Edizione 2007 Raid giro del Monviso
Dal racconto dell'OrcoBee
E' la fine di agosto, anche sul nord Italia continua a splendere il sole ed allora con OrcoMagoo e Orco730 decidiamo, alla spicciolata, di sfruttare due giorni per vagare per monti e passare almeno una notte in alta montagna.
Pensiamo a possibili alternative e mi viene in mente che sono passati giusto vent'anni (sigh) dal Giro del Monviso che avevo compiuto in bella compagnia di amici.
Allora fu vista come una cosa quasi epica. Eravamo escursionisti anche di buon piede ma niente a che vedere con i tempi di percorrenza attuali. Invero vent'anni fa il giro fu compiuto con un carico di tende, sacchi a pelo e altri materiali che ora farebbero sorridere (ricordo bene i jeans e le felpe, regolarmente inzuppati d'acqua al primo temporale!) in ben 4 giorni.
Decidiamo dunque di rifare questo giro“iperclassico”, ma in due giorni, con partenza da Pian del Re e soggiorno al rifugio Vallanta e nonstante questo commentiamo che lo faremo “con gran calma”, per godere di emozioni e sensazioni che regala la montagna.
Partiamo quindi mercoledì alle 7 da Rivoli, ma ...alle 7.15 sono già di nuovo sulle scale di casa mia, ho lasciato la frontale in un cassetto.
Dopo aver girovagato un po' nella pianura pinerolese, riusciamo ad imboccare la valle Po, caffè a Crissolo ed alle 9.15 siamo pronti per partire, da un affollato Pian del Re.
Decidiamo di fare il giro classico, ma di passare prima dal Buco di Viso, scendere in Francia e tornare dal passo di Vallanta per poi scendere al rifugio.
Avevamo calcolato, con molta calma, di essere al rifugio intorno alle 16.30/17. Ebbene, nonostante le foto, gli spuntini, le soste idriche, alle 14.30 circa siamo già al Vallanta. I gestori ci indicano i nostri letti e ci comunicano che si cenerà alle 19! Un veloce temporale ci impedisce anche di perlustrare i dintorni, ce ne rimaniamo così in rifugio e passiamo il nostro tempo tra letture e pianificazione di nuovi itinerari.
Il Rifugio Vallanta, costruito quasi trent'anni fa poco lontano dall'ex rifugio Gagliardone è confortevole e pulito, oltre ad essere un partiolare esempio di architettura “rifugistica”. Al nostro arrivo è già abbastanza affollato ma si riempirà del tutto prima di cena. Gli italiani sono in minoranza, prevalgono i cugini d'oltralpe. Noi ci troviamo a mangiare di fianco a tre olandesi, amanti della montagna e grandi affezionati dell'angolo occidentale delle Alpi (sale per un attimo l'orgoglio!), ci invidiano la vicinanza a queste meraviglie a dispetto delle loro lande piattissime.
Abbiamo toccato con mano come il giro del Monviso, riscuota di ampia popolarità tra gli escursionisti di mezza Europa. Effettivamente è ben segnalato, presenta sentieri facili in mezzo a montagne maestose ed all'interno di un parco naturale, oltre a numerose varianti che lo rendono adatto veramente a tutti. Sicuramente il “giro classico” può esssere affrontato da persone ben allenate in una sola giornata, cosa che peraltro avviene nella gara che si terrà la domenica successiva al nostro giro, e che vedrà impegnati alcuni Orchi. Forza Orcacci!!
Ma torniamo a noi, dopo una cena classica da rifugio ed un occhiata alla volta stellata di cui ormai si può godere solo in alta montagna ci ritiriamo per dormire nel caratteristico secondo piano del rifugio, sfruttato in tutta la sua altezza da un ardita costruzione di letti a castello.
Nonostante l'affollamento riusciamo a riposare abbastanza bene ed il mattino, dopo una buona colazione, siamo pronti alla seconda parte dell'avventura.
Scendiamo verso Castello fino a 1900 metri circa per poi risalire ai margini del bosco dell'Alevè verso i passi di San Chiaffredo e Gallarino, che ci riporteranno in valle Po.
Poco prima del colle decidiamo di fare una brevissima deviazione (10 min. circa) per vedere il bellissimo Bivacco Bertoglio. La costruzione è ben tenuta e grazie ai suoi vivaci colori spicca in mezzo alle rocce in un posto bellissimo, con vista verso le cime della Val Varaita (il Pelvo d'Elva su tutti). Ci viene una voglia fortissima di provare l'esperienza della notte in bivacco, la stagione più propizia purtroppo volge al termine ma per il prossimo anno si fa!!.
Proseguiamo verso i passi di San Chiaffredo e Gallarino, il dislivello ormai è tutto alle spalle, vediamo in lontananza il rifugio Quintino Sella. Siamo di nuovo sotto il Re di Pietra, nel versante sud-est, ovvero da dove è possibile salire, con un po' di cautela ed esperienza di montagna anche da escursionisti.
Raggiungiamo il rifugio verso mezzogiorno e decidiamo di fare una pausa per mangiare qualcosa prima di scendere alla macchina.
Quando ripartiamo il cielo si è coperto di nuvoloni grigi che decideranno di farci fare una sana doccia a meno di mezz'ora dall'arrivo. Ma va bene così, passiamo gli ultimi laghi e scendiamo a Pian del Re, sono le 15, il tempo di cambiarci e ritornare mestamente in pianura, non prima di aver salutato ancora una volta il Re di Pietra
Per chi fosse interessato ai numeri...
Primo giorno:
Pian del Re – Colle delle Traversette (Buco di Viso) – Refuge du Viso – Colle di Vallanta – Rifugio Vallanta
15 Km e 1400 d+ circa
5h 30' pause comprese
Secondo giorno
Rifugio Vallanta-Grange Gheit-Bivacco Bertoglio – Passo di San Chiaffredo – Passo di Gallarino – Rifugio Quintino Sella – Pian del Re
19 Km e 1100 d+ circa
7 h pause comprese
W la montagna, W gli Orchi!
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