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Dal racconto dell'OrcoFabri alla CCC
Lo scorso anno quando ho provato ad iscrivermi alla CCC , non ero così convinto che mi prendessero. Invece a gennaio, con un po' di sorpresa, è arrivata la conferma dell'iscrizione.
Quindi gioco forza, ho cercato in questi mesi di avvicinamento di prepararmi in modo adeguato all'evento, senza strafare ma con i dubbi. Riuscirò a chiuderla? Sarò in grado di gestirmi?.
Sono contento perchè la manifestazione è veramente organizzata bene e con molta partecipazione soprattutto da parte degli svizzeri e dei francesi.
Il meteo prevedeva tempo bellissimo ma con gran caldo, alla partenza alle 9 c'erano già 15 gradi, cosi' che alla fine su 1900 concorrenti ne sono arrivati circa 1.400.
Gli organizzatori per gestire meglio tutti i concorrenti hanno suddiviso in 3 gruppi con partenze ogni 15 minuti, in base più o meno ai tempi dichiarati, io facevo parte del secondo gruppo. Questo e' servito a non creare grossi imbottigliamenti nei sentieri e diluire le persone nel percorso.
Alla partenza c'erano ben 87 nazioni rappresentate da veramente tutto il mondo, ho visto Giapponesi, Coreani, Indiani, Messicani, Canadesi, Israeliani. I francesi e gli spagnoli i più numerosi.
Finalmente si parte, così scrollo via un po' di ansia, la prima parte scorre in processione fino al Bonatti, il che non va male per non esagerare con il ritmo. Il caldo massimo lo incontro sulla salita del Coll Ferret dalle 14, purtroppo non c'erano piante quindi ho cercato di bere moltissimo e gestire le forze. Passato il Col Ferret e' iniziato il discesone in Svizzera fino a La Fouly e qui fortunatamente il percorso era quasi tutto all'ombra e si respirava un po' di più, contrariamente a quanto pensavo alla partenza.
La crisi e' arrivata a Campex Lac, attorno al 50 km, in quanto ero a metà ma avevo ancora 3 colli da affrontare e vedendo le navette di rientro vengono cattivi pensieri. Decido di fermarmi poco e partire subito lentamente per affrontare il 3° colle La Gitte. E' già buio verso le 21, ma la temperatura era perfetta e arrivo così a Trient abbastanza bene; piccola pausa e riparto per Catogne , con piu' certezze verso la chiusura della corsa.
Con lo stesso ritmo arrivo all'ultima base vita di Vallorcine per affrontare la Tete aux vents, sicuramente la piu' dura delle 3, 900D+ a 18 km dal traguardo, tra me pensavo, come la salita al Musine' . Finalmente scollino alle 5 del mattino con vista Chamonix e l'alba che lentamente arrivava. Da quel momento mi sento ancora meglio, sarà la voglia di chiuderla comunque riesco a correre fino alle fine al traguardo arrivando alle 7 di mattina, che nonostante l'ora c'era gente per strada ad applaudire. Fantastici, finalmente e' Finita.
Il ricordo più bello e sicuramente la partecipazione e l'incitamento spontaneo della gente, in questi luoghi veramente incantevoli; mi vengono in mente due esempi: il primo alle 23 davanti ad una cascina spersa sopra Champex due ragazzini offrivano acqua fresca con un banchetto molto artigianale (ovviamente non potevo fermarmi e ringraziarli di cuore) e l'altro la doccia di altri 2 ragazzi che per rinfrescarmi con una pompa quasi mi soffocavamo!
E' un'esperienza veramente da provare.
Viva gli Orchi alla prossima!
Dal racconto dell'OrcoSmigol all'UTMB
Arriva finalmente il fatidico venerdi 26 agosto e all’alba si parte alla volta di Chamonix.
La formazione, ormai consolidata , e’ sempre la stessa:
camper con Orcosmigol , Andrea Sarra e Enrico Mandile
Si inizia con carico di carboidrati con super panino in autogrill e il viaggio scorre con le solite ansie, angosce , dubbi. Si ripassa il percorso l’altimetria le distanze , i vari cancelli e cresce l’ansia.
Il viaggio si prolunga con una bella oretta di coda al traforo e un gran caldo che preannuncia un week torrido.
Il monte Bianco e’ già li che aspetta con la sua linguaccia bianca, severo, imponente, strafottente.
Al centro sportivo c’e’ il controllo materiale / equipaggiamento obbligatori e la consegna del pettorale.
Lo zaino con il materiale obbligatorio e senza acqua pesa già un paio di chili.
Breve giro al salone con rischio di azzerare la carta di credito e giunge l’ora di pranzo e ovviamente pastasciutta in bianco con parmigiano in quantità illimitata.
La vestizione è una delle "enne" ansie (freddo caldo leggero pesante primo strato corto lungo intimo ventina……) con annessi unguenti e creme canforate o “arnicate”; si parte già ‘ con la nausea con "sti " odori.
Incubo bagno ormai sorpassato e giungo in griglia con un buon 45 minuti di anticipo e sono in coda alla fiumana di trailers.
Lo sparo alle ore 18! I primi dieci minuti corsi nel paese sono intensi fra le ali di folla urlanti e poi inizia il percorso e mi ripeto nella mia mente come una poesia studiata, come un mantra tutte le tappe (Delevret,st S.Gervais, les Contamines…….).
Un passo dopo l’altro e si fa sera e il caldo non molla e si inizia con il primo dislivello severo da 1200d+ alla croix de bonhomme .
Scontata la vista suggestiva della fila di lucine davanti e dietro e poi giu’ a rotta di collo per poi risalire.
Avendo partecipato alla CCC lo scorso anno questa prima parte mi è sconosciuta e mi preoccupa quello che conosco da Courmayeur fino alla fine.
Non posso descrivere tutte le salite e le discese dovrei scrivere un folder di una trentina di pagine ma quello che posso descrivere e il sonno che mi ha attanagliato per due notti.
Ma posso capire il sonno quando sali sempre allo stesso ritmo con il ticchettio dei bastoncini e la frontale che sballonzola ma in discesa non ci si può addormentare! Ebbene è successo e sono stato svegliato da un trailer veneto conosciuto sul percorso che mi ha esclamato “ Maurizio è divertente scendere dietro di te sembra di essere in un videogioco” , ancora non mi spiego come non mi sia inciampato.
Sui tratti piani e’ stato più facile mi sono affiancato al prode Andrea spalla a spalla e tutte le volte che ci si allontanava ci si svegliava; poche le allucinazioni ma tante le divagazioni senza senso dovute a questi torpori, a questi dormiveglia.
Ma che bellezza straordinaria il cielo stellato , la luna , i ghiacciai, seppur miseri, che luccicano e cosi via ai romanticismi fra rutti di trailers che non digeriscono minestrine, fontina e litri di coca-cola.
Passando per una pietraia pensavo che la natura e’ la piu’ grande arredatrice di esterni, che gusto che classe nel modellare le rocce , nel posizionare i massi , distribuire i colori ( me la porterei a casa per farmi arredare il salone!).
Il sabato sera non è mancato un bel temporale con tanto di tuoni, fulmini e un paio di ore di pioggia ma il caldo non ha mollato.
Qui il contachilometri va avanti, a fatica, ma avanza e tralasciando le descrizioni delle affollate basi vita si passa già oltre la metà dopo quella di Courmayeur.
E’ stato bello sfiorare qualche top runner, o qualche granoso runner , o semplicemente qualche fortunato runner che aveva un team al seguito le cui fermate erano dei veri e propri pit stop, mentre mangiava la pasta , uno aggiustava lo zaino l’altro gli cambiava le scarpe , riempimento borracce.
La vita è più dura per un orco tapascione (dixit il nostro President) come me che deve fare tutto da solo in piedi in equilibrio con bastoncini in una mano bicchiere di cola dall’altra e piattino di minestra dove lo mettiamo?
Anche quest’anno il colle Ferret lo abbiamo scalato brillantemente e magari trattenendoci ma è troppa la paura di non farcela e poi c’e’ l’ultimo "millino" (100D+ ndr) La Tete aux vent con gia’ 150 km sulle spalle, sulle gambe e permettetemi il francesismo sulle palle!
Si superano anche le nausee con la solita san cocacola ormai piu’ volte collaudata e si cerca di mangiare di tutto compresi gel, barrette , frutta fresca e disidrata , qualche fetta di pan speziato e poi di nuovo a correre frullando il tutto nello stomaco.
E’ una fortuna correre con due amici e riuscire a correre insieme per tutta la gara e ringrazio Andrea e Enrico per questo .
Ci siamo goduti la gara, i paesaggi , i ristori , ci siamo goduti la nostra amicizia, ci siamo goduti la nostra passione per la corsa e per la montagna.
Arrivo a Chamonix correndo dopo la discesa da 7 km da Flegere ,riesco ancora a correre, parlare e filmare, oltrepasso il gonfiabile ed è inevitabile scoppiare in un pianto di gioia, emozione , liberazione, mi passa nella mente un film con tutti gli allenamenti, le persone che da casa mi stanno supportando. Elisabetta (moglie, dietologa , psicologa , addetta stampa , assistente ,) ; la mia pelosa Cecilia ; Sergio Benzio che ormai ho definito il sarto della mia preparazione e il Dott. Massasso ; tutti gli amici di OULX che hanno creato il fanclub #iotifogarax…
Ma quest’anno una grossa novità con il nostro progetto “nonsolocorrere” sosteniamo la fondazione piemontese per la ricerca sul cancro con il patrocinio del comune di Candiolo che aggiunge sale alle nostre corse .
E’ andata sono finisher !!!
E’ andata sono un orco e oltre alle gambe c’e di piu’!
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