Dal racconto dell'OrcoLuca
Dopo questa esperienza ho cominciato a pensare che le idee che mi vengono, in particolare quelle che mi portano per esempio ad andare in una torrida domenica nel vallone della Balma, siano più simili a materia organica piuttosto che semplici, deboli segnali elettrici nel cervello...
Mi spiego meglio... lo immagino come un frutto che cresce e matura: da tempo volevo andare a esplorare questa zona, avevo già il seme dentro che cresceva... poi aver letto su gulliver i commenti entusiasti di chi ci era stato ultimamente aveva definitivamente fatto maturare il frutto, ne sentivo il profumo, ne ero inebriato... ormai mi era venuta la fissazione. Dovevo andare lì...
Purtroppo però, come tutta la materia organica in natura, prima o poi arriva il deterioramento e la decomposizione; in pratica il frutto marcisce e la tua idea non è più così "inebriante" come te la facevi...
Dalle positive relazioni lette su gulliver, passava poi una settimana di intenso caldo che cambiava radicalmente le condizioni della gita. Ormai lo sentivo già l'odore di marcio, ma ormai... ero talmente convinto che sono riuscito pure a convincere l'orco Camola.
In pratica ecco quel che è successo:
La destinazione doveva essere la cima Pian Real, che in realtà va salita dal vallone del Rocciavrè. Esiste però la possibilità di scavalcare nel suddetto vallone salendo dalla Balma ad un colletto sulla cresta Ciarmagranda. Tutto studiato (e sognato) sulla carta...
E così optiamo per partire da Molè (1080 mt, poco sopra il santuario del Forno di Coazze), proprio per poter realizzare "l'anello" sui due valloni, anche se con le condizioni esistenti sarebbe stato meglio salire da Pian Neiretto (poco prima degli impianti a quota circa 1200).
Parcheggiamo l'auto che è ancora buio e attacchiamo a camminare alle prime luci. Della neve nemmeno l'ombra...
Dopo un'oretta di cammino finalmente troviamo neve costante e così Camola calza gli assi e io proseguo a ciaspe. Seguiamo una vaga traccia che percorre il sentiero estivo e ci mantiene sulla sinistra orografica del vallone (a destra salendo).
Scopriremo poi che la migliore salita sarebbe stata sul versante opposto, perchè all'ombra e quindi meglio innevato, molto più regolare come pendenza e con una traccia migliore.
Insomma, sembrerebbe che non ne è andata bene una... e infatti quando arriviamo in cima, ometto in pietre a quota 2377, scopriamo che la discesa verso il vallone Ricciavrè passa su un ripido pendio slavinato con ancora molti tratti di neve instabili. In pratica ce la facciamo addosso all'idea di passare da lì...
Così cambiamo "assetto", ci prepariamo alla discesa e ripercorriamo il vallone Balma anche al ritorno. Dopo i primi 100 - 200 metri di discesa davvero divertenti con un perfetto "firn primaverile" ci siamo impantanati nella neve polentosa già assaggiata in salita. Ancora ancora decente per una sciata in snowboard, ma decisamente faticosa per gli sci.
In definitiva... il bel frutto maturo e profumato andava infilato nel congelatore, e tirato fuori nell'annata 2014/2015.
Questo il giudizio puramente "oggettivo" della giornata, ma alla fine mi sono reso conto di essere ampiamente soddisfatto della gita. Perchè il posto è meraviglioso, la compagnia è stata ottima, e sopratutto... nuovi "semi" stanno maturando, nuove idee per altre uscite in questo selvaggio angolo di montagna a due passi da casa, già surgelate e pronte per la prossima stagione
Una gita da Orchi
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