Foto Trail Rensen 23km 2014 e BDC Rivoli-Arenzano 1
Foto Trail Rensen 23km 2014 e BDC Rivoli-Arenzano 2
Classifica Gran Trail Rensen 2014
Sito Gran Trail Rensen
Sito Gli Orchi Trailers ASD
Dal racconto dell'OrcoPinoR alla 60km
Era dall'estate del 2000, dalle vacanze con la famiglia che non mettevo piede in quel di Arenzano.
Quelle vacanze mi fecero conoscere alcuni sentieri che da Arenzano portano allo splendido GeoParco del Beigua, la più vasta area naturale protetta della Liguria www.pargobeigua.it
Nel 2008 quando inizia la mia carriera di Maratoneta delle Alpi, ebbi notizia dall'OrcoNapo del Trail Rensen prima edizione.
OrcoNapo raccontava di una gara tostissima di 70km, con passaggi nella scala alpinistica EE.
Dai racconti letti ho sempre temuto questo percorso da fare in stile Trail Running, per cui per un motivo o per altro l'abbiamo sempre rimandato.
In realtà l'evento è stato sospeso negli anni 2011, 2012, per cause a me sconosciute.
Dallo scorso anno 2013 è stato riorganizzato ma la sfortuna ha voluto che il meteo si mettesse di traverso ed il percorso, dagli originali 60km, sia stato ridotto a 36km con giro di boa al rifugio Gava.
Quest'anno 2014 sembra essere la volta buona per visitare questa splendida area naturale ed i suoi panorami che dai picchi digradano giù verso il mare.
Ci aspettano appagabili viste su Genova ed il golfo Paradiso e se si ha fortuna, dicono, si potrebbero vedere le affusolate sagome dei cetacei sbuffare nello specchio d'acqua antistante Varazze, sempre se sei un tapascione come me ed hai il tempo di osservare quel tanto che basta.
Le distanze che propone il Trail Rensen sono tre; 60km 4000D+, 23km 1500D, 10km.
Gli orchi in 14 suddivisi tra la 60km e la 23km.
Arriviamo in tre tranche ad Arenzano.
- Due macchine piene di Orchi direttamente da Rivoli Venerdi 2 Maggio 2014
- Due Orchi in bicicletta partiti da Rivoli Giovedi 1 maggio 2014 con sosta ad Acquiterme (vi rimando al racconto dell'OrcoDavid appena qui sotto questo spot)
- Due Orchi il giorno della gara
Con OgreDoctor eravamo stati i primi a iscriverci e non essendoci ancora a disposizione la palestra prenotiamo una stanza alla pensione Serena ad Arenzano in corso Matteotti. Una pensioncina di quelle antiche, senza pretese, al risparmio, infatti con 40 euro abbiamo a disposizione una camera piccola con due letti, la cena, e la parca colazione rinforzata dalla nostra personale CarboCake e da banane.
Gli altri Orchi usufruiscono della Palesta messa a disposizione dell'Organizzazione anche se per utilizzarla hanno dovuto attendere l'utilizzo della stessa da un gruppo di pallavolisti alle 22,30...
Ringrazio io i pallavolisti per gli Orchi poichè dovevano continuare fino alle 24.00 ma visto l'inconveniente hanno deciso di terminare prima gli allenamenti.
Da quanto mi hanno raccontato gli Orchi palestrati, usciti i pallavolisti le zanzare assaggiati i nuovi ospiti Trailers gli hanno fatto compagnia per tutta la notte.
Al Breifing dell'Organizzazione alle 19.00 al Bocciodromo Toso antistante il Piazzale del mare siamo tutti presenti e con attenzione massima seguiamo i consigli di Lorenzo che vediamo provato per la stanchezza prodotta immagino dagli ultimi preparativi dell'evento.
E senza mezzi termini Lorenzo ci mette in guardia sul tracciato ecco alcune sue testuali parole:
I SENTIERI DELLA LIGURIA SONO SEVERI , NON PRENDETELI SOTTOGAMBA
Niente di più vero si rivelerà al termine dell'evento.
Non dico che siamo andati a dormire preoccupati, ma sicuramente il timore reverenziale sul percorso si è acuito.
Con frequenza di circa 5 ore ho controllato oggi Venerdi 2 Maggio 2014(piove), le previsioni meteo dell'Arpa Ligure che dichiarava:
Per domani 3 Maggio 2014 le condizioni sono ottime, soleggiato con vento fresco di tramontana proveniemte dall'Appennino Ligure.
La sveglia puntata alle 5.00 a.m., Meteo come da previsioni fuori +15 gradi.
Ci ritroviamo tutti i partecipanti alla partenza mentre la 23km partirà alle 9.00
Il caffè di rito, le foto ed una fresca brezza ci aiutano ad allentare un po di tensione.
Partiti puntuali alle 7.00 a.m., dopo 400 metri di asfalto,passiamo davanti al Santuario del Bambin Gesù e successivamente guidati da moto da Trial eccoci entrati nel sentiero degli Inglesi.
Sentiero corribile quello degli Inglesi, ma dopo appena qualche chilometro ci rendiamo conto della severità del percorso e delle parole di Lorenzo al Breifing.
OgreDoctor, OrcoGreg e OrcoCicillo non li vediamo più sembrano stati sparati da un missile.
OrcoMazinga lo abbiamo perso alla partenza, con me rimane OrcoLivio.
Ecco il primo torrente da guadare, non particolarmente impetuoso, ma con le rocce muschiose e viscide, metto il piede....scivolo...cado in acqua e perdo i bastoncini.
Salvo un bastoncino mentre l'altro sta fluendo insieme alla corrente.
Gli amici Trailers dietro di me con spirito encomiabile mi recuperano l'altro.
Sono bagnato dalla testa ai piedi, una piccola escoriazione al braccio destro...ma non importa... recupero il secondo bastoncino, assicuro i compagni di viaggio che tutto procede per il meglio e mi rimetto in marcia.
Tra di me penso:"accidenti siamo solo al quinto chilometro, chissà la parte più tecnica cosa ci riserva".
I Sentieri si fanno difficili, pietre , piccoli passi rocciosi, mai abbassare la tensione e sopratutto mai distogliere lo sguardo dal sentiero.
Se proprio vuoi fare le foto, fermati e scatta, impossibile riprenderei le foto in corsa come sono di solito aduso.
Il primo ristoro Liquido al Rifugio P.Rino al 15km 900slm, ritroviamo OrcoCicillo; presenta un bella escoriazione sul ginocchio per via di una caduta.
Procediamo verso S.Anna di Lerca su un pietroso sentiero, ci arriviamo non troppo stanchi.Siamo al 21km e 200slm e qui è posto il primo ristoro solido.
Troviamo al ristoro la focaccia Ligure, questa bontà ci inchioda per circa 15 minuti, un peccato resistere alla pizza e poi è meglio nutrirsi ci attende la salita più lunga che ci porterà alle pendici del Monte Rama.
Appena prima di inforcare il Sentiero dell'Alta Via dei Monti Liguri perdiamo OrcoCicillo.
Procediamo sul sentiero dell'alta Via, a sinistra il Monte Beigua con i suoi orrendi ripetitori a destra il nostro percorso procede su una zona palustre senza particolare dislivello fino al rifugio Argentea .
Qui al rifugio Argentea troviamo un ricco ristoro liquido da cinque stelle pensate;Aranciata Bravo, Gatorade, acqua naturale e gasata, pepsiCola, the caldo.
Dal rifugio Monte Argentea il panorama su Genova si fà incantevole e superbo.
Bene in vista il Porto e l'ardita pista dell'Aeroporto poi l'orrenda zona di parcheggi dei conteiner. Una nave porta-Conteiner ha appena lasciato il porto...forse ritorna in Oriente per fare il carico di oggetti a basso costo destinati all'affamato mercato Europeo.
Con un bel traverso sotto comignoli di roccia collassati, in cinque chilometri, (sono sempre con OrcoLivio) arriviamo al rifugio Cà di Gava antistante il passo Gava, sono quasi le 15.00 e siamo al 35km.
Ristoro ulteriore con focaccia Ligure, due chiacchiere con i volontari e sempre con un bel venticello ci dirigiamo al Passo Faiallo, sulla dorsale appenninica e verso la parte piu selvaggia e tecnica del percorso.
I Trailers a questo punto sono molto diradati sul tracciato e procediamo con OrcoLivio per chilometri senza incontrare anima viva.
Siamo in allerta per via del passaggio tecnico descritto da Lorenzo durante il breafing, dovremmo esserci quasi...eccolo infatti sotto il Bric del Dente 1107 slm, un ardito percorso in cresta che precipita verso il fiume della Valle Cerusa e che termina con l'abitato di Fiorino paesino dell'entroterra famosa a quanto mi dice OrcoDavid per via di una trattoria che prepara un piatto magnifico con lo stoccafisso.
Il passaggio tecnico, attrezzato con corde fisse è presidiato dai volontari del soccorso alpino, da fare con ponderatezza, siamo al 45km e le gambe un po stanche potrebbero fare brutti scherzi. Si procede a velocità ridotta fino all'abitato di Fiorino dove è posto il ristoro liquido.
A Fiorino riprendiamo OrcoGreg che lamenta problemi allo stomaco, non riesce ad alimentarsi ed a bere.
Facciamo un pezzo di tracciato insieme e gli propongo un bel dolce Siciliano di pasta di mandorle... ma il suo stomaco oggi non ne vuole sapere.
Da Fiorino procediamo verso Sambuco sempre tra forre, guadi rocciosi, sentieri antichi e vecchie pietraie.
E' l'ultima salita che ci riporta con un giro ad anello nuovamente al passo Gava e dal passo Gava al colletto della Gavetta che con un bella carrereccia in 7km ci porterà all'arrivo di Arenzano.
I sette chilometri finali, tutti da correre, con un bel panorama sul mare di Arenzano mentre un piccolo temporale con tanto di fulmini si abbatte sul mare a circa 1km dal paese.
Arriviamo ad Arenzano, alle ore 19.30 dopo 12ore e 30minuti di uno splendido viaggio.
E'sabato pomeriggio ed è l'ora dell'aperipiada, dell'apericena e dell'aperitivo; i tavolini nei bar sono affollati di gente che si gode la magnifica temperatura nei loro occhi si specchia un Martini un Campari un intruglio alcoolico... nei nostri occhi di Trailers si possono vedere le meraviglie del Parco Beigua.
Per la cronaca sulla 60km ;130 i Trailers arrivati, 25 i Trailers ritirati.
Dal racconto dell'OrcoIng
Riavvolgendo il film di questa incredibile gara e soprattutto riprendendo le opinioni che ho riscontrato durante e dopo la gara, mi appare evidente la necessità di introdurre una classificazione della difficoltà di gara proposta.
Probabilmente tutti e 160 trailers iscritti avevano una chiara idea del tipo di percorso ma a fine gara confrontandomi con parecchi compagni l’opinione diffusa è stata che il livello di difficoltà oggettivo riscontrato è notevolmente superiore ad altre manifestazioni simili o più lunghe, e comunque certamente superiore alle aspettative, almeno per quelli che non lo conoscevano per esperienza diretta.
In effetti nasce spontaneo un paragone con Le Porte di Pietra, TDS, CCC, Soglio, Cromagnon, e tutti trail del Trentino, e la conclusione è che nel Rensen le difficoltà oggettive sono di gran lunga superiori. A mia memoria l’unica manifestazione più difficile è certamente il trofeo delle Grigne con i suoi 43 km su un percorso parzialmente alpinistico e comunque tecnicamente impegnativo
Inizialmente il primo e più importante fattore descrittivo è stato la lunghezza del percorso. Tutti ci siamo sempre concentrati sul numero di km quale fattore preponderante nella individuazione della gara. Con l’aumento esponenziale dei trail e soprattutto con percorsi montuosi sempre più impegnativi è risultato necessario introdurre il dislivello altimetrico positivo da percorrere , ovvero il D+ che tutti conosciamo. E’ evidente che un trail da 60 km nelle colline piemontesi è ben altra cosa dai 60 k del Rensen.
Ma abbiamo capito che manca un terzo fattore identificativo, quello che in fondo usiamo normalmente e spontaneamente, la difficoltà del percorso.
In effetti sarebbe necessario aggiungere allea scheda tecnica anche un coefficiente di scabrezza, mutuato dalla Ingegneria Idraulica che definisce la scabrosità, ovvero la resistenza che il fluido incontra nel percorso, tubazione o corso d’acqua che sia. Per facilità di diffusione e comprensione possiamo definirlo coefficiente di difficoltà.
E pensandoci bene già tutti gli altri sport in ambiente montano o outdoor sono stati costretti alla introduzione di una scala di valori di difficoltà.
Abbiamo cominciato con l’alpinismo con la vecchia scala Welzenbach con 6 gradi trasformata successivamente nella scala UIAA più particolareggiata, seguita dalla scialpinismo che successivamente ha introdotto anche le difficoltà oggettiva di pendenza esposizione e pericolo e via via con il Rafting, canoa, canyoning etc
E il trail? Un scala di difficoltà semplicemente da 1 a 5, con 1 percorso su strada bianca sterrata fino a 5 con ferrata attrezzata, sarebbe inizialmente un chiaro indicatore del tipo di percorso.
Oggi avremmo definito il nostro Trail, 60 Km, D+ 4000, s 4, un monito per tutti quelli che non lo conoscono; le definizioni oggettivate da parametri normati servono appunto per informare in modo univoco.
Abbiamo capito che la corsa in montagna in terra ligure è quasi sempre ostica, sia per le forti pendenze, che per la natura dei sentieri costellati di pietre e per la continua successione quasi ossessiva di salite e discese.
Basti pensare solo ai primi 15 km del Rensen su stretti sentieri in un continuo succedersi di salite e discese, attraversamenti di stretti valloni, forre e gole strettissime, corsi d’acqua tumultuosi per finire con la salita alla Rocca Ciappa e Rocca Negra su immensa pietraia.
Sentieri tosti dove correre è certamente poco agevole e comunque richiede sempre la massima attenzione. Finalmente in alto al Rifugio Padre Rino sotto la cima Argentea ti trovi sospeso in un mondo incredibile a pochi km dal mare sempre visibile ma posto sopra a tutti gli speroni aguzzi che costellano il versante Sud. Qui l’erosione ha ultimato il suo lento e millenario lavoro offrendoci vaste zone a fondo prativo.
La discesa verso Lerca e soprattutto la lunghissima salita seguente al monte Rama ci ripongono duramente l’ambiente selvaggio lato mare. Percorsi tecnicamente abbastanza facili ma comunque sempre impervi.
Dal Rama fino al rifugio Argentea e successivamente al Passo del Gava sulla lunghissima dorsale dell’alta Via che conduce fino al Beigua è una apoteosi della corsa in montagna come tutti la vorremmo: percorso ondulato e relativamente pianeggiante, ambiente di cresta con vista mozzafiato sulla costa, e sul versante Padano, fondo quasi sempre meravigliosamente inerbito.
Ma alla Gava si ripropone l’orografia Ligure che conosciamo, pendenze elevate e tanta pietra, per salire finalmente al passo del Faiallo, terra di ciclisti e motociclisti, con una infernale salita sotto il sole. Giro del Monte Dente, pietra su pietra e poi giu’ fino a Fiorile. Il tanto esorcizzato sentiero si presenta in una buona veste , attrezzato dai bravi uomini del soccorso alpino e comunque percorribile con molta attenzione. Finalmente ci divertiamo! A Fiorile credo che i miei piedi stiano raggiungendo la temperatura di ebollizione e meno male che saggiamente avevo provveduto a cambiare calze. Ma è tempo di raggiungere velocemente il paese successivo anche se la foga e la cattiva segnaletica mi fanno allungare di quasi un km. Comunque va bene tutto, l’obiettivo è raggiungere il passo di Gava entro le 19,30. Ma come al solito non c’è mai limite al sadismo degli organizzatori e ci tocca percorrere con difficoltà tutto il corso del vallone decisamente accidentato.
Ma a Gava finalmente si corre e in circa un’ora raggiungo Arenzano ed il mitico santuario del Bambin Gesù a cui sono affezionato. Ma il portone è chiuso, peccato una sosta al suo interno sarebbe stata certamente più preziosa per la nostra anima che tutti i precedenti ristori. Ma l’arrivo è lì, in tempo per non accendere la frontale, sarebbe stata una ignominia.
Dal racconto dell'OgreDoctor
Che gara il Rensen, la più dura e tecnica ad oggi.
I numeri parlano da soli: su 150 partenti circa 24 ritirati. Nella mia personalissima classifica questa gara supera per durezza la Tre Rifugi Val Pellice, che l'anno passato mi aveva tanto impressionato. Chissà come sarebbe stata in condizioni meteo diverse dalla splendida giornata di sole, ma ventilata di cui abbiamo, invece, goduto. Preferisco non pensarci.
Impegnativa sia sul piano fisico sia su quello mentale. Nessuna distrazione, il terreno estremamente impervio non consente nessun calo di tensione, in particolare nella discesa verso la borgata Fiorino, tanto bella quanto esposta e soprattuto fatta con gambe già belle cotte.
La grande fatica è stata comunque ripagata da panorami mozzafiato, che probabilmente, solo l'estremo contrasto fra mare e montagna possono regalare. Le foto dell'orcoPinoR parlano da sole.
La gara è filata liscia fino al 45 km circa. Nei primi 15 km mi concedo anche il lusso di superare in discesa una coppia di runners stranieri. Per un lungo tratto li tengo dietro, fino ad una forcella, poi la ragazza con un passo inesorabile in salita, seguita dal ragazzo, mi superano e se ne vanno. Un dubbio mi assale, dopo averli sentiti dialogare in spagnolo: azz.. sono Paolo Barnes (3° classificato) e Virginia Olivieri (1° classificata). Chissà le risate quando ho chiesto spazio in discesa...
Puntuale come un orologio, forse complice una non perfetta idratazione e alimentazione, si è accesa la spia della riserva. Mangiare e soprattutto idratarsi in queste gare è fondamentale. Oggi, in più, avevamo anche la variabile del vento che ha contribuito non poco alla disidratazione.
In alcuni momenti, quando l'ipoglicemia si faceva sentire sulla salita che portava al passo della Gavetta, l'incedere inesorabilmente lento, anzi lentissimo e il corpo che lanciava segnali tutt'altro che rassicuranti, la voglia di mollare più volte faceva capolino in uno spazio remoto della mente. E' in questi istanti di crisi, che a più riprese possono impadronirsi di un trail runner, che viene fuori la forza della mente che chiama a raccolta le ultime insperate energie e allontana dalla coscienza i pensieri negativi. Ingoio un gel. La fastidiosa sensazione di capogiro se ne va, le gambe sono però di pietra.
Condivido la fatica estrema di questa ultima salita con Gianmarco con il quale per un bel tratto di gara ho battagliato, superandolo e essendo superato a mia volta, Ora entrambi allo stremo, viaggiamo di conserva, aspettandoci e sostenendoci a vicenda e parlando delle imprese che ci attendono e che ci vedranno nuovamente ai nastri di partenza insieme.
Passo dopo passo mi trascino sul sentiero appena disegnato sulle pendici della montagna fino in cima. Il cuore si allarga quasi a voler contenere la bellezza che mi circonda e subito si materializza un pensiero felice: "discesa"...il gps segna 54 km e 4096 metri di dislivello positivo, la fatica per oggi è finita, mancano solo 6 km all'arrivo.
Ad attendermi sul traguardo e ad applaudire gli amici Orchi che hanno finito ormai da tempo la loro fatica. Devo avere una aspetto veramente distrutto... insieme aspettiamo l'arrivo degli altri ancora impegnati in gara. Una bella doccia, una piatto di pasta al pesto (mancava ahimè una bella birra) e riprendiamo la strada del ritorno.
Un'altra bella giornata di sport e amicizia.
W gli ORCHI
Dal racconto OrcoDavid e OrcoCamola partiti da Rivoli in BDC per la 23km 1500D+
Dopo i primi Trail a “Km zero”, con l'arrivo della primavera, il direttivo degli Orchi decide di mettere tra le gare in programma un bel trail sulla costa ligure, in quel di Arenzano, sabato 3 maggio.
Bello!, si va a correre in posti nuovi, su montagne ostiche, con vista sul mare; che i laghi di Avigliana son belli, ma vuoi mettere??
Gli Orchi in gita alla fine saranno quattordici che raggiungoeranno la riviera in momenti e con mezzi diversi.
Tra i vari mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione, con Orco Camola, decidiamo di arrivare al mare in bicicletta. Così giovedì 1 maggio in una fredda mattina di primavera si parte da Rivoli-Rivalta destinazione Acqui Terme, dove ci fermeremo per la notte e poi raggiungere Arenzano il giorno dopo.
Affrontiamo la prima parte di pianura: Volvera, Piobesi e poi Carignano dove facciamo tappa per un caffè che ci aiuta a combattere un freddo ancora pungente. Passato Villastellone la pianura rimarrà solo un ricordo. Il sole fa capolino tra le nuvole e in poco tempo finalmente riscalda i muscoli e rallegra l'umore. In poco tempo, dopo Poirino e Isolabella, ci troviamo in provincia di Asti. Passiamo paesi e paesini belli quanto solitari che in qualche modo ci interrogano (ma tu in questo paradiso ci vivresti?, non so, forse si, ma forse preferisco ancora qualche anno di stress da hinterland...). Dopo circa 4 ore e 80 Km arriviamo a Costigliole, altro splendido posto dove decidiamo di fermarci a mangiare e riposare un po'. In realtà, anche qui non è che ci sia sta gran vita, ma un bar pasticceria ci prepara comunque due toast che con una birra e gazzosa ci danno forza per ripartire.
Ormai il sole si è pienamente impossessato del cielo,e sulle salite dei queste colline, comincia a farsi sentire con un caldo tepore.
Siamo nel pieno della Langa astigiana, terra di vini e castelli. Decidiamo quindi di abbassare il ritmo e fermarci spesso per fare foto e godere un po' di questi scenari veramente unici.
In poco tempo siamo comunque a Nizza Monferrato e poi da lì ad Acqui Terme, dove alloggeremo per la notte in un bell'albergo nel pieno centro, ricavato nei locali dell'ex seminario. Pulito e ad un prezzo onestissimo, con personale molto cordiale; quello che ci vuole dopo una bella cavalcata ciclistica di quasi 120 km.
Prese le camere e fatte le docce passiamo il resto del pomeriggio a bighellonare da turisti in quel di Acqui, con la scusa della fatica fatta e che faremo ci concediamo aperitivo, cena e bicchiere di brachetto post cena, tanto per onorare il territorio che ci ospita.
Il cielo è ancora sereno sopra Acqui e in un angolino remoto della nostra mente alberga la speranza che le previsioni di pioggia e freddo per l'indomani siano sbagliate o per lo meno troppo pessimistiche.
Il 2 maggio, dopo un ottima colazione si parte. Ahimè le previsioni non erano pessimistiche. Il cielo è plumbeo, l'asfalto già bagnato. L'unico dubbio ormai non è se prenderemo acqua, ma quanta ne prenderemo! Tanta! È la risposta, tanta acqua. Per 70 km circa Giove pluvio ci battezza ininterrottamente con il risultato di aumentare il coefficiente di epicità (o stupidità, fate voi) dell'impresa ma purtroppo di abbassare notevolmente il piacere nel passare borghi e paesaggi di questo angolo di terra piemontese/ligure. Dopo un thè caldo in quel di Sassello, la discesa su Varazze è vissuta più come uno strazio che deve passare in fretta per evitare il definitivo congelamento di piedi e mani. L'ultimo tratto di costa ligure si fa sull'aurelia in un alternarsi di discese e salite. L'ultima è quella di circa 70 metri di di dislivello in 1 km prima di Arenzano. Diamo fondo alle ultime energie e ci presentiamo in centro verso le 13.30. Fradici come pulcini decidiamo di andare subito a vedere se la palestra messa a disposizione dall'organizzazione è già aperta per poterci cambiare ed indossare qualcosa di asciutto.
Ovviamente la localizzazione della palestra non è delle più agevoli e dopo un paio di giri a vuoto decidiamo di chiedere alla locale sezione della Croce Rossa. I volontari presenti, impietositi alla vista degli Orchi fradici ci propongono di cambiarci nel retro della loro sede. Non ce lo facciamo ripetere due volte e ne approfittiamo, scopriamo che molti di loro saranno impegnati l'indomani sul percorso del trail.
Ovviamente nel frattempo ha smesso di piovere, ne approfittiamo per un giro in centro e per mangiare qualcosa. Il tempo di ritirare i pettorali e di avere in dote le chiavi della palestra (che però non aprono nessuna porta) e presto arrivano gli altri Orchi. Rinfrancati anche dalla loro presenza, cominciamo con le chiacchere, risate e sfottò che ci faranno presto dimenticare freddo e fatica.
L'ultima prova alquanto ostica di giornata consiste nel tentare di riposare in palestra, messaci a disposizione solo dopo le 22.30 per un fraintendimento tra organizzatori e locale squadra di pallavolo. Proviamo comunque a riposare un po', domani ci aspetta un'altra prova, la gara corta del Trail Rensen, molto meno dura del Gran Trail, ma pur sempre una gara di 23 km con 1300 metri d+. Ma per quanto riguarda la gara, vi lasciamo alle belle parole degli altri Orchi che hanno ben interpretato anche le nostre sensazioni.
Alla prossima avventura ciclopodistica!
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