Dal racconto dell'OrcoIng
Bella giornata alla Punta Giordani.
Siamo nel regno del Monte Rosa , gia’ percorso in lungo e il largo da moltissimi anni.
Infatti questo è il paradiso dei ghiacciai abbordabili facilmente da quasi tutti gli utenti.
Anni fa si parlava solo di alpinismo facile o escursioni in ambiente glaciale addirittura fino alla vetta Italiana del Rosa, quella Punta Gnifetti posta a 4550, meta agognata dagli escursionisti di tutta Europa.
Oggi, con l’evolversi dello scialpinismo e della attrezzatura sempre più performante e leggera, il Monte Rosa, almeno il versante aostano, è diventato il teatro di un numero incredibile di gite tutte sopra i 4000 mt, cosa irripetibile in qualunque altro gruppo montuoso europeo.
E sicuramente ha collaborato moltissimo a diffondere la pratica dello scialpinismo a queste quote la costruzione della nuova funivia che dal Passo dei Salati posto a quota 2980 mt permette di raggiungere lo sperone roccioso posto ad Ovest della Vecchia Punta Indren raggiungibile precedentemente solo da Alagna con una obsoleta cabina.
Siamo a 3250 mt sul versante di Gressoney sul ghiacciaio del Lys. Una serie di 3 impianti velocissimi ci spara da Gressoney Stafal , quota 1800, alla nuova Indren , di cui l’ultimo tratto con una mega cabina da almeno 80 posti, che scavalca velocemente lo Stolemberg. Fino a qualche anno fa, solo l’attraversamento dello Stolemberg richiedeva almeno 1h 30’ - 2 h e facendo anche attenzione.
Oggi in 10 ‘ ci ritroviamo a quota 3280 , giusto sotto la Piramid Vincent.
Sono le 10 del mattino che sarebbe giusto l’ora di girare gli sci e tornare a valle. Ma il meteo favorevole almeno fino alle prime ore pomeridiane, il sole e vicinanza della Giordani ci permette anche queste partenza da turisti per caso. Però la quota dei 3500 metri si fa sentire e soprattutto il velocissimo arroccamento con mezzi meccanici non permetto un giusto acclimatamento.
Difatti anche se la Punta Giordani è proprio sopra di noi dobbiamo procedere lentamente controllando la frequenza cardiaca.
Sono con noi sullo scivolo glaciale invero decisamente facile almeno altre 50 persone, per la stragrande maggioranza giovani, e con una discreta presenza di ragazze.
Alla quota di circa 3900 metri si erge sopra di noi lo scivolo glaciale delle Vincent, percorribile sia sulla cresta ovest sia sulla cresta Est che è poi la diretta continuazione della famosa Cresta del Soldato fino alla Giordani.
Noi oggi tiriamo diritti per lo scivolo della parete Sud fino alla Giordani anche per l’ora tardi.
La nece comincia ad indurirsi e ci consiglia di metter i Rampant, comunque senza alcuna difficoltà e con un po’ di fiatone in circa 2 h 30’ raggiungiamo la vetta rocciosa in mezzo ad un gruppo di giovani che sia per la quota e un po per l’adrenalina in corpo riescono a fare un baccano infernale.
Breve sosta, panorama mozzafiato su tutta la catena alpina.
Comincia ad arrivare qualche strascico della prossima perturbazione in agguato, occorre sbrigarci, ci attende una incredibile discesa di 2200 metri!
Difatti, superata la prima parte della parete con neve un po’ grottoluta, raggiungiamo velocemente e su ottima neve la stazione di arrivo della funivia, che lasciamo alla nostra sinistra per proseguire verso Ovest ed imboccare il canalino dell’Aquila, già meta di molte discese in vite precedenti.
Tutta la traccia è stata palinata e scendiamo fino a raccordarci con le piste di discesa dal rif Mantova. E qui, sorpresa, incrociamo una torma di scialpinisti in discesa dagli altri itinerari in quota, Gnifetti, Balmenhorn, Gnifetti, Corno Nero, Parrot etc..
Canalino stretto e con enormi voragini al posto delle cunette ma in breve percorrendo tutta la gola terminale, raggiungiamo il Gabiet.
Il buon senso e l’età consigliamo di evitare il canalino di destra e prendere la pista da sci sicuramente innevata . Veloce discesa anche nella parte terminale dove ormai la neve latita sotto questo sole. Ma noi oggi arriviamo alla macchina sci ai piedi. Sembra passata un’eternità ma impieghiamo 1h 30 ‘ a scendere dalla cima.
Oggi tutto è stato facile ma con ghiaccio e seracchi aperti cambia radicalmente tutto.
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