martedì 14 gennaio 2014

Ciaspole Scialpinismo Pointe de la Pierre Aymaville (AO) 12 Gennaio 2014

Foto Point de la Pierre

Dal racconto dell'OrcoDavid

Pointe de la Pierre 2650 m.
Aymaville, fraz Ozein, Valle di Cogne (AO)
disl. 1250 m.

Neve, si diceva settimana scorsa: abbondante e adesso anche abbastanza stabile, per di più in un contesto climatico pre-primaverile.
L'imperativo è sfruttare al massimo l'occasione ed allora, complice l'OrcoCamola,  decidiamo di proporre agli Orchi una classica dello scialpinismo/racchette della Valle d'Aosta.
Le mete invernali sono solitamente cime poco significative dal punto di alpinistico, le vette più importanti sono solitamente raggiunte da scialpinisti forti e ben allenati nella tarda primavera. Pointe de la Pierre non fa eccezione; è poco più che un panettone all'inizio della Valle di Cogne. Ma come ogni elevazione posta all'imbocco delle valli, per di più in quel paradiso in terra che si chiama Valle d'Aosta, anche l'umile Pointe della Pierre è in grado di regalare bellezza a piene mani.

Complice un cielo dipinto dalle sole tonalità del blu, la giornata, di cui io e OrcoCamola siamo gli unici attori tra gli Orchi, scorre veloce nel tentativo inutile di scannerizzare continuamente le montagne che ci circondano, alternando stupore ed emozione di una visione a 360 gradi di cime, creste, guglie, pareti. Ai runner più incalliti evidenziamo che dalla cima si può ripercorrere mentalmente quasi tutto il Tor de Geant poiché la vista spazia dal vicinissimo Emilius e dalla Becca di Nona alle montagne del gruppo del Gran Paradiso, con la Grivola in primissimo piano; per passare dalla zona del Piccolo San Bernardo. In seguito, proprio di fronte a noi, sua Maestà il Bianco con tutti i suoi satelliti, le valli centrali con il Grand Combin e poi passando per la Tete de Valpelline e la  dent d'Herens per arrivare al Cervino e subito dopo al gruppo del Rosa. Scattiamo foto su foto ma c'è sempre qualche altro pezzo che uno vorrebbe prendere e portare a casa, per piazzarlo fuori dalla propria finestra.

Quello che è successo prima passa quindi in secondo piano ma vale la pena di essere descritto. La gita parte da  uno spiazzo poco oltre l'abitato della frazione di Ozein e percorre una strada forestale, che è possibile “tagliare” in più punti e  che raggiunge gli alpeggi prima di Romperein e poi di Champcheneil. A questo punto il bosco finisce e l'itinerario segue la dorsale per massima pendenza.
Lo scarsissimo sviluppo metrico (5,77 Km) fa si che ci sciroppiamo i 1200 metri di dislivello in meno di tre ore, pause comprese. In cima una stranissima assenza di vento ci permette di scattare altre foto e di gustare i nostri “sanguis” (sandwiches in versione barotta).
E' ora di scendere, la neve di oggi non è più la farina di domenica scorsa, il caldo fuori stagione se da un lato “coccola” escursionisti di solito infreddoliti, dall'altro ha reso la neve crostosa ed il vento ha contribuito a spelacchiare un po' la cresta e a riempire  gli avallamenti del terreno. Ma oggi tutto passa in secondo piano, io come ciaspolatore poi non necessito della “powder” per cui stravedono gli scialpinisti, ma anche OrcoCamola, oggi sci-munito (ma forse è meglio scrivere munito di sci, a scanso di equivoci...) si dimostra soddisfatto mentre in discesa disegna ottime curve su un pendio letteralmente “arato” dal passaggio di molti predecessori nei giorni precedenti.
In poco tempo ci troviamo agli ultimi  tornanti della strada forestale e poi alla macchina, con il sole che filtra nel bosco, ancora abbastanza alto nel cielo. Si scende a valle, siamo consci che sta finendo una di quelle giornate che costituiscono uno dei regali più grandi che la montagna ci possa fare.  A noi Orchi spetta il compito di conservare e divulgare sempre lo spirito  che  permetta di apprezzare ed amare tali regali.
W la montagna, W gli Orchi

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