venerdì 26 giugno 2015

Lavaredo Ultra Trail Cortina d'Ampezzo(Bl) 26 Giugno 2015

Classifica Laveredo Ultra Trail 2015

Dal racconto dell'OrcoMirco

Per  iscriversi ad una ultra ci vuole sempre un pò  di  sana  follia,  quando con il dito indice dai il famoso “enter”  non devi essere  nelle tue piene facoltà mentali, altrimenti non lo faresti.                  
La volontà di iscrivermi alla LUT, inizialmente  nasce  per gioco, pre-iscrizione gratuita. Gratuito!!!  si fa tutto, anche perché sicuramente non mi prenderanno, basta pensare al  numero chiuso di pettorali e a quanti ne faranno richiesta.        
Dopo una settimana lo squillo del telefonino. E' un sms  “complimenti sei stato estratto,  conferma la tua iscrizione alla lut 2015 “                                                                            
Credo sempre al destino e  quindi mi iscrivo.
Pochi allenamenti una gara un po lunga, la 66km  del Trail del Monte Soglio e poco altro.
Arriva il giorno sono l’unico Orco atleta ufficialmente iscritto alla LUT, mi sembra di essere  il portabandiera della  repubblica del Tongo all’apertura dei giochi olimpici invernali.
Essere solo a volte può dare dei vantaggi ma in una gara cosi lunga personalmente  non ne vedo. Confidente di trovare qualcuno, qualche atleta con cui  hai scambiato due parole o una battuta in qualche sperduto trail, ed  essendo del  tuo livello, potrebbe diventare il compagno di avventura. Guardandomi qua e la, all’interno del padiglione espositivo dei vari sponsor,  incontro per primo   Daniele Fornoni (atleta piemontese ndr),  poi OrcoEle con Stefano Ruzza e team Vibram al completo. Il livello è decisamente elevato, non saranno certo loro i miei compagni di viaggio.
Magari riuscissi a incontrare il mio vecchio  amico OrcoLivio, ma da due giorni  ogni tentativo è stato vano, la solita segreteria telefonica.
Siamo a 3 ore dalla partenza e Livio continua ad essere irraggiungibile,  quando ormai sono  rassegnato all’idea  di fare 120 km in solitudine, mentre mi accingo a fare i primi preparativi, sento da lontano una voce familiare poi come per magia vedo spuntare   Livio:  “che piacere   incontrarti”, adesso la LUT può partire.
Ore 23,00,  siamo in quattro; io OrcoLivio  e due sui amici , Diego 1  e Diego 2. Scambiamo  due parole per togliere la tensione e conoscerci meglio ma  è gia ora. La LUT  è partita,  decisamente  spettacolare, vedere 1300 trailers in centro di Cortina  correre  tra i negozi super  griffati,  ti rendi conto  che i tempi sono cambiati e che  il sano vecchio spirito trail  è forse tramontato, siamo infatti tutti super  tecnologicamente griffati,  pantaloncini  tecnologici,  lampade  frontali “intelligenti “, bastoni  in super  carbonio, si, oggi questo connubio lusso e trail  non è così fuori luogo,  ma  dopo  i  primi km tutto questo non ha più valore, d’ora in avanti conta solo la testa  e le  gambe.

Fatti i primi 40 km   su sentieri che sembrano  autostrade sterrate e  salite  decisamente abbordabili, ci troviamo  a  lago di Misurina,  foto di rito.

ripartiamo, i miei pensieri vanno subito ad un rapido conteggio ottimistico,” già fatto  1/3 di gara, sono venuto fino qui per  fare  una  gita tra le Dolomiti ? “Il prima segnale che  non sarà cosi arriva subito dopo,  saliamo su un  discreto pendio verso le tre cime di  Lavaredo  Rifugio Auronzo, posto   tappa con relativa sacca per cambiarci.
Svolto  il  rito del cambio, ci accingiamo a consumare  una minestrina alle 7,30 del mattino,  non desideri di meglio.
Ripartiamo siamo rapidamente sotto le famose tre cime di Lavaredo, altra foto di rito.

Si riparte  per il lungo discesone che ci porterà  a Ciamabanche, ma a questo punto rimaniamo solo in tre , Diego  2  il  più giovane non c’è la fa  e deve abbandonare  ,siamo al 67 km.
Ripartiamo   verso Forc Lerosa una incantevole vallate in quota,  durante la discesa  devo fare i conti con le solite vesciche e allora cosa di meglio che mettere n°2 compeed .
Arrivati al ristoro di  Malga Rastua  ci sentiamo euforici,   alla partenza  ci concediamo anche  un paio di   saltelli  a ritmo di  musica  che  ci stava accompagnando  in sottofondo.
Ma  saranno  gli ultimi  momenti  di  divertimento da li in avanti la musica  cambia.
Ci troviamo  al km 85   nella val Travenanz,  luogo che il Padreterno costruendo le Dolomiti si è dimenticato, la salita da percorrere è un sentiero stretto e sdrucciolevole con dei passaggi veramente pericolosi, basterebbe un nulla, un piede messo male, un leggero malore per finire nel  vuoto.
Per fortuna a noi non accade nulla e non accadrà nulla a nessun trailers,  ma la tragedia, se  non viene fatto qualcosa, è solo rimandata.
Dopo  alcuni chilometri si spalanca davanti ai nostri occhi una vallata desertica una immensa pietraia con al centro un torrentello che ci obbliga ad attraversamenti continui, arriva per completare l’opera  un violentissimo temporale,  tuoni e fulmini un nubifragio misto acqua e grandine, ci obbliga a trovare un rifugio, lo facciamo sotto dei massi, ma dopo una decina di minuti i tuoni e fulmini si sono attenuati, anche se la pioggia è aumentata, dopo un rapido consulto a tre decidiamo di ripartire.

Finalmente scolliniamo, ma il temporale  non molla, siamo fradici, io devo fermarmi sotto una specie di galleria perché ho freddo e devo mettermi la termica sotto il goretex. Mi congedo dai miei compagni e gli  annuncio che probabilmente  al prossimo ristoro mi ritirerò.
Ultimate  le operazioni  di svestizione e ri-vestizione, riparto dopo  una decine di minuti il cielo comincia a rasserenarsi, come per magia anche io  sto meglio.
Allora rivedo la mia decisione di ritirarmi, arrivo al ristoro Col Gallina siamo al  95° km,  ritrovo  i miei compagni, rimasti li  in attesa per salutarmi, convinti del mio imminente ritiro.
Comunico la decisione  di continuare, loro sono infreddoliti  da una pungente aria, bagnati,  fermi ormai da  almeno 20 minuti.
Con un grande spirito di gruppo, attendono pazienti le mie operazioni di rifornimento e ulteriore cambio abbigliamento, mentre rapidamente cerco di reintegrare  un po di zuccheri, mi scambio alcuni sguardi con i miei compagni. Sono sguardi  che ti danno  la forza di continuare e la consapevolezza che in quel momento così delicato eravamo diventati un vero team e che insieme avremo  portato al termine la gara.
La salita che ci porta  al Rifugio Averau  è di quelle  veramente  impegnative. Siamo sfiniti, ma con dolce sorpresa il gentilissimo personale del  rifugio ci offre un  piacevolissimo tè misto erbe,  lo carico di zucchero per recuperare insperate  energie .
Ripartiamo convinti che  ormai  siamo vicini alla famosa discesa finale verso Cortina, ma ci sbagliamo  dobbiamo risalire per poi  ridiscendere ed arrivare  al  Passo Giau ennesimo ristoro, siamo  al km 101, ci informano che ormai a parte due brevi  salite, siamo  arrivati.
Ripartiamo dopo  aver consumato della  fresca macedonia,  la prima salita  è veramente  semplice ma quando intravvediamo la rampa finale della seconda,  ti viene voglia  di  buttare tutto per terra  e  aspettare.
Non sai chi e che cosa, allora ti rendi conto che devi andare avanti devi farcela devi sconfiggere la stanchezza e la logica, inizia di nuovo a piovere  la salita è una rampa, si sale a stento, passo dopo passo con grande fatica arriviamo in cima, è fatta, d’ora in avanti sono  8 km di discesa, due voli per il fango e la stanchezza,  arriviamo al traguardo  nella piazza di Cortina. Siamo  finischer   della LUT.    



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