Video Thabor Trail 2016
Classifica Thabor Trail 2016
Sito Thabor Trail
Edizione 2014
Edizione 2013
Dal racconto dell'OrcoMile
La Guglia Rossa ci si para davanti, ma è la vetta che nasconde, dal rifugio tre magi, che si vuole conquistare …. Il monte Thabor, questo è quello che potrebbe dire chi domenica 4 Settembre 2016 ha deciso di correre il trail da 25 km. Io lo ammireró dal col des Muandes dal momento che ho deciso di competere per la 19 KM con 1200D+. Dato che non mi sento tanto preparata per la lunga non voglio aggiungere 6 km e altri 500 metri di dislivello !!!.
Questo è il mio primo vero Trail in montagna, con me ho i miei compagni di squadra : OrcoZoppo ,orcoPinoR, OrcoKambu, OrcoGhost, OrcoDavide, OrcoNauta e OrcoVigna. Mentre OrcoSciamano, OrcoProf e OrcoRoby hanno fatto con me il trail da 19 km. Le emozioni che mi assalgano sulla linea di partenza passano dall’entusiasmo ad una paura irrazionale. Per fortuna i miei compagni di squadra mi aiutano ad affrontare anche questo momento. Assorbo come una spugna qualche ultimo suggerimento. Alle 9.00 si parte. Ho una vaga idea del percorso che ci aspetta per cui cerco di dosare le forze, la salite che ci attende è lunga per cui mi do il ritmo con il respiro.
Passo dopo passo arriviamo ad un bivio, dove le 2 competizioni prendono strade differenti.
Noi della 19 km proseguiamo per la via “normale” fino al col des Muandes per poi scendere al lago Peyron e da li raggiungere il Rifugio Thabor e proseguire la competizione fino ai rifugi di valle stretta. La 25 km al bivio prende un'altra via per il monte Thabor, per poi in discesa, rimarcare la nostra stessa strada .
La stanchezza non tarda a farsi sentire e il caldo di certo non aiuta , Ma siamo circondati da Dei fattisi pietra e davanti a Divinitá di tale splendore ed energia non si puó fare altro che riempirsi il cuore di questa potenza e proseguire con un sorriso ! giunti al colle so che è terminata la parte piú faticosa, ora ci aspetta la discesa, a dispetto solo della breve salita che porta quasi fino al rifugio Thabor.
Raccogliendo mentalmente le dritte e le esperienze di discesa fatte con OrcoZoppo, mi lancio nella discesa fino al lago Peyron ne raccolgo la bellezza con lo sguardo. Lungo tutto il percorso non mancano i saluti e gli applausi dei turisti che ci fanno anche un ponte sotto cui passare, fatto da bastoni da trekking , mi emoziono come una bambina .
Ed eccoci arrivati all’ultima salita, che non so perché ma spacca le gambe, ovviamente si deve continuare, al rifugio c'é il punto ristoro ed io non vedo l’ora di bermi dell’acqua fresca. L'ultima collina ed ecco che sullo sfondo si staglia il rifugio con affianco il lago Margherita. Qui ci si ferma un attimo per assorbirne il piú possibile la bellezza e imprigionarla nella memoria. Il punto ristoro è ricco di frutta secca e torta al cioccolato, non manca la coca cola e la tanto bramata acqua , è buonissima. Riprendiamo ora la discesa, non mancano anche qui degli splendidi paesaggi, con passo veloce, 2 storte e un ruzzolone , si arriva dove tutto ha avuto inizio . Ad attenderci Sergio Galliset, l’organizzatore, che ci saluta facendo a tutti i complimenti per la prova superata. Ringrazio, prendo la bella medaglia che mi viene donata e mi dirigo dritta verso il ristoro. Praticamente mi mangio un anguria! Mentre attendo i miei compagni ripenso a questa fantastica avventura che per me è stata anche una bella sfida. Mi porto a casa una piccola vittoria personale. Indelebili il ricordo dei paesaggi che rimarranno nel cuore, le belle foto fatte da Patrizia Roussel. Una bella gara percorsa anche con dei compagni. OrcoRoby e OrcoSciamano, che mi hanno accompagnato per alcuni tratti dandomi anche qualche dritta !
Dal racconto dell'OrcoProf
La levataccia presto, le chiacchere prima della partenza, lo sguardo all’insù per vedere dove ti condurrà il percorso di gara. E poi lo start, due centinaia di compagni di strada che sbuffano insieme a te, i paesaggi stupendi illuminati da una giornata di sole. Salire, scollinare, la parte di discesa più tecnica in cui si torna bambini e quella più corribile in cui tiri fuori tutte le energie che sono rimaste. Questo è il trail, bellezza. Quasi lo avevo dimenticato, dato che non gareggiavo dal Valsusa Trail di Novembre 2015. E per questo il Thabor Trail del 4 Settembre me lo sono gustato fino in fondo, come la pizza della mamma dopo un lungo viaggio all’estero.
Il Thabor Trail, definito dall’organizzazione la più occidentale corsa italiana, si svolge in realtà interamente in territorio francese. La Valle Stretta è la sua cornice ed il Monte Thabor il suo punto culminante. Per non strafare scelgo questa volta il percorso breve, 19 km anziché 25, che sale fino ai 2727 del Col des Muandes. I primi quattro km sono comuni ai due percorsi: nel primo tratto si corre parecchio dato il dislivello quasi nullo, poi ci si comincia ad arrampicare. Le facce degli Orchi partecipanti alla gara lunga mi rassicurano ed esaltano, mi sento abbastanza bene e decido di non risparmiarmi.
Allo spartiacque dei due percorsi rimango in un gruppetto molto meno affollato. Faccio la salita insieme a quattro/cinque concorrenti del mio livello che mi “tirano” un po’. In fondo alla salita il gruppetto si allunga ma quasi non mi accorgo di essere arrivato al punto più alto della corsa, normalmente punto di transito per l’escursione in cima al Thabor. Da lì una discesa con panorama sul Serù conduce ad un tratto molto accidentato che porta alla conca del Lac Peyron. La strada ricomincia a salire, continuo a vedere davanti i compagni di salita ma non riesco a colmare quei metri che ci separano. Dopo aver nuovamente scollinato, mi tuffo in discesa verso Il Refuge de Mont Thabor, e con una bella vista sui laghi Rond e Long percorro il breve tratto in cui la corsa lascia il dipartimento delle Haute-Alpes per entrare in Savoia. Dopo essermi rifocillato al ristoro allestito fuori dal rifugio, mi tuffo su una bella discesa corribile che ad eccezione di un muro di pietroni porta fino al traguardo. Durante la discesa riesco a recuperare due posizioni ma a due chilometri dal traguardo vengo purtroppo superato dal vincitore della gara lunga. Mi pongo come obiettivo di non essere superato da nessun altro e di concludere le tre ore. Centrati entrambi gli obiettivi taglio il traguardo e mentre sorseggio la birra offerta dagli organizzatori assisto all’arrivo del bravissimo OrcoKambu, che si piazza quattordicesimo nella gara lunga. Tornato a casa una mail mi informa che ho ottenuto lo stesso piazzamento nella gara corta. Ma il risultato migliore di oggi è essere tornato a vivere lo spirito del trail in una gara bella, corribile e senza un dislivello eccessivo: proprio come piace a me!
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