Classifica Porte di Pietra 2015
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Isolata e incontaminata, la Val Borbera si nasconde in uno spicchio di terra incastonato tra Piemonte, Emilia Romagna e Liguria. Difficile da raggiungere, ti sorprende e ti riserva sempre nuovi odori, paesaggi e sapori.
Dal racconto dell'OrcoGeantMamy
Quest’anno l’appuntamento delle Porte di Pietra, arrivata alla
decima edizione, mi aveva
interessato non poco.
L'organizzazione aveva lanciato l’idea di fare una EDIZIONE UNICA delle famose PdP, cioe’ ben 102 km con 5500D+ ed in autonomia
alimentare.
Non male come menù alla carta e vista l’annata della mia personale ammissione al Tor de Geants la decisione per
me era belle che presa già in quest'inverno.
Un bel gruppetto di
Orchi si è poi interessato a questo “
menu’. Eccoci quindi in quel
di Cantalupo Ligure tutti con la stessa
golosità di provare questo
“piatto forte” proposto dall'ottima organizzazione della società "GLI ORSI” di Tortona(Al).
Niente male la partenza alle 22.00 del venerdì sera. Tutte le frontali sono accese, i fumogeni
colorati a fare da sfondo e poi il conto alla rovescia con l’immancabile colonna sonora a
tutto volume e…viaaaaa.
Via mica tanto…calma e gesso per
molti di noi: la strada è davvero lunga.
Il serpentone di luci scivola nel buio dei primi prati e giunti al famoso
PONTE sul torrente Borbera e con gran sorpresa una grossa fotocellula illumina a giorno il ponte, il fiume e la prima pazza
salita quasi perpendicolare dove, aggrappandosi a corde metalliche fisse ed a
volte agli alberelli, i concorrenti
iniziano ad assaporare l’antipasto di questo prelibato menu.
La notte entra nel vivo, si prende il ritmo. La prima vetta (Croce degli Alpini) è in salita! Si inizia ora in cresta con un
saliscendi che ci porterà a Roccaforte, poi a Costa Salata, alla cappella di
San Fermo e così via.
In compagnia di OrcoRaffa, Stefano e di OrcoSilver facciamo
il ritmo a turno e le ore passano serene..
Ahimè, Stefano per guai fisici decide per l’abbandono. Ci salutiamo a Costa Salata e… continuiamo nella notte oscura.
Fin qui, dicevo, per me, tutto bene, ma è a questo punto che il
menù cambia improvvisamente.
Il vento che già prima non scherzava, aumenta di
intensità. Poi per condire meglio il tutto arriva la pioggia.
Scrosci ora tenui ora forti iniziano ad aumentare sempre più. Passiamo in tali condizioni il Monte Buio (chissà perché lo chiamano cosi’.
Comunque era davvero buio!!) e poi sulla
vetta del Monte Antola dove la perturbazione ha
dato il meglio con vento a raffiche da non riuscire a stare in piedi.
E quindi, cosa fare
di meglio, se non… correre... per non cadere.
Siamo al 50° KM il punto sosta con borse inviate. Lasciamo per pochi minuti fuori la buriana del meteo e in un locale scaldato ci alimentiamo e cambiamo.
Pochi minuti e si riparte …
Devo dire che i
simpatici amici OrcoRaffa e OrcoSilver, non mi danno tanto tempo per darmi
una "sistemata” ma…forse hanno ragione loro.
Monte Ebro, Monte Giarolo e Piani di San Lorenzo scorrono sotto... i
nostri piedi.
E qui ha inizio la
parte diciamo più succulenta del menu’. I famosi 30 e "pusa" km aggiunti per
fare cifra tonda ed arrivare ai sospirati 102 km.
L'ulteriore
salita al Monte Cosfrone (impronunciabile) e’ davvero una mazzata.
I primi km partono da un paesino sperduto con rampe di
salita da ribaltamento! Poi un infinito
traverso ed infine, chicca delle
chicche, una dorsale ripida ed un crestone. Poi una discesa tortuosa, davvero poco logica.
Va bene, pensiamo, ma siamo verso la fine.
Ed invece arrivati a Cabella, ultimo punto di controllo chip, ci aspetta ancora una salita di 800 mt D+ su strade interpoderali (tipo Monte S.Giorgio a Piossasco Torinese) dove però la cultura del tornante non è mai arrivata e la strada, se deve prender quota, procede perpendicolarmente.
Ed invece arrivati a Cabella, ultimo punto di controllo chip, ci aspetta ancora una salita di 800 mt D+ su strade interpoderali (tipo Monte S.Giorgio a Piossasco Torinese) dove però la cultura del tornante non è mai arrivata e la strada, se deve prender quota, procede perpendicolarmente.
Ormai ho lasciato andare i due amici Orchi più snelli di
me nello scendere e concludo felicemente
a Cantalupo, dopo aver acceso ancora
per una mezz’oretta la lampada frontale.
Per me il crono è di 23h52min e son finisher.
Questa 100 PORTE è stata una gara dura sia per il meteo che per l'autonomia alimentare.
Il chilometraggio corposo ma ben
distribuito è stato di ottimo allenamento per me, in vista delTor De Geants a settembre 2015.
Sinceramente gli
ultimi trenta chilometri mi sono sembrati proprio una forzatura per rendere questo famoso
menù più succulento.
Nulla da dire sul balisage che nonostante il vento forte ha sempre
tenuto.
Buona l'organizzazione degli Orsi, ma forse è
bene che resti una UNICA EDIZIONE, lasciando invece il vecchio tracciato da 70
o 71 km come menù fisso, con acqua, rigorosamente naturale, compresa !
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