Sito Trail de la Roche
Dal racconto dell'OrcoProf
Si dice che, al momento di mettere su famiglia, ad un pilota di Formula 1 si alleggerisca il piede destro, perchè le responsabilità coniugali lo inducono a spingere un po' di meno sul pedale dell'acceleratore. Non so se esista una diceria equivalente per chi corre senza un un'automobile ma a piedi, ma di sicuro il mio matrimonio non mi ha alleggerito nessuna parte del corpo, piuttosto mi ha regalato un generale appesantimento. Passati quindi il fatidico sì, la festa, i brindisi ed il grande pranzo di nozze ho deciso di intensificare i blandi
allenamenti di Aprile e Maggio per puntare a correre bene un trail a Luglio. In caso di forma smagliante ritrovata avrei puntato sulla Tre Alpeggi della Val Pellice ma un obiettivo più realistico mi è stato offerto dagli organizzatori d'Oltralpe: Domenica 13 Luglio ad Argentiere-La-Bessée, pochi chilometri da Briancon, si corre la Sky Race des Ecrins.
La gara, considerata uno dei 10 trail più belli di Francia è lunga 48 km con 3200 metri di dislivello positivo. In alternativa si può scegliere di correre i 28 chilometri del Tour des Lacs o il Trail de la Roche, lungo 17 km. Opto per quest'ultimo, soprattutto per il dislivello non troppo elevato, 650 metri, che può esaltare le mie caratteristiche a metà tra quelle di un trailer puro e di uno stradista.
Per evitare la stessa levataccia mattutina a cui sono stati costretti gli amici Orchi che hanno partecipato alle gare della Val Pellice io e mia moglie organizziamo un week-end con genitori e suoceri nella casa di quest'ultimi a Sagna Longa. Certo una grigliata di carne a pranzo e la pizza a cena nel giorno prima della gara non sarebbero raccomandate da molti allenatori o medici dello sport, ma sono disposto a perdere qualche secondo in gara per guadagnare una giornata gastronomicamente deliziosa.
La sveglia della domenica suona comunque abbastanza presto (ore 6.45) ma moglie e genitori verranno comunque ad incitarmi all'arrivo della gara mentre i suoceri decidono,
dopo essere tornati a dormire un po' (chi può biasimarli?), di godersi il sole dei Monti della Luna. La giornata si preannuncia splendida dal punto di vista atmosferico ma evidentemente avremmo dovuto partire da Sagna qualche minuto prima poiché solamente al volo riesco a ritirare il pettorale, quando i volontari stavano già sbaraccando tutto.
“Exagérè!” , mi dice la signora che mi consegna il pacco gara sottolineando che sono le 8.20 e la gara partirà tra 10 minuti. Uscito dall'edificio situato nel paese devo però raggiungere il punto della partenza della gara che si trova lungo il fiume Durance proprio nel tratto in cui sorge un complesso per la pratica del kayak da discesa. L'ideale per riscaldarsi ma due partecipanti ritardatari si offrono di darmi un passaggio in auto.
Arriviamo in un minuto ma l'autista ha qualche difficoltà nel parcheggio e perdiamo un po' di tempo. Avrei voluto prendere il mio orologio Gps, scaldarmi un po' e riuscire a liberare un po' l'intestino ma...ecco lo sparo! Parto e noto con piacere che vi è una discreta partecipazione e che il ritmo per compiere i primi due chilometri pianeggianti è decisamente alto: a tutti i trail a cui avevo partecipato le gare più corte mi sembrava fossero in qualche modo snobbate dai partecipanti, oggi invece ho la sensazione che la maggior parte dei trailers abbiano preparato questa gara nello specifico e che non vi
partecipi come ripiego.
D'altra parte avevo atteso una partecipazione minore e un po' meno qualificata tanto da promettere ai miei tifosi che questa volta sarei arrivato tra i primi.
Per questo parto forte e nonostante questo non riesco a vedere la testa della corsa e nemmeno a capire quante persone mi sono davanti. Mi sembra di stare come al solito a metà del gruppo e non sento abbastanza energie per accelerare, anzi mi sembra di andare al giusto ritmo per evitare crisi a fine gara. Così comincio a salire nel bosco, lungo una salita abbastanza ripida e lunga.
Riesco a superare qualche concorrente fino a trovarmi in cima in compagnia di due fanciulle. Purtroppo all'inizio della discesa il nostro magnifico menagè-a-trois si interrompe perché una delle due scende troppo veloce e non riesco a starle dietro, la seconda è invece troppo lenta e si stacca. Così mi trovo da solo, la situazione in cui nessun corridore vorrebbe trovarsi, a meno che non si tratti di essere in testa. Ma per questo dovreste leggere i racconti di OgreDoctor, orco dell'anno 2013, a me non capita di essere al comando di una gara dalle Olimpiadi dei Cugini edizione 1989.
Finita la discesa ritrovo la ragazza che mi aveva staccato che ha rallentato convinta di aver sbagliato strada. Insieme corriamo lungo il tratto in piano e anche nella salita
successiva. Purtroppo arriva un'altra discesa e non riuscendo ad emulare OrcoRoccia mi faccio staccare nuovamente. Ancora una salita e conseguente discesa in una delle frazioni del comune di La-Roche, la discesa passa all'interno dei cortili di alcune abitazioni per cui la sensazione di aver sbagliato strada è fugata dai tanti volontari presenti in strada ad indicare il percorso. Poco prima di arrivare nel bel laghetto vicino all'abitato di La-Roche un volontario mi comunica che ho dodici minuti di ritardo dalla testa della corsa.
Sono scettico ma una parte di me vuole sperare che sia vero, l'altra crede di non aver capito la comunicazione in francese. Il lago che segna più o meno la metà del percorso, il punto più lontano dalla partenza dal quale si torna indietro verso il traguardo. I seguenti cinque chilometri di saliscendi mi permettono di intravedere il concorrente davanti a me, riesco ad avvicinarmi ma non riesco a raggiungerlo prima che inizi l'ultima salita, la più lunga.
Ci si arrampica su un costone della montagna seguendo un sentiero che regala scorci molto panoramici su questo tratto della valle della Durance.
Provo a fare la salita velocemente avendo ancora un po' di energia in corpo ma sembra non finire mai. Al culmine della salita si vede il traguardo ma non si scende in picchiata verso la conclusione della fatica,
comincia una discesa che conduce fino all'abitato di Argentiere. Al termine bisognerà tornare indietro verso il traguardo e il tratto molto corribile mi permette di raggiungere finalmente il corridore davanti a me.
Finita la discesa il sentiero finisce in un ruscello e non capisco come continuare. Il volontario mi indica che bisogna correre nel letto del corso d'acqua anche infilandosi sotto un bassissimo ponte sotto la strada asfaltata.
Così raggiungo l'abitato di Argentiere per gli ultimi due chilometri in falsopiano. Dopo i boschi, le
rocce, i lago e qualche casina sparsa l'ultima parte di questo bel trail mi offre un paesaggio totalmente differente, passiamo infatti nella zona industriale della Pechiney, impresa di lavorazione dell'alluminio che ha chiuso i battenti nel 1987. In questo tratto vado a tutta e riesco a guadagnare una posizione, raggiungendo e superare una donna che però non è quella con cui ho duellato ad inizio trail. Vedo finalmente il traguardo ed il mio fans club che mi applaude. Lo speaker annuncia il mio nome ma non credo di essere tra i primi come promesso. Mio padre invece mi dice di averne contati solo 20 prima di me e non ha torto: la classifica dice ventunesimo. Non credevo davvero di essere così davanti ma la classifica definitiva mi gratifica ancor di più mostrandomi il passo medio (5:13 al km) ed il distacco (23 minuti) dal primo in classifica, che il quotidiano Le Dauphinè accredita di un
settimo posto ai campionati francesi di corsa in montagna. Molto soddisfatto e baciato dal sole mi godo il buon ristoro, la doccia offerta dagli organizzatori e la discesa di alcuni giovanissimi canoisti nel tratto di fiume vicino al traguardo della corsa. Ancora qualche applauso per i concorrenti che ancora stanno terminando la propria fatica e posso andare in vacanza con la coscienza a posto. Nonostante l'appesantimento post-nozze ho corso una delle mie più belle gare.
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