domenica 29 giugno 2014

Skyrace Biella Monte Camino (Bi) 29 Giugno 2014

Foto Skyrace Biella Monte Camino 2014
Classifica Skyrace Biella Monte Camino 2014
Sito Skyrace Biella Monte Camino


Edizione 2013
Edizione 2012
Tutte le classifiche anni 2001-2013 Skyrace Biella Monte Camino

Dal racconto dell'OrcoIng

La Biella Monte Camino di quest’anno comincia il sabato a Genova.
Una mattinata con cielo uggioso , grossi nuvoloni  si rincorrono veloci in cielo. Il meteo è comunque incerto e sta organizzandosi per la corsa di domenica a Biella, ovunque sul mare  fa presagire una pioggia imminente. Resto in attesa che verso sera  il solito temporale  ci rinfreschi.
Comunque comincio a  correre per le vecchie creuse  in pietra di fiume arrotondata, con la passata centrale in mattoni  di coltello.
Si corre magnificamente  su un terreno ondulato tra due muri di pietra distanti non più di 2 metri.
Ai lati si rincorrono  le antiche case dell’aristocrazia Ligure,  enormi ville in intonaco e copertura in Pietra di lavagna, le classiche grandi finestrate del piano nobile, testimonianza dello sfarzo e della ricchezza della classe mercantile genovese del passato.
Ma ecco che laggiu’ in fondo al vicolo finalmente mi appare il mare.
Mi infilo nel vecchio borgo marinaro di Boccadasse, proprio sulla punta dove il mare lambisce le vecchie case fino talvolta a scavalcarle nelle grandi mareggiate invernali.
Risalgo quindi lentamente Capo Santa Chiara, i vecchi borghi marinari di Vernazzola e Sturla.
Il mare è leggermente teso, increspato dai venti del Sud, ed il rumore del mare mi accompagna  tra  gli stretti vicoli a picco sul mare.
Iniziano le vecchie case marinare dai tenui color pastello, il Rosa antico, il giallo ocra che mi accompagnano fino allo scoglio di Quarto.
Lasciamo partire Garibaldi, per me è ora di tornare a casa.
Domani mi aspetta una corsa seria e l’allenamento odierno è necessario per non sfigurare  con i nostri compagni Orchi, reduci da grandi  avventure.
Lo scorso fine settimana io e  Ugo abbiamo finalmente coronato il nostro progetto di percorrere in due giorni  le Porte di Pietra  sull’Appennino Ligure piemontese con equipaggiamento da escursionista  e quindi si impone di riprendere il ritmo della corsa.
E difatti eccomi con 12 Orchi il mattino della Domenica in quel di Biella per la grande classica del Monte Camino.
Meteo  terribile oggi, previsti guarda caso anche sulle Alpi Biellesi forti temporali. Tutto come da copione, ci attende una forte pioggia  tale da farci riparare sotto i portici di  Piazza Unità d’Italia.
   Dall’organizzazione arrivano notizie discordanti sul punto di arrivo, in cima o al rifugio intermedio. Prendo tutto quello che è possibile indossare senza ricorrere allo zaino, del resto oggi non è previsto nessun indumento obbligatorio. Ma questo si rileva un profondo errore da parte dell’organizzazione; La Biella Monte Camino non è una semplice corsa su strada  come forse è sempre stata creduta, bensì due distinte gare  consecutive con una prima frazione su strada o sterrato fino alla quota dei 1200 metri di Oropa, in ambiente tipicamente  collinare,  una seconda frazione da Oropa fino ai 2350 metri del Monte Camino, in ambiente alpino con dislivelli notevoli e clima da montagna severa.
Difatti noto alla partenza un certo  numero di  trailers in pantaloncini e canottiera da perfetti sprovveduti. Se poi abbiniamo la tenuta estiva al clima severo della parte terminale ed allo scarso allenamento di alcuni, ecco trovato  il giusto cocktail per  le  improvvise crisi in cui mi sono imbattuto sul percorso, che avrebbero potuto trasformarsi in pericolose ipotermie.
Sarebbe certamente auspicabile che la perfetta organizzazione messa in campo in tutti gli aspetti logistici sappia anche imporre ai trailers  una dotazione minima ed un abbigliamento idoneo per un percorso di montagna, curando soprattutto l’aspetto informativo sulle condizioni del percorso e sul meteo atteso con le temperature.
C’è da dire comunque che i ristori ed il servizio in campo, sono stati veramente impeccabili, così come del resto la segnalazione del percorso ed anche il pubblico che ha tifato nonostante la pioggia ed il freddo.
Pensavo invero di conoscere la gara, invece tutto da rifare; un susseguirsi di stradine e sentieri per la prima parte fino a culminare in  quel meraviglioso tracciolino che è stato veramente il piatto forte della gara. Infatti percorriamo almeno 5 km di questa pista   a pendenza costante e limitata acclività che è stato in tempi passati il tracciato della ferrovia a scartamento ridotto da Biella ad Oropa.
Eccezionale! Ma si impone di correre e a velocità sostenuta e presto passiamo tra le antiche cappelle di Oropa, in realtà si tratta di vere e proprie Chiese con   grandiosi monumenti funerari. Devo proprio tornare ad Oropa per una visita seria di tutto il Sacro Monte.
Lasciata Oropa  in mezzo ad una piccola folla di spettatori incitanti, cominciamo finalmente il vero trail di montagna, più di mille metri con otto km di sviluppo. Fine della corsa, si cammina ma sempre con passo decisamente sostenuto. Comincia il freddo, raggiunto il primo rifugio mi illudo sempre che il percorso venga  limitato all’arrivo della funivia. Speranza vana, messa la giacchetta  vedo la fila  dei concorrenti salire su per la montagna almeno per quello che è dato da vedere tra la nebbia, pazienza mi aspettano altri 500 metri di dislivello, che però alla fine si rivelano facilmente percorribili, date le buone condizioni del sentiero  e la pendenza non eccessiva del tracciato.
Intanto però comincio a vedere scendere i  primi concorrenti. Accidenti  la funivia con  le sue gabbiette di antica memoria è ferma e forse per sempre.
Tra le altre cose a quel che mi risulta, dovrebbe essere l’ultimo impianto di risalita  con i cestelli. Gli ultimi sono stati ormai sostituiti a Lurisia e alla Bocchetta delle Pisse su Alagna.
  Alzando lo sguardo, vedo su in alto la sagoma della stazione di arrivo della cestovia che si staglia contro il cielo plumbeo tra una selva di antenne, fa sempre più freddo e la meta è vicina. Basta concentrarsi sul percorso ed in pochi minuti raggiungiamo il nostro traguardo. Il cronometro dice 3,39’  per oggi va bene così. Il ristoro a base di pane e salame con vin brulè è sicuramente un toccasana contro il freddo e occorre scendere fino all’arrivo della funivia 500 metri più sotto.



lunedì 23 giugno 2014

Cro Magnon Extreme Race & Trail Marguareis Limone Piemonte(Cn) 21 Giugno 2014

Foto Cro Magnon & Trail Marguareis 2014
Classifica Cro Magnon 2014
Classifica Trail Marguareis 2014
Classifica Neander-Trail 2014

Edizione 2012
Edizione 2010

Dal racconto dell' OgreDoctor

E' ormai l'alba della domenica e tre orchi (OrcoMegaflex - Gaetano, OrcoTartaro - Matteo e OgreDoctor - Antonio) tagliano il traguardo di Cap d'Ail alla Plage Marquet. Sono passate 25 ore e 47 minuti da quando, molto più baldanzosi, sono partiti da Limone Piemonte.
E' stata una gara molto dura, forse più di quanto ci aspettassimo (su 292 partenti solo 193 all'arrivo). Abbiamo dato fondo a tutte le energie fisiche e mentali, ma alla fine siamo passati sotto l'arco del traguardo, tutti insieme, così come è stato per tutta la durata della gara.
Soddisfatti? Indubbiamente sì, più per aver portato a termine la prova che per la bellezza del tracciato. Ci aspettavamo tutti molto di più, considerando il blasone della gara.
Tirate le somme, eccettuati i passaggi al Fort Central, al Fort Tabourde, al Pas de l'Incise e al Col du Corbeau, tutti nei primi 76 km per arrivare a Breil sur Roya, il resto è un interminabile susseguirsi di strade forestali e sentieri disseminati di pietre ("discese tecniche").
La bellezza del tracciato è tutta racchiusa nel TRAIL DEL MARGUAREIS!
Il tratto da Breil sur Roya a Cap d'Ail, anonimo e noioso, è stato parzialmente nobilitato dal passaggio nel villaggio medievale di Peille, davvero grazioso. Per il resto non abbiamo messo la testa fuori dal bosco, se non per pochi istanti, assaporando una brezzolina ristoratrice e godendo di quell'attimo di sollievo prima di rituffarci nell'opprimente caldo umido del bosco; data la quota molto bassa di questi ultimi 50 km, non potevamo aspettarci null'altro.
Anche i premi per i finisher in una gara di 126 km costata circa 120 euro (1 euro a km) hanno lasciato un sapore amaro: una misera t-shirt di cotone e un cappellino della Montura. E noi che ci eravamo illusi di poter sfoggiare lo splendido gilet con scritto "Finisher Cro-Magnon 2014", che alcuni degli organizzatori indossavano alla partenza, probabilmente destinati ai vincitori della competizione.
I ristori, abbastanza forniti, sono sembrati un po' troppo lontani, in particolare quello di Peille, a cui si giunge dopo un infinito girovagare fra i boschi e continui saliscendi con l'unico scopo evidente di fare dislivello e km, perché di panorami nemmeno l'ombra.

Ma veniamo alla nostra gara.
Siamo partiti con l'intenzione di tenere una media che ci permettesse di arrivare fino in fondo senza massacrarci...o almeno quella era l'intenzione perché è sufficiente dare un'occhiata ai tempi intermedi per capire che non è andata secondo pronostico: 12 ore e poco più per coprire i primi 76 km fino a Breil sur Roya e 13 ore per fare i restanti 50!
Al Rifugio dell'Amicizia, ristoro solido e liquido (sia benedetto il brodo) ci raggiunge Mirko, che corre sulla distanza breve (si fa per dire: 76 km) e il terzetto diventa un quartetto fino a Breil sur Roya, cancello orario per noi e fine gara per Mirko.
Un'ampia tensostruttura ci attende a Breil, dove sono state recapitate le nostre borse con il materiale di ricambio. Puzziamo in maniera indecente, ma dopo 76 km di sudate, le nostre magliette tecniche non ne possono proprio più. Cambiati gli abiti, le scarpe e rifocillati adeguatamente, si riparte. Direzione Sospel al 91 km. Le energie cominciano a scarseggiare, messe a dura prova dal caldo umido, ma arrivati a questo punto si va fino alla fine, a costo di strisciare.
E' così sia, innestato il pilota automatico arriviamo al tanto sospirato villaggio di Peille (incredibile c'è anche la pasta al sugo, che va giù come l'acqua e poi il brodo e poi il formaggio...). La tentazione è quella di chiudere gli occhi e dormire, con le gambe che lanciano segnali sconfortanti. Probabilmente qualche fotografo ci anche sorpresi con gli occhi chiusi nel disperato tentativo di racimolare qualche energia residua.
Ma inesorabili ripartiamo, siamo a 15 km dall'arrivo, 111 già macinati, che sarà mai quell'ultima salita! Una sì, ma solo sulla traccia altimetrica...su e giù, su e giù e ancora su e giù...
Ormai ci siamo, siamo a La Turbie (la latina Turbia). Giusto un attimo per buttare l'occhio allo splendido Trofeo di Augusto, pacificatore delle Alpi Marittime e di nuovo in marcia attraversando Il rilievo a scarpate della costa, caratteristica del bacino idrografico monegasco, fino alla Plage Marquet a Capodaglio o Capo d'Aglio, toponimo originale storico italiano, nella Contea di Nizza e nel regno di Piemonte-Sardegna sino al 1860, prima della sua erezione a comune autonomo, con il nome di "La Turbie-sur-Mer" (Turbia sul Mare), facciata marittima del comune di Turbia, prima di distaccarsene nel 1908 e divenire comune autonomo con il nome di Cap-d'Ail.
Ci salutiamo, provati, ma felici!
Matteo e Gaetano devono recuperare il camper a Limone Piemonte e sperano in un provvidenziale passaggio promesso da una trailer valdostana. Io raggiungo faticosamente l'albergo dove sono alloggiato con la famiglia, svegliando, per fortuna solo mia moglie. Mi butto subito in vasca e poi a dormire fino alle 2 del pomeriggio, in tempo per raggiungere la moglie e i bimbi alla Plage Marquet.
La gara è finita e così come quando sono arrivato venerdì mattina, non c'è nessuna traccia del CRO-MAGNON e del suo recentissimo passaggio.
W Gli Orchi

venerdì 20 giugno 2014

Bici Bdc Susa colle Iseran (Francia) 20 Giugno 2014

Foto Susa Colle dell'Iseran 2014

Dal racconto dell'OrcoPinoR
Trofeo ambito il colle dell'Iseran a quota 2770 slm posto tra le regione francese della Rhone-Alpes e la Maurienne.
Le cittadine che unisce sono :
- da una parte Val D'Isere che insieme Tignes sono il paradiso dello sci.
- dall'altra parte Bonneval sur L'arc, piccolo Borgo della regione francese della Maurienne al fondo dello stupendo altipiano dell'alta Valle dell'Arc a quota 1800 slm, appena dietro la cima della Bessanese in alta Val D'Ala (To).

La classica salita al colle dell'Iseran parte dalla cittadina francese di Lanslevillard  a pochi km da Lanslebourg con la distanza di 32km e 1600D+, ma dagli Orchi Trailers non viene presa in considerazione. Oggi 20 Giugno 2014 si fa caccia grossa e la sottosezione dei Cacciatori di colli ha pianificato :

- Partenza da Susa(To) 500 slm ore 6.00
- Ascesa Colle del Moncenisio 2100 slm 1600D+
- Discesa a LansleVillard 1400 slm (Francia)
- Ascesa al Colle della Maddalena 1750slm 350D+
- Ascesa al Colle dell'Iseran 2770 slm  da Bessan 1300D+
- Rientro a LanseVillard 1400 slm
- Ascesa al Colle del Moncenisio 2100slm 700D+

Per un totale di 140km 3900D+.
L'offerta della cicloturistica ha visto aderire due soli Orchi ;OrcoPinoR e OrcoDavi.
In realtà anche OgreDoctor avrebbe voluto essere della partita ma Sabato mattina 21 Giugno 2014 è al nastro di partenza della Cro-Magnon Extreme Race.
Lette le varie relazioni degli appassionati sul Web a cui vanno sempre i sentiti ringraziamenti per i dettagli sul percorso, non ci resta che decidere la data della caccia a questo Colle vero mostro sacro del ciclismo.
Il "freddo delle pecore" di questa fine primavera sembra terminare Giovedi e Venerdi 20 Giugno 2014 si prevede una giornata fresca e senza nuvole cosi come indicato da S.NimbusMa bisogna dare uno sguardo sempre attento anche a Meteo France.
La scelta di una giornata infrasettimanale fatta per evitare il traffico motorizzato del week-end ai colli.

Materiali al seguito
Dalle previsioni di Meteo France, si prevodono +5 gradi al colle dell'Iseran, quindi d'uopo portarsi da vestire. Da considerare che anche al Colle del Moncenisio alle 8.30 a.m. abbiamo registrato temperature di +7 gradi.

Ascesa al colle del Moncenisio 2100 slm 1600D+
Partiti da Susa(To) alle 6.22 a.m. per l'ascesa al colle del Moncenisio con un vento freddo che sferza la Valle di Susa e le prime rampe prima di Giaglione mi fanno venire i primi dubbi sulla riuscita della nostra impresa.
Non ne parlo con OrcoDavid poichè il seme dell'incertezza se condiviso potrebbe innescare una reazione a catena e farci desistere dal continuare.
Quest'anno questa ascesa è la terza volta che la facciamo ed abbiamo imparato che presa con calma la si può domare senza arrivare troppo affaticati.
E poi al colle ho promesso a OrcoDavid la colazione offerta con caffè francese e torta alla ricotta fatta in casa...forse è questo che ci spinge a proseguire ed a non desistere.
Una sosta a BarCenisio per riempire le borracce ed un dolcino.
Al pianoro di San Nicolao prima delle rampe della diga del Moncenisio, un freddo gelido ci preannuncia che su al colle si batteranno i denti.
Anche con un sole da incorniciare, la temperatura al Colle del Moncenisio è bassa +7 gradi, il caffè caldo e la torta alla ricotta ci rifocillano a dovere mentre un gruppo di motociclisti tedeschi ci osserva, sono le 9.00 a.m. la tabella di marcia al momento è rispettata.


Discesa a LansleVillard 1400 slm (Francia)
I cinque chilometri che ci separano dal colle ufficiale li percorriamo con vento freddo a sfavore e ci auguriamo che la discesa in Francia possa regalarci un po di calore.
Ottima la discesa; strada con asfalto ben tenuto, i tornanti sono enormi, il parco della Vanoise a farci da panorama.
La Valle dell'Arc in tutta la sua bellezza ed a destra in lontananza già si vede l'abitato di Bessan.
Ecco a quota 1500, il bivio per il colle dell'Iseran e la cittadina francese di LanseVillard limitrofa a Lanslebourg.
Si scende ancora un centinaio di metri fino a quota 1400 slm, sono circa le 9.45 una sosta per toglierci le mantellina e le giacche e ripartiamo verso il colle della Maddalena.

Ascesa al Colle della Maddalena 1745 slm 350D+ ed Altopiano della Valle Dell'Arc
Prima di arrivare all'altopiano nell'alta Valle dell'Arc, occorre scalare questo piccolo colletto  con pendenza che variano dal 8% al 10%  e ci preparano l'antipasto per la salita all'Iseran.
Sono rimasto meravigliato dal bellissimo altopiano tutto a quota 1800 slm che apre con la cittadina di Bessan e chiude con il piccolo borgo di Bonneval sull'Arc.
Qui siamo nel paradiso dello sci da fondo e del biathlon ma arrivarci per noi italiani è lunga, il colle del Moncenisio d'inverno è chiuso e il tunnel del Frejus un vero salasso.
Quello che ho notato è la scarsa antropizzazione dell'altopiano, ma credo qui l'inverno deve essere durissimo. Vallate fredde e la dicono lunga le nevi perenni che si possono osservare da questo versante.
Il tratto pedalabile con il rapporto 50 sull'altipiano permette alle nostre gambe di riposare per prepararsi all'attacco della cima che inizia a Bonneval sull'Arc sono le ore 11.00.

Ascesa al colle dell'Iseran 2770 slm, 1000D+ da Bonneval sull'Arc.
Ci sentiamo quasi di avere il trofeo a portata di mano, cosa vuoi che siano 1000D+ e 14km...come salire al colle del Lys da Almese(to) la nostra classica di allenamento.
Fiduciosi facciamo il carico di acqua alla fontana di Bonneval sull'Arc e ripartiamo.
Subito le percentuali di pendenza ci avvertono che per salire al colle occorre cuore, ritmo, orgoglio e volontà ... ma agli Orchi non manca nulla.
Pianifichiamo la salita decidendo che a -8 km dalla cima ci fermeremo per ingurgitare un gel, mentre i miei battiti cardiaci inesorabilmente con la quota s'impennano e segnano tra i 155 e 160 bpm.
Di più al cuore non voglio chiedere poichè il ritorno sarà ancora più duro.
Gruppi di motociclisti di ogni nazionalità salgono e scendono dal colle, poche le autovetture.
A -6 km dalla cima del colle. mentre un mezzo motorizzato tipo Van scende, vengo colpito da una palla di neve sul petto, sono esterrefatto non capisco subito cosa possa essere successo e queste le mie considerazioni:
A.Il Van che passava aveva accumulato neve nelle notte (ma non ha nevicato ieri sera!!) e questa staccandosi mi è finita addosso. Analisi piuttosto fantasiosa.
B.Il bontempone ha raccolto della neve sù al colle e si diverte a colpire i ciclisti che salgono. Ipotesi verosimile ahimè. Se la palla di neve mi avrebbe colpito in faccia non so cosa sarebbe potuto accadere. I bordi della strada, che sale al colle, non hanno nessuna protezione.
Dopo questa traversia, procediamo con OrcoDavid verso l'agognata cima. Adesso stiamo attraversando un piccolo Orrido ed un tunnel di 50 metri (l'unico su tutto il percorso) che ci immette al vallone finale che porta al colle.
A -3 km si possono già osservare gli impianti di risalita della stazione sciistica estiva antistante il colle dell'Iseran.
Attenzione agli ultimi chilometri, pendenze anche al 12% ma al fine il colle è nostro sono le ore 12.40.
Gelido, sferzato da un vento da nord che non lascia tregua, ci prendiamo il tempo di cambiarci ed ammirare questo nastro d'asfalto, uno dei più alti d'Europa.
A mio parere uno dei colli stradali più panoramici insieme al passo dello Stelvio  ed al colle del Nivolet.
Qui al colle è presente una piccola chiesetta ed un rifugetto turistico pieno di ninnoli prodotti nel lontano Kathai.
La foto di rito la facciamo al cippo indicante il colle e per ritrarci occorre fare un po di coda in attesa che un gruppo di ciclisti Belgi ed un nutrito gruppo di motociclisti olandesi termini lo spazio sulle loro schede di memoria delle loro macchine fotografiche digitali.


Rientro a Lanslevillard 1400 slm
La discesa dal colle dell'Iseran con i freni tirati per via del vento ma nonostante ciò riusciamo a toccare i 70km/h.
Non abbiamo mangiato nulla al colle e ci rifacciamo consumando in bici i panini preparati a casa, ci fermeremo a LansleVillard per una buona birra prima di affrontare la salita al colle del Moncenisio.


Ascesa al Colle del Moncenisio 2100 slm 700D+
Ohi Ohi ancora 10km e 700D+ ma la birra a Lanslevillard ci ha ritemprato a dovere.
La temperatura grazie alla giornata ventilata è accettabile, il vento ci rinfresca e le pendenze tra il 7% e l'8% da fare con assoluta calma.
Ognuno di noi sale con il suo ritmo e mi fermo per prendere ancora una foto ai cippi che indica la distanza al colle del Moncenisio.
All'ultimo chilometro prima del colle mi coglie imprevista una crisi di fame...da divorare qualsiasi cosa.
Non basta il triangolino di Panforte di Siena che mi sono portato come riserva, superato il colle mi fermo alla panetteria antistante la chiesa/museo Piramide del colle del Moncenisio, per acquistare per 60 centesimi di euro una mezza baguette.
All'uscita della panetteria dimentico di avere le scarpe da bdc e scendendo gli scalini del negozio, scivolo e rischio di rompermi l'osso del collo.
In attesa che arrivi OrcoDavid divoro la baguette. Brutta la fame.
Poi giù a Susa a rotto di collo dove arriviamo alle 16.30 dopo 10 ore di una cicloturistica da sogno giusto in tempo per vedere la partita dei Mondiali in Brasile 2014 Italia-Costarica.

Dal racconto dell'OrcoDavid
Just a perfect day
problem all left alone (Lou Reed)

Solo le parole del grande Lou Reed possono aggiungere qualcosa a quanto già detto da OrcoPinoR.
Un giorno perfetto, a poche ore dal solstizio d'estate, tra montagne ancora cariche di bianco e prati tempestati di fioriture.
Un giorno perfetto, dopo il ritorno del freddo, con cielo dipinto ma senza il caldo opprimente.
Un giorno perfetto, si dovrebbe lavorare ma vecchie ferie accumulate “purtroppo” devono essere smaltite entro breve.
Un giorno perfetto anche nelle cose non dette...le raffiche di vento per salire al moncenisio preoccupavano anche me.
Un giorno perfetto,le gambe girano, si azzeccano anche le pause per rifocillarsi e fornire la giusta benzina alla macchina. E poi c'è la torta di Pino, una vera chicca.
Un giorno perfetto, la bici del Pino a un certo punto sembra abbia il cambio bloccato, ma capisce che oggi non deve interferire e va a posto in un attimo.
Un giorno perfetto, che non dovrebbe finire mai.. ma solo perchè l'ultimo tratto è una discesa strepitosa!
Insomma un giorno perfetto, anche e soprattutto per la compagnia perchè il buon OrcoPinoR, carico come al solito di entusiasmo contagioso mi ha praticamente portato alla fine dell'ultima salita.
Alla prossima conquista! W Gli Orchi!!

martedì 17 giugno 2014

Licony Trail Morgex(Ao) 14 Giugno 2014

Foto Licony Trail 2014
Classifica Licony Trail 2014
Sito Licony Trail

Dal racconto dell'OgreExtreme
14 giugno 2014: Licony Trail, ma anche il compleanno di Edoardo (LittleOgre ndr): 15 anni e quale regalo più bello se non quello di scoprire che per questa gara la partecipazione è aperta a partire proprio da chi è nato nel 1999. Ma la sorpresa non è finita: solo per quelli nati prima del 14 giugno.
Per me questa volta il tutto ha un sapore particolare sicuramente di grande coinvolgimento emozionale. Edoardo partirà al mio fianco per il suo primo vero trail (anche se in realtà ha già partecipato alla Liddes- Verbier del  2012 e 2013)
Ma se per quest’ultima in realtà non vi era classifica ma solo elenco dei finisher, qui  la musica è tutt’altra. Specialmente su queste distanze la competizione si fa sentire e che si voglia o meno questo spirito coinvolge un po’ tutti, noi compresi.
Bisognerà sapersi gestire sui 1600 metri di salita cercando il proprio ritmo e le giuste sensazioni lasciando scorrere al di fuori l’irrazionale stato emotivo di competitività che alle volte prende il sopravvento su qualunque corridore con un numero puntato sul petto.
Edoardo lo conosco e lui si conosce per cui so che anche se giovane ha già una maturità tale da permettergli di  andare in perfetta autonomia sui 25 km di questo splendido e non facile percorso.
 Al momento della partenza i nostri sguardi si incrociano per un’ultima volta e poi ognuno per la propria strada con i propri pensieri e le proprie emozioni.
Più volte ho provato in quelle 3 ore di gara ad immaginare quali potessero essere le sue emozioni, ma forse è meglio sentirle direttamente da lui.
Allora Edo cosa mi racconti, come è andata?
Le prime impressioni seduti su una panchina all’ombra della chiesa di Morgex sono state: ”che gran caldo nell’ultima ora, in salita tutto bene ma la discesa! A Planaval è finita la mia gara. Peccato Anche in discesa non riuscivo più a fare velocità.”
E alla fine? Sei contento?
“Si ma devo migliorare sui tratti in piano, comunque è stato bello capire e gestire i propri limiti da solo”
Lo vedo che si sente realizzato, le gambe sono sporche come quelli di un vero trailer e raccontano la sua gara. Compiaciuto passa in mezzo alla folla presente lungo le transenne, raggiunge una delle tante fontane del paese e come tanti altri veri trailers si immerge sino alle ginocchia.

Forse più di tutto il resto è stato questo il succo del suo primo vero trail.
Durante il  pranzo si discute ancora sulla gara appena terminata ma la sua mente è già in volo verso le prossime gare; la Liddes -Verbier del 13 luglio, ma a fine giugno si ricorda del Granta Parei tor.
 E allora “papà quando mi iscrivi?
Arrivederci a Rhemes.

Tour della Val Messa (To) 16 Giugno 2014

Foto Tour della Val Messa

Dal racconto dell'OrcoLuca
Bisogna dare una buona motivazione. Un' ottima motivazione per giustificare la fatica che si fa.
Va bene l'amore per la montagna, la natura ecc. Però quando ci spingiamo a camminare, correre, arrancare sudando su salite tremende, ci deve essere qualcosa di più...
La sto ancora cercando, forse ci sono vicino a scoprire cos'è, a volte ho lì pronta la spiegazione, ma all'ultimo sfugge e non la si riesce a trasformare in parole, frasi compiute, quasi mai riesco a "rendere l'idea" di quel che si prova...
Anche se, quasi sicuramente, chi corre/cammina/arrampica in montagna sa benissimo di cosa parlo...
Nello specifico il giro che ho compiuto è nato in primis seguendo la morfologia del territorio, del grande vallone in cui scorre il torrente Messa che  nasce dal Civrari e si tuffa nella Dora pochi Km dopo Almese; l'idea era di salire un versante fino alla Punta della Croce, e ridiscendere dal versante opposto.
Mi sono poi scelto alcuni "passaggi obbligati", come la vetta del Rognoso, il sentiero degli Alpini, Mompellato (per prendere il pane in quel meraviglioso panificio...), la discesa da Roccasella sul sentiero "blu" che porta a Villardora e tutto dove possibile percorrere quei sentieri meno frequentati che andrebbero un po' riscoperti... e ripuliti, visto che "lasciano il segno sulla pelle".
In breve l'itinerario:
Attivo il GPS esattamente a metà del ponte sul Messa vicino alla piazza di Almese. (sarà un'idea un po' banale, ma attraverserò il messa solo una volta, all'arrivo ad Almese sullo stesso ponte...)
Seguo la sinistra idrografica, e salgo inizialmente alla borgata Gambabosco per poi prendere il sentiero di goia del Pis. Da qui poi, un bel traverso sulla ripida riva del torrente mi porta poco oltre la borgata Magnetto sulla via per Rubiana, dove salirò il sentiero delle guardie e poi la sterrata di Madonna della Bassa fino al colletto dove inizia il nuovo Sentiero degli Alpini. Percorso questo magnifico balcone fino alla frazione Acquarossa di Rubiana, si fanno poche decine di metri di asfalto in salita e dalla borgata Bertolo parte una altro bel sentiero per Mompellato.
Qui faccio la prima pausa, approfitto del forno e compro pane e focaccia.
Riparto dopo il rifornimento, e scendo un pezzo sulla strada del colle del Lys fino alla fontana, dove carico acqua e imbocco la sterrata per la frazione Suppo. Poco prima delle case un sentiero non facile da individuare (bacheca all'attacco, ma tracce di animali ti portano a ravanare, mentre bisogna salire il prato fino a trovare i segni rossi sugli alberi...) porta abbastanza rapidamente al colle della Frei, situato fra Rognoso e monte Pelà (per interdeci quello dello skilift del colle del Lys).

Qui, poco sopra un alpeggio vi è un lastricato che si dirige verso il Rognoso. Percorsi pochi metri si individua una tacca rossa su betulla. E' un sentiero poco frequentato che va ad una piccolissima falesia attrezzata sul versante sud del Rognoso (al di sopra dei ben più famosi torrioni). Qui il sentiero finisce... ed inizia un'avventurosa salita seguendo dapprima un canale erboso ripidissimo, poi una pietraia anch'essa con pendenze notevoli, dove senza grosse difficoltà si usano tutti e 4 gli arti per arrivare alla vetta.
E il tratto che sicuro da più valore a tutto il giro è la cresta del Civrari: Dapprima tracce di sentiero ancora abbastanza visibili salendo dal colletto, poi una volta in quota si procede "a vista" a volte sul filo della cresta, a volte un po' di qua e un po' di là... con cautela... magnifico!
Dopo un meritato super-panino in vetta inizio la discesa accompagnato dalle nebbie che hanno iniziato a salire dalla Valsusa. La carenza d'acqua mi obbligherà a passare da fontana Barale, da dove riprenderò a salire fino a Roccasella.
Non so bene cosa ho combinato a questo punto, ma sicuro ho sbagliato qualcosa... sono dapprima sceso, poi risalito... e infine ho trovato il sentiero che circa un mese fa avevo salito da Villardora... Ormai pochi chilometri arrivo finalmente alla piazza di Almese, dove chiudo il giro percorrendo la metà mancante del ponte sul messa... 8 ore e 15' il tempo totale. 36Km e 2700m D+
Che dire... incredibile che così vicino a casa (partendo da casa...) si possa fare un giro così vario e articolato...
 Ecco, il bello sta nel vedere così tanti ambienti diversi in un unico viaggio... Dal paese di fondovalle al selvaggio ambiente di alta montagna del Civrari, dalla pista forestale, all'arrampicata sui roccioni del Rognoso, la pineta del sentiero delle guardie, e gli enormi faggi sopra borgata Suppo... e un po' di rovi e ortiche qua e là dove non passa quasi nessuno...
E ho incontrato: un capriolo che "abbaiava" in continuazione, un altro capriolo, un orbettino, la panettiera (in panetteria), 2 arrampicatori diretti alla falesia di Mompellato, un branco di una decina di camosci, il collega Gabriele che ha salito il Civrari da Celle e mi ha accompagnato in discesa, una coppia con bambino a Roccasella e un grosso rapace che poteva anche essere un'aquila. Gita a bilancio definitivo tendente al solitario /selvatico / animale... mi piace!


sabato 14 giugno 2014

Bike Trail Aquila di Giaveno (To) 14 Giugno 2014

Foto Bike Trail Aquila di Giaveno

Dal racconto dell'OrcoPinoR


In attesa del Cro-Magnon Extreme Race e come ultimo allenamento la mente diabolica dell'Ogredoctor colpisce ancora.
Dal meteo pare buona la finestra di sabato mattina 14 Giugno 2014 cosicchè prima che arrivi il "freddo delle pecore"  il nostro negromante del Trail ci propone un Duathlon Bike&Trail  in Val Sangone, per un totale di 70km e 2000D+




Prima sessione in bici partenza da Rivoli ore 6.30 ed arrivo all'Alpe Colombino nel comune di Giaveno(To) 1250slm dopo 30km 1100D+
Il ritrovo prestissimo alle 6.30 a.m. in piazza Cavallero con OrcoCamola, OgreDoctor, OrcoEle, OrcoVic, OrcoMauro mentre OrcoRoccia ha anticipato la partenza ed è già sul percorso.
Mattinata con un cielo terso la salita all'Alpe Colombino procedendo da VillarBasse, Reano, Rosta, Giaveno e a seguire le frazioni Ponte Pietra, la Maddalena, Pra-Fieul.
La parte più dura della sessione dalla frazione della Maddalena con punte al 15%, dei veri muri.
Il difficile è stato proprio arrivare in cima con i muscoli ancora buoni per salire a piedi alla Punta dell'Aquila.

Seconda sessione Trail dall'Alpe Colombino alla punta dell'Aquila di Giaveno 2120slm e ritorno con 10km e 900D+
Arrivati all'Alpe Colombino il gestore della Pizzeria, previ accordi, ci ha dato a disposizione un locale dove parcheggiare le bici.
All'Alpe troviamo L'OrcoRoccia che accoglie il nostro arrivo con la macchina fotografica ed alla spicciolata man man che arriviamo ci cambiamo e attacchiamo la salita alla monte.
Sempre bella la salita all'Aquila di Giaveno ed ancora più panoramica da quando sono stati rimosse le brutte strutture di ferro che fino al 1994 portavano in cima gli sciatori con seggiovia e  skilift.
Ci ricompattiamo tutti in cima al monte Aquila a 2120slm e poi giù a capofitto per andare a concludere l'ultima sessione in bici.

Terza sessione in bici partenza dall'Alpe Colombino nel comune di Giaveno(To) e rientro a Rivoli dopo 30km.
Riprese le bici nel locale messoci a disposizione ritorniamo a casa dopo una discesa mozzafiato verso Giaveno.
Rientriamo a rivoli alle 12,30 dopo di 6 ore di Bike&Trail.

Non ci resta che augurare ai nostri Orchi;OgreDoctor, OrcoMegaflex, OrcoTartaro, OrcoLivio,OrcoRaffa e OrcoSteu che saranno presenti alla Cro-Magnon Extreme Race di incontrare lungo il percorso l'uomo di Neanderthal (più simile agli Orchi) e che li possa condurre da Limone Piemonte(CN) e nella lunga notte che li aspetta fino all'agognato mare francese di Cap D'Ail.

Un in bocca al lupo anche a OrcoPinoCar, OrcoMami e OrcoMirko partecipanti al Trail del Marguareis.

mercoledì 11 giugno 2014

Bici Bdc Aosta colle del Gran S.Bernardo (Ao) 11 Giugno 2014

Foto Bici Bdc Aosta Colle Gran S.Bernardo

Dal racconto dell'OrcoPinoR
La sveglia alle 4.30 a.m. come si addice ai veri cacciatori di colli.
L'attesa per poter ambire a questo trofeo è stata lunga ed il periodo per poter salire al famosissimo Colle del Gran San Bernardo 2473 slm è breve.
In pratica i mesi a disposizione sono Giugno, Luglio, Agosto,  ma occorre tener conto delle condizione climatiche del colle assai bizzose per cui i giorni a disposizioni si riducono drasticamente.
A dire il vero la pianificazione oggi 11 Giugno 2014 , prevedeva il tour in Bdc; Oulx, Colle della scala, Nevache, Briancon, Colle dell'Izoard, Colle del Monginevro, Cesana, Oulx.
Ma un po' per il rischio di temporali pomeridiani un po' per la scarsa preparazione decidiamo per l'ascesa in bici da strada al Colle del Gran S.Bernardo.

Un'unica strada porta al colle del Gran S.Bernardo, la statale nr.27.
Dalla mia  esperienza personale, la statale nr.27 che va al colle è percorsa da mezzi pesanti ed un copioso traffico di autoveicoli. Sopratutto nei fine settimana la ss27 viene utilizzata per imboccare il traforo T2 del Gran S.Bernardo che collega l'Italia alla  regione del Vallese Svizzero.
Il ritrovo e partenza con OgreDoctor e OrcoDavid alle 5.30 a.m. da Alpignano(To) con una macchina contenente tre bici e tre Orchi.
Evitiamo quindi il traffico pesante con l'alzataccia e la scelta di un mercoledì lavorativo per essere in sella ad Aosta alle 7.30 a.m.
Troviamo un parcheggio antistante l'Ospedale Regionale di Aosta, proprio dove inizia il Viale Gran San Bernardo. Ad Aosta siamo a quota 580 slm ed i 35km e 1900D+ ci porteranno a quota 2473 slm del Colle del Gran San Bernardo.
Il traffico cittadino settimanale ad Aosta sembra impazzito, la rotonda antistante l'Ospedale una giostra infernale ed occorre in bici prestare la massima attenzione.
Ma appena inizia il Viale Gran S.Bernardo il traffico scema, e con una bella salita al 7% usciamo lentamente fuori dal caos cittadino. Alla nostra sinistra ci fanno compagnia, la vista, del monte Emilius e della Becca di Nona, teatro della gara Aosta - Becca di Nona che ha visto negli anni la partecipazione di tanti Orchi.
Dopo pochi  chilometri ecco la strada statale nr.27 che ci porterà su in cima, il traffico veicolare e mezzi pesanti scarso e la giornata con un cielo ed un sole da incorniciare.
Adesso ci fa da panorama la Valpelline e la bastionata del Gran Combin. Ma non è qui che ci porta la statale, questa gira a destra per portarci nella valle del Gran San Bernardo attraversando il paesino caratteristico di Etroubles dove ci fermiamo in centro paese a riempire le borracce.
Da Etroubles, in quattro chilometri, ci spostiamo all'ultimo paesino prima del colle, St.Rhemy-en-Bosses. Splendido paesino montano che è anche una delle tappe dell'ormai conosciutissimo TOR DE GEANTS. Una gara di corsa da 330km e 24000D+ che partendo da Courmayeur in senso antiorario percorre tutta la Valle D'aosta utilizzando in sequenza i sentieri dell'Alta Via nr.2 e nr.1.
Nel 2012 St.Rhemy-en-Bosses è stato il punto di arrivo della gara causa il maltempo e l'impercorribilità del colle di Malatrà che mette in comunicazione la Val Ferret.
Due Orchi OrcoRaffa  e OrcoSteu avevano chiuso qui a St.Rhemy-en-Bosses la gara TOR DE GEANTS 2012

Dal paesino di ST-Rhemy-en-Bosses 1600 slm conviene fare l'ultimo rifornimento idrico, seguono dal paese circa 14km e 900D+ e sono a mio parere i chilometri paesaggisticamente più belli.
Le pendenze mai eccessive, qualche strappo al 9%-10% ma niente di impossibile.
Si alternano dapprima le folte e ricche pinete, poi ai 2000 slm il deserto d'alta quota con bastionate, picchi e le cime ancora innevate dalle abbondanti nevicate di quest'inverno.
Il manto stradale perfetto essendo la strada rimessa in sicurezza tra il 2008 ed il 2009.
A quota 2300 slm procediamo affiancati da muri di neve ed immagino qui al colle il passaggio del giro d'Italia del 1973 e il Tour de France del 2009.

Eccoci arrivati in cima al Pian di Giovo, il nome derivante dall'antico tempio qui dedicato a Giove Pennino.
Fa bella mostra di se il laghetto del Gran S.Bernardo ancora ghiacciato.
Per arrivare al colle occorre passare la frontiera Italo-svizzera presidiata. Nessuno ci intima il classico ALT e proseguiamo verso l'agognato colle.
L'Ospizio degli Agostiniani, aperto tutto l'anno, in questo periodo è in restaurazione, imbracato da teli ma comunque ben visibile in tutta la sua mole.
Una sosta al bar svizzero appena dietro il colle per due birre piccole ed un caffè, il tutto strapagato dieci euro.
Mentre ci prepariamo per il ritorno, una fuggevole vista di due cani S.Bernardo. I molossoidi allevati qui al colle che fungevano da deterrenti per i male intenzionati e d'aiuto per i pellegrini.
La sosta  per rifocillarci la facciamo in Italia appena sotto il colle in una baita-bar, con il classico tagliere Valdostano di salumi e formaggi ed un sole da ustioni gravi.


martedì 10 giugno 2014

DXT Dolomite Extreme Trail Val di Zoldo (BL) 7 Giugno 2014

Foto Dolomite Extreme Trail 2014
Classifica Dolomite Extrene Trail 2014
Sito Dolomite Extreme Trail

Dal racconto dell'OgreDoctor
Bellissima gara all'ombra della Civetta, Moiazza e Pelmo. Un trail in alta montagna, con un percorso ad anello in Val di Zoldo, nel cuore delle Dolomiti Unesco, di 53 km con 3800 metri di dislivello positivo e 3710 di dislivello negativo. Ambiente, accoglienza, organizzazione e meteo strepitoso hanno creato un mix eccezionale per una delle gare più belle del panorama nazionale.
Il premio per i finisher era un paio di scarpe della Haglofs-GramGravel (con suola Asics). In realtà per avere le scarpe era sufficiente arrivare al cancello di Passo Staulanza al 37 km (punto di controllo elettronico). All'OrcoMazzinga questo piccolo particolare era sfuggito e così, da buon genovese, pur di intascare il ricco premio ha portato a termine tutto il percorso!

La lunghezza del tracciato e il dislivello non hanno convinto più di un runner. Il percorso, causa neve, era quello alternativo dichiarato al breefing di Km. 52,700 e 3.690 m D+  e 3605 m D-. Il Garmin, forse ingannato dai numerosi sali scendi sul percorso, ha alla fine segnato 56 km e 3300 metri D+ e 3200 D- circa. Misteri dei gps!
Siamo 500 atleti o "presunti tali" alla partenza. All'arrivo saremo solo 370 (non si sa se ritirati o fermati ai cancelli) a testimonianza della durezza del tracciato.
Alle 5.30 del mattino si da inizio alle danze e, con un breve tratto di asfalto, usciamo dall'abitato di Forno di Zoldo in direzione del Passo Duran (1605 slm) situato a circa 14 km dalla partenza, dove ci attende il primo ristoro liquido e solido.
I ristori saranno per tutta la gara fornitissimi e completi. Come mia consuetudine, mi fermo a bere solo un po' di coca cola e riparto alla volta del Bivacco Grisetti (2050 slm). Un bel muro ci attende prima di arrivare al bivacco, appena affiorato dalla neve, che quest'anno è caduta in abbondanza su queste vette, come, a detta degli abitanti del luogo, non se ne vedeva da anni.
In salita le gambe non girano come mi piacerebbe (quest'anno va così, pazienza); più che salire mi sembra di arrancare. Questa volta ho portato i bastoncini che si sono rivelati un vero aiuto sia in salita che in discesa.
Impressionante il lavoro degli organizzatori che hanno interamente tracciato e gradonato nei punti più difficili il percorso sulla neve. Corriamo adesso sotto la parete del maestoso Monte Civetta; non raggiungeremo i 2450 previsti nel giro originale (non mi sono, a dire il vero, mancati) causa neve. Piccolo passaggio attrezzato con corde fisse (niente di estremo) per arrivare al Rifugio Coldai. Si sale a Malga Pioda dove ci attende un altro ristoro (29 km) e il cancello orario delle 13.30.
Le Brooks Cascadia 9 sul bagnato si sono rivelate un vero disastro. Non c'era verso di stare in piedi e ogni appoggio sulla neve, anche molle, si è rivelato un'autentica avventura. Idem sul fango. Alla fine, piuttosto che cadere rovinosamente, sui pendi più pronunciati, ho optato per un appoggio più solido: il "fondo schiena" e vai di scivolata sperando di non incontrare qualche sasso o radice...
Saliamo al Col dei Baldi, poi Fertazza scendendo verso Casera Fontanafredda, segue salita verso Monte Crot e ridiscesa al Passo Staulanza. Siamo al 37 km, dove è posto il secondo cancello orario delle 16.00.
Si riparte verso Rifugio Venezia con una stupenda corsa sotto il Monte Pelmo per arrivare al Passo Tamai (ristoro) al 45 km.

Le gambe sono ormai cotte a puntino, ma bisogna stringere i denti, manca l'ultima salita al Monte PUNTA (1952 sml), un autentico muro, posto dagli organizzatori con gusto sadico, ma ormai siamo abituati, alla fine della gara.
In cima siamo ripagati della fatica dalla stupenda vista di tutta la valle; un 360° su tutto il percorso e le montagne che abbiamo attraversato. Si scende finalmente su sentiero/mulattiera militare fino al paesi di Casal, di Bragarezza e infine si corre l'ultimo tratto su asfalto (1,5 km circa) verso l'arrivo a Pieve dove mi attende l'abbraccio dei figli e della moglie che pazienti mi hanno aspettato all'arrivo.
La discesa finale dopo il monte Punta mi è sembrata eterna! Devo ricordarmi per la prossima gara di non chiedere alle persone sul tracciato quanto manca alla fine: il risultato è sempre sconfortante.
Partenza e arrivo in questa gara non coincidono, si parte da Forno di Zoldo e si arriva in una frazione poco più in alto, a Pieve, ma il collegamento è assicurato da un efficientissimo sistema di navette, che per tutta la durata della manifestazione hanno scarrozzato su è giù atleti e accompagnatori.
Ne approfitto immediatamente per andare in albergo e farmi una doccia calda, indossare un paio di bermuda e la mia immancabile T-Shirt NorthFace rimediata alla TDS (ci sono 30° e un sole magnifico) e ritorno su a Pieve per attendere l'arrivo degli ultimi concorrenti.

Saluto Mauro e Roberto, fortissimo trailer che ho avuto modo di conoscere al Rensen e che anche in questa gara ha fatto una performance notevole (61° assoluto in 8:29 minuti). Chissà magari un prossimo Orco!
Mi tratterrò ancora un giorno in questa splendida valle. Alla sera, decido di non seguire il consiglio di mangiare all'Insonnia, vera e propria attrazione culinaria della valle che scopro essere conosciutissima in tutta l'Italia e molto ben frequentata, optando per un pasto più frugale e per un meritato riposo ristoratore.
Ho alloggiato al B&B ai Lali, che ci ha riservato un trattamento degno di un hotel a 4 stelle. Appartamento pulito e confortevole ed una colazione luculliana (a disposizione dalle 4.00 del mattino per gli atleti!!) per soli 28 euro a persona. Non posso che consigliarlo a quanti vorranno ripetere questa esperienza. La gara, l'atmosfera, i paesaggi e l'organizzazione sono valsi la trasferta.
W gli Orchi, viva la Montagna in tutte le sue espressioni.