Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga
Sulla strada di Pinerolo, all’ombra del grande stabilimento Fiat di Rivalta, tra Piossasco e Volvera, l’armata mittel Europea, nata dalla grande alleanza di Augusta tra le forze sabaude, guidate dal Principe Eugenio, le forze Austriache, lombarde, le truppe Bavaresi e i Principati tedeschi, sfida la potente armata del Re Sole.
L’armata alleata decide di sfidare la potenza francese e la sua grandeur. Scontro di predominio tra la visione cattolica Francese e la parte più laica e con rilevanza europea.
Tanto che Vittorio Amedeo, a capo della alleanza imperiale, può vantare la presenza significativa degli Ugonotti francesi e dei religionari Valdesi che, in seguito alle persecuzioni subite dopo l'abrogazione dell'Editto di Nantes sono tra i più strenui oppositori della politica assolutista di Luigi XIV; con il sostegno di Inglesi e Olandesi hanno ottenuto la libertà religiosa dai Savoia e sono ora inquadrati tra le truppe del Duca. Sul fronte avversario forte è la presenza invece degli irlandesi che, cacciati dalle loro terre per ragioni opposte, sono tra i più preziosi alleati dei francesi.
A seguito dell’assedio di Pinerolo, una potente armata francese forte di 35.000 uomini, guidata dal Maresciallo di Francia, Catinat, proveniente dalla val Chisone, a tappe forzate scavalca il colle delle Finestre fino a penetrare sulla pianura Torinese attraverso la val Susa, terra di scontri perenne tra le opposte fazioni.
L'ala destra alleata regge a ben tre assalti, e le sorti della battaglia restano per un po' appese ad un filo, quando giunge notizia che l'ala sinistra ha ceduto ed è in fuga, con i reparti spagnoli sopraffatti di fronte alla carica avvolgente della cavalleria francese guidata dal Vendôme. I reparti di cavalleria dello Stato di Milano si ritirano dal campo senza aver ingaggiato battaglia. Solo un reggimento spagnolo, il Tercio Lisbona, trovando protezione in un rigagnolo d'acqua, si difende strenuamente fino a venire completamente sopraffatto dai francesi.
Una strage infinita , in appena poche ore di scontro sanguinoso. Sul campo restano circa 12.000 morti di entrambi gli schieramenti, con l’esercito alleato che trova scampo nella piazzaforte di Moncalieri e tanto che il Catinat potrà stilare dal castello della Marsaglia, in posizione defilata, il proclama della Vittoria per il suo re.
Oggi restano specie alla Marsaglia i ruderi del castello incorporati in una cascina ed una struggente lapide a monito perenne per le generazioni future.
Con OrcoVic, oggi ripercorriamo le strade, i sentieri, e vie d’acqua che fanno da contorno a questi tragici luoghi di cui resta un ricordo nella croce Barone. All’ombra appunto della pista Fiat, nel 1913 viene eretta la Croce Barone e da qui parte il nostro trail storico rievocativo tra la cascina Canta, la Frazione Le zucche di Volvera , fino a rientrare in Volvera attraverso strade interpoderali. A questo punto il Chisola fa da sfondo alla seconda parte del percorso, scavalcando l’autostrada e fino a raggiungere il castello della Marsaglia, ormai fatiscente ed in stato di grave abbandono. Racconta Vittorio nella sua relazione che tutta la pianura su cui avvenne lo scontro era disseminata di cadaveri, tanto da costringere i contadini del luogo ad abbandonare le terre fino alla Pasqua successiva. E per anni sono rimaste solo le croci in legno, ormai scomparse e talvolta sostituite da edicole votive.
E sono proprio le croci il Fil rouge di questo percorso, ricordate alla Croce Barona con bellissimi pannelli decorati sul muro di recinzione della pista Fiat, contrasto profondo tra la post modernità di uno stabilimento ormai fatiscente e le vite spezzate di una generazione di giovani in una tragica domenica di 326 anni orsono.
Dal castello della Marsaglia, sempre su stradine ritorniamo al punto iniziale con la sorpresa del guado sul Chisola per accorciare un poco il percorso.
Ma sono ormai passate più di 3 ore di corsetta esplorativa e rievocativa su un percorso comunque affascinante di 23,5 km
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