Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga
Tre anni orsono, quindi Agosto 2013, il nostro viaggio sulle Alta Via n° 1 della Valle d’Aosta finiva al santuario di Cuney per l’improvviso aggravarsi delle condizioni di salute della mamma.
Adesso, dopo un peregrinazione tra i trekking estivi della Valtellina e dell’Adamello, decidiamo con mio fratello Roberto ed Ugo di riprendere il viaggio sui sentieri del TOR. Allora si era partiti dalla basse valle del Lys, ora lo riprendiamo da Cuney, altipiano fascinoso pieno di storia e religione.
Siamo su una conca erbosa a quota 2650 metri che raggiungiamo in circa 2,50 ore di cammino dalle frazioni alte della Valle di St Bertlemy. La costruzione del santuario Oratorio risale all’anno 1760 circa e dopo numerosi ristrutturazione fino al 1860 assume la veste odierna di una chiesa di ragguardevoli dimensioni, quindi meta religiosa di continui pellegrinaggi. Testimonianza ne sono i numerosi ex voto che arricchiscono con tristi storie tutto il presbiterio: notevole anche l’altare maggiore e la sua pala. Il rifugio trova sede in una struttura adiacente e si presenta in condizioni certamente degradate, ma viene comunque gestito molto amorosamente dai custodi giovani e preparati e nonostante la recente apertura si presenta affollato da una numerosa comitiva di escursionisti francesi. Già circa 12 gitanti accompagnati da una guida sul percorso e da una guida con servizio di mula al seguito per trasporto dei bagagli da un rifugio all’altro.
Il giorno dopo partenza di buon mattino alle 7,0, ci aspetta una doppia tappa dell’alta via con un tempo previsto di circa 12 ore complessive. Discesa dal rifugio per balze erbose ed una parte di sentiero attrezzato con catene su una piccola cengia che evita di scendere a valle di altri 200 metri. Di qui in poi si presentano numerosi pendii nevosi che permettono di raggiungere il Colle di Chaleby a 2633 metri e a seguire il bivacco Clermont, dal quale su pietraie ricoperte di neve recente si raggiunge il colle Vessonaz a quota 2793. Ancora tempo relativamente bello, condizioni di visibilità ottime che ci permettono di individuare il lungo percorso a scendere sulla valle che attraverso varie alpeggi, scende lungamente fino a raggiungere l’abitato di Close attraverso le forre della Valpelline sul ponte della Betenda. Sono passate più di 5 ore ci aspetta una altrettanto lungo viaggio dal Paese di Close attraverso un tortuoso sentiero che con notevole sviluppo permette di raggiungere in 3 ore l’alpeggio Brison e l’omonimo colle Brison a 2480 metri. Siamo esattamente sopra l’abitato di Ollomont che sembra a portata di mani, ma ci aspetta una estenuante discesa su uno scosceso sentiero tagliato sul fianco della montagna tra paravalanghe, fino all’alpeggio Berrio e finalmente su una interminabile strada interpoderale si raggiunge Ollomont e a seguire la frazione di Rey. Sono passate le 19 quando entriamo in albergo, dopo una discesa complessiva di 2600 metri e salita di 1500 metri.
Terzo giorno, ci aspetta anche oggi una tappa doppia ma con la sgradevole sorpresa della pioggia, che ci accompagnerà saltuariamente tutto il giorno. Da Rey al Rif Champilllon sarebbero circa 2,45 ore ma ne impiegheremo almeno 4 in seguito agli errori di percorso dovuti ad una segnaletica scandalosa, eppure siamo sull’alta Via 1 e sul Tor. Scopriremo lentamente quante poche persone frequentino questo tratto dell’alta Via. Comunque dopo aver erroneamente percorso una lunga strada asfaltata raggiungiamo il Rif Champillon a 2375 m e a seguire il famoso colle Champillon con vista mozzafiato sulla valle di Saint Rhemy. Appena 1200 metri più sotto l’abitato di Etrouble ma un tortuosissimo sentiero ci fa peregrinare per tutte le vallette laterali, gli alpeggi fino alle frazioni di Prailles e Eternod, dove non contenti occorre risalire di almeno 200 metri fino a raggiungere la strada poderale alta e finalmente a scendere lungamente fino a Saint Rhemy. Di qui altra discesa e risalita a Couchepace a quota 1600 metri, Hotel des Alp con una camera lussuosa e cena faraonica.
Quarto giorno, meta il rif Bonatti in alta valle Ferret, ma raggiunto il rifugio Frassati a circa 2500 metri dopo un lungo percorso a mezza costa in una giornata eccezionalmente tersa, apprendiamo che non è possibile transitare attraverso il colle di Malatrà a 2925 m. senza attrezzatura alpinistica.
Si ripiega non senza rimpianto ma con molto buon senso su Saint Rhemy en Bosse dove la corriera ci riporterà ad Aosta e alla vettura.
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