Classifica Gran Trail Rensen 2015
Sito Gran Trail Rensen
Edizione 2014
Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga
E’ già trascorso un intero anno dalla edizione del 2014, quando parecchi Orchi parteciparono al Gran Trail Rensen di 60 km.
Però un anno è sufficiente a stemperare i ricordi e quello che ti rimane impresso è solo la soddisfazione personale e soprattutto il meraviglioso percorso a cavallo dello spartiacque appenninico ligure.
Tutto il resto, fatica disumana ,dislivelli paurosi , acquitrini, sentieri rocciosi, viene cassato dalla nostra mente quasi in un salvifico atto di rimozione.
E difatti , complice anche il fatto di tornare a casa, mi ritrovo appunto in quel di Arenzano con alcuni amici Genovesi alle 6 del mattino sotto il gonfiabile della centrale via Bocca.
Mi assale più di un dubbio ma ormai è troppo tardi e non si torna indietro.
Ritrovo Eleonora nelle retrovie, Ruzza è già schierato in prima fila. Basta ripensamenti. Alle 7 parte il gran trail con 160 partecipanti sulla distanza di 60 km e 4000 metri di D+. Già le informazioni ufficiose del briefing pre serale lasciavano trapelare un dislivello maggiore fino a 4200 mt. Sotto un cielo plumbeo denso di forte umidità e nebbia persistente si comincia a percorrere il sentiero che a mezza costa attraversa tutto il versante mare del Beigua.
Sentiero invero bellissimo, con lieve pendenza e fondo abbastanza scorrevole che permette un passo decisamente veloce. Si entra in un dedalo di forre, strette gole e attraversamenti di torrentelli impetuosi dove , memore della esperienza dello scorso anno, riesco a non finire a mollo. Comincia a piovere e ovunque una nebbia persistente comincia ad avvolgerti fino ad arrivare al primo ristoro della Baita di Padre Rino al 15° km completamente bagnato.
La baita è in realtà un antro buio ed umidissimo dove pero’ gli ottimi volontari ti servono un te bollente. Ormai da un’ora il sentiero si è trasformato in un acciotolato vischioso in cui il primo problema è riuscire a stare in piedi. Situazione in cui trovi le pietre bagnate ricoperte da una strato viscido dovuto alla conformazione della pietra serpentinosa, che in dialetto si chiama “Lepego”. Basta questo per capirsi tra liguri, meglio andare al passo prima di sfracellarsi. In questo modo si raggiunge il punto più basso a Sant’Anna di Lerca quota circa 250 metri.
Il trail si svolge lungo i sentieri che conducono sui rilievi appenninici del Parco Naturale Regionale del Monte Beigua, la piu' vasta area protetta della Liguria, in un paesaggio prodigo di emozioni. Le montagne, dai tratti aspri e alpini, paiono protendersi sul mare regalando ai partecipanti panorami mozzafiato. Non oggi però, la nebbia ci accompagna praticamente per tutta la corsa, specialmente durante la salita del Monte Rama a quota 1200 e soprattutto sulla cavalcata della dorsale appenninica, dove inizia un forte vento, pioggia e soprattutto freddo. Acqua ovunque, negli acquitrini, nei sentieri, dal cielo, fortunatamente riesco a trovare il rifugio senza perdermi e soprattutto a raggiungere indenne il celebre passo della Gava, crocevia di tutti i sentieri.
Qui oltre ad un’ottima focaccia con formaggio grana gli organizzatori ci risparmiano, bontà loro, la discesa dal Faiallo fino a Fiorino e la terribile risalita alla Gava.
Pertanto si risale nella nebbia tutto il Reixa fino al passo del Faiallo dove fortunatamente trovo il ristoro degli alpini; evito persino di prendere il vino causa un forte mal di pancia per il freddo.
A questo punto veloce ritorno al passo della Gava e discesa infernale per una mulattiera scivolosa praticamente fino alle propaggini di Arenzano in cui correre è davvero problematico anche in considerazione della fatica accumulata.
Finalmente inizia la strada di monte che in breve tempo ci fa raggiungere il santuario del Bambin Gesù. Sono solo le 17 e a differenza dello scorso anno trovo la porta della Chiesa aperta.
Si impone una veloce sosta al suo interno dove è anche piacevole ristorare la nostra anima con una preghiera. In fondo non saranno certamente 5 minuti di sosta ad alterare la mia bassa classifica!
All’arrivo avremo percorso circa 48-50 km con un dislivello di circa 3500 metri. Il mio crono è impietoso , 10 ore 28’ ma certamente lo scarso allenamento non permetteva prestazioni maggiori su una simile distanza.
Il tracciato si svolge interamente su sentieri rocciosi, fortemente sconnessi e molto tecnici, caratterizzato da dislivelli molto forti e con percorso poco corribile.
Sul podio sono fini tre atleti importanti, al primo posto Stefano Ruzza in 5 ore 21’ seguito da Barnes in 5 ore 31’ e a seguire Csaba Nemeth.
La sequenza di incidenti mortali dopo la MareMontana ed Avatrail di due anni orsono e i vari incidenti a seguire testimoniano innanzitutto la difficoltà dei percorsi su sentieri rocciosi ma anche e soprattutto la scarsa preparazione dei concorrenti che affrontano con leggerezza tali percorsi in terra ligure certamente molto sottovalutati in quanto ritenuti per lo più di tipo collinare.
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