Dal racconto dell'OgreDoctor
Correva l’anno 2013 e come per quest’occasione il mese scelto per tentare l’impresa era giugno.
Sono passati 8 anni, lontani i tempi in cui dopo 5 uscite in bici ci si cimentava sulla Nove Colli; anni in cui è successo di tutto, ma una cosa non è cambiata ed è la voglia di mettersi in gioco.
Ma si dai facciamolo...che saranno mai 170 km e 2000 metri di dislivello, ne abbiamo fatte sicuramente di peggiori. Se non altro, un po’ di km in più in sella questa volta li ho accumulati, visto che la corsa ormai è una disciplina che non mi è più consentita.
Compagno di avventura, l’OrcoBee, che in bici macina chilometri come se non avesse mai fatto altro nella vita e come il sottoscritto, l’unico che è riuscito a svincolarsi dal lavoro in mezzo alla settimana.
Il meteo almeno sulla carta sembra favorevole, ma ad ogni modo per evitare temperatura torride in salita partiamo alla volta della valle Chisone alle ore 6.30. Gli anziani suggeriscono di fare il giro al contrario, salendo per la val di Susa, per non incontrare vento contrario, ma a noi le difficoltà di piacciano, anzi le ricerchiamo e quindi giro solito: salita dalla Valle Chisone e discesa dalla Valle Susa.
Un’oretta scarsa e siamo a Pinerolo per la più classica delle colazioni al bar Galup, in piazza. La città si deve ancora svegliare, poco traffico veicolare, poche persone in giro, ma sono solo le 7.20. Qualche goccia di pioggia, ma saranno le uniche, precede il nostro ingresso nella città della cavalleria.
La giornata in realtà in barba a tutte le previsioni di 3B meteo è di quelle uggiose, che non lasciano presagire nulla di buono. Fino alle porte di Pragelato, nemmeno un raggio di sole. Ma in fondo, meglio così; la salita comincia a farsi sentire, a Fenestrelle, dove sostiamo il dislivello è già di 1000 metri, e anche se le pendenze non sono mai assassine, la strada sale costante e negli ultimi 20 km che ci separano dal colle del Sestriere, guadagna più di 500 metri di dislivello.
Foto di rito al monumento al campionissimo Fausto Coppi, dove trovo David che mi aspetta, non so bene da quanti minuti, che intavola un’animata discussione politica con il nostro improvvisato fotografo; una serie di improperi contro il mondo intero, in particolare con il governo...ovviamente ladro e un contro un bar di Cesana dove il caffè costa come in piazza San Marco a Venezia.
Mi consola l’idea, che da ora in avanti la forza propulsiva, la famosa “vis a tergo” dovuta alla mia attuale discreta massa, che in salita fa tribolare, dovrebbe invece dare il suo contributo.
La discesa da Sestriere fino a Cesana è bellissima, accompagnata dal sole; la velocità arriva a lambire i 60 orari, la paura di cadere è tanta e di quando in quando una bella pinzata non guasta; ci attestiamo su una più tranquilla velocità di 45 orari, anche se cadere a 45 o a 60 km/h, non credo che faccia tutta questa differenza.
Sosta ad Oulx per mettere in corpo un po’ di carboidrati sotto forma di luppolo e qualche grasso animale sotto forma di speck. Pausa di un’oretta al sole, che non guasta; poi riprendiamo la via del ritorno che si preannuncia non facile visto il vento forte contrario e le temperature non proprio estive, nel tratto da Salbertrand a Susa.
Arriviamo a Susa, 40 km circa dalla fine della tortura per le terga e come un trenino la cui locomotiva sarà sempre David, che si sobbarcherà fino alla fine il mestiere di tirare, alla media di 30 km/h arriviamo finalmente in vista di Rivoli.
La tabella di marcia alla fine segnerà: 169.90 km percorsi alla media di 21.93 km/h, per un tempo totale di 9:20 di cui effettivi 7.44 (un’ora in più del 2013 – non male).
Alla sera le sollecitazioni dovute all’asfalto delle nostre strade non sempre ottimale, si fanno sentire sulla schiena e sulle braccia o forse sono gli otto anni trascorsi dal 2013. Sta di fatto che dopo la parca cena, la partita Francia Germania finisce per me dopo i primi 15 minuti del primo tempo, lasciando il posto ad un sonno ristoratore.
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