Foto Trail Forti di Genova 2019
Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga
Nel viaggio autostradale antelucano verso il mare penso che finalmente sarà la volta buona. Finalmente dopo due tentativi andati a vuoto nel 2018, oggi si parte verso la prima attività societaria del 2019, ovvero verso quei mitici Trail Autogestiti che da sempre hanno costituito la proposta aggregante degli Orchi e ne costituiscono pure l’anima più schietta e semplice. Si ricomincia con un’organizzazione ruspante, il numero dei partecipanti cambia di ora in ora per defezioni varie e nuovi arrivi, ma al mattino ci ritroviamo in 7 Orchi a Rivoli; buon segno, Gli Orchi non Mancano mai agli appuntamenti importanti!
Boccadasse ci aspetta ma prima dobbiamo scavalcare il fantasma del ponte Morandi; ed allora, dalla nuova uscita dell’Aeroporto ci attende un veloce transito in Genova attraverso la nuova strada a mare fatta in fretta e furia tra l’Italsider e Sampierdarena. Direi un percorso affascinante tra le strutture industriali del vecchio e nuovo porto, passiamo rasentando le grandi officine, alcune letteralmente fatiscenti, altre in piana attività.
25km 1500D+
E’ la Genova che non conoscevamo, una totale dicotomia tra le nuove avveniristiche strutture a mare del porto con le enormi gru a cavaliere per lo smistamento dei containers ed i vecchi capannoni in disuso. Ancora un breve viaggio per riprendere la nostra cara e orribile sopraelevata che si rivela sempre più una risorsa indispensabile alla caotica viabilità cittadina. A questo punto il porto lascia spazio ai grandi terminali dei traghetti e della navi passeggeri, il porto turistico e finalmente la Fiera del mare! Enormi condomini della MSC attraccati ai moli attendono la loro partenza per le crociere nel Mediterraneo.
Ma finalmente Boccadasse, o meglio il fondo di Corso Italia, giacchè si intravede solo la chiesa storica posta a guardia del borgo in posizione nettamente sopraelevata. Il paventato problema parcheggio si risolve velocemente con la carta di credito per risolvere i problemi economici del Comune di Genova.
5 ore è quanto abbiamo a disposizione per l’intero viaggio, un po’ tirato ma è meglio sbigarsi….
Le presentazioni tra i tre amici di Genova, Ugo, Vittorio e Enzo, con noi Orchi, al secolo, Marcello, Davide, Duregon, Pasquale, Stefano , Paolo e il sottoscritto.
Ovviamente incontro sulla spiaggia ciottolosa tra barche e turisti ancora infreddoliti, foto di rito, anche senza la mitica Livia, eterna fidanzata di Montalbano.
Sembriamo 10 escursionisti medi della zona se non fosse per lo strano abbigliamento, ma è arcinoto che i genovesi sono grandi appassionati di montagna, tanto da suscitare la curiosità dei passanti.
Ci aspetta per le prossime 5 ore uno dei più bei percorsi trail della Liguria, anche se assolutamente non conosciuto; ovvero la risalita della cinta fortificata della città lato levante con i forti in sequenza di San Martino, di Santa Tecla ed il Richelieu fino a quello più grande di Forte dei Ratti. Da questo punto si segue tutta la dorsale di cresta direzione Levante fino a Bavari e la lunga e sospirata risalita della catena appenninica alla nostra cima Coppi, ovvero il Monte Fasce. Dalla sua sommità si scende lungo tracce di sentiero tutta la dorsale a mare verso Quarto , Sturla per poi rientrare in Boccadasse con la chiusura della traversata ad anello.
Oggi il meteo è eccezionale, temperatura fresca ma non fredda, aria secca, visibilità quasi alla Corsica, sole tiepido e .. tanta voglia di correre.
Già la partenza è traumatica, attraverso Corso Italia e le vie interne fino a raggiungere il primo forte di San Martino, sempre in affanno a rincorrere gli assatanati davanti e soprattutto a non perderli. Fortunatamente lasciato il quartiere di san Martino ed il suo il mega ospedale, cominciamo a risalire tutte le vecchie crose che si arrampicano sulla collina fino ai Camaldoli. Finisce qui la parte urbana o quasi del viaggio per iniziare la parte sentieristica, direi naturalistica dell’intero viaggio; una sequenza infinita di sentieri rocciosi, arcigni che costituiscono l’animo duro dei liguri e dei suoi percorritori. Pietre serpentinose, acute e pericolose, guai a cadere ci accompagnano a questo punto lentamente fino al forte Richelieu ed alla grande cava di materiale lapideo utilizzata per la costruzione dei grandi palazzi storici Genovesi.
Si aggira su un veloce traverso verso ponente e la risalita fino al Forte , posto sulla sommità del Monte Ratti a circa 600 mt di quota. Uno sperone del forte si propende come prua della nave verso il mare a guardia della sottostante città. Ma il forte dopo un veloce giro panoramico al suo interno ci rivela tutta la maestosità della sua costruzione in pietra, con dimensioni davvero rilevanti tali da contenere una guarnigione di circa 1000 soldati. Esso costituiva un baluardo anche e soprattutto verso monte per invasione dalla vicina val Bisagno. Verso Ponente si nota invece la dorsale fortificata che prosegue fino al Righi ed oltre; da percorrere in un prossimo trail.
Si riprende la nostra corsa lungo tutta la dorsale e con rapidi Sali e scendi mozzafiato raggiungiamo il punto più basso, ovvero la frazione di Bavari, dove attraversiamo la strada del Bus che raggiunge Genova. Ma un trail deve riprendere necessariamente il suo percorso montuoso ed iniziamo la parte più tosta che in circa 1,50 ore ci permette di raggiungere la cima del Monte Fasce con un percorso accidentato. Siamo alla quota di 830 mt , una strada di servizio ci adduce alla selva di antenne ed alla croce di vetta.
Devo dire che le antenne di tutti i tipi sono prolificate notevolmente , tanto da costituire un richiamo direi turistico; da vedere però decisamente da lontano perché in quel punto l’inquinamento elettromagnetico è elevatissimo. La croce ed il suo traliccio tuttavia giacciono a terra distrutte dalla tempesta di circa due mesi orsono come un tragico segno del destino, anche il Nostro Signore si è arreso al progresso!
Ma si deve rapidamente divallare lungo tutta la dorsale fronte mare con una vista spaziale su tutto il golfo Ligure, sembra di poter toccare con mano anche il promontorio di Portofino.
Discesa veramente su sentieri accidentati per circa 30 min, fino alla osteria del Liberale, dove inizia la vecchia mulattiera, ancora in buono stato che ci fa raggiungere velocemente le prime case.
A questo punto è una sequenza velocissima di crose in discesa, decisamente spacca gambe tra le vecchie case ligure contornate da muri a secco, nei loro inimitabili color pastello, il giallo ocra, il rosa antico.
Attraversiamo finalmente Sturla e Corso Europa fino al mare.
Ci attende tuttavia ancora il viaggio tra le case del porticciolo di Sturla, di Vernazzola e finalmente capo di santa Chiara, proprio sopra Boccadasse, su crose sempre più faticose.
Sono trascorse 4 ore e 50’ con un percorso di 25 km ed un D+ di circa 1300 mt. Ci attende la focaccia al formaggio…