Foto bici BDC Passo dello Stelvio da Merano(Bz) 11 Agosto 2013
Dal racconto dell'OrcoPinoR
Chi non conosce il Passo dello Stelvio?. Raccontare la sua storia non basterebbe un'enciclopedia.
In macchina, in moto ed in bici; chi non vorrebbe salirci per metterci il naso e stare a cavallo tra la Lombardia, l'Alto Adige e la Svizzera?
Si può salire dalla Lombardia-Valtellina oppure dall'Alto Adige-Val Venosta statale nr.38.
Quest'anno ospite a casa della mia syster in law che lavora in quel di Merano, per nulla al mondo potrei rinunciare alla salita in bici da corsa al Passo dello Stelvio.
Il progetto iniziale è quello di salire dal comune di Prato allo Stelvio in Val Venosta con 27km e 1800D+, ma poi mi sono detto: perchè prendere la macchina per i 50 km che separano Prato allo Stelvio da Merano?.
Visto che passerò nel Parco Nazionale dello Stelvio vorrei abbassare il mio impatto inquinante- Decido quindi di fare l'intero tragitto da Merano al Passo dello Stelvio in bici da corsa ecco i numeri:
Partenza : Merano (Bz) 325 slm
Arrivo : Passo dello Stelvio 2760 slm dopo 76km
distanza totale : 150km A/R circa
dislivello totale : 3000D+ circa , i saliscendi della Val Venosta hanno incrementato il dislivello totale.
La bici, la mia Olympia KarboRace, l'ho trasferita a Merano con estrema delicatezza e le modifiche inorganiche apportate all'handlebar e allo steam, dono per il mio genetliaco, la fanno diventare almeno per me, un oggetto prezioso.
Controllo in modo maniacale la bici prima di partire per Merano e mi accorgo smontando la ruota posteriore che le viti che agganciano il deragliatore al telaio sono leggermente svitate... ecco perchè il cambio sul pignone non entrava bene. Provvedo a dare un'avvitatina... fiuuuuuu meno male che me ne sono accorto, immaginate se avessi avuto dei problemi al cambio a quota 2800 slm.
Il giorno prima dell'impresa vado a visionare quale strada prendere per salire in Val Venosta. Il dubbio è che per l'intenso traffico di Domenica 11 Agosto 2013, non poter riuscire a godere dello splendido paesaggio che offre l'Alto Adige.
Decido di provare a seguire la RADROUTE (pista ciclabile) che da Merano porta al Passo Resia (confine con l'Austria) dalla Val Venosta.
Il giorno prima vado a fare la ricognizione nel comune di Lagundo dove c'e' un'ulteriore entrata della RADROUTE.
Sempre il giorno prima preparo lo zainetto con tutto il necessario per i 2800 slm, anche se ho scelto una giornata soleggiata e priva di precipitazioni, meglio andare attrezzati:
- maglia maniche lunghe
- giubbottino antivento
- maglia di ricambio
- gambali
- cappellino
- kit per attrezzi bici
- gomma di ricambio
- 1 litro d'acqua in 2 borracce
- 1 gel
- 2 barrette
- 2 panini (la lattina di birra la compro al passo dello Stelvio, unico impatto inquinante)
Inoltre mi preparo la mia personale CarboCake da consumarne almeno 1/4 il mattino a colazione prima della partenza ecco la personale ricetta:
250 grammi di zucchero, 2 uova, 350 grammi di farina, un bicchiere di olio di semi, un bicchiere di latte, una bustina di lievito, mescolare con tutto con ordine et voilà una potente bomba calorica per affrontare almeno per le prime 4-5 ore qualsiasi impresa sportiva di endurance.
La partenza prevista alle 6.30, ma per la tensione nervosa dopo un chilometro mi accorgo di aver dimenticato il caschetto ... bravo OrcoPinoR ,,, chi ben inizia è a metà dell'opera.
La ciclabile che porta in Val Venosta alle 7.00 a..m del mattino in solitaria è qualcosa di mistico, si sale tra filari di mele pronte per essere colte (ormai mancano poche settimane al raccolto), il fiume Adige qui è solo un grosso e impetuoso torrente. Il paesaggio disegnato con un ordine teutonico che su tutto regna assoluto e inquietante.
Credo che molti amministratori delle nostre regioni abbiano molto da imparare (senza esagerare) da questi contadini altoatesini.
Passato Lagundo la valle riprende con bei pianori, frutteti, vigneti e castelli :
- Castel Juval facente parte dei Musei di Reinhold Messner.
- Castel Coira
- CastelBello
Il limite sulla ciclabile è dei 30 orari, e spesso si interrompe per dare precedenza a strade comunali, passaggi obbligati, cosi che a Silandro mi stufo della ciclabile e inforco la Strada Statale nr.38 della Val Venosta.
Da Silandro procedo fino a Prato allo Stelvio, con un bel traffico di automobili e moto, con un altro ciclista (Gabriele) nativo del lago d'Iseo con cui ho fatto amicizia.
Ecco il bivio per Prato allo Stelvio sulla sinistra con il passaggio a livello, a destra prosegue la statale nr.40 per il Passo Resia.
Il rettilineo che dal bivio porta al paese, con Gabriele, lo fumiamo a velocità supersonica, non vediamo l'ora di affrontare la salita ... siamo caricatissimi.
Gabriele sale veloce ed anche i miei battiti tant'è che supero i 160 bpm, e non posso seguirlo ... vai Gabriele magari ci vediamo alla Cima Coppi.
Iniziano i fatidici 48 tornanti che portano al Passo dello Stelvio.
-48 tornanti
Ed eccola la salita appena dopo il paese di Prato allo Stelvio, mi raccontavano dei famosi 48 tornanti ed ecco anche il fatidico cartello segnante Tornante nr.48 mostruosi, chissà se ce la farò a domarli tutti.
Prima dell'abitato di Trafoi ecco apparire le cime del massiccio dell'Ortles. Con i suoi 3.905 metri di altezza l’Ortles è la cima più alta dell’Alto Adige.
Qui la natura la fa da padrona e le case letteralmente si fondono in un’unica entità armoniosa.
Trafoi a quota 1.600 è un tranquillo paesino, sulla statale si trova l'Hotel gestito dal famoso sciatore della valanga azzurra Gustav Thoeni, e me lo vedo davanti alla porta urlare con il megafono "Vieni a sciare con noi al Planibel".
-45 tornanti
I tornanti si susseguono in un bellissimo e fresco bosco, -45 , -40... purtroppo la nota negativa è il traffico motorizzato che nei tornanti, se eccessivo, può essere un pericolo per i ciclisti. Il pericolo arriva soprattutto se ad occupare la carreggiata sono due bus oppure un bus e più macchine. Occorre prestare molta attenzione.
Altra nota negativa è la maleducazione di alcuni motociclisti (lo sono stato anch'io) sopratutto quelli con moto iper-stradali che più volte mi hanno fatto rasetta (sfiorare in piemontese ndr), penso per pura cattiveria.
-35 tornati
La fame si fa sentire ma di fermarmi nessuna idea, consumo il gel di maltodestrine e zuccheri dell'Aptonia (costo 0,50 cent)
-25 tornanti
Fotografi con camioncini al seguito www.fotostelvio.com, scattano le foto ai ciclisti e motociclisti di passaggio per rivenderle sul WEB.
-20 tornanti
Lassù si intravede il Passo dello Stelvio, il famoso biscione fa veramente paura, ma non ci penso, testa bassa. Velocità 7-8 km/h battiti a 155bpm.
-15 tornanti
Il cielo terso, la temperatura ideale, l'asfalto perfetto i tornanti che permettono di riposare tutto procede.
-10 tornanti
Alcuni ciclisti si fermano per riposare, l'altitudine fa brutti scherzi, altri procedono con la bici al fianco, ognuno sale come può.
-5 tornanti
Dai Orcopino sei quasi in cima, sento l'odore dei BratWurst che arriva dal Passo.
-0 tornanti
Cima conquistata sembra di essere al mercato o ad una festa paesana, più motociclisti che ciclisti, la soddisfazione però è tanta.
Il Passo dello Stelvio non è diverso da altri valichi alpini, le botteguccie con i souvenirs, i bar per i turisti, tante moto e macchine che salgono per il puro piacere di esserci.
Alcune bancarelle di venditori di wurstel e crauti che affumicano piacevolmente il passo. Il rito si ripete ogni estate da che intorno al 1950 il colle è stato asfaltato e nel 1953 ha visto l'impresa del mitico Fausto Coppi.
Foto di rito, sbrano i due panini che mi sono portato al seguito e giù a rotta di colla verso Merano facendo molta attenzione in discesa, i tornanti con il traffico motorizzato sono da prendersi con le molle.
Il ritorno molto più complesso dell'andata poichè a Prato allo Stelvio ho avuto la geniale idea di inforcare la ciclabile, dove fino a Silandro ha dei tratti non asfaltati ed è infarcita di bimbi in bici. Non fate il mio stesso errore se volete essere veloci seguite la statale nr.38 molto più veloce e sicura.
Arrivo a Merano alle 15.00 non eccessivamente stanco ma non del tutto cosciente della giornata, la assaporerò e la gusterò, nei giorni a venire, come un sommelier gusta e centellina un buon bicchiere di vino Gewurztraminer.
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