venerdì 27 agosto 2021

Ultra Trail du Mont Blanc UTMB 26-28 Agosto 2021


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Dal racconto dell'OrcoRolfy alla CCC 100km 6100D+

La Coumayeur , Champex du Lac , Chamonix (CCC) non ha bisogno di presentazioni. Fin dal 2006 è considerata la sorella minore dell’UTMB anche se tanto minore poi non è con i suoi 101 km e 6000 m d+. Avevo tentato già di iscrivermi a inizio anno, ma non ero stato sorteggiato, neanche Orco Smaug per la OCC (Orsieres,Champex,Chamonix). Amareggiati avremmo aspettato l’anno successivo e ritentato, ma inaspettatamente a giugno ci arriva una mail nella quale l’organizzazione ci domandava se fossimo ancora interessati ad iscriverci in quanto si erano liberati dei pettorali (per via della situazione pandemica generale molti stranieri non avrebbero potuto partecipare e quindi alcuni posti erano stati liberati). Passano i mesi e durante questa lunga estate macino chilometri sia in bici che a piedi, percorro praticamente ogni angolo della Val Sangone e valli limitrofe spesso a orari improponibili causa lavoro e impegni familiari. A fine giugno insieme a Orco Lallo partecipo alla famosa Granfondo Gavia-Mortirolo, a inizio luglio è la volta della prima 100 km al Gran Trail Courmayeur e poi “vacanze” dove praticamente abbiamo scalato insieme a OrcoSmaug tutte le principali vette e vulcani del centro e sud Italia. Dovrei essere quindi pronto per partecipare alla CCC o forse sarò troppo stanco, non lo so ancora; di sicuro ho spinto il mio corpo un po’ oltre in questo 2021 e comincio ad accusare la stanchezza. Il percorso della gara non presenta parti tecniche o complicate , quello che mi preoccupa è il ritmo di gara da mantenere per 100 km considerando il livello di atleti presenti e i sentieri molto corribili e veloci. 

Passano i giorni e finalmente mi presento alla partenza venerdì 27 agosto , Orco Smaug ha già corso la sua bellissima gara da 56 km il giorno prima ed ora è lì alla partenza insieme a mia madre e Orco pino R con Germana che tifano per me. Le partenze saranno scaglionate in 5 gruppi da 500 atleti ognuno per non provocare grossi assembramenti : i primi partiranno alle 9:00 i secondi 9:15 e così via fino alle 10. Il mio pettorale 3510 mi farà partire nel secondo gruppo. La tensione sale mentre il dj ci carica con la musica, siamo in diretta tv e il più grande evento del Trail Running a livello mondiale sta per partire. Sono concentrato , studio e ripasso con la mente il percorso che ormai so a memoria. Nessun Orco o faccia amica nei paraggi purtroppo , non bisogna commettere sbagli altrimenti non arriverò a Chamonix, posso contare solo sulle mie gambe e la mia testa, null’altro. Partiamo attraversando il centro di Courmayeur e ci addentriamo nella Val Sapin fino all’omonimo colle dove imbocchiamo il sentiero che ci porta a Tete de la Tronche , dal quale il panorama lascia a tutti a bocca aperta : il Monte Bianco si staglia davanti a noi .

 La giornata è stupenda solo un po’ di vento disturba la corsa, ma sono ben coperto con maglia termica e procedo con un’ottima andatura fino al ristoro del rifugio Bertone al 14esimo km. Qui incontro una faccia conosciuta, è il mio ex allenatore di sci , è lì arruolato tra le file dei tanti volontari, ci salutiamo e mi faccio riempire le tasche di barrette e bibite e riparto per il famoso balcone della Val Ferret che ormai conosco a memoria. Arrivo al Check point dell’Arnouvaz  dopo una lunga galoppata, riempio la solita acqua nelle borracce, mangio un paio di Tuc e riparto per la seconda fatica di giornata, il Gran col Ferret. Salendo il vento aumenta e raggiunti  i 2500 metri del colle mi butto giù senza perdere tempo attraverso l’interminabile discesa che risulterà molto divertente e corribile , riesco a recuperare molte posizioni e arrivo nel piccolo paesino svizzero di La Fouly con le gambe ancora in buono stato, mi concedo un gustoso mix di cioccolato, panino al prosciutto e banana, accompagnato da sali minerali e riempio le borracce ripartendo alla volta di Champex du Lac .

I 14 km che mi separano dal ristoro sono interminabili : un falso piano che mi costringe a correre e mantenere un ritmo alto per non perdere troppe posizioni, fino ad imboccare il sentiero degli Champignon che con un bel tracciato in salita mi porta al laghetto di Champex dove mi accoglie un tifo da stadio: tutti che urlano il mio nome e mi incitano è stupendo !! in questo ristoro mi sforzo di mangiare ma non ne ho molta voglia , devo farlo per forza sennò ciao ciao energie. Riparto attraversando il lungolago e mi addentro nei fitti boschi elvetici fino alla salita La Giete famosa per le sue mucche in localita Bovine appunto, poi giù a capofitto verso Col de la Forclaz e infine Trient . Sono un po’ cotto, ho recuperato tanti in discesa e le energie cominciano a scarseggiare a causa del ritmo sostenuto che ho mantenuto fino a quel momento, almeno per le mie possibilità. Devo prepararmi per la notte e mangiare di più: mi infilo la giacca a vento, la frontale e riparto dopo aver nuovamente riempito borracce e stomaco. La salita di Catogne taglia le gambe e non molla mai, arrivo in cima con un bel cielo stellato e affronto la discesa di Vallorcine con attenzione. Una volta giunto nel paesino francese vengo nuovamente accolto da tanti spettatori che incitano e urlano il nome di tutti i concorrenti lungo il percorso, ma qualcosa in me non va. Mi siedo al ristoro e ho un crollo fisico che metterà a dura prova il mio proseguo della gara. 

Pensieri di ritiro prendono sempre più forma nella mia mente : non riesco ad abbassare i battiti e il respiro rimane affannoso , i volontari mi chiedono se stia bene, io alzo il pollice e dico solo che sono stanco e che ho sonno; tutte cazzate, sto un male bestia e sto affrontando la più grande crisi che io abbia mai avuto , ma è proprio in questi momenti che la mente deve andare oltre rimanendo lucida . Cerco di stare tranquillo faccio respiri profondi e sorseggio un po’ di brodo con la pasta e una pappetta di cereali e miele che mi ero preparato il giorno prima. Faccio talmente pena che una ragazza che assisteva un altro concorrente mi chiede se ho bisogno di qualcosa e mi riempie le borracce, io sbiascicando la ringrazio. Non posso mollare ora , manca solo una salita e poi voglio il gilet finisher con quello che ho pagato. Piano piano recitando tutte le preghiere che conosco mi riprendo , sono passati 40 minuti e riparto per il Col de Montets , qualche chilometro  in leggera salita dove riesco a riprendere a correre. Arrivato incontro quattro francesi che hanno allestito una discoteca ambulante, mi salutano e mi invitano a ballare con loro , cerco di improvvisare qualche passo in ricordo dei vecchi gloriosi tempi in cui ero un abituè delle discoteche, ma sembro più un cinghiale agitato che ha perso l’uso delle zampe , pochi secondi “gloriosi” che mi distraggono dalla visione delle frontali che come in una processione procedono sui ripidi pendii della montagna proprio davanti a me. 

Guardo la salita e incomincio a imprecare contro l’organizzazione , la Tete aux Vent sale per quasì 800 metri di dislivello in 4 km e al 90 esimo km non è proprio una passeggiata della salute. Il sentiero sale deciso con nervosi tornanti tra grosse rocce a gradoni fino a quando intorno a quota 2000 metri spiana e io e altri quattro ragazzi ci ritroviamo avvolti dalla nebbia : non si vede niente, la frontale illumina a fatica non più di 2 metri davanti a me e scendendo verso La Flegere arriva anche la parte più tecnica del tracciato che mi fa rallentare molto, ormai ho l’umore e le gambe cotte a puntino. 

Cerco di prestare la massima attenzione, non devo cadere proprio ora manca pochissimo. Alla Flegere ultimo ristoro dove bevo solo un po’ di coca cola e mi precipito giù per le piste e poi il boscoso sentiero che finalmente dopo 7 km mi fa raggiungere Chamonix . 

Percorro il lungo fiume e vengo superato da tre runners che hanno lanciato una specie di “volata”, io li seguo a ruota ma non riesco a stargli dietro ormai sono stremato , intravedo Orco Smaug che mi segue filmandomi e complimentandosi con me , le poche persone che sono ancora in giro per il paese mi urlano bravò.. bravò Alessandro …. Allez Allez , non sento più niente. Davanti a me il tendone più famoso del mondo per i trail runners, mi sembra un sogno ce l’ho fatta!!!!




sabato 21 agosto 2021

Duathlon - Alpignano<-->Rocca Sella Caprie Fraz.Celle(To) 20 Agosto 2021


Dalle note dell'OrcoPinoR
In vena di camminare in montagna senza tralasciare la bici, oggi piccolo Duathlon vicino casa. Meta finale Rocca Sella o Monte Caprasio, una splendida punta in bassa Val Susa nel comune di Caprie Fraz.Celle a quota 1508Slm.

I numeri:
- Partenza in bici Gravel da Alpignano 350 Slm.
- Arrivo in bici a Fraz.Celle Rifugio Rocca Sella 20km 1000 Slm,
- Salita Trail running a Rocca Sella dal sentiero di Tramontana circa 2km  1508 Slm.
- Discesa Trail running dal sentiero normale.
- Ritorno in bici ad Alpignano.
Per 48km e 1300D+ circa


1 Sessione Bici da Alpignano al Rifugio Rocca Sella 1000 Slm 700D+ e 20km
Decido di utilizzare la GravelBike della Kona, pesante ma robusta, tenendo conto che dovrò lasciarla incustodita al Rifugio Rocca Sella per circa un'oretta.
Ai piedi le scarpe Mtb con attacco Spd. Nello zaino le scarpe da Trail leggero della Kalenji, un lucchetto per la bici, due barrette ed una GoPRo.
Mi accompagnerà in bici, fino a Celle, il Gualandi. La salita di Celle sempre tosta e fatta con la Kona da 13Kg ancor di più.
La speranza è quella di trovare il Rifugio Rocca Sella aperto, dove lascerò la bici, cosi da prendere un caffè prima della salita a piedi al Monte Caprasio.
Niente da fare, alle 9.30 è tutto chiuso. Attacco la bici con il lucchetto, nascondo le scarpe da bici nel bosco, infilo quelle da Trail ai piedi e via.



2 Sessione Trail Running A/R al Monte Caprasio 1508 Slm 500D+ 5km
Partenza a piedi dal Rif. Rocca Sella. si inizia con un tratto in asfalto di circa 800 metri che porta a borgata Combe. Segue  il sentiero per la via di "Tramontana" bello arcigno, che in circa 1,2km porta in cima al Monte Caprasio. 
Alla sommità del Monte Caprasio, una vista splendida sulla bassa Valsusa, la Val Messa ed un bel panorama su Torino. In punta anche una cappelletta ed una statua della Madonna in cemento.
Discesa dal sentiero normale, più facile ed a tratti anche corribile.


3 Sessione Bici dal Rifugio Rocca Sella ad Alpignano 20km 
Discesa in bici velocissima, grazie anche all'asfalto rifatto da poco. Finalmente un caffe a Villar Dora. Ritorno a casa dalla stessa via di partenza.
Un mini Duathlon che consiglio, con la possibilità di fare pranzo al Rifugio Rocca Sella.

sabato 7 agosto 2021

Gravel Bike - Colle delle Finestre & Rif. Selleries(To) 6 Agosto 2021

Traccia Grvb Colle Finestre & Rif.Selleries 2021

Dalle note dell'OrcoPinoR
Finalmente il meteo sembra prendere una piega decisamente estiva. Poter pedalare tutto il giorno senza il timore di prendere un acquazzone in alta montagna sembrava cosa non da poco ultimamente.
Oggi si contempla un grande classico del ciclismo nostrano; Il Colle delle Finestre.
Banale direte voi amici lettori del blog. Vero, rispondo io, e per accontentarvi oggi 6 Agosto 2021 aggiungeremo un po' di pepe salendo al Rifugio Selleries, dove non ho mai messo piede e ruota.

I numeri:
- Partenza da Alpignano ore 7.00
- Bassa ValSusa fino a Susa
- Colle delle Finestre 2178 Slm
- Rifugio Selleries 2023 Slm
- PraCatinat, Val Chisone, Pinerolo, Piossasco, Rivoli, Alpignano
Per 160Km e 2700D+ circa

Da Alpignano al Colle delle Finestre
E' d'obbligo per arrivare a salire il Colle Finestre, spararsi sti 45km e 300D+ di piattume che da Alpignano portano a Susa. Fortuna che l'obiettivo è il caffè con le frittelle di mela in Via Roma. Richieste la sera prima della gita e preparate esclusivamente per noi. Una vera delizia.
Salita al Colle delle Finestre in conserva, non sapendo cosa ci riserva la salita al Selleries. Un bel traffico di moto e mezzi fuoristrada, molti dei quali targati (D). Un vero disastro per chi pedala. Polvere, fondo ghiaioso rovinato. Cosi come in Germania chiuderei le strade bianche ai mezzi a motore non autorizzati. La strada sterrata che porta all'Assietta, meta dei centauri e Jeepponi,  passa in mezzo a due Parchi Naturali l'Orsiera e Bosco di Salbertrand. Direi che sarebbe ora di finirla co sto turismo motorizzato.
Al Colle, macchine e moto la fanno da padroni. Abbiamo chiesto al proprietario di una Jeep di spostare il mezzo, parcheggiato proprio davanti al cartello indicante il Colle, per fare 2 foto. Ancora 2 minuti e l'avremmo fatto brillare.

Dal Colle delle Finestre al Rif. Selleries
Scendiamo dal Colle delle Finestre ed al primo bivio viriamo a sinistra, direzione Pra-Catinat.
Discesa di 7km su ghiaia. A quota 1780 un altro bivio a sinistra ci immette sulla sterrata che in 5km e 300D+ ci dovrebbe portare al Rifugio Selleries a quota 2023 Slm.
Mi aspettavo un fondo sterrato ben tenuto. In realtà gli ultimi temporali lo hanno ulteriormente dissestato, andrebbe pedalato con la Mtb. Con le GravelBike siamo al limite, ma ormai siamo qui e ce tocca. Saranno ceci a scendere.
Il Selleries posto all'Alpe Selleries e di proprietà della Regione Piemonte che presumo lo dia in gestione. L'aspetto esterno non mi convince, la posizione però mi da quel senso di selvaggio che si addice ad un rifugio a 2023 Slm. Stefano ordina un panino, ma del suddetto neanche l'ombra. I gestori troppo impegnati a produrre polente sconcie, polente con Cervo al cioccolato o Rinoceronte lanoso. Fuggiamo via senza panino, ci ristoreremo in Bassa Val Chisone.

Dal Rif.Selleries ad Alpignano
Discesa complessa con la Gravel Bike, siamo proprio border line con le GrvB e sinceramente questi 5km non vedevo l'ora che finissero. Il ritrovo dell'asfalto è stata benedizione.
La fortuna oggi è dalla nostra, con un bel vento a favore, come dei fulmini siamo atterrati a Pinerolo per un mediocre e rinfrescante gelato.
Ricaricate le batterie ed a buona velocità, grazie sempre al vento alle spalle, in men che non si dica chiudiamo quest' anello magnifico.



giovedì 5 agosto 2021

Trek Dolimiti - Pale di San Martino(Tn) 27-31 Luglio 2021

Palaronda Trekking - Gruppo delle Pale di San Martino - Dolomiti 

Dal racconto dell'OrcoBee

Non c’è due senza tre.., ancora Dolomiti - Pale di San Martino  27-31  Luglio 2021
Tra chiusure, riaperture parziali, totali, coprifuoco, mascherine, fiumi di soluzioni alcooliche, cambi di governo, commissari in uniforme,  Piani vaccinali, vaccini mRNA, vaccini a vettore virale, hub vaccinali, varianti beta, gamma e delta e altre varie amenità varie, questo  2021 non è certo da meno del suo predecessore quanto a stress e preoccupazioni.
Per fortuna un po’ di libertà in più ci è concessa e allora perchè non approfittarne per andare a perlustrare qualche altro angolo di Dolomiti?
Dopo il gruppo del Civetta  nel 2019 e la zona Sorapiss nel 2020, quest’anno, con l’amico Andrea alias OrcoCamola decidiamo di approfondire la conoscenza della zona delle Pale di San Martino.
La fondazione Dolomiti Unesco riconosce 9 sistemi Dolomitici e pone la zona di San Martino di Castrozza nel macrogruppo - Pale di San Martino, San Lucano, Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine -(https://www.dolomitiunesco.info/?gruppo-dolomitico=pale-di-san-martino) .
Quest’anno a farci saltare un po’ i piani ci pensa il meteo, piuttosto variabile al nord, con frequenti e imponenti temporali soprattutto sui rilievi anche se la settimana prescelta è l’ultima di luglio, solitamente sinonimo di massima stabilità estiva.
La prevista partenza di domenica 25 luglio per poter sfruttare appieno la settimana è infatti rimandata di un paio di giorni causa meteo avverso.

Partiamo quindi di martedì, destinazione Fiera di Primiero, 15 km circa prima di San Martino di Castrozza dove i prezzi delle sistemazioni alberghiere sono influenzate dal nome prestigioso della località. Dormendo 15 km sotto si risparmia infatti mediamente 30-40 euro per stanze simili.
Martedì è ancora abbastanza bruttino. Arriviamo, ci sistemiamo nel bel B&B della signora Lory, un maso ristrutturato in un posto in cui potrebbe sbucare Heidi da un momento all’altro. Il  pomeriggio è però passato quasi tutto in camera per via di una pioggia piuttosto battente. Per fortuna ci sono le olimpiadi ed il tempo passa guardando un po’ di programmi dedicati.
Dopo una pizza in un paese abbastanza deserto per via del meteo e la visita ad un rinnovato museo di storia locale, il rientro è piuttosto presto. Siamo pronti per un sonno ristoratore del viaggio fatto per arrivare fin qui. Ma a questo punto consentitemi di scherzare un po’ e di porre  una domanda che mi tormenta da un po’ di anni a cui forse potranno rispondere eventuali lettori del triveneto ;perchè, cari amici trentini, altoatesini, bellunesi, friulani di montagna,  in tutte le vostre strutture di accoglienza turistica i letti sono attrezzati solo con pesantissimi piumoni invernali? Letti comodi, stanze  pulitissime, ma le notti possono essere un incubo; freddo se ti liberi del piumone, caldissimo se lo usi!. Vi prego, amici dell’est, adottate anche voi il pratico sistema lenzuola e copertina!, deponete i vostri piumoni negli armadi, firmiamo la pace delle notti a temperature gradevoli.
Quindi dopo una notte calda-fredda-calda-fredda ci svegliamo di buon'ora e dopo una sontuosa colazione siamo pronti per raggiungere San Martino e dopo un breve tratto di funivia e una mezz'ora di cammino siamo pronti ad affrontare la prima ferrata. Si tratta della Bolver Lugli, una ferrata di medio impegno su una spalla del Cimon della Pala, una delle punte più alte della zona. La ferrata esce intorno ai 3000 metri dove si trova un bivacco (Fiamme Gialle) vicino al passo del Travagliolo da dove, in un'ora si può raggiungere la Cima Vezzana, la più alta delle Pale. Noi siamo sorpresi da un vento gelido che stronca le nostre velleità di ulteriore salita. Lo scenario dal Passo è il preludio di quello che godremo i prossimi giorni.  Sono le Dolomiti! nella loro massima espressione. Valloni poco frequentati, sentieri impervi  tra vette e pinnacoli di roccia che disegnano  linee incredibili, sempre diverse. Quest’anno poi c’è la novità di parecchia neve sui sentieri che in alcuni tratti aumenta il livello di difficoltà del nostro cammino.
Scendiamo dal passo per  un lungo  tratto innevato e ci dirigiamo con risalite e alcune discese verso il rifugio Rosetta che ci ospiterà per la notte.
La giornata continua a essere piuttosto freddina e a metà pomeriggio si scarica un temporale corredato di venti fortissimi.
Per fortuna siamo già al rifugio, di cui possiamo apprezzare confort e calore. Dopo l’annus horribilis 2020 anche questi avamposti di montagna cominciano a essere frequentati anche per la notte. Il Rosetta è punto di passaggio dell’Altavia dolomitica n.2 e quindi solitamente molto frequentato. 
Il giorno dopo finalmente il tempo è magnifico. Cielo limpido, una bella arietta frizzante che lascerà il posto ad un caldo ampiamente sopportabile.
La nostra destinazione sarà il rifugio Velo della Madonna, sotto l’imponente omonima vetta e il prospiciente, monumentale, Sass Maor.
Iniziamo in discesa, lungo un panoramicissimo sentiero che ci riporta a vedere qualche prato.
Poi si risale, il sentiero è parzialmente attrezzato con cavi laddove diventa più esposto. Arriviamo al colle di Ball da cui si vede il rifugio Pradidali. Il sentiero però si inerpica verso la forcella Stephen a cui si giunge percorrendo la bella ferrata Nico Gusela.
Dalla forcella abbiamo poi salito la facile Cima di Val di Roda in compagnia di una simpatica combriccola di turisti olandesi.
Il cammino è ancora lungo, prosegue per un lunghissimo traverso in un vallone selvaggio e per nulla frequentato per arrivare sopra il rifugio a cui si arriverà percorrendo (in discesa) un’altra bella ferrata con qualche vista molto “verticale” sulla valle.
Alla fine anche oggi siamo stati in giro più di otto ore, arriviamo allo stupendo rifugio Velo della Madonna per brindare con due fresche e meritate birre. 
Neanche tempo di brindare che sentiamo l’elisoccorso volteggiare sopra le nostre teste.
Qualche centinaio di metri più sotto vengono  scaricate le persone che presteranno  soccorso a una persona che è rimasta vittima di un incidente. Scopriremo purtroppo più tardi che nonostante i tempestivi soccorsi (16 minuti da Trento al luogo del soccorso) la persona, vittima di un infarto non ce l’ha fatta. In queste occasioni mi viene sempre da pensare come la montagna possa unire in pochi attimi ed in pochi metri la bellezza e la gioia più grande e lo sgomento più profondo.
Venerdì 31 luglio è l’ultimo giorno, dobbiamo scendere. Salutiamo la simpatica coppia di gestori e volgiamo gli ultimi sguardi alle cattedrali di roccia che fanno da sfondo al rifugio dove anche i più grandi hanno scritto pagine importanti della storia dell’alpinismo.
Non vogliamo tornare alla macchina troppo presto così decidiamo di raggiungere un paio di cime in prossimità del rifugio e poi di scendere  percorrendo il sentiero attrezzato DePaoli. Il risultato sarà un ampissimo giro che ci farà stare in mezzo a questa meraviglia per altre 8 ore circa.
Ultima birra a San Martino di Castrozza, ultima notte in un maso di mezza montagna, l’indomani è già sabato, tempo di un giretto per comprare qualche specialità locale e poi è di nuovo ora di tornare.
Ancora una volta non ci resta che rendere grazie alla bellezza che ci regala la montagna, alle sane fatiche a cui ci sottopone ed  alla semplicità e grandezza delle emozioni che è in grado di farci provare.
W la montagna, W Gli Orchi
David e Andrea ovvero Orcobeee e OrcoCamola gli EntomOrchi!!




mercoledì 4 agosto 2021

Gravel Bike Rifugio Salvin & Lago di Monastero(To) 3 Agosto 2021

Traccia GrvB Rif.Salvin e Lago di Monastero
 Dalle note dell'OrcoPinoR

Dai che oggi è la volta buona che riesco a mettere il naso al Lago di Monastero in ValGrande
Il meteo di quest'estate strana non aiuta, ma confidiamo nella finestra asciutta della mattinata. 
Ma da dove passiamo da Chiaves? Nooooo. Facciamo un bel giro ad anello che  passi dal Rifugio Salvin giusto per non farci mancare nulla. Nè io nè il Gualandi conosciamo cosa ci aspetti dal Salvin al Lago di Monastero, quindi tutto da scoprire e non sappiamo se le nostre bici da ghiaia riusciranno a portarci alla meta.

I numeri:
-Alpignano, Givoletto, Lanzo ore 7.00
- Monastero, Santuario Marsaia
- Rifugio Salvin
- Lago di Monastero
- Chiaves, S,Ignazio, Lanzo, Fiano, La Cassa, Alpignano ore 14.00


Per 105km e 2200D+ circa

Da Alpignano al Rifugio Salvin
Partenza alle 7.00 direzione Givoletto, La Cassa, Fiano ed il drittone asfaltato di fresco, con una bella corsia per le bici, che da Cafasse porta a Lanzo cui segue una bella pausa Caffè-Torcetto al Pasticceria Al-Torcet
Giorno di mercato a Lanzo oggi Martedi 3 Agosto 2021, divieto di transito per le bici. Pochi banchi al mercato e pian pianino lo attraversiamo inforcando le Gravel. Tempo zero veniamo redarguiti da una ligia Vigilessa e invitati a scendere dalle bici per procedere a piedi. Gnorsi Sior Capitano.
Scaldiamo la gamba fino al comune di Monastero di Lanzo. Dopo circa 1km il bivio a sinistra ci porta verso il Santuario di Marsaia ed il Rifugio Salvin. 
Rampe cattive anche al 17-20% si alternano tra pezzi di asfalto e sterrato per arrivare prima al Santuario ed a seguire il Salvin posto a circa 1600 Slm.
Non ricordavo pendenze cosi cattive, ero stato al Salvin con OrcoBee nell'Ottobre del 2014
Sosta per un panino al Rifugio e fare il punto della situazione.

Dal Rifugio Salvin al Lago di Monastero
Una carrereccia ripida e per Mtb porta dal Rif.Salvin alla strada sterrata che da Chiaves si dirige al Lago di Monastero. Ripida e pietrosa per 3km la traccia ci porta al bivio di Menulla ed un batter d'occhio al Colle della Forchetta
Su un buon fondo sterrato in 7km siamo al Lago di Monastero a quota 2000Slm. Una piccola pozza. A dire il vero, da come ne parlavano, lo immaginavo più grande. Vabbè dai. Non paghi ci regaliamo uno strappetto all'Alpe Coassolo ed il sentiero per il Colle di Perascritta.
Discesa su sterrato sempre dure con le Gravel, occorrerebbe sgonfiare le gomme e da 5atm passare a 2atm. Il problema è rigonfiarle per poter fare su asfalto per un trasferimento veloce.
Il ritorno a casa da Chiaves ed il Santuario di S,Ignazio a velocità da bici da strada. Potenza delle Gravel




martedì 3 agosto 2021

LTT La Thuile Trail (Ao) 24-25 Luglio 2021

 

Sito LTT

Dal racconto dell'OrcoGreg
Finalmente ricominciamo!
Dopo la lunga parentesi dovuta alla pandemia, sebbene non avessimo mai interrotto le nostre scorribande sui monti, a piedi, in bici o con gli sci, siamo ritornati a partecipare ad una manifestazione competitiva di corsa in montagna.
Il desiderio ci solleticava già da tempo, stimolati anche da alcuni orchi che già avevano gareggiato in altri trail.
Il ritorno ad organizzare il weekend di gara, preparare il borsone, scegliere dove dormire, raggiungere la località di partenza ecc…sono tutte attività che contribuiscono a creare lo stimolo che in questi mesi ci è venuto a mancare.
L’organizzazione aveva previsto tre distanze: 60 K 3500 d+, 25 K 1500 d+ e il vertical 1100 d+.
La nostra scelta è ricaduta sulla distanza intermedia che ci assicurava principalmente un impegno fisico non troppo gravoso e del tempo a disposizione nel dopogara per visitare le bellezze del luogo.
Partenza alle 8.30 dalla piazza centrale di La Thuile insieme ad altri 240 runners con mascherina, immediata salita ripida nel centro abitato e poi bei sentieri nei boschi fino alla splendida balconata che ci conduceva all’unico ristoro previsto a metà percorso presso il rifugio Deffeyes.
Si continuava fino a lambire il ghiacciaio del Rutor, la sua morena e i suoi laghetti e, percorrendo il vallone di Bellacomba e si ritornava verso La Thuile scendendo i ripidi tornanti dei boschi sopra La Joux.
Percorso nel suo complesso veloce nonostante l’attraversamento di diverse petraie, con alcune parti più tecniche messe in sicurezza con corde e catene.
All’arrivo, nel prato sovrastante l’area di partenza, ci attendeva un’ottima accoglienza della speaker, del pubblico presente e dell’agognata birra alla spina.
Il pranzo al sacco e la possibilità di vedere l’arrivo di altri partecipanti mantenendo un buon distanziamento, hanno garantito un inaspettato terzo tempo, quasi come ai vecchi tempi.