martedì 15 settembre 2020

Bici MTB Colle del Sommeiller da Bardonecchia (To) 6 Settembre 2020

 


Dal racconto dell'OrcoLallo

Ormai sono 3 anni che faccio della bici da strada il mio hobby/passatempo/palestra, e da allora sono sempre alla ricerca di nuove strade e suggerimenti presi qua e la per poter conoscere posti magici da portare sempre con me.
Da settimane anzi da mesi c’è il mio compagno di avventure (OrcoRolfy facendo nome e cognome) che mi parla del Colle del Sommellier e della sua irrefrenabile voglia di scalarlo in bici. Un luogo di culto che parla da solo per coloro che amano “le ruote grasse”, ma del quale non ho mai sentito vera necessità di affrontarlo. 27 km di salita, su sterrato, 3000m di altitudine, “robe da mat”, soprattutto per il fatto che su una mountain bike non salgo da età adolescenziale.
Decido di fare questo regalo al compare orco e noleggiamo le due bestie da cavalcare: più simili a muli svogliati che a destrieri Impavidi.
La salita da Bardonecchia è all’inizio asfaltata e corre lenta nella pancia di un fitto bosco che si apre solo nei pressi del piccolo borgo di Rochemolles. Inizia dunque lo sterrato dove le biciclette si sentono finalmente a loro agio. Intravediamo un sentiero che sembra condurre alla diga. È proprio così ma occorre del rude portage tra erbacce spinose e un cupo tunnel nella roccia scavato ormai da lunghissima data.
Arriviamo finalmente alla diga e si apre innanzi a noi un bellissimo scenario alpino, le mucche ci guardano curiose con sottofondo lo scroscio di freschi ruscelli. Il paesaggio verde e rigoglioso ci delizia letteralmente gli occhi fino ad arrivare al suo culmine al rifugio Scarfiotti (2200m). Una piccola pausa è d’obbligo per mangiare una barretta e godersi la impagabile visione di un laghetto verde come uno smeraldo ed una altissima cascata che ci rinfresca prima di ripartire.
Il paesaggio cambia volto, il verde lascia spazio al sabbioso e polveroso giallo. La strada di terra battuta viene rimpiazzata da spigolose pietra che di tanto in tanto minano al nostro equilibrio. La pedalata si fa man mano più pesante fino ad una sana boccata di ossigeno a Pian dei Frati (2500m). Per qualche centinaio di metri abbiamo tempo è possibilità di guardarci bene intorno. Pareti ruvide e scure ci fanno da guida mostrandoci la via per la vetta che sembra sempre più vicina.
Gli ultimi tornanti sono da incubo: pietrosi, trafficati, polverosi. Guardo le gocce di sudore che si schiantano una dopo l’altra sul telaio e di tanto in tanto alzo la testa per guardare quanto manca. Orco rolfy come sempre scappa via negli ultimi km per trasformarsi in autentico tifoso da Tour de France aspettandomi all’arrivo. 
Manca poco, vedo del ghiaccio a bordo strada, fa freddo, il cielo si ingrigisce, ma c’è un puntino rosso che scuote le braccia. Eccolo. Quella è la cima. Indurisco il rapporto e pedalo gli ultimi metri quasi sollevato dal suolo; quel suolo che pochi istanti dopo sfioro con i piedi scendendo dal mio mulo stanco quasi quanto me. Cammino letteralmente sulla luna, sia per la mia leggerezza dell’essere arrivato in cima, ma soprattutto per quel paesaggio che mi circonda: c’è un lago nero, del ghiaccio, sabbia, ed un ampia vallata alle mie spalle che ricorda davvero il nostro vicino satellite.
Ci concediamo ancora qualche metro di portage per arrivare alla bandierina che segna 3008m di quota. È magnifico. Quel sogno che Orco Rolfy nutriva da tempo è diventato anche mio...
Ciò che però (nostro malgrado) ci sveglia, è il sopraggiungere di altre nuvole scure accompagnate da un vento tutt’altro che caldo.
Si parte a tutta. La discesa non è il nostro forte, ancor più su sterrato. Ci superano praticamente tutti ma ci sentiamo letteralmente come 2 adolescenti sulle montagne russe. Super !!
Ripassiamo dal rifugio Scarfiotti dove una meritata sosta panini ci dona il ristoro necessario per affrontare sul finire il percorso-balcone nel bosco che ci porta allo Jafferau.
Danziamo sulle ruotone sulla discesona finale fatta di ottimo asfalto piegando come motociclisti ed eccoci infine a Bardonecchia.

Giornata storica; arrivare a 3000m in bicicletta è davvero qualcosa di straordinario e che, oltre ad arricchire il mio ancora breve curriculum di scalatore, rende davvero l’idea di quanto affascinanti e imponenti siano le nostre montagne (Benché scalate in sella a 2 muli😀)


Nessun commento:

Posta un commento