Dal racconto dell'OgreDoctor
Da un progetto infranto ad un progetto realizzato in soli due giorni. La differenza: gli assi che permettono un galleggiamento ottimale anche sulla neve marcia.
Dopo il tentativo di salita di tre estati orsono, con mio cognato Fabio, rimasto incompiuto, per mancanza di attrezzatura, sul traverso prima della cima, avevamo concepito una salita scialpinistica da fare in primavera inoltrata. Il canale di accesso alla vetta necessita, infatti, di neve assestata altrimenti sono guai seri.
Gita per amatori, considerato il portage iniziale, ribattezzato “sopportage”, il piattone da digerire nei pressi delle Grange di Valfredda, in salita e poi, soprattutto in discesa e lo spostamento notevole.
Alla fine saranno circa 21 i km percorsi per 1500 metri di dislivello di cui 1000, nella parte finale della gita.
Siamo soli in tutto il lunghissimo vallone. Non avevamo dubbi visto il giorno feriale e l’impegno della gita.
Ne è valsa la pena? Assolutamente sì. Siamo stati ripagati da un ambiente superlativo e da una giornata da spettacolo e da una sciata giù dal canale fino alle Grange da 5 stelle.
La montagna regala sempre delle belle sorprese a coloro che riescono a vincere la fatica di alzarsi alle 5 del mattino e bussare alle porte del paradiso, quando ancora ci sono solo camosci e marmotte, che si risvegliano dal lungo letargo invernale.
Non voglio tediarvi ulteriormente. Vi lascio alle foto che parlano da sole, raccontando la soddisfazione di chi c’è stato.
Vado a dormire distrutto, ma pago della giornata con ancora negli occhi le curve pennellate all’unisono dietro mio cognato Fabio; un’unica interminabile scia da godersi fino alla fine!
W Gli Orchi
W la montagna
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