venerdì 27 agosto 2021

Ultra Trail du Mont Blanc UTMB 26-28 Agosto 2021


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Dal racconto dell'OrcoRolfy alla CCC 100km 6100D+

La Coumayeur , Champex du Lac , Chamonix (CCC) non ha bisogno di presentazioni. Fin dal 2006 è considerata la sorella minore dell’UTMB anche se tanto minore poi non è con i suoi 101 km e 6000 m d+. Avevo tentato già di iscrivermi a inizio anno, ma non ero stato sorteggiato, neanche Orco Smaug per la OCC (Orsieres,Champex,Chamonix). Amareggiati avremmo aspettato l’anno successivo e ritentato, ma inaspettatamente a giugno ci arriva una mail nella quale l’organizzazione ci domandava se fossimo ancora interessati ad iscriverci in quanto si erano liberati dei pettorali (per via della situazione pandemica generale molti stranieri non avrebbero potuto partecipare e quindi alcuni posti erano stati liberati). Passano i mesi e durante questa lunga estate macino chilometri sia in bici che a piedi, percorro praticamente ogni angolo della Val Sangone e valli limitrofe spesso a orari improponibili causa lavoro e impegni familiari. A fine giugno insieme a Orco Lallo partecipo alla famosa Granfondo Gavia-Mortirolo, a inizio luglio è la volta della prima 100 km al Gran Trail Courmayeur e poi “vacanze” dove praticamente abbiamo scalato insieme a OrcoSmaug tutte le principali vette e vulcani del centro e sud Italia. Dovrei essere quindi pronto per partecipare alla CCC o forse sarò troppo stanco, non lo so ancora; di sicuro ho spinto il mio corpo un po’ oltre in questo 2021 e comincio ad accusare la stanchezza. Il percorso della gara non presenta parti tecniche o complicate , quello che mi preoccupa è il ritmo di gara da mantenere per 100 km considerando il livello di atleti presenti e i sentieri molto corribili e veloci. 

Passano i giorni e finalmente mi presento alla partenza venerdì 27 agosto , Orco Smaug ha già corso la sua bellissima gara da 56 km il giorno prima ed ora è lì alla partenza insieme a mia madre e Orco pino R con Germana che tifano per me. Le partenze saranno scaglionate in 5 gruppi da 500 atleti ognuno per non provocare grossi assembramenti : i primi partiranno alle 9:00 i secondi 9:15 e così via fino alle 10. Il mio pettorale 3510 mi farà partire nel secondo gruppo. La tensione sale mentre il dj ci carica con la musica, siamo in diretta tv e il più grande evento del Trail Running a livello mondiale sta per partire. Sono concentrato , studio e ripasso con la mente il percorso che ormai so a memoria. Nessun Orco o faccia amica nei paraggi purtroppo , non bisogna commettere sbagli altrimenti non arriverò a Chamonix, posso contare solo sulle mie gambe e la mia testa, null’altro. Partiamo attraversando il centro di Courmayeur e ci addentriamo nella Val Sapin fino all’omonimo colle dove imbocchiamo il sentiero che ci porta a Tete de la Tronche , dal quale il panorama lascia a tutti a bocca aperta : il Monte Bianco si staglia davanti a noi .

 La giornata è stupenda solo un po’ di vento disturba la corsa, ma sono ben coperto con maglia termica e procedo con un’ottima andatura fino al ristoro del rifugio Bertone al 14esimo km. Qui incontro una faccia conosciuta, è il mio ex allenatore di sci , è lì arruolato tra le file dei tanti volontari, ci salutiamo e mi faccio riempire le tasche di barrette e bibite e riparto per il famoso balcone della Val Ferret che ormai conosco a memoria. Arrivo al Check point dell’Arnouvaz  dopo una lunga galoppata, riempio la solita acqua nelle borracce, mangio un paio di Tuc e riparto per la seconda fatica di giornata, il Gran col Ferret. Salendo il vento aumenta e raggiunti  i 2500 metri del colle mi butto giù senza perdere tempo attraverso l’interminabile discesa che risulterà molto divertente e corribile , riesco a recuperare molte posizioni e arrivo nel piccolo paesino svizzero di La Fouly con le gambe ancora in buono stato, mi concedo un gustoso mix di cioccolato, panino al prosciutto e banana, accompagnato da sali minerali e riempio le borracce ripartendo alla volta di Champex du Lac .

I 14 km che mi separano dal ristoro sono interminabili : un falso piano che mi costringe a correre e mantenere un ritmo alto per non perdere troppe posizioni, fino ad imboccare il sentiero degli Champignon che con un bel tracciato in salita mi porta al laghetto di Champex dove mi accoglie un tifo da stadio: tutti che urlano il mio nome e mi incitano è stupendo !! in questo ristoro mi sforzo di mangiare ma non ne ho molta voglia , devo farlo per forza sennò ciao ciao energie. Riparto attraversando il lungolago e mi addentro nei fitti boschi elvetici fino alla salita La Giete famosa per le sue mucche in localita Bovine appunto, poi giù a capofitto verso Col de la Forclaz e infine Trient . Sono un po’ cotto, ho recuperato tanti in discesa e le energie cominciano a scarseggiare a causa del ritmo sostenuto che ho mantenuto fino a quel momento, almeno per le mie possibilità. Devo prepararmi per la notte e mangiare di più: mi infilo la giacca a vento, la frontale e riparto dopo aver nuovamente riempito borracce e stomaco. La salita di Catogne taglia le gambe e non molla mai, arrivo in cima con un bel cielo stellato e affronto la discesa di Vallorcine con attenzione. Una volta giunto nel paesino francese vengo nuovamente accolto da tanti spettatori che incitano e urlano il nome di tutti i concorrenti lungo il percorso, ma qualcosa in me non va. Mi siedo al ristoro e ho un crollo fisico che metterà a dura prova il mio proseguo della gara. 

Pensieri di ritiro prendono sempre più forma nella mia mente : non riesco ad abbassare i battiti e il respiro rimane affannoso , i volontari mi chiedono se stia bene, io alzo il pollice e dico solo che sono stanco e che ho sonno; tutte cazzate, sto un male bestia e sto affrontando la più grande crisi che io abbia mai avuto , ma è proprio in questi momenti che la mente deve andare oltre rimanendo lucida . Cerco di stare tranquillo faccio respiri profondi e sorseggio un po’ di brodo con la pasta e una pappetta di cereali e miele che mi ero preparato il giorno prima. Faccio talmente pena che una ragazza che assisteva un altro concorrente mi chiede se ho bisogno di qualcosa e mi riempie le borracce, io sbiascicando la ringrazio. Non posso mollare ora , manca solo una salita e poi voglio il gilet finisher con quello che ho pagato. Piano piano recitando tutte le preghiere che conosco mi riprendo , sono passati 40 minuti e riparto per il Col de Montets , qualche chilometro  in leggera salita dove riesco a riprendere a correre. Arrivato incontro quattro francesi che hanno allestito una discoteca ambulante, mi salutano e mi invitano a ballare con loro , cerco di improvvisare qualche passo in ricordo dei vecchi gloriosi tempi in cui ero un abituè delle discoteche, ma sembro più un cinghiale agitato che ha perso l’uso delle zampe , pochi secondi “gloriosi” che mi distraggono dalla visione delle frontali che come in una processione procedono sui ripidi pendii della montagna proprio davanti a me. 

Guardo la salita e incomincio a imprecare contro l’organizzazione , la Tete aux Vent sale per quasì 800 metri di dislivello in 4 km e al 90 esimo km non è proprio una passeggiata della salute. Il sentiero sale deciso con nervosi tornanti tra grosse rocce a gradoni fino a quando intorno a quota 2000 metri spiana e io e altri quattro ragazzi ci ritroviamo avvolti dalla nebbia : non si vede niente, la frontale illumina a fatica non più di 2 metri davanti a me e scendendo verso La Flegere arriva anche la parte più tecnica del tracciato che mi fa rallentare molto, ormai ho l’umore e le gambe cotte a puntino. 

Cerco di prestare la massima attenzione, non devo cadere proprio ora manca pochissimo. Alla Flegere ultimo ristoro dove bevo solo un po’ di coca cola e mi precipito giù per le piste e poi il boscoso sentiero che finalmente dopo 7 km mi fa raggiungere Chamonix . 

Percorro il lungo fiume e vengo superato da tre runners che hanno lanciato una specie di “volata”, io li seguo a ruota ma non riesco a stargli dietro ormai sono stremato , intravedo Orco Smaug che mi segue filmandomi e complimentandosi con me , le poche persone che sono ancora in giro per il paese mi urlano bravò.. bravò Alessandro …. Allez Allez , non sento più niente. Davanti a me il tendone più famoso del mondo per i trail runners, mi sembra un sogno ce l’ho fatta!!!!




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