giovedì 21 giugno 2018
Trail Autogestito Giro delle Creste dell'Aqula Val Sangone(To) 17 Giugno 2018
Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga
Lasciate le grandi gite in alta montagna a periodi migliori, tre Orchi, il Sottoscritto, Stefano (Orco Meccanico) e Pasquale (Orco terra) ,si dedicano alla esplorazioni delle piccole cime vicino a casa. La Val Sangone si presta moltissimo a questo terreno di esplorazione, cime dai 2000 ai 2200 metri, a mezz’ora di auto da casa , ma fondamentalmente selvagge, quasi ignorate dal turismo escursionistico Torinese.
Eppure qui si possono percorrere itinerari da 8-10 ore di cammino in zone che fanno parte del nostro Sky line, ma su itinerari praticamente sconosciuti, dove si fa fatica a trovare qualche anima pia a cui chiedere confortanti consigli di orientamento.
Già lo scorso Sabato con Stefano avevamo battuto la prima parte della cresta di spartiacque tra la val Sangone e la val Lemina, per poi ridiscendere i confortanti pendii nostrani della punta Aquila.
Oggi l’ambizione si fa smoderata, per risalire dal Freidour al Colle della Roussa, dirimpettai alla Val Lemina e la Val Chisone.
Ritariamo le aspettative ed alle 8 del mattino partenza da La Maddalena ( 760 m) per risalire le Frazioni alte di Prese Viretto tra nuclei sparsi di abitazioni decisamente abitate.
Lasciate le ultime piste verso prese Damon, si prende il sentiero verso il Colle dell’Asino; capiremo dopo perché asino. Il sentiero traversa un fittissimo bosco tra grandi macchie di rododendri e resti di antiche abitazioni di margari, per vedere poi la luce nel pressi del colle Asino.
Umidità pazzesca da sottobosco senza ventilazione, finalmente si prende quota dirigendosi verso il colle del Besso, a quota 1466, importante valico tra la sottostante Val Lemina con il rifugio Mellano, Casa Canada, a circa un’ora di cammino.
Difatti il colle è raggiungibile con una mulattiera al servizio dei pastori di pecore ed Asini!
Puntiamo velocemente sul filo della cresta che in 1,45 ore raggiunge il colle del Muretto, il Cugno dell’Alpet e finalmente la piccola Chiesa posta in cima all’Aquila, la Madonna della pace a 2072 metri. Salita spacca gambe, con sentieri appena abbozzati da ricercare continuamente tra erbe e pietrame.
Dalla Madonna fino alla Punta dell’Aquila siamo ancora a casa, poi nebbia ovunque. Ma non ci facciamo intimidire e riprendiamo il filo di cresta per raggiungere il lontano Col della Roussa.
Seguiamo per circa 1,5 ore tutta la cresta su un sentiero fatiscente, tra pietraie immense e sempre nella nebbia fino oltre la punta Soresina e sotto il Bocciarda. Ma a questo punto il sentiero è completamente diverso dal tracciato della carta e nella nebbia non si riesce neppure a localizzare il versante su quale si transita. Un po’ di buon senso ed un briciolo di esperienza ci fanno velocemente optare per una ritirata sul percorso dell’andata fino a raggiungere nuovamente la Punta Aquila.
A questo punto veloce discesa all’Alpe Colombino e per strada asfaltata fino a raggiungere La Maddalena.
Sono già trascorse 9,30 ore con un dislivello D+ di circa 1700 metri, possono bastare!
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