Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga
Siamo nel cuore delle alpi
Cozie e precisamente nella Valle dello Stura di Demonte, importante
affluente del Po per il grandioso bacino
idrico individuato da questo lungo solco
vallivo che si protende per oltre 60
km a partire dal
Colle della Maddalena ( per i cuginetti
francesi Colle di Larche) fino alla pianura
Cuneese in Borgo San Dalmazzo.
Valle lunga e che racchiude un tesoro inestimabile di
centinaia di gite di scialpinismo classico
fino alle grandi salite dell’Oserot, Oronaye, Enchastraye, Tenibres,
Becco Alto di Ischiator.
Il periodo natalizio
impone una lunga sosta e la scelta , per cambiare vallata ogni anno, cade
appunto in questo paradiso, nel
paese di Sambuco posto a circa 1180
mm , 18
km prima del colle della Maddalena. Antico paese
quasi completamente ristrutturato e sede persino di municipio oltre che
di 92 abitanti su una superficie di 46 kmq con una densità di 2 abitanti per
kmq ( direi che non esistono
problematiche di affollamento, con la stessa densità media l’Italia
avrebbe circa 680.000 abitanti!).
Origini celtiche per
questa agglomerato che un tempo contava quasi 2000 abitanti sparsi nelle numerose frazioni in montagna. Il
nome si riconduce probabilmente alla coltivazione del sambuco e alla distillazione del liquore
oppure all’arpa pastorale di forma triangolare detta Sambuca.
A causa del suo isolamento rispetto al mondo circostante , la Vallata è stata
teatro di grandi scorribande militari
nel corso della storia, a partire dal
probabile transito di Annibale
per arrivare a Napoleone attraverso il colle della Maddalena e finalmente agli scempi edilizi anni 60/70 della vicina Argentera. Tutto il
paese risente comunque dello sviluppo
edilizio di tipo militare con una grande
galleria Comando scavata nella montagna.
Ma a noi interessa
soprattutto un nome ed una garanzia, per tutti da Bartolo, storica
locanda del paese che ha saputo realizzare
un albergo di tipo diffuso tra le vecchie costruzioni in pietra attorno alla primitiva locanda, con un
nome importante, Hotel della Pace.
Hotel completamente
ristrutturato in pietra e legno, con cucina superba a base di specialità locali e soprattutto di vini piemontesi da
non perdere!
Il cuore dell’albergo
risiede nella sua piccola e
pretenziosa SPA, centro benessere con
saune, bagni turchi, saune con fieno e percorsi su ciottoli
e secchiate fredde da veri
masochisti, che è stata meta di tutte
le nostre serate.
Comunque si comincia il primo giorno con:
CIMA DELLE LOSE 2813
Da Argentera (CN) 28-12-16
Siamo nella parte alta della valle in un paese oggetto della più sfrenata espansione edilizia non controllata, ovunque una selva di seconde case
completamente vuote o peggio non ultimate. Si lascia la macchina a Grange sul
primo tornante della statale, e imboccando velocemente il selvaggio vallone di Puriac attraversiamo il
piccolo torrente omonimo, direi troppo velocemente perché finisco direttamente
in acqua con windstopper , sci e pelli, ma la giornata,
come sempre, è bellissima e non ho problemi per asciugarmi, anche se tutta la
salita si svolge all’ombra in pieno
versante Nord. Si risale tutto il fitto
bosco di conifere su una evidente
traccia molto ripida che permette di
prendere rapidamente quota fino a raggiungere i primi contrafforti della
montagna in aperto sole. Da questo punto si deve risalire tutto il grande sperone di destra che fa da baluardo alla vetta.
Attraversamento della
conca sommitale con la città dei sassi a quota 2400mt
La neve si trasforma rapidamente e in piena esposizione ai
freddi venti comincia ad essere ghiacciata e tormentata. Raggiunto un piccolo
colle a quota 2400 metri
circa, occorre attraversare in piano la
conca sommitale sede della città dei
sassi, ovvero il punto di raccolta di tutti i massi caduti dalla piramide di
vetta, e con evidente percorso a slalom si riesce finalmente a guadagnare il grande sperone di destra. A questo punto
su percorso evidente e calzando i
coltelli a causa del fondo sempre più duro, con circa 300 m di dislivello e
pendenze decisamente sostenute, ecco la cima. Vento e freddo e soprattutto la dimensione microscopica della punta
impediscono di fermarsi. Il tempo di togliere le pelli e veloce partenza sul pendio nord puntando
direttamente alla conca inferiore. Le
prime curve sono sempre un po difficili tale
da scendere il primo pezzo a derapage; La neve a questo punto diventa
alquanto accidentata e lavorata dal vento tale da non permettere una bella sciata, vista anche le pendenze sensibili su cui si viaggia.
La città dei sassi è raggiunta velocemente e di qui in
avanti migliora il fondo nevoso,. Molto più morbido. Discesa nel bosco
decisamente accidentata e non sempre scorrevole; occorre ricercare il
percorso tra i larici evitando di abbracciarli.
Cima delle Manse 2727 m
Dal Colle della Maddalena 29-12-16
Tempo sempre troppo bello tale non invogliare neanche la
ricerca del meteo. L’alta pressione è ormai stabile da molti giorni e il colle della Maddalena con i suoi 1980 m di quota non fa
eccezione. Il termometro però scende decisamente a -5° C e tutti i francesi Ski alp convergono
qui.
La gita è ormai un classica
per tutti i gusti, pelli di foca, ciaspole, scarponi, tavole…
In coda come bravi
escursionisti affrontiamo il dolce vallone della Oronaye su un versante completamente a Sud,
con neve decisamente trasformata ed inizialmente molto dura. Ma oggi si trotterella
visto la scarsa lunghezza della gita. Infatti giunti sotto la cresta di confine con l’Italia, la valle si biforca,
a destra l’Oronaye, a sinistra la nostra
gita su una lunga cresta , da affrontare su un pendio in traverso inizialmente molto dolce. Il caldo si sente decisamente e ,lentamente con lunghi traversi su
pendii perfettamente sciabili raggiungiamo la cresta senza calzare i
coltelli. A questo punto la cresta è un susseguirsi di piccole elevazioni da
percorrere in cavalcata per fermarsi sulla cima più libera. La vetta è ormai satura di sciatori e
decidiamo di fermarci sulla parte
che presenta una serie di massi
puliti dalla neve; panorama mozzafiato sulle alpi francesi ed Italiane;
la parete Ovest dell’Oronaye e del Vanclava sono davvero impressionanti. Visto
che la discesa sul versante Nord è improponibile per le nostre forze, con un
pendio da brivido, decidiamo saggiamente
di ritornare per i nostri passi sulla via di salita.
Tutta la discesa avviene su neve trasformata e dura, talvolta
anche crostosa ma decisamente portante. Il nostro Colle è veramente vicino e ci accoglie con una
lunghissima file di vetture parcheggiare a bordo strada, tutti sciatori!
ANTICIMA DELLE LOSE 2500
Da Argentera (CN) 30-12-16
Terzo ed ultimo giorno di gite,; oggi vista il buon risultato
della prima gita si decide di ritornare verso il gruppo della Cima delle Lose.
Però stavolta la partenza è proprio da Argentera, appenala lasciato il grande
parcheggio degli impianti di risalita ed aver raggiunto il borgo vecchio di Argentera.
Meta sarebbe la Punta di Incianao a
sinistra della Lose. Ci attende il solito ripido bosco di conifere con pista diretta da percorrere tra gli alberi ed un numero spropositato di
giravolte. Ormai ho imparato la
tecnica e soprattutto in velocità per
limitare il dispendio di energie. Comunque dopo un’ora e mezza di grande bosco
finalmente riusciamo a vedere il
sole sui pendii superiori. Siamo proprio sotto la punta delle
Lose e stavolta puntiamo senza esitazione alla grande spalla di sinistra dove si ergono una serie di elevazioni che fanno da
contrafforte al massiccio. Però adesso è
Nord pieno e la neve è diventata
polvere!. Una ripidissima traccia ci accompagna in un ambiente stupendo da alta
montagna su una anticima a quota circa
2550. Battiamo gli ultimi metri con un bellissimo traverso sotto le rocce e
basta per adesso siamo sazi!
Bisogna assaporare la discesa che infatti viene
percorsa su un ripido versante diretto fino al bosco su una bella farina.
Ma anche il bosco stavolta presenta un fondo decisamente migliore tanto da
raggiungere in meno di un’ora il paese
di Argentera. Si ritorna a casa!