venerdì 10 maggio 2019
Pallavolo con la comunità Arcobaleno alla casa circondariale Lorusso e Cutugno(To) 10 Maggio 2019
Visita del 2018
Dal racconto dell'OrcoBee
Torna maggio e torna la vera grande prova Orca dell'anno, cimentarsi nientemeno che con la pallavolo nella cornice inusuale di una casa circondariale, un carcere in parole povere.
Tra le due situazioni ovviamente quella che farà più effetto sarà vedere gli Orchi alle prese con battute, muri, bagher alzate e schiacciate.
Su invito dei volontari che già propongono varie attività ludico sportive all'interno del carcere ci troviamo venerdì 10 maggio all'entrata del “Lorusso e Cotugno” di Torino, più conosciuto come carcere delle Vallette dal nome del quartiere che lo ospita. Con noi ci sono anche giocatori e giocatrici provenienti da Rivoli e da San Mauro, decisamente più attrezzati di capacità pallavolistica.
Ovvie questioni di sicurezza impongono procedure per entrare piuttosto lunghe. Passati i vari controlli si entra all'interno del cortile del carcere vero e proprio.
Chi vi scrive era già stato l'anno scorso e quindi l'impatto è stato meno forte ma devo dire che il passaggio da “fuori” a “dentro” suscita comunque un misto di sentimenti che non è facile esprimere a parole. Prevale un senso generale di straniamento e tristezza, l'istinto di tornare subito indietro fa capolino più volte nella mia mente.
Passiamo un ultimo controllo (il terzo...) e ci dirigiamo verso gli spogliatoi. Dopo esserci cambiati percorriamo tutto il braccio che ospita le persone che incontreremo per poi affacciarsi su uno spiazzo che dove c'è il campo da pallavolo, in cemento e contornato da alti muri. I ragazzi e le ragazze (si tratta per lo più di persone giovani) sono già presenti e ci aspettano. I volontari, che li conoscono meglio, sanno che questo è un momento atteso; l'incontro con altre persone, che vengono da fuori è apprezzato così come la possibilità di passare insieme un pomeriggio diverso dal solito, in allegria e spensieratezza.
Rompere il ghiaccio non è comunque facile, mentre fervono i preparativi per la composizione delle squadre e l'organizzazione del torneo qualcuno si avvicina ricordando di averci visto già lo scorso anno, e come al solito l'augurio, condiviso, è di non vedersi più il prossimo, almeno in questo luogo.
Riusciamo a fare 6 squadre di cui una femminile con alcune ragazze del carcere. Noi siamo quattro orchi; oltre a chi scrive sono presenti OrcoCiccillo, OrcoPablito e OrcoCamola, nostro tramite con i volontari. Arruoliamo un paio di povere vittime sacrificali che faranno crescere il tasso tecnico della compagine.
Partiamo subito sfidando una forte squadra interna ed andiamo in pochi minuti sotto di parecchi punti. Poi però riusciamo a riprenderci un po' e recuperiamo terreno. Usciamo sconfitti dalla prima sfida ma salviamo la faccia.
Il clima adesso si è fatto più disteso. Tra chi assiste a bordo campo può capitare di fare un po' di comversazione.
Il tempo passa in fretta tra una partita e l'altra. Gli amici di San Mauro fanno valere la loro tecnica ed il loro affiatamento e finiranno per vincere questa edizione 2019 del torneo, proprio contro la squadra che ci aveva battuto all'esordio.
Prima della finale c'è stato spazio per un ulteriorie momento di socializzazione grazie alla generosa offerta di una merenda preparata dai ragazzi stessi nelle cucine di questa parte di carcere dove le persone, pur private della libertà, godono di un regime piuttosto favorevole ed hanno l'opportunità di impiegare almeno una parte del lungo tempo di una giornata in attività varie, che comprendono anche la preparazione dei pasti, la cura delle parti comuni ecc.
Si fanno presto le 18, è tempo di uscire (gli orari in carcere sono scanditi rigorosamente). Ci salutiamo e ci ringraziamo a vicenda per il bel pomeriggio trascorso.
Anche l'uscita è carica di interrogativi ed affollata di pensieri e sentimenti che hanno a che fare con un luogo che tendiamo quasi a non considerare reale. Ma è un luogo che esiste, ed in tutta la sua semplice brutalità ha il potere di far emergere l'umanità e di provare empatia con persone anche molto differenti da noi. Questo, almeno per me è l'insegnamento di questa mezza giornata di vita, tra le spesse mura e le possenti cancellate di un carcere, in Europa, nel 2019.
W il volley in carcere, w gliOrchi!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Grazie OrcoBee, hai espresso molto bene sia il racconto dell'"avventura" della vostra partecipazione alla manifestazioni di volley alle Vallette che i sentimenti vissuti. Al di là del risultato contava prendete coscienza di una realtà carceraria diversa. Vi siete ben comportati. Al prossimo anno
RispondiEliminaLeo