giovedì 5 agosto 2021

Trek Dolimiti - Pale di San Martino(Tn) 27-31 Luglio 2021

Palaronda Trekking - Gruppo delle Pale di San Martino - Dolomiti 

Dal racconto dell'OrcoBee

Non c’è due senza tre.., ancora Dolomiti - Pale di San Martino  27-31  Luglio 2021
Tra chiusure, riaperture parziali, totali, coprifuoco, mascherine, fiumi di soluzioni alcooliche, cambi di governo, commissari in uniforme,  Piani vaccinali, vaccini mRNA, vaccini a vettore virale, hub vaccinali, varianti beta, gamma e delta e altre varie amenità varie, questo  2021 non è certo da meno del suo predecessore quanto a stress e preoccupazioni.
Per fortuna un po’ di libertà in più ci è concessa e allora perchè non approfittarne per andare a perlustrare qualche altro angolo di Dolomiti?
Dopo il gruppo del Civetta  nel 2019 e la zona Sorapiss nel 2020, quest’anno, con l’amico Andrea alias OrcoCamola decidiamo di approfondire la conoscenza della zona delle Pale di San Martino.
La fondazione Dolomiti Unesco riconosce 9 sistemi Dolomitici e pone la zona di San Martino di Castrozza nel macrogruppo - Pale di San Martino, San Lucano, Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine -(https://www.dolomitiunesco.info/?gruppo-dolomitico=pale-di-san-martino) .
Quest’anno a farci saltare un po’ i piani ci pensa il meteo, piuttosto variabile al nord, con frequenti e imponenti temporali soprattutto sui rilievi anche se la settimana prescelta è l’ultima di luglio, solitamente sinonimo di massima stabilità estiva.
La prevista partenza di domenica 25 luglio per poter sfruttare appieno la settimana è infatti rimandata di un paio di giorni causa meteo avverso.

Partiamo quindi di martedì, destinazione Fiera di Primiero, 15 km circa prima di San Martino di Castrozza dove i prezzi delle sistemazioni alberghiere sono influenzate dal nome prestigioso della località. Dormendo 15 km sotto si risparmia infatti mediamente 30-40 euro per stanze simili.
Martedì è ancora abbastanza bruttino. Arriviamo, ci sistemiamo nel bel B&B della signora Lory, un maso ristrutturato in un posto in cui potrebbe sbucare Heidi da un momento all’altro. Il  pomeriggio è però passato quasi tutto in camera per via di una pioggia piuttosto battente. Per fortuna ci sono le olimpiadi ed il tempo passa guardando un po’ di programmi dedicati.
Dopo una pizza in un paese abbastanza deserto per via del meteo e la visita ad un rinnovato museo di storia locale, il rientro è piuttosto presto. Siamo pronti per un sonno ristoratore del viaggio fatto per arrivare fin qui. Ma a questo punto consentitemi di scherzare un po’ e di porre  una domanda che mi tormenta da un po’ di anni a cui forse potranno rispondere eventuali lettori del triveneto ;perchè, cari amici trentini, altoatesini, bellunesi, friulani di montagna,  in tutte le vostre strutture di accoglienza turistica i letti sono attrezzati solo con pesantissimi piumoni invernali? Letti comodi, stanze  pulitissime, ma le notti possono essere un incubo; freddo se ti liberi del piumone, caldissimo se lo usi!. Vi prego, amici dell’est, adottate anche voi il pratico sistema lenzuola e copertina!, deponete i vostri piumoni negli armadi, firmiamo la pace delle notti a temperature gradevoli.
Quindi dopo una notte calda-fredda-calda-fredda ci svegliamo di buon'ora e dopo una sontuosa colazione siamo pronti per raggiungere San Martino e dopo un breve tratto di funivia e una mezz'ora di cammino siamo pronti ad affrontare la prima ferrata. Si tratta della Bolver Lugli, una ferrata di medio impegno su una spalla del Cimon della Pala, una delle punte più alte della zona. La ferrata esce intorno ai 3000 metri dove si trova un bivacco (Fiamme Gialle) vicino al passo del Travagliolo da dove, in un'ora si può raggiungere la Cima Vezzana, la più alta delle Pale. Noi siamo sorpresi da un vento gelido che stronca le nostre velleità di ulteriore salita. Lo scenario dal Passo è il preludio di quello che godremo i prossimi giorni.  Sono le Dolomiti! nella loro massima espressione. Valloni poco frequentati, sentieri impervi  tra vette e pinnacoli di roccia che disegnano  linee incredibili, sempre diverse. Quest’anno poi c’è la novità di parecchia neve sui sentieri che in alcuni tratti aumenta il livello di difficoltà del nostro cammino.
Scendiamo dal passo per  un lungo  tratto innevato e ci dirigiamo con risalite e alcune discese verso il rifugio Rosetta che ci ospiterà per la notte.
La giornata continua a essere piuttosto freddina e a metà pomeriggio si scarica un temporale corredato di venti fortissimi.
Per fortuna siamo già al rifugio, di cui possiamo apprezzare confort e calore. Dopo l’annus horribilis 2020 anche questi avamposti di montagna cominciano a essere frequentati anche per la notte. Il Rosetta è punto di passaggio dell’Altavia dolomitica n.2 e quindi solitamente molto frequentato. 
Il giorno dopo finalmente il tempo è magnifico. Cielo limpido, una bella arietta frizzante che lascerà il posto ad un caldo ampiamente sopportabile.
La nostra destinazione sarà il rifugio Velo della Madonna, sotto l’imponente omonima vetta e il prospiciente, monumentale, Sass Maor.
Iniziamo in discesa, lungo un panoramicissimo sentiero che ci riporta a vedere qualche prato.
Poi si risale, il sentiero è parzialmente attrezzato con cavi laddove diventa più esposto. Arriviamo al colle di Ball da cui si vede il rifugio Pradidali. Il sentiero però si inerpica verso la forcella Stephen a cui si giunge percorrendo la bella ferrata Nico Gusela.
Dalla forcella abbiamo poi salito la facile Cima di Val di Roda in compagnia di una simpatica combriccola di turisti olandesi.
Il cammino è ancora lungo, prosegue per un lunghissimo traverso in un vallone selvaggio e per nulla frequentato per arrivare sopra il rifugio a cui si arriverà percorrendo (in discesa) un’altra bella ferrata con qualche vista molto “verticale” sulla valle.
Alla fine anche oggi siamo stati in giro più di otto ore, arriviamo allo stupendo rifugio Velo della Madonna per brindare con due fresche e meritate birre. 
Neanche tempo di brindare che sentiamo l’elisoccorso volteggiare sopra le nostre teste.
Qualche centinaio di metri più sotto vengono  scaricate le persone che presteranno  soccorso a una persona che è rimasta vittima di un incidente. Scopriremo purtroppo più tardi che nonostante i tempestivi soccorsi (16 minuti da Trento al luogo del soccorso) la persona, vittima di un infarto non ce l’ha fatta. In queste occasioni mi viene sempre da pensare come la montagna possa unire in pochi attimi ed in pochi metri la bellezza e la gioia più grande e lo sgomento più profondo.
Venerdì 31 luglio è l’ultimo giorno, dobbiamo scendere. Salutiamo la simpatica coppia di gestori e volgiamo gli ultimi sguardi alle cattedrali di roccia che fanno da sfondo al rifugio dove anche i più grandi hanno scritto pagine importanti della storia dell’alpinismo.
Non vogliamo tornare alla macchina troppo presto così decidiamo di raggiungere un paio di cime in prossimità del rifugio e poi di scendere  percorrendo il sentiero attrezzato DePaoli. Il risultato sarà un ampissimo giro che ci farà stare in mezzo a questa meraviglia per altre 8 ore circa.
Ultima birra a San Martino di Castrozza, ultima notte in un maso di mezza montagna, l’indomani è già sabato, tempo di un giretto per comprare qualche specialità locale e poi è di nuovo ora di tornare.
Ancora una volta non ci resta che rendere grazie alla bellezza che ci regala la montagna, alle sane fatiche a cui ci sottopone ed  alla semplicità e grandezza delle emozioni che è in grado di farci provare.
W la montagna, W Gli Orchi
David e Andrea ovvero Orcobeee e OrcoCamola gli EntomOrchi!!




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