giovedì 3 aprile 2014

SciAlpinismo Chamonix (Francia) 25-28 Marzo 2014


Dal racconto dell'OgreExtreme
Fine agosto 2013. Sono a Chamonix per la TDS. Terminata la gara, trascorro un giorno a godermi l’atmosfera tipica e unica di questa località francese ai piedi del monte Bianco.
I pensieri volano già alla prossima stagione, chissà quando riuscirò a tornarci, anzi mentre passeggio per la via centrale ci penso bene: potessi prenderei casa qui.
La scusa valida per trascorrere a Chamonix alcuni giorni si presenta quando mio figlio Luca mi manifesta il desiderio di andare a fare qualche gita scialpinistica al di fuori delle solite vallate Torinesi. Niente di meglio che qualche classica sulle Aiguille Rouges o nel bacino dell’Argentiere o la famosa traversata della Vallèe Blanche magari con qualche divagazione sui bei pendii che conducono verso la Vierge o i Marbrèe.
Arriviamo a Chamonix il martedì; la giornata nonostante le previsioni pessime è meglio del previsto; il primo giorno ci regaliamo così una discesa classica, facile, di ambientamento. Saliamo al col du Belvedere sopra il Lac Blanc proprio di fronte al Dru, alla Verte, siamo nel settore orientale delle Aiguilles Rouges splendido balcone panoramico sul Bianco.

La neve abbondante caduta nel week end precedente al nostro arrivo e la temperatura ancora relativamente fredda ci permette una sciata spettacolare,  e se il buongiorno si vede dal mattino!
Mercoledì mattina. Uno sguardo fugace dalla finestra, le nuvole che corrono veloci e velano il cielo. La cresta Midì-Plan è già avvolta nella tormenta. Le previsioni si sono avverate, la perturbazione è in arrivo.
Veloci ci prepariamo e alle otto e trenta siamo già nel parcheggio di Argentiere; il tempo qui sembra migliore, ma quanto durerà. Prendiamo una delle prime “benne” e in breve facciamo un salto all’insù di 2000 metri: siamo al Gran Montets.
Di qui rapida discesa e arriviamo sul piatto ghiacciaio di Argentiere.
Le nuvole arrivano, scappano, ritornano, ma il sole comunque è ben presente e il col du Chardonnet con il suo percorso facile e intuitivo ci permette di goderci appieno la salita sino ai 3300. Il tempo di arrivare e togliere le pelli e le nuvole sempre più dense, accompagnate da sferzate di vento gelide, portano i primi rovesci di neve.
La discesa si svolge così in un ambiente surreale. Le nuvole giocano con I pinnacoli rocciosi dell’aig du Chardonnet e dell’Argentiere e noi nella farina più soffice, sotto una leggera nevicata, scendiamo i 600 metri che ci riportano sul ghiacciaio. Ora non rimane che spingere in piano per attraversarlo e guadagnare la sponda destra idrografica del ghiacciaio che tra seracchi e morene conduce velocemente al lungo pistone che ci riporta al paese.

Mentre rientriamo a Chamonix una breve schiarita ci permette di vedere l’Aiguille du Midi punto di partenza della traversata del Bianco. Domani, tempo permettendo saliremo ai 3841 della vetta, anche questa volta comodamente con la funivia.
Il meteo dovrebbe consentirci di affrontare la discesa con tempo discreto almeno sino a mezzogiorno. Così velocemente giovedì mattina siamo in vetta alla Midì; scendiamo la cresta attrezzata e molto affollata che conduce al piano dove calzati gli sci  iniziamo su neve da sogno la nostra discesa sino sotto la Vierge e i Marbrèe sul Glacier du Geant. L’idea, a questo punto è quella di risalirlo con le pelli in modo da completare così con un tratto scialpinistico questa traversata e dopo scendere sino a Chamonix.
Il meteo sembra reggere, così velocemente cambiamo assetto e iniziamo la risalita. Purtroppo altrettanto velocemente il tempo peggiora; in quota dal versante Brenva arrivano nuvoloni minacciosi e in poco tempo anche la zona del Tacul - Dente del Gigante è nella nebbia.

A questo punto non ci resta che togliere le pelli e affrontare la lunga discesa che ci riporterà a Chamonix. Il percorso, anche dopo il ghiacciaio della Mer de Glace, è ancora quasi tutto innevato e solo due brevi tratti a piedi sulla strada di rientro su Chamonix ci obbligano a togliere gli sci.
Arriviamo comunque stanchi ma appagati. Rientrando al nostro residence il mio occhio cade sul vertical di Chamonix. Sono solo le 14 e 30 così ne approfitto, arrivo a casa e velocemente mi cambio: lascio gli scarponi e infilate le scarpette si parte a correre su per questo muro a tornanti stretti che conducono alla stazione intermedia del Brevent. La neve e il ghiaccio mi obbligano a fermarmi dopo 600 metri di dislivello, comunque sufficienti per farmi capire la durezza di questo percorso che quest’anno sarà prova del campionato del mondo di Kv.
Per l’ultimo giorno disponibile l’idea sarebbe stata quella di andare al col Crochues nel settore centrale dell’Aiguilles Rouges; purtroppo il gran caldo già in mattinata e il mancato rigelo della notte sotto i 2500 metri fanno si che dalle pareti laterali che portano al colle numerose colate di neve si siano staccate e altre pericolosamente incombano su di noi. Saliamo 200 metri e all’ennesima scarica di neve marcia dalla parete che ci sovrasta decidiamo che è meglio scendere chiudendo in bellezza i nostri  4 giorni con una bella sciata su pista sino alla Flegere.


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