Classifica TrentaPassi SkyRace 2017
Sito TrentaPassi SkyRace
Dal racconto dell'OgreExtreme
Da diversi anni sentendo parlare di questa gara, come tante altre skyrace, mi rendevo conto del livello elevatissimo dei concorrenti che gravitano intorno a queste competizioni.
Salite lunghe, tecniche e discese a rotta di collo su chilometraggi tutto sommato contenuti sono le caratteristiche di questi percorsi dove l'approccio è tutt'altra cosa da quello del trail.
Ritorno così alle origini e dopo aver già l'anno scorso ripreso confidenza con vertical e Sky decido di provare a buttarmi anche in questo genere di gare.
A Marone, paese sul lago d'Iseo, la domenica mattina i preparativi fervono; arrivo dopo tre ore di viaggio e subito vengo rapito dall'atmosfera coinvolgente, intrisa di passione per questo sport, che respiri passando per le vie del paese.
Concorrenti, Volontari e Organizzatori, tutti sono lì solo per lo stesso motivo: correre e far correre a fil di cielo, sognando prima e realizzando poi Il proprio desiderio, quello di salire il più velocemente possibile alla corna Trentapassi, per chi affronta il solo vertical e anche scendere a tutta o a "chiodo", per dirla in gergo, per chi corre sulla skyrace.
I top runner sono presenti quasi tutti, tanti tantissimi volti giovani, alcuni ragazzini che con il loro entusiasmano, contagiano e fanno crescere, se ancor ce n'è bisogno la passione e l'amore che c'è in me per questo sport o meglio dire, sempre più convinto per questo stile di vita.
Ore 9:15 parte il vertical, gara di sola salita con tratto di trasferimento a velocità controllata lungo il lago d'Iseo. Li osservo transitare, poi alzo lo sguardo alla corna e mi tuffo nei miei pensieri. Per me ogni gara è prima di tutto vivere un'emozione profonda, intensa, coinvolgente dove la mente deve fare il suo dovere pilotando un corpo che deve fare ciò per cui è stato allenato.
Alle 10:15 lo start, si parte; la minima esitazione nel budello del centro storico di Marone e scivolo indietro nel gruppo di quasi 500 atleti rappresentanti 13 nazione; siamo davvero ad una kermesse internazionale.
I primi due chilometri su asfalto e pianeggianti mi danno subito il metro del livello di queste competizioni: ritmi impressionanti già su strada, meglio non pensarci in salita.
Finita la strada, curva secca a destra e immediatamente a sinistra ecco il sentiero; da qui iniziano i 1050 metri di dislivello che in 3 km circa conducono alla vetta.
Grande bagarre, si risalgono posizioni, si esce continuamente dalla soglia per poi rientrarci.
Il sottile gioco fatto di equilibrio psico-fisico per andare al limite è iniziato. Ora sarà necessario gestire al meglio il ritmo evitando fuori giri irrimediabili.
Si sale a gran ritmo; per superare bisogna accelerare sempre brutalmente, ma diversamente si rimarrebbe irrimediabilmente intrappolati nel gruppone con i minuti che inesorabilmente passano.
Si arriva al tratto di salita dove tra roccette e cenge con l'aiuto di alcune corde fisse è necessario mantenere lucidità e riflessi per evitare scivolate che potrebbero essere pericolose. Alzo la testa e finalmente vedo l'arco gonfiabile vicino; un ultimo sforzo e in un'ora e due minuti sono in cima. Qualcuno mi comunica che sono ampiamente in gara per giocarmi il terzo posto di categoria. Perché non provarci allora.
La discesa inizia subito, ripida, difficile con fango. Per 10 minuti non si può lasciar andare la gamba. Ma il problema è che oggi in discesa e nei lunghi saliscendi per rientrare a Marone la gamba non gira.
Obbligato cambio passo e prendo un ritmo che mi permette comunque di arrivare al traguardo di Marone in due ore e otto minuti sostanzialmente quanto previsto inizialmente.
Visto il passaggio in vetta qualche rammarico lo porto a casa, ma sapevo comunque che non avevo nelle gambe il solito ritmo corsa degli altri anni
Alla fine comunque un buon 76 posto assoluto e nono di categoria veterani B (45-54 anni) mi fanno sognare per quest'anno ancora Sky e vertical.
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