vicino al ns camper… la
“depandance” per Antonio e Massimiliano con cui condivideremo le ore sui sentieri … il cielo è cupo e poco
dopo inizierà a scendere una pioggia incessante che ci accompagnerà tutta la
notte…
Il
solito rituale di preparazione dello zaino e le solite domande a gli amici “ma
tu cosa ti porti? Il mio zaino secondo te è troppo pesante, chissà se domani
pioverà… quanti gel portiamo?” rituali che ormai ci sono familiari…
In
tutto questo l’unico dispiacere sarà
quello di non condividere con Stefano le prossime ore… la sua caviglia, reduce
due settimane fa da una distorsione non ci permette di fare questo viaggio
insieme… ed in effetti si farà sentire
la sua assenza.. ci ripetiamo sempre che
siamo fortunati a condividere la bellezza dei posti che insieme attraversiamo,
la fatica e la gioia di un tramonto e sapere che possiamo contare l’uno
sull’altro… e questo è il nostro filo conduttore non solo tra noi ma anche con gli amici con cui abbiamo la
fortuna di condividere queste esperienze.
Sabato
mattina. Partiamo tutti baldanzosi, sorridenti.. corriamo pure la prima salita
sapendo di quanto sia sciocco farlo visto il numero di chilometri che dovremo
percorrere... siamo sotto la pioggia che ci accompagnerà per fortuna solo per
le prime ore di gara.. l'arrivo a Pre St Didier è quasi improvviso beviamo
qualcosa e poi iniziamo la lunga ascesa che, prima dolcemente e successivamente in modo sempre più impegnativo, ci porterà
prima a Col Croce e poi al Rifugio
Deffeys.. come al solito dei percorsi ricordo solo alcuni tratti.. gli ultimi
chilometri prima del rifugio sono sicuramente più tecnici ed impegnativi.. come
impegnativa è stata la discesa a La Thuile non tanto per la tipologia del
sentiero ma per la pioggia che ha trasformato per lunghi tratti la discesa in
un piccolo torrente! Dopo La Thuile altri 9 km di salita.. fatti con entusiasmo..
siamo sul percorso del Tor!!! e sarà così fino a Courmayeur. Arriviamo a Col
Arp e ci si apre la valle che in 10 km
ci porterà al ristoro ed ad un fantastico piatto di pasta (che per me a dir la
verità sono stati due, insieme ad ottima mocetta e fontina!!!!)!!!!!
Io
Patrizia ed Antonio arriviamo insieme a Courmayeur alle 7 di sera.. io sono
impaziente, vorrei ripartire subito per cercare di salire a Col Licony con
quanta più luce possibile.. ripartiamo sapendo quello che ci aspetta una salita di 1450 mt di dislivello
consecutivi.. Antonio a metà salita decide di rientrare a Courmayeur.. problemi
di stomaco lo inducono a questa decisione.. io e Patrizia continuiamo la salita
.. all'imbrunire alziamo gli occhi che si velano per la commozione nel vedere
il Monte Bianco circondato di stelle.. mi sento un puntino piccolo in questo
infinito mondo.. la stanchezza passa.. chiudo gli occhi e condivido questi
pensieri con Stefano, Ilaria e con gli
amici che porto nel cuore... Da qui io e Patri cambiamo ritmo.. ce la prendiamo
con un po' più di calma.. ed arriviamo in cima al colle la cui ultima parte ci
mette alla prova... è buio scendiamo corricchiando fino successivo ristoro..
sembra strano ma anche io e lei che siamo due chiacchierone camminiamo in silenzio per lunghe ore... Steu
sarebbe felice di questa circostanza....
Ci
ritroviamo all'attacco della penultima salita. Si alternano momenti in cui ho
davvero freddo, nonostante sia ben coperta, a momenti in cui la salita ci fa sudare parecchio...una parte in piano e vediamo poi le luci delle frontali lungo
l'ultima salita che anche noi affrontiamo.. arriviamo in cima a Punta Fetita
passando per un traverso ed una cresta che mi rendono tesa.. complice
sicuramente la stanchezza.. Decidiamo di non correre la lunga discesa, facendo
un grosso favore alle mie ginocchia
mentre l'alba e la luce ci accolgono in questo nuovo giorno. Finalmente
arriviamo nuovamente a Morgex dove
all'arrivo ci aspettano Steu e Tonino e Peppo (il nostro compagno a quattro zampe)!
Questo
trail per me è stato l’ennesima prova e conferma che oggi a distanza di qualche
giorno quello che mi rimane è la gioia della condivisione.. aver affrontato
con Tonino e Patrizia la stanchezza, il sonno, il freddo, la fatica
e la gioia di arrivare insieme ad un'amica
ripaga di qualsiasi altra considerazione su
questo bello e duro trail!!! A distanza di qualche giorno ho ancora negli occhi
le luci, i colori , la maestosità del Monte Bianco, il sorriso e la gentilezza
di tutti i volontari sul percorso.. è soprattutto grazie a loro che riusciamo a
provare queste emozioni.. grazie!
Dal racconto dell'OrcoMauro alla 57km
L’appuntamento è all’alba presso il parcheggio di Collegno.
Come da accordo il taxi della Cooperativa mi aspetta. Dopo
i saluti e la presentazione con il nostro amico Orco, mi
accerto preventivamente che il tassametro sia spento. Non si sa mai, il viaggio
a Morgex è lungo e con le tariffe in
vigore penso che converrebbe iniziare a camminare sino da Torino. Moreno oltre che serio tassista si
rivela anche un ottimo compagno di viaggio e di trail .
Ma la Valle d’Aosta e
specialmente la sua Autostrada sono
situate oltre le barriere daziali di
Quincinetto per cui, venuta a meno la linea di difesa del forte di Bard, le
gabelle sono state tramutate più
modernamente e soprattutto più efficacemente
in pedaggi e caselli
autostradali. Barriere, carte prepagate, ticket, telepass, denaro elettronico, ma per andare da Torino a Morgex il gabelliere esige 20 € , che sommati al
carburante, fanno 70€ A/R, quindi 1,5€ per km di trail. Aggiungendo il costo medio di iscrizione di
circa 1€/km siamo al costo medio di un trail di circa 2,5 €/km.
A Quincinetto l’alba
ci riserva un cielo plumbeo, foriero di
piogge . Infatti poco dopo, il
primo acquazzone della giornata ci coglie in viaggio e ci accompagna praticamente fino ad Aosta.
Arriviamo a Morgex poco prima della partenza della 100 km. In effetti questo bellissimo paese un tempo solo località di transito verso il
il traforo e Courmayeur sta diventando centro di manifestazioni sportive di alto livello ed il Gran Trail Valdigne ne è l’esempio più
eclatante.
Tutto il centro storico è praticamente impegnato
nell’organizzazione e gli abitanti vengono soppiantati da una strana fauna di
personaggi vestiti come marziani con tute super aderenti, maglie sgargianti, bandane, calzettoni a compressione, zaini
avveniristici, borracce a succhiare da astronauti. Infatti la potente organizzazione valdostana
tramuta questo borgo nella capitale del trails;
in due giorni su vari percorsi si
susseguono una 100 K, una 57K ed un doppio km verticale, tutti percorsi estremamente vari , in un ambiente di alta
montagna, ma con la facilitazione di essere serviti da un dedalo
incredibile di strade interpoderali al
servizio degli alpeggi e delle frazioni
di alta quota.
Ma il doppio k verticale, quest’anno in calendario per la prima volta, diventerà
nel prossimo futuro la maggiore attrazione agonistica. Duemila metri perfetti su un percorso a
goccia d’acqua dai 920 m di Morgex ai 2920 m del bivacco Pascal, per una
lunghezza di 8 km, rappresentano un
grosso fascino per la corsa in montagna
e difficilmente eguagliabile in altre zone.
Ma giunge finalmente l’ora della partenza della 57 Km.
565 partenti
costituiscono veramente un
risultato eccezionale per un trail agonistico di questa distanza, segno del
crescente interesse per questo
sport e della validità
dell’organizzazione e del percorso.
Il gruppo degli Orchi è composto da Palmas, Ferrero, Navone
ed il sottoscritto., Optiamo per una partenza
in centro gruppo per evitare spiacevoli incidenti da prima linea dello scorso
anno; Orchi sì ma non pelle di leopardo
a mo ’di scendiletto.
Dopo un breve giro del centro storico si punta sulla zona premontana del versante orografico sinistro della Dora,
percorso in leggera salita tra filari di vigne del famoso Blanc de Morgex e de la Salle, proprio
oggi certificato dal New York Times come uno dei migliori vini del mondo; vigneti di montagna
asprigni e maturati da un caldo sole stivo tipico di una esposizione collinare
verso Sud. Fino a Pre Saint Didier sono 6 km di strada veloce passando tra canaloni
e morene. In un attimo si raggiunge il ponte sulla Dora ed il punto di ristoro in centro paese. Una leggera ma non fastidiosa pioggia ci accompagna fino a Courmayeur.
I 5 Km che separano Pre’ da Dolonne sono praticamente tutti
percorsi sull’alveo di una tumultuosa e
spumeggiante Dora Baltea. Vento portato dal fiume e dai ghiacciai, spruzzi e
pioggia rendono decisamente molto freddo l’ambiente tanto da temere per il transito sui colli
alti, Licony in primis, 1600 metri più sopra. Basteranno le nostre magliette
tecniche con leggera giacchetta
antivento?
Ma usciti finalmente dalla
forra della Dora, nei pressi della Fonte Vittoria , sbuchiamo nel villaggio di Dolonne ,posto in un meraviglioso altipiano posto sotto lo
Checrouit ed il Mont Chetif .
Luogo di
villeggiatura per eccellenza e provvisto
di un centro storico completamente
ristrutturato in pietra a vista,
ci appare come un paradiso. Il vecchio
borgo, le ville meravigliose, la casa di Biancaneve, insomma è come tornare
indietro nel tempo. Squarci di cielo
sereno sollevano lo spirito mentre il
ristoro del centro sportivo ritempera anche il corpo.
Courmayeur ci
aspetta, attraversiamo piazzale Monte Bianco, Via Roma con il passeggio della gente bene, la Chiesa ed
il Museo delle guide, per poi risalire lentamente verso Plan Gorret attraverso un sentiero a tornanti nella pineta tra le grandi ville, fino all’Hermitage.
Comincia adesso il
tratto più impegnativo, da Courmayeur al Col Licony sono 9 km con 1500 di
dislivello, si passa per le baite de la
Suche, meraviglioso balcone sulla val Sapin e sul Monte bianco e con pendenza
via via più sostenuta si esce dalla pineta ai circa 2000 metri per costeggiare
tutta la Val Sapin fino a prendere il canale
finale che adduce il colle. Stiamo
percorrendo tutta la valle in fronte al Bertone, Mont de la Saxe,
testa Bernarda e Tete de La Tronche che accompagnano i trailers della UTMB e CCC.
Tutta la parte superiore del sentiero del Licony è stata completamentre
rifatta con un grandioso lavoro di scavo, e scalinatura in legno, opera dei
volontari della Valle.
Vista dal colle mozzafiato,
in basso una lunga teoria di
trailers risale il ripido canalone, ma è meglio non fermarsi, ci aspetta
una veloce discesa attraverso un semighiacciato laghetto alpino dei Licony fino
alle baite 600 metri in basso ed un lungo traverso a mezza costa su quota 1800 fino a
Planaval
Posto alla testata della Comba di Planaval, il villaggio
alpino rappresenta una dolce oasi in un severo ambiente montano.
La risalita della testata della valle, pur se con pendenze
modeste è un grosso impegno fisico, dopo
un buon ristoro e 5 ore di corsa alle
spalle. Faticosissima risalita di un ripido pendio e finalmente si raggiunge In
costante traverso in salita il Colle Fetita ai 2557 metri, seguito da una aerea
cavalcata sulla cresta fino alla Punta Fetita,
a quota 2623 dopo 40 km.
Vento forte e la vista della catena del Monte Bianco avvolta
da scure nuvole fanno presagire tormente
in quota. Nelle stesse ore infatti si consumerà
la tragedia di due giovani morti assiderati sulla cresta del Gouter.
Comincia adesso l’ultima parte, la più patita e sofferta,
una lunghissima discesa di circa 12
km e 1600 metri tra crestoni erbosi, ripidi pratoni spazzati dal vento e a seguire
una pineta infinita fino a Charvaz e a
La Salle. Beh, dalla Salle si deve
correre anche dopo 8 ore su una pista sterrata
che ci conduce sulla parte alta di Morgex e
all’arrivo. Trionfale, come se fossi stato il primo. Ma oggi è un giorno
speciale, compio 64 anni.
Gli Orchi:
Palmas 8.33’ Ferrero
8.54’ Mazzino 9.45’ Navone 10.03’
Dal Racconto dell'OrcoAntonio
Ultimo sforzo, intravedo la sagoma del campanile della chiesa di Morgex, ho le gambe di marmo e i piedi devastati dal dolore.
Dal Racconto dell'OrcoAntonio
Ultimo sforzo, intravedo la sagoma del campanile della chiesa di Morgex, ho le gambe di marmo e i piedi devastati dal dolore.
Quando ho avuto l'dea di partecipare ad una gara in cui sapevo in partenza di soffrire fino all'ultimo metro?
Ecco il sottopasso… la folla mi applaude, mi incita, per un attimo le gambe sembrano quelle della partenza, corro, alzo le braccia al cielo, saluto felice come un bambino la mia famiglia che mi ha aspettato sotto il sole. Sono all'arrivo!!! Il cronometro si ferma a 8 ore 33 minuti e 41 secondi, di pura e semplice fatica.
Ripercorro nella mia testa il film della gara, splendida, magnifica, paesaggi mozzafiato che solo queste montagne sanno regalare, ricordo la gente in festa in ogni punto del percorso, sempre pronta ad applaudire e ad incoraggiare tutti i corridori, l'abbraccio con i compagni di corsa.
Mi addormento felice, con il gilè da finisher idealmente cucito addosso, il viaggio interiore è finito, la fatica dimenticata, il dolore sopito…
A quando la prossima gara!
lunedì 9 luglio 2012
AlpeMarathon dello Zerbion Chatillon (Ao) 8 Luglio 2012
Foto Alpe Marathon dello Zerbion di Andrea
Classifica Alpe Marathon dello Zerbion 2012
Sito Alpe Marathon dello Zerbion
Dal racconto dell'OrcoCamola
Chatillon 8 luglio 2012 – Alpemarathon dello Zerbion .
L’Alpemarathon è una gara bellissima. E’ una maratona competitiva inserita in una
manifestazione podistica non competitiva più grande intitolata BALCONATA DEL MONTE ZERBION. I percorsi a
disposizione sono di km 6 - 12 - 14 - 20 – 30 - 42. Insomma ce
ne per tutti.
Decido di unirmi al gruppo di amici del negozio di Roberto con i
quali qualche volta mi alleno. Alcuni
fanno la 20 km mentre io e Mario decidiamo di cimentarci sulla 42.
La maratona parte alle 7.30, ci tocca quindi una bella levataccia
con partenza da Rivoli 5.30.
Giunti a Chatillon la meteo non promette niente di bello. Infatti, scesi dall’auto, cominciano a cadere
le prime gocce. Al colpo di pistola
piove; sappiamo che i temporali ‘residui’ dovranno esaurirsi in mattinata ma
partire bagnati per una maratona del genere ci preoccupa un po’. Il percorso è veloce e, a mio avviso, adatto
agli stradisti. Più o meno sono 8 km di sentiero, 15 km di strada sterrata e 18
km asfalto. Nei primi 20 km si sviluppa
quasi tutto Il dislivello ( 1300 D+); nella seconda parte di gara si scende e il
percorso è veramente tosto. Si corre su discese asfaltate ripidissime interrotte da rampe improvvise e tratti di
sentiero. Le gambe sono continuamente in tensione. Non mancano lunghi tratti di sali scendi su strada
statale.
Partiamo e usciti da Chatillon il percorso si fa bello e molto
vario. Dico a Mario che se non fosse per la corsa certi posti non li avrei mai
visti. Personalmente tutte le volte che sono stato in Valle d’Aosta ho sempre
puntato dritto alle montagne senza mai considerare le borgate e i sentieri di
bassa quota; oggi abbiamo l’occasione di vedere questo bell’angolo di valle
centrale.
Poco prima del km 10 comincia a diluviare. Facciamo finta di
niente e ci chiediamo se il resto del gruppo è partito per la 20 km. Alla
partenza non ci siamo incontrati e ingiustamente ce la prendiamo con loro: “Secondo
me non sono neanche partiti da casa … vedrai. Hanno visto il tempo e ci hanno mollati qui a
faticare da soli”. Per fortuna
inforchiamo un bel sentiero sul quale siamo più riparati e anche l’umore ne
trae beneficio. Saliamo in un bosco molto bello dove, segnalato, vediamo un larice secolare. La sensazione è quella di essere a buon punto
della salita. Ha smesso di piovere e mi sento bene. Ho
allungato il passo e velocemente arrivo al primo ristoro di Promiod. Faccio
qualche foto alla borgata e riparto. Sul sentiero più in basso vedo arrivare
Mario. Sta salendo veloce e con un cenno ci salutiamo.
Si continua su strada sterrata in leggera salita che agilmente porta
al km 20 dove termina la salita e per così dire si ‘scollina’. Siamo a Chenez,
un paio di baite a quota 1745, il punto più alto. Finalmente le nuvole si dissolvono ed un bel sole
riscalda l’aria e asciuga le maglie bagnate. Cavoli che posto! E’ stupendo,
sembra di correre sospesi, il panorama è fantastico.
La discesa su
strada sterrata ci porta alla borgata di Nissod che, come si vede dalla ‘batteria
di griglie’, sta preparando la sua festa. Un lungo tratto di asfalto ed ecco Perriere.
Da qui in poi ricordo un susseguirsi di discese ripidissime, svolte improvvise
su sentiero, attraversamenti vari di strade e borgate. Mi rendo conto che siamo
giunti a Saint Vincent quando una ragazza al ristoro dice: “Dopo la gara venite
alle Terme?”. Terme? Siamo così provati? Non so cosa dire e nascondo la faccia
nella fetta di anguria che sto ‘mangiando’.
Il caldo comincia a farsi sentire.Riparto e a malincuore mi rendo conto che il percorso non va in direzione di Chatillon.
Un lungo giro ci porta a fuori alla frazione Cillian per poi farci rientrare a Saint Vincent lungo la strada statale. Da morire! Nel centro storico c’è tanta gente e cerco di darmi un contegno nascondendo caldo e fatica. Il cartello dell’ultimo chilometro mi dice che è quasi fatta. “Guarda sta arrivando Camola!” all’arrivo incontro gli amici che hanno corso la 20 km. Roberto, Patrizia, Daniele, Paolo e Gabriella stanno attrezzando il pic-nic e mi offrono subito cibo e bevande. Siamo felici di aver corso in un posto così impegnativo e bello. Arriva Mario anche lui visibilmente soddisfatto. E’ la prima maratona in montagna e per l’occasione ci vuole proprio una birra.
Sono circa le tre di pomeriggio e sul bel prato dell’arrivo si mangia, si ride, si sonnecchia... insomma si sta bene. Ciao. Andrea
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