lunedì 24 giugno 2019

Bici Bdc Granfondo Gavia Mortirolo Aprica(So) 23 Giugno 2019


Foto Granfondo Gavia Mortirolo 2019
Clasifiche Granfondo Gavia Mortirolo 2019
Video Granfondo Gavia Mortirolo 2019
Sito Granfondo Gavia Mortirolo

Sito Cacciatori di Colli

Dall'urlo dell'OrcoPinor 

La Granfondo Gavia-Mortirolo è entrata, nel mio personale calendario sportivo, come palliativo per non essere riuscito a far parte dei fortunati che, il 7 Luglio 2019, saranno sulle strade della Maratona delle Dolomiti.
Tre i motivi per essere della partita. Non ho mai "grimpato" il Passo Gavia  ne tantomeno il mitico e duro Passo del Mortirolo, e non  ho mai messo piede in alta Valtellina ed in Valcamonica.
Naturalmente alcuni giorni prima ci si informa sulla situazione meteo alla Granfondo. Pioggia il Sabato e beltempo la Domenica. Ma la frana del RUINON a S.Caterina Valfurva(So), Gavia in discesa verso Bormio, si muove. I 40 milioni di metri cubi di materiale spingono il prefetto, Sabato 22 Giugno 2019, a non concedere il permesso per salire al Gavia.
Gli organizzatori del GSALPI, rappresentati nella figura di Vittorio Mevio, si ritrovano senza il "primo piatto" da offrire ai Cicloamatori.
Poco male, il percorso cambia. "Due secondi" da urlo.
Il menù modificato propone;

- Partenza da Aprica(So)
- Discesa verso Edolo(Bs)
- Salita al Mortirolo da Monno(Bs) discesa verso Tiolo(So), Grosio(So)
- Salita al Mortirolo da Mazzo in Valtellina(So) discesa verso Aprica(So)
- Discesa verso Tresenda(So)
- Salita a S.Cristina di Pantaniana  memoria e discesa su Aprica(So)
Per 112km e 3200D+

Partenza
Si parte dal comune di Aprica e quindi dall'omonimo passo che mette in comunicazione la Valtelliina e la ValCamonica.
Siamo alloggiati al Passo presso l'Hotel Cristallo. La sera prima, sulla tavola non possono mancare i Pizzoccheri ed i Casoncelli
Il Passo è frequentatissimo da qualsiasi mezzo motorizzato. Il paese si è sviluppato durante il boom economico e dello sci, sulla striscia d'asfalto che lo attraversa.
Alla partenza faccio amicizia niente po' po' di meno che con Simone. Siciliano DOC e vicino di casa di mia sorella in quel di Trapani. Il mondo è proprio piccolo.


Mortirolo da Monno(Bs)
Discesa verso Edolo(Bs), dicono a velocità controllata. Ma qualcuno è comunque riuscito a cadere, per fortuna senza gravi conseguenze.
Fino all'ultimo metro spero che il tracciato segua per il Passo Gavia. Ma niente da fare, si gira per la rampa che porta a Monno(Bs) e al Passo del Mortirolo 1852 Slm
Dicono che sia meno difficile salirlo da Monno, il Mortirolo. Provare per credere.
Alle prime ranpe mi aggancia Simone, e praticamente saliamo insieme fino all'arrivo in cima.
Un ristoro veloce e giù in picchiata verso Tiolo(So). Amici lettori, occhio a questa discesa. Strada stretta, tanti tornanti secchi, strada viscida dalla pioggia di ieri Sabato 22 Giugno 2019.
Il mio conterraneo però è un temerario e dopo qualche tornante mi lascia lì promettendomi che ci saremmo visti al fondo della discesa.

Mortirolo da Mazzo in Valtellina(So)
A Mazzo in Valtellina(So), una svolta secca a sinistra e si inizia a salire sulla storia del ciclismo. 35 tornati con i cartelli dedicati, 12km e 1300D+ che fanno tremare le gambe al più scafato dei Grimpeur.

Mi sembra di essere dentro un sogno. Un viaggio onirico speciale. Il dispiacere di non essere salito al Gavia svanisce. Sono sulle rampe che appassionano i ciclisti. Rivedo Basso, Pantani, Contador che buca e va a riprendere tutti.
Riconosco tratti del percorso ed alcuni tornati. Qui si è a casa.
La strada è chiusa al traffico, una goduria.
Salgo con il 34/30. Sono bello "Paciarot". Senza strafare, per non rischiare di andare fuori giri.
Ad un terzo del percorso aggancio Simone, che mi promette di riprendermi in discesa. Hai visto mai.
Sugli ultimi tornati un ciclista inglese tira la volata, ed io dietro. Ci si diverte con poco.
Dopo la cima ci attende un interminabile traverso Mangia&Bevi&Crepa che ci porta sopra Aprica.

S.Cristina di Aprica(So)
Si riscende ad Aprica e poi giù, ancora, verso Tresenda. A quota 750 slm un bivio secco annuncia la salita a S.Cristina. Storia del ciclismo nella tappa del giro d'Italia Merano-Aprica del 1994, vinta da Marco Pantani.
Media di salita quasi il 9%. Qui occorre sparare le ultime cartucce.

Arrivo
Bello bollito, ancora in tempo per una enorme coppa di gelato.

Il giorno dopo
Domenica sera si dorme ancora ad Aprica. Una passeggiata,  acquisti di formaggio Casera e Bitto e poi via a visitare Lovere(Bs) sul Lago D'Iseo.

domenica 23 giugno 2019

Trail di Pragelato (To) 23 Giugno 2019

Classifica Trail di Pragelato 2019
Sito Pragelato Races

Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga
Solo due Orchi  per una bellissima manifestazione in una location perfetta per una grande corsa in montagna.
Siamo  nella Val Chisone, all’ombra dei trampolini del salto di Pragelato.
Il paese oramai   ha acquisito una certa importanza nella organizzazione di eventi sportivi oltre lo sci. Si parla ormai di corsa con le ciaspole, corsa nella neve, Mountain Bike,  trail estivi,  ed ultimo nato  endurance Dog, il tutto favorito da una strepitosa  orografia naturale che offre   un vastissimo fondo valle praticamente pianeggiante perfetto per molteplici manifestazioni sportive.
E saggiamente  è stato costruito un centro sportivo per il fondo  sede delle varie organizzazioni che si alternano nel corso dell’anno.
Oltre di noi si apre lo scenario della Val Troncea, un lunghissimo  intaglio  collaterale  della vallata del Chisone che  permette il collegamento con la val Argentera e Prali;  ma questo esula dalle attività odierne previste dal  fitto calendario delle due giorni all’insegna della corsa in montagna;
Sabato un vertical ed una  corsa per i bimbi,  oggi due  trail da 10 e 20 km, con annesso endurance dog e per ultimo la combinata finale, insomma premi per tutti.
 Dicevamo che una simile manifestazione avrebbe meritato la presenza di un ben piu numeroso gruppo di Orchi, ma probabilmente la prossima settimana ci aspetta  lo Chaberton  e poi  Pragelato è pur sempre distante da Torino ed insomma ecco solo  Ivan Lagotto ed il sottoscritto sotto il gonfiabile dello Start. Ma Ivan lo vediamo  accompagnato  da  un  potente cane da trail…nella specialità endurance Dog.  Difatti mi raggiunge   a metà della prima salita al traino   del suo animale; Visto il suo ritmo e specialmente quello del cane non c‘era nessun dubbio che sarebbero arrivati primi al traguardo! Comunque anche il sottoscritto riesce a piazzarsi  terzo nella classifica  di categoria; insomma si può ben dire, pochi ma buoni, cane compreso!
 La partenza della 20 Km  vede circa  90 concorrenti, idem per la gara da 10 km
 Si percorre verso il basso  tutto il paese  fino a prendere il sentiero che rapidamente ci  conduce fino alla borgata Gran Puy a 1831 mt. Di qui in avanti si risale completamente il versante soleggiato  della catena Moncrons Genevris su un sentiero mai troppo ripido e perfetto  per una corsa in montagna. Finalmente, attraverso  un dosso pietroso raggiungiamo il colle Lauson  posto a 2491 mt di quota, con ristoro e cancello orario; lo sguardo spazia tra la valle di  Susa con il Rocciamelone  e tutto il Chisone. Il colle è anche la zona  dove transita la strada militare dell’Assietta che con  aereo percorso in cresta collega  praticamente il colle delle Finestre  al  Fraiteve sopra Sestriere.
Corsa veloce sulla strada per almeno  3-4  km fino a scavallare le varie cime e raggiungere il faro degli Alpini  posto in cima al Genevris,  cima Coppi a 2543 mt.
 Il Genevris è anche sede delle nostre gite con le pelli  e  certamente   con gli sci ai piedi avrei impiegato  meno di un’ora a raggiungere il fondo valle. Oggi tuttavia  con la giornata spaziale che ci accompagna non ho alcun rimpianto della neve; ci attende una velocissima discesa su un fondo erboso e terroso perfetto, tanto da raggiungere la lontana borgata di Alleve’ a 1808 m di quota in poco tempo. Alleve’ certamente merita il toponimo dettato  da  una esposizione  sempre soleggiata fin dalle prime ore del mattino e con le  sue antiche  case in pietra  sapientemente ristrutturate, costituisce una meravigliosa enclave  sulla valle del Chisone.
 Da qui in avanti una discesa ripida fino al fondo valle per poi traversare  vicino al letto del fiume e sotto i famosi trampolini del salto. Serviranno ancora per il 2026 a Cortina?
Comunque  è doveroso rendere omaggio alla ottima organizzazione della Podistica Torino che ha saputo  dislocare assistenza in tutti i punti del percorso con ben 4 ristori, nonche le squadre del soccorso alpino nelle zone più critiche.

mercoledì 19 giugno 2019

Arrampicata Sportiva Punta Ostanetta – Via della Fessura Rucas-Bagnolo Piemonte(Cn) 18 Giugno 2019


Foto Arrampicata Sportiva Punta Ostanetta 2019

Dal racconto dell'OgreDoctor 

I freddi numeri:
difficoltà: 5c / 5b obbl
esposizione arrampicata: Nord-Ovest
sviluppo arrampicata (m): 230
Martedì 18 giugno ore 7.03, stazione di Alpignano. Alla chiamata alle armi risponde solo Tommy. La meta questa volta è un po’ più ambiziosa, almeno per noi.
La via della fessura sulla parete nord-ovest della Ostanetta è una classica. La via è stata aperta da Fiorenzo Michelin, come molte altre su questa parete e porta la sua firma con le caratteristiche placchette azzurre fatto a mano e la sua chiodatura essenziale a proteggere i passaggi più complessi.
La strada dal parcheggio degli impianti sciistici di Montoso, nei pressi della frazione Rucas, è chiusa da una sbarra. Le stazioni sciistiche, finita la stagione, sono tutte uguali, una desolazione di enormi casoni abbandonati.
Un po’ sconsolati, affrontiamo l’avvicinamento che aggiunge un’ora e più a quanto messo in preventivo nella fase di preparazione della gita. Sulle nostre teste incombe la previsione di 3bmeteo, che dà probabili temporali alle ore 16.00.
Arrivati sotto la tenebrosa parete, che all’ombra di un versante nord appare scura e terrificante, cerchiamo la targhetta che segna l’inizio della nostra tenzone, perdendoci ancora una mezz’oretta buona.
 Poi, finalmente, si comincia. A me i tiri dispari e a Tommy quelli pari, con difficoltà equamente distribuite da buoni compagni di scalata.
La roccia è stupenda, un granito solidissimo su cui le mie Five Tens fanno una presa tenace e mi danno sicurezza.
La via è piacevole e alterna alcune lunghezze di sicuro valore, L5 su tutte, ad altre meno entusiasmanti. Necessario l’utilizzo di protezioni veloci anche se i tratti in fessura sono protetti dalla presenza di un certo numero di spit. Diverso è il discorso per i tratti di placca dove le protezioni si allungano vertiginosamente e dove spesso non è possibile proteggersi.
Ci destreggiamo fra fessure, diedri e chiudiamo le danze con un tetto a massi incastrati, che ci porta alla sosta numero 9 dove la via termina.
La delusione per non raggiungere una cima, in realtà non c’è stata; sapevamo a priori che le vie, su questa parete, eccetto una, non raggiungo la sommità.
Iniziamo ad allestire le doppie e puntuale come un orologio svizzero, alle ore 16.00, si scatena il finimondo. Siamo investiti dal classico temporale estivo e la parete si trasforma in un fiume in piena. Velocizziamo la discesa il più possibile con la grandine che martella il casco. Le corde diventano rigide, inzuppate di pioggia e scorrono a fatica nel discensore e nel nodo marchand di sicurezza.
Momenti di sacro terrore, per la paura di essere colpiti dai fulmini, per fortuna lontani e per la consapevolezza che, se si fossero incastrate le doppie, saremo rimasti appesi come salami alla parete.
Tutto si conclude bene e in un’oretta siamo con i piedi per terra, inzuppati e, come a dire “la prossima volta non ignorate le previsioni”, il cielo si rasserena parzialmente e la pioggia cessa.
Inzuppati e marci, gli zaini appesantiti dalle corde e dagli indumenti bagnati, ci dirigiamo alla macchina, con un'altra oretta di cammino.
Nel complesso una bellissima giornata di arrampicata, con anche una lezione da non dimenticare più di quanto possa essere terribile la montagna in situazione di meteo avverso.
W Gli Orchi, W la Montagna

martedì 18 giugno 2019

Arrampicata sportiva "Spigolo Maria Grazia- Torre Castello" Acceglio(Cn) 13 Giugno 2019

Arrampicata Spigolo Maria Grazie - Torre Castello 2019

Dal racconto dell'OgreDoctor

La stagione sciistica volge al termine; la neve, ormai, a meno di non salire di quota e partire a ore antelucane, non permette di godere appieno della pratica dello scialpinismo.
E’ giunta l’ora di cambiare assetto e tirare fuori le scarpette per l’arrampicata e gli scarponi per qualche “alpinata” in quota. In realtà è già da un po’ che, con gli allievi del corso di Roccia della Scuola Motti, si gironzola per placche, diedri e fessure, vuoi su calcare, vuoi su quarzite e, quando si riesce, magari su granito.
Da soli, però si cerca qualcosa di più ingaggioso, d’intrigante, sempre commisurato al proprio livello, poco più che mediocre, per scalare da primo, magari usando protezioni mobili (friends e nuts) per assicurarsi su terreno di avventura.
La scelta per la gita è la Torre Castello nel gruppo Castello-Provenzale, due torri, dolomitiche che dominano la Valle Maira nei pressi di Chiappera, innalzandosi tra pascoli, prati e altre cime dalla forma non troppo evidente, ma dai fianchi possenti propri delle montagne dell’Ovest.
Le sue pareti sono impressionanti, repulsive. Scegliamo lo Spigolo Maria Grazia, una delle vie più classiche e frequentate della zona che segue lo spigolo che separa la Parete Est dal Camino Palestro. L’arrampicata è piuttosto continua sul quarto grado sostenuto, particolarmente piacevole e aerea su roccia praticamente perfetta.
La via ha uno sviluppo di 230 metri, articolati in nove tiri. Caratteristica delle vie su questo monolite è che la discesa è fatta necessariamente in corda doppia, in sostanza nel vuoto.
La giornata è spettacolare, non troppo calda. Riusciamo comunque a trovare in questo giovedì feriale, altre cordate, che si avvicinano come noi alla parete. Sul nostro versante saremo in due, una cordata composta di due alpinisti sulla vicina via Balzola, salita qualche anno prima, e la nostra, composta di tre elementi.
Lo Spigolo Maria Grazia corre sulla sinistra della Via Balzola e a livello del V tiro, le due vie hanno una sosta in comune, anche se viaggiano poi, in direzioni sostanzialmente opposte.
La mattinata inizia con un intoppo di poco conto: giunti alla fine della carrozzabile siamo fermati da un soldato in tenuta mimetica, che gentilmente ci informa che il sentiero per il colle Greguri è interdetto, per esercitazioni di tiro. Non ci rimane che scendere al parcheggio poco sopra il Rifugio Campo Base e prendere il sentiero più ripido, che passa sul versante opposto, aggiungendo poco più di 200 metri di dislivello ai 300 messi in preventivo.
Lo slittamento sui tempi non ci preoccupa, non sono previste precipitazioni in quest’angolo remoto del Piemonte e l’imprevisto non turba per nulla il nostro buon umore.
Indossati gli attrezzi del mestiere (casco, imbrago e un’infinità di ferraglia), si parte. Tocca a me aprire le danze.
S’inizia con alcuni risalti facili fino ad arrivare dove la parete si fa verticale. Dopo i primi movimenti capisco subito che la via è di stampo alpinistico, in parete non c’è quasi nulla; nei primi 30 metri un solo chiodo a proteggere un passaggio di IV/IV+ su fessura.
Il grip su questa quarzite rossa-giallastra è fantastico; per piedi e mani tutto quello che serve per una progressione in sicurezza, con la possibilità di integrare qua e là con i friends, quando la distanza fra una protezione e l’altra si fa siderale. I chiodi in parete non sono moltissimi (eufemismo), ma messi nei punti più difficili. L’arrampicata è bella, continua, mai troppo difficile, con qualche passaggio di V.
Ci alterniamo Tommy ed io come capo cordata scambiandoci le corde del terzo, Milena, che dopo diverso tempo a digiuno di roccia si cimenta nuovamente con nodi, longe e progressione. Forse non proprio un inizio plasir!
Il tempo scorre tranquillo, saliamo sicuri, anche sui passi un po’ più sostenuti, sotto un tettino e più su, per vincere uno strapiombino. Le soste sono su chiodi vecchi, ma ancora solidi, Le soste della vicina Balzola, invece sono nuove di zecca, luccicanti.
Arriva il momento delle calate. La discesa forse genera più ansia della salita. Nell’istante in cui ti sleghi dalla corda usata per la progressione, sei appeso alla sosta con la longe, unico cordone ombelicale che ti separa dal baratro, che hai sotto i piedi.
Controllo il nodo di giunzione delle corde e poi dopo averle filate per bene, le buttiamo giù. Le doppie sono da 50/60 metri; l’ultima ci porta con i piedi per terra, poco sotto i nostri zaini.
Riposto il materiale, ci dirigiamo alla macchina, passando dal freschetto dei 2300 metri, all’ombra della grande parete, al caldo torrido della macchina. Una birretta a Campo Base e soddisfatti torniamo alla normalità.
W Gli Orchi, W la Montagna

martedì 11 giugno 2019

Bici Gravel 150 S-MILES Piemonte - Italia 8-9 Giugno 2019

I fortunati che c'erano
Sito 150-smiles

Sito Cacciatori di Colli


Dal racconto dell'OrcoMami 
Era il giugno del 2018 ed in questi giorni stavo pedalando con Raffa  al  Tuscany trail.
Siamo a  giugno 2019 e cosa c'è di meglio che poter ripetere una  esperienza simile ma in terra nostrana, partendo addirittura in bici da casa !
Ed eccomi infatti alla partenza  ad AVIGLIANA  del 150 S-Miles  egregiamente organizzato da Ciclocentrico, oramai  anima  piemontese di  questa  disciplina di bike gravel, che abbiamo conosciuto in una  serata  in sede  da noi Orchi.
La  pubblicità dell'evento recita: IL PIEMONTE  COME  NON LO AVETE  MAI VISTO,  e posso davvero confermare a posteriori che  è  cosi': sfido chiunque a conoscere questo percorso .Davvero chapeau  agli organizzatori.
In  verita'  mi ero iscritto alla  versione  “adventure”  più lunga sia per km che  dislivello , ma i miei due  soci si sono infortunati, e non me la son sentita,  memore della esperienza  felice in due  del TUSCANY, di affrontare in solitudine  almeno quattro giorni di  bike. Perchè sinceramente il bello di queste avventure è anche  la  condivisione  della  fatica, delle  emozioni ,del  sentirsi uniti in passioni comuni.
Quindi son al via della versione gravel : 230 km con piu' o meno 1600D+ tra  Torinese e Roero.
Il via alle 8 dell' 8 giugno con partenza goliardica che ben presto cede il passo ad una andatura  non certo da passeggiata.
Come  sapete la particolarità di questi eventi è di avere una traccia  rigorosamente off road pre-caricata sul gps posizionato sul manubrio della bici e dell'obbligo di seguirne lo sviluppo fino  alla  fine.
Si parte e subito si lambisce il lago grande di Avigliana  e poi il piccolo, percorrendo il sentierino lato destro  del lago e poi via  verso Sangano, Borgaretto. Entriamo nel  parco naturale   di Stupinigi  e poi  iniziamo lunghi tratturi  fino a  Carignano. Il sole oramai scalda molto e nelle piane di Villastellone l'afa ci avvolge. Passano i chilometri e stiamo entrando nel  Roero e qui iniziano  bei  tratti  di salita che fortunosamente sono pedalabili vista la assenza  di fango. Percorriamo uno dei più  fitti e famosi castagneti della zona per arrivare verso  Santo Stefano  Roero.  La cima Coppi  è il  Santuario dei Piloni a quasi 400mt di quota, che sovrasta  Monta'  d'Alba, dove mi fermo per la  notte.
Il  giorno  seguente  la pioggia ci benedice  alla partenza  ma poco  male almeno fà piu fresco!.
Il fango  aumenta  un pò causa la perturbazione  della  notte e  dobbiamo fare molta  attenzione  a  non “ sghisciare”  con le  bici  cariche causa il bike paking. Transitiamo tutto intorno alla fitta  boscaglia del Lago della Spina e poi giù a Pralormo, con il suo famoso castello sede della  manifestazione Messer tulipano.
Di  qui in avanti la  pianura  la  fa  da  padrone  ma è un  andare leggiadri, sereni ,con rapporti  dolci,immersi  in una  pianura di  campi  di grano e di papaveri  che  non  ci sembra  aver  mai  conosciuto  anche  se  a  due passi da  Torino . I nomi dei  paesi  che  lambiamo  sono straconosciuti( Poirino,  Cambiano, Tofarello ,Moncalieri)  ma  arrivandoci sempre  da  strade  sterrate  o  anche da  semplici tracce di sentiero tra i prati, ogni  volta ci pare  di entrare in paesi sconosciuti, salvo poi riconoscere una  strada  o una  rotonda che ci riportano  la  memoria di quando gia' siamo passati  in auto !
Al  castello di Moncalieri incontriamo l'ultimo  dei 4  chek point  con  timbro e firma da apporre  sulla nostra Carta di Viaggio che attesta il nostro passaggio e l'aver seguito la traccia.
Ora si va verso Torino, poi tutto il lungo Po fino a San  Mauro per poi dirigerci a Venaria ed  entrare  nel  parco  della  Mandria. Un ultimo tratto ancora da  Givioletto, Alpignano e poi eccoci  al traguardo  ad  Avigliana., dove veniamo accolti dal festoso applauso degli organizzatori e subito segue la foto di rito.
Altra  esperienza  archiviata  con la  consapevolezza che se si ama il trail e la natura, anche questo  modo di viaggiare in bici fa  vivere  momenti di gran sintonia con la  natura, lontano dall' asfalto, dagli automobilisti che non ti rispettano e dal bitume sempre piu' dissestato delle nostre strade.

9° Trail Oasi Zegna VALDILANA LOC.TRIVERO(Bi) 9 Giugno 2019

Foto Trail Oasi Zegna 2019
Classifica Trail Oasi Zegna 2019
Sito Trail Oasi Zegna

Edizione 2016
Edizione 2012

Dal racconto dell'OrcoGreg

Non starò a dilungarmi sugli aspetti tecnici e logistici di questo trail giunto alla sua nona edizione e perciò rodato e perfezionato negli anni in ogni particolare. Un plauso va perciò fatto agli organizzatori e a tutti i volontari per il bel week end che ci hanno regalato, sia per l’impegno profuso che per la cortesia mai venuta meno.
Dall’imprenditore Ermenegildo Zegna “Monsù Gildo” come veniva chiamato da queste parti, prende il nome questo trail che percorre parte dell’oasi da lui voluta.
Dopo aver creato a Trivero, suo paese d’origine, l’impresa che porta il suo nome e aver dato lavoro, case e servizi ai suoi concittadini, progettò e realizzò la riforestazione di queste zone montane facendo piantare mezzo milione tra conifere, rododendri e ortensie e costruendo una strada denominata “panoramica Zegna” per poter far ammirare quanto realizzato.
Certo, un grazie particolare va rivolto anche a Madre natura per i posti che, con l’impegno di mantenimento dell’uomo, ha saputo creare negli anni e di cui noi tutti oggi godiamo.
Gli Orchi a questa manifestazione sono arrivati in 6 (Orco730, Orco Camola, OrcoCocis, OrcoRog, OrcoFabry e il sottoscritto) distribuiti sulle varie lunghezze dei tre percorsi, 59, 31 e 16 K e tutti siamo arrivati alla fine delle nostre fatiche.
Percorsi abbastanza impegnativi e, per quando riguarda me e Fabrizio partecipanti sulla distanza maggiore, molto dislivello su un terreno misto di pietre ed erba, bagnate dalla pioggia, che hanno messo a dura prova gli arti inferiori e la testa (come tenuta mentale).
La testa…….il motore di tutto.


In una gara di corsa in montagna, corta o lunga che sia, si creano dei meccanismi che ci portano a trascorrere i giorni antecedenti l’evento, con quella leggera tensione che, se controllata e ben gestita, può creare stimoli e al termine, portare anche un po’ di autostima. Allenarsi, curare l’alimentazione ma senza esagerazioni, preparare la borsa e i materiali obbligatori, magari anche il necessario per dormire la notte pregara  in palestra, sono tutte attività che per me e penso per molti, fanno già parte della gara stessa, ti proiettano e ti rendono più concentrato su quello che devi fare. E poi la gara, la fatica, i dolori fisici che non mancano mai e il desiderio di arrivare alla fine e qui la nostra testa può fare la differenza, abbandonarci o farci vedere le cose in modo diverso e portarci al traguardo….così è nello sport ma anche nella nostra vita.
 Ma allora, se tutto diventa cosi impegnativo, cos’è che ci fa continuare nel tempo, magari per anni?  Cos’è che ci fa cercare sempre nuove piccole o grandi sfide?
Mi sono posto molte volte queste domande.
Sicuramente la passione per lo sport, qualsiasi esso sia, poi penso il forte desiderio di sentirsi vivi, di passare del tempo all’aria aperta godendoci spazi e natura e il condividerlo con altri, comprese le gioie e i timori.
Certo far parte di una società sportiva come la nostra crea stimoli e da un forte impulso al senso di appartenenza. Gli allenamenti insieme, di corsa, in bici o altro sport che sia, rappresentano momenti di aggregazione e rafforzano l’amicizia tra di noi. Non ha importanza il livello di preparazione individuale, lo scopo è stare insieme, condividendo le nostre passioni sportive.
Penso che dovremmo provare a riappropriarci di queste prerogative, ritornare ed io per primo, a fare gruppo in tanti perché è soprattutto su questi principi che sono nati gli Orchi Trailers. Diversi nuovi soci sono entrati a far parte del nostro gruppo e fanno ben sperare, forze fresche e giovani.
In questi anni, nelle gare in cui ho partecipato, ho spesso constatato piacevolmente come gli Orchi siano conosciuti e stimati, sia perché siamo una delle prime società nate in Piemonte per la corsa in montagna, poi sicuramente per il nostro TME che da anni, con l’impegno di tutti, organizziamo splendidamente ma anche perché siamo “un po’ diversi” dalle altre società per i motivi che ho citato prima.
Non mi resta che dire... buone attività a tutti e come sempre, evviva gli Orchi Trailers.



domenica 9 giugno 2019

Bici Bdc 1° Cicloturistica GRAIE 3000 Valli di Lanzo - Ceres(To) 9 Giugno 2019

Classifiche Graie 3000 2019
Sito Graie 3000

Sito Cacciatori di Colli

Dalle note dell'OrcoLallo 

Graie 3000 -Manifestazione Cicloturistica su strade di Montagne con prove cronometrate in salita.
I numeri:
- Partenza da Ceres(To)
- Passo della Croce, passando dal versante di Ceres (frazione Fé);
- Colle della Dieta, passando dal versante di Viù.
- Ceres - Balme – Pian della Mussa
- Rientro a Ceres

Partenza a Ceres(To), paesino incuneato tra la confluenza della Val Grande e della Val  D'ala,  umida con 250 partecipanti.
La pioggia mi risparmia fino al Colle della Dieta, sul quale, nelle ultime tostissime rampe, ci si mette anche il diluvio che mi segue fino al Pian della Mussa.

Arrivo in salita tra una leggera nebbia, poca luce e tanta acqua. La discesa è veloce, fredda e dolcissima verso una doccia bollente e un super pranzo sempre in quel di Ceres(To).
Ottima l'organizzazione generale dei punti ristoro, del pranzo al villaggio di partenza con a seguire la premiazione e premi a sorteggio per tutti.
Esperienza davvero bella anche se, ancora, più faticosa del previsto.
Diversi sono stati i forfait sull'ultima salita causa condizioni atmosferiche, ma questo non è un atteggiamento da Orco.
Finisher Graie 3000!!




giovedì 6 giugno 2019

Triathlon Pietra Ligure(Sv) 2 Giugno 2019

Classifica Triathlon Pietra Ligure 2019
Sito Triathlon Pietra Ligure

Dal racconto dell'OrcoCocis

Ed eccoci qui dopo il fallimento e la delusione di Candia OrcoCamola e OrcoCocis (ex Pablito) agguerriti e vogliosi di immediato riscatto e pronti per il triathlon di Pietra Ligure a detta degli esperti forse il più duro d’Italia visti i 1000 mt di dislivello della parte ciclistica
Il primo problema è mettersi d’accordo sull’orario di partenza (la zona di cambio chiude alle 12 e la gara parte alle 13) dove OrcoCamolaAnsia vorrebbe partire alle 3 di notte e OrcoCocisAltoRischio alle 10; compromesso si parte alle 7.30 accompagnati da una grandiosa fotografa (mia moglie il Furer).
Ore 10 arriviamo in quel di Pietra, ricerca parcheggio (siamo in Liguria) e via diretti ad espletare le cosine burocratiche (pettorale, pacco gara etc.).
Subito dopo depositiamo nella zona cambio le scarpe da corsa, le bici con scarpe e casco e portiamo con noi solo la muta per il nuoto.
Nel frattempo l’ambiente inizia a caricarsi con l’arrivo della massa di triatleti saremo quasi 500 suddivisi in (ordine di partenza) donzelle e uomini-vips dal n. 50 al 100, mediocri dal n. 100 al 200 e i Peones dal n. 200 al 480 (indovinate dove siamo noi?)
Ore 11 è giunto il momento di riempire la panza; il Furer ci aveva preparato uno squisito (?!...) riso con olio e parmigiano che ci ingolfiamo seduti su un muretto in riva mare
Entrambi però abbiamo una ossessione che ci perseguita: “Riusciremo questa volta a completare la frazione nuoto senza soffocare come a Candia?”
11,30 ci infiliamo la muta ed andiamo a provare …

Spettacolo di mute, quella di OrcoCamola super nuova e la mia noleggiata di alto livello.
In acqua si vola e l’ansia accumulata nell’esperienza di Candia svanisce completamente.
Sappiamo entrambi che la gara la “porteremo a casa” sicuro.
12.30 tutti in spiaggia suddivisi in batterie per lo start
Noi entriamo in acqua alle 13,13 tra calci pugni schiaffi e testate (200 persone in contemporanea) e subito si veleggia alla grande di boa in boa, per arrivare dopo 1500 mt al termine della prima frazione. Nel cambio dobbiamo perfezionarci … ma chi se ne frega.
Frazione in Bici. Giù a pedalare … e qui esce l’OrcoTrailers e Bikers che c’è in noi abituati alle grandi vette. Nei tratti di salita sorpassi come moto a fianco di tricicli 
Le salite sono principalmente tre: la prima al km 3 di 4 km 350D+, la seconda al km 17 di km 8 500D+ e la terza al km 32 di 3 km 150D+; poi giù a rotta di collo verso Pietra.

Per la frazione di corsa ci attendono 10 km suddivisi in due anelli uguali da percorrere come criceti all’interno del paese … poi finalmente l’amato traguardo.

P.s.: OrcoCamola buca in bici per fortuna molto vicino alla zona cambio
Speciale ringraziamento alla fotografa
W gli orchi