Sito Trail di Oulx
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Dal racconto dell'OrcoSmigol
L’abbassamento delle temperature e la comparsa della neve in quota hanno caratterizzato questa edizione che ha visto ritoccata la distanza sulla gara lunga a 35km.
Il ritrovo, come di consueto, e’ presso i giardini d’la tour con partenze alle ore 8 per la lunga e ore 9.30 per le altre distanze.
Arrivano anche gli orchi che formano il branco e cosi si muovono all’interno delle mura.
Personalmente mi sono cimentato sulla 23km e l’obbiettivo era stare sotto le 2h39’ dello scorso anno.
Sono alla quinta edizione e i sentieri li conosco come le mie tasche, potrei correre ad occhi chiusi ma comunque un po’ di ansia da prestazione sale.
Scorgo vecchi volponi trailers della valle che si aggirano sotto il gonfiabile, grandi saluti, grandi sorrisi ma quando scatterà lo start “ pieta’ ale’ morta”.
Organizzazione perfetta come solo Marco Abba’ e family sanno fare già dalla distribuzione del pettorale e del pacco gara con maglietta commemorativa (non tecnica), borraccia pieghevole, headband dynafit personalizzata e prodotti alimentari.
Il balisaggio è millimetrico, persin esagerato, si potrebbe correre simulando il gioco della settimana.
Si passa dentro oulx e poi ci si infila dentro il Gran Bosco. Riesco ancora a stare appresso al mio coach Sergio Benzio mentre i suoi due giovani atleti hanno gia’ spiccato il volo e andranno a prendersi il primo posto assoluto e il primo di categoria femminile. Sono e rimarro’ nella testa fra i primi 25 runners.
Dopo aver passato il sovrappasso autostradale si arriva al mega ristoro di Salbertrand con leccornie di ogni genere fornite dal forno ALTA VALLE DI SUSA ed e’ un peccato essere solo al decimo km e non potersi fermare a mangiare a quattro palmenti.
E’ sempre un grande piacere incontrare ad ogni angolo Patrizia Roussel con i suoi scatti fotografici!
Correndo le gambe fanno sentire la recente UTMB ma continuo a spingere per stare nei tempi ;la mia testa e’ , incredibilmente , ancora in Val D’Aosta , corro in solitaria e ogni cosa mi riporta a quei due giorni .
Mi trovo affiancato ad un ragazzo che vede le mie calze a compressione siglate utmb e mi chiede se l’ho corsa e d’istinto rispondo che mi son state regalate e continuo sulla mia strada . Voglio correre da solo e in silenzio (non mi capita mai di star zitto) e arriviamo al 19esimo quando mi aspetta il muro della pista di freestyle di Sauze con tanto di gonfiabile sulla sommita’ e poi via a rotta di collo verso i giardini per i tre km restanti.
Ed eccomi all’arrivo in 2h35’ e la missione e’ compiuta.
Mi aspetta un bel terzo tempo sotto la tensostruttura con polenta salsiccia ,birra e tanti amici.
Siamo orchi oltre le gambe c’e di piu’.
Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga
Improvvisamente un flash , quasi rivangare antichi ricordi, ma il metodo di Courbon Massonet mi si para davanti anzi sotto il ponte dell’autostrada del Frejus nei pressi di Salbetrand dopo circa 45 minuti di corsa. Tale metodo, non un teorema ma una schematizzazione lineare si applica al calcolo delle sollecitazioni nelle travi da ponte sotto un carico stradale agente in una particolare trave. Vengono introdotti nella schematizzazione traversi con elevata rigidezza e perfettamente solidali con le travi principali e le due serie di travi presentano una rigidezza flessionale pressoché uguale. Con tale situazione il complesso di impalcato, costituito di travi principali, traversi e soletta, non può flettersi trasversalmente come prima per effetto del carico, che provoca invece una rotazione rigida dell’impalcato in senso trasversale , determinando una ripartizione lineare dei carichi. Basta alzare la testa in quel momento per apprezzare tutto ciò.
Infatti provare per credere, il grosso mezzo che transita sull’impalcato in quel momento non crea torsioni particolari alle travi ed io posso passare tranquillamente ma non troppo proprio sotto il ponte. Ci vuole naturalmente anche un po’ di fede nella scienza delle costruzioni, e quella non manca di certo, ma ci vuole soprattutto un bel po’ di fiato perche comincio ad essere stanco; siamo quasi ad un terzo del percorso ma fino ad adesso la velocità media è stata notevolmente elevata, circa 6 min/km, troppo per la mia scarsa preparazione, e finalmente il ristoro sulla passerella autostradale. Aiuto crampi; piccolo riposino e ristoro con te e croissant! Veramente doveva essere una corsa ma dopo una intera estate passata tra acciacchi vari ai piedi e dopo due bellissimi trekking sul percorso del Tor e del Marguareis, non si poteva pretendere di più. Comunque mi perdonino i valorosi giganti del Tor, ma prima di avere delle allucinazioni strada facendo, preferisco fare colazione e guardarmi attorno. Difatti mi passano davanti tutti, ma non dispero, fatta la passerella trotterellando sull’assito( qui non occorre Courbon Massonet vista la limitatezza dei carichi di tipo pedonale ed irrilevanti rispetto alla rigidezza delle travi), nello squallore totale dell’area di servizio autostradale e del suo triste parcheggio, riguadagniamo fortunatamente il sentiero dei Franchi. Riprendo a correre perché il sentiero è veramente congeniale, quasi un percorso da fartlek, fortemente ondulato con cambi continui di ritmo, fondo veloce, curato e perfettamente corribile, molto allenante ma soprattutto che mi permette di correre mantenendo la frequenza cardiaca su valori accettabili alla mia età. A proposito naturalmente scoprirò, ma solo all’arrivo, di essere il più anziano dei concorrenti. Ma non c’è tempo per compatirmi, mi tocca correre a passo uguale in un confronto impari, ma così è che va il mondo e bisogna combattere sempre!
Finalmente la prima salita quando affrontiamo la prima valletta trasversale con dislivello di circa trecento metri e decisamente ripido in direzione Sauze. Si rifiata in queste belle salite e il ritmo decisamente si riduce fino al giro di boa che considero avventatamente essere il punto sommitale della corsa. Non vedo bene, ma la pista di FreeStyle dovrebbe essere appena li sopra. Perfetto, sono arrivato in cima in ottima forma e dopo una velocissima sosta idraulica e con unguenti vari, riguadagno con una rapida discesa il sentiero originale di mezza costa.
A questo punto dovrebbe essere fatta, siamo circa al 14° km valutato naturalmente senza GPS, con una media ponderata delle varie velocità tenute sul percorso. Ancora 5 km di rapida corsa sul sentiero dei franchi già percorso in andata ed ecco l’ultimo ristoro al 19° km. A questo punto dovrebbe esserci una salitella di circa 2 km e poi solo discesa. Comincio a corricchiare sulla salita sterrata in ottima forma data la lieve pendenza, però giunto sui prati sopra l’abitato di Ulzio, dove in antichi tempi si sarebbe iniziato a scendere, si continua a salire su un sentiero sempre più ripido fino a raggiungere una amena valletta sospesa, sicuramente Top of the trail. Piego su una strada vicina ma alzando lo sguardo fino al torcicollo, noto in cima alla montagna colossale che mi si para davanti,un gonfiabile, certamente residuo storico delle olimpiadi. Ma dopo Courbon Massonet comincia a passarmi per la mia mente piena di certezze che quel tempio lassu in cima al mondo potrebbe essere il punto di partenza della FreeStyle ed il mio punto di arrivo. Infatti inizio il calvario su un percorso gradonato nella terra rinforzata dalle reti strutturali con una pendenza media del 40%. Non posso fare a meno di pensare a quei pazzi che fanno le evoluzioni su simili pendenze senza farsi mancare anche un bel trampolino. Questo inverno bisogna andare a provare con le pelli.
Finalmente rimproverati i sadici custodi del ristoro sommitale che mi hanno assicurato che tale montagna Himalaiana era già presente prima del mio arrivo, inizio la veloce discesa verso Ulzio. Giunto sulle prime case sopra il paese, un solerte custode del percorso si affanna a spiegarmi che mancano ancora due chilometri. Mi fermo e gli spiego gentilmente che il paese è ormai a tiro e che non è possibile fare ancora tanta strada, ma tant’è costui era irremovibile.
Infatti due minuti ed inciampo nel prato dell’arrivo dopo 3 ore e 11’.
Contiamo 78 arrivati sul trail da 23 km e 68 sul percorso da 35 km. Non si può fare a meno di pensare che la eccessiva proposta di Trail stia generando un riflusso in un mondo ormai saturo. Da osservare comunque che nello stesso giorno la Ivrea Mombarone storica fa il pieno con circa 450 concorrenti. Ma gli Orchi non mancano mai, 9 presenti sulla 23 km e 2 sulla 35km da notare il 5° posto assoluto di Zekaj!
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