Foto Scialpinismo Monte Basodino
Dal racconto dell'OrcoIng
Basodino con sulla Sx la cresta finale
quota di partenza (m): 1730
quota vetta (m): 3273
dislivello complessivo (m): 1543
tipo itinerario: ghiacciaio
difficoltà: BSA :: [scala difficolta]
esposizione preval. in discesa: Nord-Ovest
località partenza: Riale (Formazza, VB)
punti appoggio: Rif. Maria Luisa 2157 m
Si ricomincia finalmente con lo scialpinismo più vero, ambiente di alta quota , montagne selvagge e severe, nulla di impegnativo ma gite che richiedono una preparazione fisica buona e soprattutto conoscenza della montagna, con grandi spostamenti, manovre con le pelli, salite e discese , progressione continua in ambiente severo. Attraversamento di ghiacciai.
Le difficoltà tecniche sono invero limitate, gita classificata BSA, ma le condizioni climatiche la fanno da padrone in tali dimensioni.
Bocchetta del Kastel
Siamo nella parte più profonda della nostra Regione, tanto a Nord che più non si può.
La Val Formazza è certamente l’ultima propaggine della terra Piemontese, che si protende come un cuneo infilato in terra Svizzera, da una parte il Cantone Tedesco con l’Alta valle del Rodano, a sinistra, dall’altra il Cantone Italiano che degrada verso Locarno ed il Lago Maggiore.
E’ terra quindi di profondi contrasti, un’enclave Svizzera in terra Italiana, nella Provincia del VCO, talchè tutto assomiglia ad un cantone Sweiss.
Ed è anche il punto più lontano geograficamente dalla capitale Sabauda; sono infatti 215 km di lunga strada che ai tempi del ns Cavour dovevano essere un viaggio nel tempo.
Oggi, grazie al ns beneamato concittadino Nicolazzi, sono circa 175 km di autostrade e superstrade fino a Domodossola, tanto da comprendere le ragioni della formazione della nuova Provincia, sicuramente la più decentrata e la più necessaria da un punto di vista amministrativo.
Ma a Domodossola comincia il viaggio verso il profondo Nord, ancora 40 km di lunga Val Formazza, in una terra che via via perde i suoi caratteri Italiani per assumere le sue vesti nordiche con la sua vasta influenza della Comunità Walser. Lasciamo presto Crevaldossola e la valle di Varzo con l’Alpe Veglia, per poi oltrepassare Varzo ed il bivio per la Val Di Devero con le terme di Crodo. Sempre più su fino a Premia, e poi Formazza fino a raggiungere le Cascarte del Toce.
Finalmente l’ultimo avamposto, Riale, a quota 1750 mt, appena sotto i grandi laghi dei bacini idroelettrici di Morasco e del Sabbione.
Riale è una bellissima località Walser ad immagine delle borgate Di Alagna di cui si nota la toponomastica tipicamente Tedesca. Riale è in effetti località di sci a misura d’uomo, tanto fondo, percorsi con le ciaspole e le pelli, gli impianti si sono fermati più a valle. Qui non servono, ci basta la voglia e la passione di camminare in un ambiente innevato. Tantissima neve tanto che sembra di essere in una trincea appena fresata
Ma Riale per noi è il punto di partenza; si va sempre più a Nord e lasciata fortunatamente l’auto, che non ne potevo proprio più, inforcati sci e pelli si comincia a percorrere lungamente la strada sterrata che adduce fino al Passo di San Giacomo, confine posto a 2313 mt, proprio sopra la Val Bedretto, punto di partenza di molte comitive Svizzere.
Ma in realtà siamo su una pista che in circa due ore di lento cammino ci conduce fino alla diga del Lago di Toggia posto a 2191 mt. Appena sotto lo sbarramento artificiale si individua il nostro rifugio, Maria Luisa, a quota 2150 mt.
Costruzione perfettamente inserita nel paesaggio, pietra e legno che però oggi noi intravvediamo appena sotto una massa enorme di neve che copre le finestre del piano terra.
Rifugio ottimamente organizzato, molti Svizzeri, pochi, gli sci alpinisti Italiani;
Ad onta delle previsioni Meteo perfette, una bufera ci sorprende sotto il rifugio, tanto da indossare tutto quello che possiedo. Ma l’ambiente interno è accogliente.
Al mattino, ad onta sempre delle famose previsioni di alta pressione, bufera e vento da Nord; la partenza viene posticipata al massimo per godere della influenza del Sole che sicuramente dovrà farsi vedere, e alle 8,0 bisogna pur lasciare le comodità ed il tepore del nostro rifugio, non senza avere avere indossato strati su strati di abbigliamento. Mi sembra di essere un palombaro, ma l’età , la tosse, l’influenza etc.. mi consigliano di stare abbottonato.. in tutti i sensi.!
In due ore si raggiunge finalmente il passo Kastel a 2714 mt, dopo avere passato un enorme altipiano, svariate baite ed il famoso canale molto valangoso.
Vista limitata viste le condizioni sul versante Ticinese e quindi calzati i coltelli si inizia una traversata verso Est su terreno duro in leggera discesa fino a raggiungere il ghiacciaio del Basodino
Si risale a questo punto lungamente tutta la valle glaciale sospesa posta sotto la cima Kastel e con un ampio giro verso sinistra sotto la cime del Pizzo Cavergno si raggiungono i contrafforti del Basodino e la sua Cresta Est.
Siamo a circa 3150 mt, circa 100 mt sotto la cima che è proprio li sopra, ma la pessima giornata, il fortissimo vento e soprattutto la scarsa visibilità ci fanno desistere.
Ormai la pista di salita è scomparsa, la neve sta diventando un campo arato ed indurito dal vento, il buon senso e la avvedutezza della nostra età ci consigliano di lasciare perdere la cima. Di qui in poi ci aspetterebbe salita con piccozza e ramponi, ma oggi non ci sono proprio le condizioni, e bisogna anche trovare la via di discesa!
Ma finalmente l’alta pressione prevale sul microclima locale e finalmente torna il sereno, seppur sempre con vento. Già il vento è la dominante della gita tanto da penalizzare salita ed discesa.
Si ritorna a valle divallando ma sciando invero molto poco; l’importante non farsi male tra neve ventata, crostosa, e via via sempre più marcia. Faticosa risalita con pelli e coltelli alla Bocchetta Kastel e finalmente giu al rifugio e a Riale scorrendo sulla bella strada che sta diventando meta ambita di tantissimi ciaspolatori. Torino è ancora molto lontana.
Nessun commento:
Posta un commento