Dal racconto dell'OrcoBee
Il calendario, impietoso, dice che siamo arrivati al 21 giugno, domenica, solstizio d'estate.
Quest'anno tra gare, tempo incerto (nei fine settimana, si intende...) e altri impegni vari non ero ancora riuscito a frequentare la montagna al di sopra dei 2000 metri.
Non che fosse mancata qualche scappata qua e la, ma con il termine frequentare intendo soprattutto dedicare un po' più di tempo di una rapida ascesa con scarpette e zainetto, attività peraltro divertente praticata con gli amici orchi.
Con OrcoCamola, già da giovedì, viste le favorevoli previsioni meteo, prospettiamo una di queste uscite e concordiamo subito che la modalità sia escursionistica, al più di alpinismo facile; al bando per un giorno tempi e dislivelli.
Dopo un po' di consultazioni decidiamo per la Valtournanche e una cima sopra la conca di Cheneil, se sarà Roisetta, Grand o Petit Tournalin lo decideremo la mattina di domenica.
Al sabato reclutiamo ancora Ogredoctor che reduce da qualche acciacco decide anche lui di regalarsi una uscita leggermente più “slow” come piace dire oggi.
Alla fine decidiamo per il Petit Tournalin, anche dietro mia richiesta perchè sono reduce da una salita il giorno prima al nostrano Roubinet, che mi lascia le gambe piuttosto di legno.
Per le quote più alte, ad inizio estate occorre ancora ragionare come in primavera. Non sapendo bene la situazione neve decidiamo quindi di caricarci piccozze e/o ramponi, hai visto mai...
Cheneil ci accoglie con una temperatura piuttosto bassa, complice folate di vento che di fatto ci accompagneranno fino in cima.
ecidiamo di affrontare il Petit Tournalin dal versante della val d'Ayas, passando per il colle di Nana. Questo versante è totalmente pulito da nevai e si presenta come una salita faticosa tra rocce rotte ma di fatto priva di difficoltà oggettive.
Arrivati in punta, in meno di tre ore (alla faccia della lentezza!!), decidiamo di scendere per il versante opposto che va a finire nella forcella che divide il Petit dal Grand Tournalin (non ci saliremo, lo lasciamo per la prossima volta, ci diciamo).
Oggi questo tratto si rivela uno dei più divertenti della gita; si presenta infatti come un lungo pendio di neve né “sfondosa” né troppo dura che di fatto ci evita più di 200 metri di dislivelo su pietraia.
Dopo la neve il sentiero del ritorno oltrepassa, in leggera discesa e con notevole spostamento un alternarsi di praterie di alta montagna costellate di centinaia di fiori, ruscelli e cascate. Nel frattempo il vento freddo si è calmato e sinceramente la voglia di scendere diminuisce, ci stordiremmo ancora volentieri per qualche ora della bellezza del posto.
Torniamo verso Cheneil, dove ci fermeremo per una meritata birra e poi verso le macchine, per un ritorno in pianura, un po' a malincuore ma con la giusta ricarica che ci ha dato questa giornata, complice sempre lei, la montagna!
W gli Orchi, w la montagna!
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