Classifiche Stockholm Marahn 2018
Sito Stockholm Marathon 2018
“-Come ci sei riuscito?-
- Devi trattenere tutte le tue emozioni: l'odio, la delusione, l'amore, la collera e spingerle, tenerle legate quaggiù in fondo al tuo stomaco e poi lasciare che esplodano come un reattore: bam!”
(dal film “Ghost-Fantasma”)
Dal racconto dell'OrcoProf
Nel riposo delle vacanze natalizie, a due anni dalla conclusione della mia ultima Turin Marathon (Ottobre 2015) mi solletica l'idea di riprovarci, di tornare a dedicare del tempo ai duri allenamenti necessari per correre senza soffrire troppo la regina delle corse. Così vado alla ricerca di una maratona in una capitale europea che mi dia la possibilità di coniugare la corsa con l'occasione di un fine settimana turistico in compagnia di mia moglie Valentina. Dopo aver sbaragliato la concorrenza di Praga, Copenaghen, Helsinki e Riga, la prescelta è Stoccolma!
Dopo cinque mesi di allenamenti e di vita in cui disparate emozioni hanno affollato la testa ed il cuore, il 2 Giugno alle ore 12 mi trovo insieme ad altri 15754 atleti sul rettilineo di Lidingovagen pronto a prendere il via per la quarantesima edizione della Stockholm Marathon.
Ovviamente mi sento carichissimo, come sempre alla partenza di una grande corsa. Tuttavia l'avvicinamento alla manifestazione ha instillato in me una punta di preoccupazione. Nel corso dell'ultima settimana l'ansia per l'intervento chirurgico subito da mia padre non mi ha fatto dormire come avrei dovuto. L'organizzazione inoltre ci ha aggiornato quotidianamente sulle previsioni meteo che prevedono un caldo asfissiante sulla penisola scandinava, consigliando addirittura di non presentarsi al via se non al massimo della forma. Anche nella notte precedente alla gara ho dormito meno del previsto per via della luce nordica che ha invaso la nostra stanza al mattino molto presto. Alla luce di tutto questo decido di correre ad un ritmo inferiore al previsto proponendomi comunque di terminare entro le quattro ore o poco oltre.
Alle gabbie di partenza ci si arriva passando per l'antistadio Ostermalm dove si trovano una serie di servizi (docce, massaggi, deposito borse, ristoro) veramente di alto livello. La partenza è molto emozionante: si parte a fianco del maestoso Stadio Olimpico con la musica pompata dagli altoparlanti, con i partecipanti che battono le mani all'unisono e gli svedesi che si emozionano per l'inno nazionale cantato da una famosa cantante locale. Lo start ufficiale è dato da colpi di fucile a salve e dal passaggio della pattuglia acrobatica reale sulle nostre teste. Nei primi due chilometri mi sento trascinato dalla marea umana che mi circonda, impossibile provare a correre con il proprio ritmo. Cerco di salvaguardare le energie anche perchè il percorso si mostra subito movimentato con salite e discese che caratterizzeranno l'altimetria fino al traguardo, soprattutto nei passaggi da un'isola all'altra. Stoccolma sorge infatti sugli isolotti che si trovano nel punto in cui il mar Baltico (più basso) incontra il Lago Malaren (più alto).
Dopo 3 km infatti attraversiamo un canale per sbarcare sull'isola di Kungsholmen e ad applaudirci troviamo bagnanti in costume che risalgono dalle spiaggette dell'isola per assistere al passaggio dei maratoneti. In questa prima fase il vero dramma sono i ristori: sono molti (in media uno ogni 2,5 km) ma ad ognuno sembra di assistere all'assalto alla diligenza di Ombre Rosse. Piuttosto che saltarne anche solo uno, preferisco a volte fermarmi e sgomitare anche perché capisco da subito che rimanere idratati sarà determinante (gli organizzatori parleranno di 27 gradi all'ombra). Fondamentali saranno lungo tutto il percorso le docce installate e quelle non ufficiali (pompe da giardino, spruzzini, borracce, confezioni di surgelati) gentilmente offerte dagli spettatori a bordo strada. Nei primi 5 km rimane comunque molto difficile correre al proprio ritmo a causa del sovraffollamento: devo fare degli scatti o fermarmi per evitare degli scooter parcheggiati a bordo strada.
Dal sesto al quindicesimo invece la situazione si tranquillizza: le strade si allargano ed i partecipanti si diradano. Finalmente posso correre al mio ritmo, facendo attenzione a non esagerare. Il tifo del pubblico rimane comunque incessante così come la grinta e l'energia dei musicisti per i quali gli organizzatori hanno predisposto diversi palchi lungo il percorso. Al decimo km passiamo nel cuore della città nuova e di fronte al Parlamento riesco a scorgere Valentina con il cartello di incitamento che ha preparato per l'occasione:”In due è amore, in tre è una festa”. In questa fase corriamo nell'elegante quartiere di Ostermalm che ospita lo Stadio Olimpico, sede di arrivo della corsa. Passandogli davanti non ho il coraggio di guardarlo pensando che mancheranno ancora 28 km al momento in cui taglierò il traguardo. Il percorso continua invece verso la verde isola di Djurgarden, che ospita pochissime abitazioni, svariati musei ed un bellissimo parco. La presenza dei tifosi si riduce ed i presenti sembrano più interessati a godersi il sole che ad incitare i corridori. Comincio a patire il caldo e a soffrire per un'irritazione da sfregamento sulla coscia sinistra. Mi fermo cercando di applicare dei cerotti che avevo in tasca ma sono troppo bagnati e rinvio l'operazione.
Passo sul tappeto della mezza in due ore nette, perfettamente in linea con la tabella di marcia. Subito dopo aver attraversato la città vecchia (Gamla Stan), una bella salita ci conduce alla chiusa di Slussen, che separa il mare dal lago. Per fortuna a metà salita trovo nuovamente Valentina ed ho la scusa per fermarmi a bere. Le chiedo inoltre di applicare il cerotto alla coscia irritata ma anche a lei l'operazione non riesce. Riprendo la corsa e passando dal maxi-schermo predisposto al 25 km mi accorgo che i primi sette atleti hanno già concluso la prova. Superata l'invidia mi immergo nella bellissima atmosfera del quartiere bohemien Sodermalm. Quì la maratona è veramente vissuta come una festa con la gente che urla e applaude a bordo strada e dalle finestre delle case. L'unico problema è che il quartiere è collinare e nell'arco di qualche chilometro devo affrontare due salite che a questo punto rimangono nelle gambe. L”heja, heja, heja” del pubblico mi spinge ad andare avanti fermandomi però ad una tenda medica per chiedere qualcosa che possa alleviare il dolore alla coscia. Mi forniscono della vaselina ed in effetti questo mi permetterà di finire la prova senza troppo dolore. Vedo diversi partecipanti stremati che hanno deciso di fermarsi: gli organizzatori parleranno comunque di un numero limitato di ritirati (circa 1000) rispetto alle edizioni del 1982 e 2007, caratterizzate anch'esse dal grande caldo.
L'ultimo spauracchio prima della fine si chiama “Vasterbron”, il ponte che permette di lasciare Sodermalm per tornare a Kungsholmen e ripercorrere dal 35esimo al 42esimo i km già percorsi dal settimo al quattordicesimo. Gli organizzatori hanno definito il ponte “The climb”, 600 metri di salita al culmine dei quali si può godere di un bel panorama sul centro di Stoccolma. Vista la stanchezza decido di percorrere questo tratto con un passo di camminata rapida per salvare qualche energia rimanente per la parte finale di gara. Effettivamente è molto peggio del ponte dalla Libertà affrontato a Venezia nel 2014. Ovviamente la scalata è tutta al sole ma anche qui non manca il pubblico che incita me e gli altri atleti (siamo in molti a camminare).
Terminata la salita, affronto un bellissimo chilometro in discesa per tornare sulla terraferma. Al passaggio al 35esimo le energie sono veramente ridotte al lumicino ma ormai l'arrivo mi sembra vicino. Eccezion fatta per un'altra salita al 39esimo, in cui cammino per 500 metri, corro con un passo molto lento ma regolare fino all'ingresso nello stadio. Il finale è molto suggestivo: nel più antico stadio olimpico ancora funzionante con l'applauso di moltissime persone sugli spalti termino quello che senza dubbio è stato la sforzo più grande che abbia mai fatto. La condizione non ottimale, il percorso ma soprattutto il caldo spiegano il tempo finale di 4 ore e 36, mezz'ora in più di quello che avevo programmato. Dimentico il tempo, la posizione e tutto ciò che riguarda l'agonismo dopo il bacio a Valentina ed alla sua pancia. Tutte le emozioni provate negli ultimi tre anni mi sembrano siano esplose in queste quattro ore e mezza lasciandomi nel cuore l'indimenticabile esperienza di una grande festa popolare in una città veramente splendida.
Con gli “heja” del pubblico ancora nelle orecchie lascio lo stadio seguendo il percorso indicato dai bravissimi volontari che mi donano nell'ordine: medaglia, borraccia e t-shirt celebrativa. Ritornato all'antistadio posso godermi il massaggio di due attempate fisioterapiste svedesi che colgono l'occasione per chiacchierare delle nostre belle località alpine.
Prima di tornare a casa ho ancora le energie per esplorare Stoccolma la sera della corsa ed il giorno successivo: complici l'atmosfera magica della maratona, la luce nordica che illumina la città fino a tarda sera e la vivacità di un popolo sportivo ed avventuroso, dimenticherò difficilmente la sensazione di leggerezza che questo fine settimana mi ha regalato.
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