Foto Up Hill Rocciamelone 2020
Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga
Ad un mese esatto dalla festa della Madonna della neve che si svolge il 5 Agosto sulla chiesetta di sommità, Gli Orchi ritornano sulla montagna principe della Val di Susa che per la sua elevazione ed il percorso corribile, è divenuta il simbolo delle attività sportive ed escursionistiche della nostra Associazione.
Ma è anche il simbolo della gara Red Bull K3, che, unica in Europa, permette di superare in neanche 10 km un dislivello di triplo kilometro verticale senza toccare ghiacciai o arrampicare.
La facilità di accesso dalla valle e la frequentazione nell’arco di 7 secoli hanno di fatto permesso la realizzazione sulla vetta di numerose strutture e statue. Vi si trovano infatti il santuario più alto d’Europa, intitolato a Nostra Signora del Rocciamelone, un rifugio, chiamato Rifugio Santa Maria con 15 posti ed un locale invernale sempre aperto.
Sulla spianata di sommità, vi è la statua in bronzo dedicata alla Madonna, realizzata nel 1899 e ivi trasportata nello stesso anno dal 4° reggimento alpini Monte Cervino ed un busto in bronzo del re Vittorio Emanuele II in occasione della sua salita alla vetta nel 1838.
La vetta , posta a quota 3538 metri è inoltre un importante punto geodetico di prima categoria.
E comunque in 12 Orchi ci ritroviamo a Rivoli il pomeriggio del sabato 5 Settembre per una delle prime attività societarie realizzate dopo la chiusura per Covid 19.
In tanti ci siamo rivisti praticamente per la prima volta a partire dalla nostra gara dei Massi Erratici del Febbraio scorso ed è stato un incontro commovente dopo il drammatico periodo di clausura generato dal Lock down. Ognuno ha vissuto tale periodo nella propria interiorità, ma certamente la voglia di uscire e di ritornare alle nostre attività sportive in montagna è stata certamente più forte del timore per i risvolti sanitari per lo più sconosciuti della pandemia in atto.
Parte proprio da Rivoli la parte più difficile della escursione, infatti non appena iniziamo a percorrere la strada che risale da Susa fino alla Riposa, troviamo un intensissimo traffico di vetture che discendono dalla montagna. Purtroppo la esigua larghezza della strada impedisce praticamente il doppio senso di marcia e incrociamo almeno un centinaio di vetture che ridiscendono a valle dopo la giornata trascorsa in montagna sui prati e nelle escursioni.
Probabilmente tutti i gitanti e merenderos della valle si sono dati appuntamento sulle pendici del Rocciamelone e tenuto conto che ormai le vetture hanno acquisito le dimensioni di un monolocale, ad ogni incrocio abbiamo dovuto ricorrere ad una serie di manovre di retromarcia alquanto rischiose, visti i pendi presenti a bordo strada.
Finalmente alle 17, praticamente dopo 2 ore di viaggio snervante, riusciamo a raggiungere il parcheggio inferiore circa 100 metri sotto la Riposa (2200 m).
Basta toccare il sentiero che Gli Orchi si trasformano ed in circa 1 ora raggiungiamo il rifugio Ca d’Asti a quota 2854 m. Qui incrociamo molti escursionisti che hanno deciso di pernottare al rifugio per effettuare la salita il giorno dopo ed altri ancora che scendono dalla vetta. Il meteo si prospetta decisamente buono ma ormai l’aria frizzante della alta montagna obbliga ad una veloce sosta. Il sentiero, oltremodo conosciuto sulle pendici friabili e ghiaiose percorre lunghi giri.
E qui la differenza di preparazione e di età fa una selezione, ma nonostante tutto raggiungiamo velocemente la Punta intermedia della Croce di ferro a 3300 m.
Di qui in avanti il percorso diventa un facile sentiero attrezzato con canaponi ed ancoraggi sostituiti recentemente che permette di superare agevolmente gli ultimi 250 metri di cenge e risalti rocciosi.
I primi raggiungono praticamente la vetta verso le 19,10 e a seguire gli altri.
Numerosi escursionisti sono già stipati nel rifugio invernale, alcuni incredibilmente con pesanti bici da fuoristrada. Altri ancora raggiungono la cima con sacchi a pelo e tendine.
Per tutti si sta prospettando un favoloso tramonto da lasciare a bocca aperta. L’ultimo sole proietta l’ombra del Rocciamelone sul mare di nuvole sottostante, tale da lasciare presagire la formazione di una nuova grande cima sulla cordigliera che va verso Torino.
Alla luce del crepuscolo più o meno velocemente iniziamo a scendere lungo le corde fisse. La debole luce naturale ci permette comunque di arrivare fino alla croce di ferro, dove attendo in un tripudio di colori i nostri ultimi compagni; un momento emozionante, da solo in una quiete infinita. La discesa avviene alla luce delle nostre frontali tra una chiacchera e l’altra con sosta culinaria al rifugio.
Raggiungiamo il parcheggio verso le 22,30.
Una tranquilla grande giornata da Orchi!
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