Classifica Vis a Viso 2016
Sito Vis a Viso
Dal racconto dell'OrcoGianni

Via si parte per Paesana e tra un rettilineo una curva e qualche tornante arriviamo. Ritiriamo il pacco gara e ci prepariamo. La giornata è abbastanza bella sono quasi le 8.00 e io e altri orchi ci prepariamo per affrontare il lungo di 32 km. Pronti via, io sono già stanco e le gambe non vanno come dovrebbero sento che non sono in gran forma ma vado avanti senza paura l'importante è finire.
Tutto procede abbastanza bene anche se con fatica ma dal ventesimo chilometro mi superano i due orchi e ricominciano i dolori alla pancia ...,(scusate arrivo subito). Ora va meglio ... poi più avanti avverto i primi sintomi di crampi ed eccoli arrivare , vai di magnesio ma dopo 30 minuti un altro crampo. Sono un po' demoralizzato e visto che non ci facciamo mancare nulla una bella vescica sotto il tallone sinistro completa il tutto. Forza e coraggio faccio questi ultimi chilometri. Uscendo dallo sterrato e percorrendo la statale mi avvicino all'ultimo bivio che mi porta all'arrivo.
Siamo agli ultimi metri e cominciò a vedere il gonfiabile, dai un ultimo sforzo e sono arrivato.
Con la voce del mio amico Emy e tutti voi che mi dite bravo mi riempie di gioia. Contento di essere arrivato. Grazie a tutti siamo una grande società.
Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga

Qui la valle Po incontra la pianura ed il suo territorio si integra perfettamente in questa zona di mezzo a cavallo della parte pedemontana, tra una pianura ormai solamente abbozzata, e rilievi montuosi ancora in fase di maturazione orogenetica, praticamente colline ed elevazioni tipiche delle prealpi cuneesi.
È questa una zona di forti contrasti tra l’architettura di pianura con i suoi condomini e il villaggio di montagna con i tetti in lose. Siamo in terra Occitana, dove tra breve e solo a qualche chilometro da qui, nel bellissimo borgo di Ostana si terrà il premio letterario “ Scritture in lingua Madre 2016”, mostra delle diversità linguistiche e culturale all’insegna della condivisione dei valori rappresentati dalle varie lingue e culture.
In particolare il tema dominante sarà l’ambiente alpino con la cultura Occitana che qui trova il suo terreno più fertile, al di là della vastità immensa del territorio in cui essa si è sviluppata nel corso della storia.
Infatti il territorio della bassa valle Po pullula di tracce della cultura Occitana, in particolar modo nelle sue numerosissime borgate disseminate quasi ovunque sulle alture che fanno da corona a questa capitale valliva, e che noi oggi scopriremo lentamente nel nostro girovagare.
Narra una triste leggenda Occitana che :
“Le fertili terre che lambivano il cratere delle terre alte erano ambiti pascoli per gli abitanti delle combe sottostanti ma, se sorpresi al pascolo dal gigante, era morte certa e sterminio di mandrie.
Fu così che nel corso delle lune le popolazioni furono costrette a patti con il brutale abitante del vulcano. Allora questi per scaldarsi il giaciglio nelle lunghe notti invernali pretese la consegna di una giovane donna a turno per ogni villaggio e solo in tal caso avrebbe concesso libertà di pascolo su tutte le praterie dei versanti fertili della montagna senza più trucidare genti ed animal ... i pascoli coperti da mille fiori e da buona erba rendevano belle le bestie che fornivano buon latte e formaggi e vitelli … ma nella luna d’autunno sul villaggio designato calava la disperazione, per la consegna della ragazza che non sarebbe mai più tornata.”
Il gigante però rimane lì a monito del buio e dei misteri di tempi lontani, a noi oggi però piace pensare che il Gigante sia in realtà il Re di Pietra che rimane a vegliare su tutta la valle e sulle nostre piccole velleità di trailers che vengono dalla pianura in cerca di emozioni corsaiole tra queste ambiziose pendici dal sapore quasi alpino.

Oggi la Alpineside di Eleonora e Fabio ci ha proposto un delizioso trail a carattere familiare con l’avvertimento di” Lasciare la tua impronta da seguire”, nel bel mezzo del circuito internazionale dei Trails Occitani Discovery Monviso.
Tre percorsi, di cui uno ambizioso di 34 K e 2400 m D+ disegnato per i più fanatici, il mediano da 23 K con 1200 m D+ e una non competitiva collinare da 7,5 km e 350 m D+.
Ma oggi nonostante il beneaugurante manifesto letterario della corsa e le previsioni da anticiclone, il binomio Vis e Viso si è rivelato un perfetto sillogismo di per se non sufficiente per arrivare alla verità, ovvero alla rivelazione del Monviso, che sappiamo esistere ma non vedere.
Già la partenza alle 8 del mattino sotto un cielo nuvoloso ha rivelato la sua profonda tristezza per la morte del giovane alpinista di appena 20 anni travolto da una slavina nel Canalone Coolidge, sulla faccia Nord del Viso, quasi di fronte a noi.
Sono 63 uomini e 10 donne sul percorso lungo, mentre 70 uomini e 10 donne corrono sul giro corto
Numeri invero limitati da corsa di paese, ma destinati certamente a crescere nel tempo, vista la volontà e l’impegno profuso dall’organizzazione e certamente meritevole di partecipazione più folta.
La partenza avviene al limitare del paese nel grande prato attrezzato per attività sportive, quasi un parco montano, dove trascorrere la giornata in famiglia e tra amici, sulle rive del torrente, pardon del Po’!
70 persone su un percorso di 34 km garantiscono una corsa praticamente in solitaria, e infatti dopo i primi km su strade asfaltate e bianche che risalgono le pendici sulla sinistra orografica della valle, mi ritrovo praticamente da solo. Sono 9 gli Orchi presenti su questa distanza, con un totale di 16 presenti nelle due gare, il trail Vis a Viso si configura alla stregua di una gara Societaria degli Orchi, e tale da meritare infine il premio per la più folta partecipazione a livello di squadra.
Ed invero direi meritato visto l’impegno atletico profuso da tutti gli atleti Orchi.
Il lungo risalire delle pendici ci porta sulle mulattiere fino alla frazione Agliasco( 950 m) e verso il Bric Castelletto (1360), a seguire il Bric Arcet ed infine su un terribile pendio erboso da percorrere a 4 mani su scarse tracce di sentiero fino alla cima Coppi, Punta Selassa (mt 2036).

Il Monviso avrebbe dovuto qui manifestarsi in tutta la sua regalità dalla sua faccia più arcigna, ma oggi è tempo di schermaglie e decide di appartarsi tra le nuvole. La discesa, al contrario della salita, avviene su un lunghissimo pendio perfettamente tracciato e balisato tra pascoli e borgate di tutte le taglie e misure, qui chiamate Maire.
Di Maire c’è né per tutti i gusti e per tutte le più sfrenate fantasie, un nome che ricorre sempre in abbinamento con altri nomi propri, per distinzione e per ambizione degli abitanti.
La discesa termina , finalmente!, a Calcinere ( 800 mt) proprio sul Po’ che a questo punto è ancora un impetuoso e velleitario torrente di montagna. Certo sul misero ponticello di legno non ti accorgi di attraversare il grande Po’, madre di tutta la Padania!
Ma a Calcinere, dopo 19 km, comincia un altro trail; un lungo tratto di single Track tipo Fartlek sulle rive del fiume, ed infine si risale lungamente la valle trasversale di Oncino, che si nota proprio di fronte. Si risale pertanto a una antica mulattiera che doveva costituire la via di accesso alle frazioni alte di questo versante, per raggiungere una bellissima chiesetta e risalire sui contrafforti di Serra La Boule fino ad Erasco. Di qui in poi un ampio giro sulle pendici ci riporta velocemente, ma non troppo a Paesana.
In mancanza di Paolo Bert, vince alla grande Garnier Massimo in 3, 36’, ma incredibilmente al terzo posto assoluto un grande Orco, Zekay in 4,02’!
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