Foto Ascensione al Monte Niblè
Dal racconto dell'OgreDoctor
Dopo tanto correre sotto e intorno alle vette senza mai salirne in verità nessuna, avevo una gran voglia di fare una scalata. Il weekend appena trascorso era un'occasione imperdibile, il meteo prometteva bene. Dopo un piccolo assaggio sabato -gita al lago di Thures con le famiglie, in Valle Stretta e fuga dei papà alla Aguille Rouge (2545 mt slm), montagna facile facile - domenica io e mio cognato, Fabio, già dei nostri al Col Bousson, questo inverno, decidiamo di dar corso ad un progetto più volte messo in cantiere e mai realizzato, per un motivo o per l'altro: la salita al Niblè.
Il Monte Niblè (3.365 m s.l.m.) è una montagna del Gruppo d'Ambin nelle Alpi Cozie. Si trova lungo la linea di frontiera tra l'Italia e la Francia nei pressi della Punta Ferrand.
Di seguito la descrizione del sito AltoX.it.
MONTE NIBLE' m. 3365
Vetta importante: dal versante francese ha un aspetto d' alta montagna, ammantata dal Glacier de Ferrand e con la cresta frastagliata che l'unisce alla Punta Ferrand; dal versante italiano ha invece un aspetto arido. Visito da Est forma con la Punta Ferrand un grande e irregolare trapezio, da sud si presenta come una piramide. Dalla sua anticima meridionale m. 3343 si dirama verso sud-est una cresta che forma il fianco destro idrografico della Val Clarea e la divide dal Vallone del Galambra. Sul versante francese vi è il Glacier de Ferrand, chiamato anche Ghiacciaio del Niblè dagli alpinisti italiani.
C - Via Normale cresta O dal Rif. Levi-Molinari
Difficoltà: F (Facile, scala alpinistica)
Dislivello: 1560 metri
Tempo: 5.00 ore
Luogo di partenza: Rif. Levi-Molinari m. 1800
Attrezzatura: corda, piccozza e ramponi
Di mattina sveglia alle 5.00 per la colazione e partenza alle 6.00 per raggiungere passando da Eclause sopra Salbertrand, il Rif. Levi-Molinari (1849 m slm), che stranamente, per un rifugio alpino, troviamo chiuso - dormono ancora tutti. Rinunciamo al caffè e partiamo. Il sentiero attacca poco sopra, a destra della strada che arriva da Grange della Valle: per il Niblè indica 4:30 di salita. Il sentiero è ben segnalato e passa lungo la sinistra idrografica del vallone. Un vallone selvaggio! Alzando la testa vediamo solo pareti a picco, interrotte dai colli. A 2371 m. un grosso masso detto, Roc del Colle, molto evidente, presso cui vi è un ottima sorgente, ci fa capire che la strada è quella giusta. Non siamo mai venuti da queste parti e viaggiamo con l'aiuto della descrizione dell'itinerario di AltoX.
Il sentiero diventa ora meno evidente e andiamo di ometto in ometto e qualche rara traccia sbiadita, di colore giallo. Troviamo anche un passaggio su massi, protetto da corde fisse, in verita non complicato, se asciutto. Il sentiero si fa sempre più ripido e arrivati nei pressi del canalino finale scorgiamo il bivacco W. Blais (2912 m slm) sul Colle Ambin. Facciamo una piccola sosta per recuperare un po' di energie e per indossare qualcosa di più termico. Al colle ci ha accolto un forte vento e le temperature sono vicine ai 10 °C. Oltrepassato il colle spostandosi sulla destra saliamo a ridosso della cresta ovest, larga e poco esposta, che seguiamo superando qualche facile roccetta, fino alla quota dove inizia il ghiacciaio, 3050 m circa. L'itinerario ci presenta a questo punto due possibilità: piegare a sinistra mettendo piede sul ghiacciaio e per esso direttamente alla vetta, oppure continuare fedelmente lungo la cresta superando alcuni salti di roccia più ripidi. La via di cresta non è per nulla evidente e quindi non ci rimane che la prima opzione: il ghiacciaio.
Siamo venuti attrezzati di tutto punto: ramponi, picozza, corda e imbrago. La corda e l'imbrago non serviranno; il ghiacciaio si presenta ripido, ma non crepacciato, anche se in discesa il notevole pendio ci crea qualche problema.
Usciamo dal ghiacciaio poco sotto la cima, mancano, infatti poco più di 150 mt di dislivello che percorremo su roccia friabile, ma priva di particolari difficoltà. Arrivati sulla cima incontriamo un alpinista francese, unico incontro su queste montagne della giornata, a cui chiedo con uno stentato inglese, se siamo sulla cima giusta, non vedendo le descritte croci di vetta! Momento di sconforto...il francese aperta la mappa ci dice che siamo sulla vicina Punta Ferrand! E no dico io, la Ferrand arrivando dal Colle Ambin si incontra dopo, percorrendo il ghiacciaio Ferrand fino ad arrivare al Colle dell'Agnello e poi per cresta in cima.
Sospiro di sollievo, sentiamo la campana del Niblè e girato il masso con un piccolo passaggio di arrampicata facile facile vediamo le croci di vetta!! Evviva!
Foto ricordo e via in discesa, prima che la nebbia ci renda difficile il ritorno al Colle Ambin e al bivacco.
Tornati al Rif. Levi Molinari in 6:30, questa volta aperto, ma con triste sorpesa affollato da una truppa di "merenderos", che niente hanno a che vedere con la montagna. Sembra in verità più un ristorante che un rifugio, ma in fondo è un po' il destino di tutti i rifugi raggiungibili con la macchina e forse anche una necessità per sopravvivere. Di alpinisti su queste montagne ne abbiamo visto molto pochi.
Ci tratteniamo giusto il tempo per una birretta "ICHNUSA" e ci avviamo rapidamente a casa.
Soddisfazione per la bellissima ascesa e per aver sfatato la paura di non riuscire ad andare sopra i 3000. Questa volta niente mal di montagna!
W Gli Orchi, W la Montagna.
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