Dal racconto dell'Orco730
Alla fine di febbraio, alcuni orchi avevano individuato una gara di
trail ai piedi del monterosa sul lato piemontese, la cui 3° edizione avrebbe
avuto luogo il prossimo 25 luglio.
Eravamo ad un passo dall’iscrizione, quando la situazione covid-19 e’
precipitata e tutti sappiamo come sono proseguite le cose.
Ma ora, ritornati ad una semi-normalita’, non abbiamo perso tempo e,
nonostante non ci fossero le condizioni meteo troppo convincenti, ci siamo
regalati 2 giorni sulle orme del Meht, Monterosa Extreme Himalayan Trail, il
percorso da 23 km.
Nella giornata del sabato, dopo aver piazzato la tenda in un campeggio
alle porte di macugnaga, Abbiamo assaggiato la zona salendo di circa 700 mt d+
dalla frazione pecetto verso monte moro. Aravamo molto contenti di scoprire
percorsi nuovi e al tempo stesso un po’ dispiaciuti perche’ le nuvole non ci
permettevano di ammirare il massiccio del rosa.
La notte in tenda e’stata parecchio fredda ma e’ valsa la pena
resistere perche’ al risveglio ci siamo sorpresi per gli squarci di sereno che facevano ben sperare
in una giornata di sole.
Muniti di cartina stampata dal sito della gara e fidandoci delle
semplici indicazioni del proprietario del campeggio, siamo partiti scendendo
brevemente la strada asfaltata per raggiungere la frazione isella e di qui
imboccare la carrozzabile in costante salita che al fondo valle si trasforma in
un sentiero e che ci ha condotto fino all’alpe Burki a 1581 mt.
A questo punto il sentiero si inerpica con una serie di tornanti fino
al belvedere a 1914 mt. uno spuntino veloce e un caffe’ nel dehor del rifugio e
siamo pronti per ripartire.
percorso circa un centinaio di metri ci ritroviamo sulla sponda del
ghiacciaio e un escursionista del luogo, evidenziandoci di quanto si sia
ridotto in pochi anni, ci indica che per l’attraversamento dobbiamo seguire le
paline rosse piantate tra le pietre che lo ricoprono
L’ambiente e’ spettacolare e noi ci sentiamo cosi’ bene che riusciamo a
correre lungo tutta la cresta che conduce al rifugio Zamboni, situato su un
largo pianoro a oltre 2000 mt. siamo ai piedi del Monterosa, a turno punta Gnifetti con la Capanna Margherita, Zumstein, Dufour e Norden fanno capolino
dalle nuvole che si spostano velocemente; sono incantata ma bisogna proseguire
perche’ la strada e’ ancora lunga.
Il sentiero balconata e’ davvero panoramico e, se non fosse per la
presenza di alcune lingue di neve che rallentano il passo, ci consentirebbe di
percorrere velocemente parecchia strada.
intimoriti dalla neve, decidiamo di tenerci un po’ piu’ bassi rispetto
al tracciato di gara e cosi’ perdiamo quota verso l’alpe Rosareccio a circa
1800 mt.
Quando il sentiero entra nel bosco comincia la parte piu difficile
muscolarmente perche’ la pendenza e’ notevole e il terreno e’ ricoperto di
foglie con pietre e radici. sono momenti
interminabili e non mi sto affatto divertendo, poi pero’ il fondo diventa piu
pulito e ritorno ad apprezzare la mia corsa.
poco dopo il lago secco, si ritorna a salire fino all’alpe Bletz,
passando per l’alpe schilt; un’altra ripida discesa scivolosa e ci troviamo
sulle rive del lago delle fate in Val Quarazza.
Non ci resta che scendere la carrozzabile fino
all’abitato di Isella e abbiamo chiuso il giro.
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