Dal racconto dell'OgreDoctor
Pensavo di conoscere tutto sul Monte San Giorgio di Piossasco, dopo averlo percorso in lungo e in largo con la mia mountain bike, ma ho dovuto ricredermi e sarà per il manto nevoso, in moltissimi tratti immacolato, o per il percorso scelto da i nostri due orchi Greg e Marcello, ma il T.A. del Monte San Giorgio è stato in due parole: UNA FIGATA!
Ritrovo all'edicola sulla strada per Bruino alle ore 8.00 con Greg e Marcello. Qualcuno, forse io, ha la malsana idea di prendere un caffè al bar della rotonda. Non è stata una gran bella idea...faceva ca....!
Giusto il tempo di parcheggiare e via su per un sentiero corribile che ci porta alla Cappella di San Valeriano, sul versante nord-est del Monte, che sorge sull'omonima altura (456 m). La Cappella fu originariamente edificata nel 600', ma venne distrutta durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale e quindi ricostruita nel 1947. Nelle vicinanze di San Valeriano, a picco su una cava dismessa di ghiaia (che vedremo sulla strada del ritorno) si trova il monumento terminato nel 1972 e donato alla città dall'autore (Giuseppe Riccardo Lanza), riporto testualmente "simbolo di un abbraccio tra arte e natura, tra l'artista.
Sembra più che altro la testimonianza del passaggio di qualche extraterrestre. Qualcuno ha avanzato l’ipotesi che potesse essere un altro avamposto marziano dopo quello sul Musinè!
Brevissima sosta per prendere fiato e poi su per la direttissima che ci porterà in cima al Monte San Giorgio dove possiamo ammirare i resti della chiesetta romanica dedicata a San Giorgio. L’edificio è anteriore all’anno mille ed è quasi completamente in pietra con tre navate terminanti in tre piccoli absidi semicircolari ed un porticato. Sul finire del secolo scorso si potevano ancora ammirare all’interno gli affreschi del XIV secolo, successivamente in parte trafugati.
Foto di rito davanti al Monumento degli Alpini e poi via di corsa in direzione della località le Prese su una bellissima strada innevata.
Arrivati a destinazione decidiamo di risalire in cima al San Giorgio per la via di discesa (per non farci mancare nulla) e poi riscendiamo a Piossasco per la via percorsa normalmente dai bikers, percorrendo circa 21 km e 900 metri di dislivello positivo.
Concludo il mio racconto con alcune frasi liberamente tratta dal libro di Murakami Haruki “L’arte di Correre” liberamente adattate all’occasione che consiglio a tutti di leggere.
Ciò che soprattutto mi ha reso felice, oggi è il fatto “che questo giro me lo sono proprio goduto”. Naturalmente è stata dura, ma in questo sport la fatica è data per scontata. Se non fosse parte integrante di un “trail o di una corsa in montagna”, chi mai si darebbe la pena di mettersi alla prova in discipline che succhiano le nostre energie e il nostro tempo? Proprio nello sforzo enorme e coraggioso di vincere la fatica riusciamo a provare, almeno per un istante, la sensazione autentica di vivere. Raggiungiamo la consapevolezza che la qualità del vivere non si trova in valori misurabili in voti, numeri e gradi, ma è insita nell'azione stessa, vi scorre dentro.
In questa domenica d'inverno, dopo un bella corsa in montagna, ce ne torniamo ognuno alla propria casa, ognuno alla propria vita quotidiana. E in vista della prossima gara di nuovo ci alleneremo in silenzio, come abbiamo fatto fino a oggi, probabilmente ognuno in un posto diverso.
Visto dall'esterno - o piuttosto giudicato dall'alto - il nostro modo di vivere apparirà forse insulso, privo di fondamenta e di significato. Penso che sia una cosa alla quale dobbiamo rassegnarci. Ma anche ammettendo che compiamo soltanto una serie di atti vuoti...per lo meno resta in fatto reale che ci impegniamo. Non importa se otteniamo dei risultati o meno, se facciamo bella figura o no, in fin dei conti l'essenziale, per la maggior parte di noi, è qualcosa che non si vede, ma si percepisce nel cuore.
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