lunedì 7 settembre 2020

Raid Night Up Hill Rocciamelone 3538 Slm - Susa(To) 5 Settembre 2020

 

Foto Up Hill Rocciamelone 2020

Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga

Ad un mese esatto dalla festa della Madonna della neve che si svolge il 5 Agosto sulla chiesetta di sommità, Gli Orchi ritornano sulla montagna principe della Val di Susa che  per la sua elevazione  ed il percorso  corribile, è divenuta il simbolo  delle  attività sportive ed escursionistiche della  nostra Associazione.

Ma è anche il simbolo della gara Red Bull K3, che, unica in Europa, permette di superare in neanche 10 km un dislivello di  triplo kilometro verticale senza toccare ghiacciai o  arrampicare. 

Tralasciando una etimologia controversa, il nome del monte viene  latinizzato in Mons Romuleus  e cambiato   successivamente in  Monte Romuleio nel XI secolo.  La prima salita documentata  risale al 1° Settembre 1358  da parte del  crociato Bonifacio Rotario  allorchè venne depositato sulla vetta il trittico in bronzo dedicato alla Madonna e realizzato a Bruges. 

La facilità di accesso dalla valle e la frequentazione nell’arco  di 7 secoli hanno di fatto permesso la realizzazione  sulla vetta di numerose  strutture e statue. Vi si trovano infatti il santuario più alto d’Europa, intitolato a Nostra Signora del Rocciamelone, un rifugio, chiamato Rifugio Santa Maria con 15 posti ed un locale invernale sempre aperto.

Sulla spianata di sommità,  vi è la statua in bronzo  dedicata alla Madonna, realizzata nel 1899 e ivi trasportata nello stesso anno dal 4° reggimento alpini Monte Cervino ed un busto in bronzo del re Vittorio Emanuele II in occasione della sua salita alla vetta nel 1838.

La vetta , posta a quota 3538 metri è inoltre un importante punto geodetico di prima categoria.

E comunque in 12 Orchi ci ritroviamo a Rivoli  il pomeriggio del sabato 5 Settembre  per  una delle prime attività  societarie realizzate  dopo la chiusura  per Covid 19.

In tanti ci  siamo  rivisti praticamente per la prima volta   a partire dalla nostra gara dei Massi Erratici del Febbraio scorso ed è stato un incontro  commovente  dopo il drammatico periodo di clausura generato dal Lock down. Ognuno ha vissuto tale periodo nella propria  interiorità, ma certamente la voglia di uscire e di ritornare alle nostre attività sportive in montagna è stata certamente più forte del timore per i risvolti sanitari per lo più sconosciuti della pandemia in atto.

Parte proprio da Rivoli la parte più difficile della escursione, infatti non appena iniziamo a percorrere la strada che risale  da Susa fino  alla Riposa, troviamo un intensissimo traffico di vetture che discendono dalla montagna. Purtroppo la  esigua larghezza della strada impedisce praticamente  il doppio senso di marcia  e incrociamo almeno un centinaio di vetture che ridiscendono a valle dopo la giornata trascorsa in montagna  sui prati e nelle escursioni.

Probabilmente  tutti i gitanti e merenderos della valle si sono dati appuntamento   sulle pendici del Rocciamelone e tenuto conto che ormai le vetture hanno acquisito le dimensioni  di un  monolocale, ad ogni incrocio abbiamo dovuto  ricorrere ad una serie di manovre di retromarcia alquanto  rischiose, visti i pendi presenti a bordo strada. 

Finalmente alle 17, praticamente dopo 2 ore di viaggio snervante,  riusciamo a  raggiungere il parcheggio inferiore  circa 100 metri sotto la Riposa  (2200 m).

Basta toccare il sentiero che Gli Orchi si trasformano ed in circa 1 ora raggiungiamo il rifugio Ca d’Asti a quota 2854 m. Qui incrociamo molti escursionisti che hanno deciso di pernottare al rifugio per effettuare la salita il giorno dopo ed altri ancora che scendono dalla vetta. Il meteo si prospetta decisamente buono ma ormai l’aria frizzante della alta montagna obbliga ad una veloce sosta. Il sentiero, oltremodo conosciuto sulle pendici friabili e ghiaiose percorre lunghi giri.

E qui la differenza di preparazione e di  età fa una selezione, ma nonostante tutto  raggiungiamo velocemente la Punta intermedia della Croce di ferro a 3300 m.

Di qui in avanti il percorso diventa un facile  sentiero attrezzato con canaponi ed ancoraggi sostituiti recentemente  che permette di superare agevolmente gli ultimi 250 metri di cenge e risalti rocciosi.

I primi raggiungono praticamente la vetta  verso le 19,10 e a seguire gli altri.

Numerosi escursionisti sono già stipati nel rifugio invernale, alcuni incredibilmente con  pesanti bici da fuoristrada. Altri ancora raggiungono la cima con sacchi a pelo e tendine.

Per tutti si sta prospettando un favoloso tramonto  da lasciare a bocca aperta. L’ultimo sole  proietta l’ombra del Rocciamelone sul mare di nuvole sottostante, tale da lasciare presagire la formazione di una nuova grande cima sulla cordigliera che va verso Torino.

Alla luce del crepuscolo più o meno velocemente iniziamo a scendere lungo le corde fisse. La debole luce naturale  ci permette comunque di arrivare fino alla croce di ferro, dove  attendo in un tripudio  di colori   i nostri ultimi compagni; un momento emozionante, da solo in una  quiete infinita. La discesa avviene alla luce delle nostre frontali  tra  una chiacchera e l’altra con sosta  culinaria al rifugio.

Raggiungiamo il parcheggio verso le 22,30.

Una tranquilla grande giornata da Orchi!



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