Dal racconto dell'OrcoMirco
Per iscriversi ad una ultra ci vuole sempre un pò di sana follia, quando con il dito indice dai il famoso “enter” non devi essere nelle tue piene facoltà mentali, altrimenti non lo faresti.
La volontà di iscrivermi alla LUT, inizialmente nasce per gioco, pre-iscrizione gratuita. Gratuito!!! si fa tutto, anche perché sicuramente non mi prenderanno, basta pensare al numero chiuso di pettorali e a quanti ne faranno richiesta.
Dopo una settimana lo squillo del telefonino. E' un sms “complimenti sei stato estratto, conferma la tua iscrizione alla lut 2015 “
Credo sempre al destino e quindi mi iscrivo.
Pochi allenamenti una gara un po lunga, la 66km del Trail del Monte Soglio e poco altro.
Arriva il giorno sono l’unico Orco atleta ufficialmente iscritto alla LUT, mi sembra di essere il portabandiera della repubblica del Tongo all’apertura dei giochi olimpici invernali.
Essere solo a volte può dare dei vantaggi ma in una gara cosi lunga personalmente non ne vedo. Confidente di trovare qualcuno, qualche atleta con cui hai scambiato due parole o una battuta in qualche sperduto trail, ed essendo del tuo livello, potrebbe diventare il compagno di avventura. Guardandomi qua e la, all’interno del padiglione espositivo dei vari sponsor, incontro per primo Daniele Fornoni (atleta piemontese ndr), poi OrcoEle con Stefano Ruzza e team Vibram al completo. Il livello è decisamente elevato, non saranno certo loro i miei compagni di viaggio.
Magari riuscissi a incontrare il mio vecchio amico OrcoLivio, ma da due giorni ogni tentativo è stato vano, la solita segreteria telefonica.
Siamo a 3 ore dalla partenza e Livio continua ad essere irraggiungibile, quando ormai sono rassegnato all’idea di fare 120 km in solitudine, mentre mi accingo a fare i primi preparativi, sento da lontano una voce familiare poi come per magia vedo spuntare Livio: “che piacere incontrarti”, adesso la LUT può partire.
Ore 23,00, siamo in quattro; io OrcoLivio e due sui amici , Diego 1 e Diego 2. Scambiamo due parole per togliere la tensione e conoscerci meglio ma è gia ora. La LUT è partita, decisamente spettacolare, vedere 1300 trailers in centro di Cortina correre tra i negozi super griffati, ti rendi conto che i tempi sono cambiati e che il sano vecchio spirito trail è forse tramontato, siamo infatti tutti super tecnologicamente griffati, pantaloncini tecnologici, lampade frontali “intelligenti “, bastoni in super carbonio, si, oggi questo connubio lusso e trail non è così fuori luogo, ma dopo i primi km tutto questo non ha più valore, d’ora in avanti conta solo la testa e le gambe.
Fatti i primi 40 km su sentieri che sembrano autostrade sterrate e salite decisamente abbordabili, ci troviamo a lago di Misurina, foto di rito.
ripartiamo, i miei pensieri vanno subito ad un rapido conteggio ottimistico,” già fatto 1/3 di gara, sono venuto fino qui per fare una gita tra le Dolomiti ? “Il prima segnale che non sarà cosi arriva subito dopo, saliamo su un discreto pendio verso le tre cime di Lavaredo Rifugio Auronzo, posto tappa con relativa sacca per cambiarci.
Svolto il rito del cambio, ci accingiamo a consumare una minestrina alle 7,30 del mattino, non desideri di meglio.
Ripartiamo siamo rapidamente sotto le famose tre cime di Lavaredo, altra foto di rito.
Si riparte per il lungo discesone che ci porterà a Ciamabanche, ma a questo punto rimaniamo solo in tre , Diego 2 il più giovane non c’è la fa e deve abbandonare ,siamo al 67 km.
Ripartiamo verso Forc Lerosa una incantevole vallate in quota, durante la discesa devo fare i conti con le solite vesciche e allora cosa di meglio che mettere n°2 compeed .
Arrivati al ristoro di Malga Rastua ci sentiamo euforici, alla partenza ci concediamo anche un paio di saltelli a ritmo di musica che ci stava accompagnando in sottofondo.
Ma saranno gli ultimi momenti di divertimento da li in avanti la musica cambia.
Ci troviamo al km 85 nella val Travenanz, luogo che il Padreterno costruendo le Dolomiti si è dimenticato, la salita da percorrere è un sentiero stretto e sdrucciolevole con dei passaggi veramente pericolosi, basterebbe un nulla, un piede messo male, un leggero malore per finire nel vuoto.
Per fortuna a noi non accade nulla e non accadrà nulla a nessun trailers, ma la tragedia, se non viene fatto qualcosa, è solo rimandata.
Dopo alcuni chilometri si spalanca davanti ai nostri occhi una vallata desertica una immensa pietraia con al centro un torrentello che ci obbliga ad attraversamenti continui, arriva per completare l’opera un violentissimo temporale, tuoni e fulmini un nubifragio misto acqua e grandine, ci obbliga a trovare un rifugio, lo facciamo sotto dei massi, ma dopo una decina di minuti i tuoni e fulmini si sono attenuati, anche se la pioggia è aumentata, dopo un rapido consulto a tre decidiamo di ripartire.
Finalmente scolliniamo, ma il temporale non molla, siamo fradici, io devo fermarmi sotto una specie di galleria perché ho freddo e devo mettermi la termica sotto il goretex. Mi congedo dai miei compagni e gli annuncio che probabilmente al prossimo ristoro mi ritirerò.
Ultimate le operazioni di svestizione e ri-vestizione, riparto dopo una decine di minuti il cielo comincia a rasserenarsi, come per magia anche io sto meglio.
Allora rivedo la mia decisione di ritirarmi, arrivo al ristoro Col Gallina siamo al 95° km, ritrovo i miei compagni, rimasti li in attesa per salutarmi, convinti del mio imminente ritiro.
Comunico la decisione di continuare, loro sono infreddoliti da una pungente aria, bagnati, fermi ormai da almeno 20 minuti.
Con un grande spirito di gruppo, attendono pazienti le mie operazioni di rifornimento e ulteriore cambio abbigliamento, mentre rapidamente cerco di reintegrare un po di zuccheri, mi scambio alcuni sguardi con i miei compagni. Sono sguardi che ti danno la forza di continuare e la consapevolezza che in quel momento così delicato eravamo diventati un vero team e che insieme avremo portato al termine la gara.
La salita che ci porta al Rifugio Averau è di quelle veramente impegnative. Siamo sfiniti, ma con dolce sorpresa il gentilissimo personale del rifugio ci offre un piacevolissimo tè misto erbe, lo carico di zucchero per recuperare insperate energie .
Ripartiamo convinti che ormai siamo vicini alla famosa discesa finale verso Cortina, ma ci sbagliamo dobbiamo risalire per poi ridiscendere ed arrivare al Passo Giau ennesimo ristoro, siamo al km 101, ci informano che ormai a parte due brevi salite, siamo arrivati.
Ripartiamo dopo aver consumato della fresca macedonia, la prima salita è veramente semplice ma quando intravvediamo la rampa finale della seconda, ti viene voglia di buttare tutto per terra e aspettare.
Non sai chi e che cosa, allora ti rendi conto che devi andare avanti devi farcela devi sconfiggere la stanchezza e la logica, inizia di nuovo a piovere la salita è una rampa, si sale a stento, passo dopo passo con grande fatica arriviamo in cima, è fatta, d’ora in avanti sono 8 km di discesa, due voli per il fango e la stanchezza, arriviamo al traguardo nella piazza di Cortina. Siamo finischer della LUT.
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