Classifica Electric Trail 2013
Edizione Electric Trail 2012
Sito Electric Trail
Sito Gli Orchi Trailers ASD
Preludio dell'OrcoPinoR
Forre e gole,
gorge e orridi,
enormi massi erratici
e poi marmitte glaciali,
boschi di castagne.
Un vino cercato e antico
in ripidi terrazzamenti
su sentieri arditi rubati ai monti
con salti d'acqua resi prigionieri.
Il seme dei Salassi mai spento.
Tra le popolazioni preromane dell'Italia Nord occidentale, i Salassi (attuali abitanti della Valle D'aosta) possono certamente essere considerati gli esponenti più emblematici di quella cultura alpina che risenti profondamente del peso dell'invasione imperialistica di Roma.
Quasi completamente annientanti della potenza Romana (tra il 50 a.c. e 143 d.c.) i Salassi non solo persero libertà ed i loro territori ma videro abbattere baluardi fondamentali di una cultura che aveva radici al di là e al di qua delle Alpi.
La condizione di vittime dell'imperialismo Romano ha fatto spesso dei Salassi il simbolo degli Eroi Tragici.
Dal racconto dell'OgreDoctor
Bellissima gara, parzialmente guastata dalle condizioni climatiche avverse che non ci hanno consentito di gustare appieno i panorami splendidi di questa parte della Valle d'Aosta.
Scelgo il tracciato più lungo, seguito in questa follia solo dall'OrcoPinoR. Mi sono fatto convincere a fare la TDS e così devo cominciare a macinare km e dislivello.
Si comincia a salire subito con gli interminabili scalini che portano a Ivery, si costeggia per un breve tratto la ripidissima salita dei tubi che convogliano l’acqua alla centrale idroelettrica 700 metri più a valle per poi raggiungere su una strada poderale a mezzacosta il paesino di Lillianes.
L’attraversamento del Lys permette di raggiungere il versante opposto ed arrivare al 18° chilometro nel comune di Perloz per inglobarsi nel vecchio percorso. In discesa do il meglio di me stesso e riprendo una 15 di posizioni in classifica. Mi sento bene, accelero, entro nel bosco seguendo una traccia ben visibile verde, uguale in tutto e per tutto a quelle della gara. Mi segue un po' distanziato un altro sventurato. Dopo un tratto di circa 15' incontro altri corridori, che mi vengono incontro da un bivio in direzione opposta. Stupito chiedo se hanno sbagliato strada.
Notizia terribile: sono io ad aver sbagliato strada. Dentro di me penso... non posso far finta di niente e proseguire, non sarebbe onesto. In pieno spirito trail torno indietro, cerco il percorso giusto, che intravedo solo perchè ci sono alcuni corridori sotto sul nastro d'asfalto, rifaccio a ritroso il percorso fino a raggiungere il punto di prima. Ritrovo il mio compagno di sventura che mi ha aspettato e riprendiamo la marcia. Mi informa che nel frattempo ho perso più di 1/2 ora e circa 20 posizioni. Sigh!
Il tracciato ora è quello comune alla 18 km, ricordo i passaggi dell'anno scorso e so cosa mi attende. Le gambe sono un po' legnose, le energie spese a recuperare il tempo perso mi fanno arrancare in salita. Attendo fiducioso la discesa e riprendo a correre a rotta di collo.
Arrivo al ponte del diavolo: ho terminato l’impresa dopo aver percorso 34 chilometri ed essersemi inerpicato per 2500 metri di pura salita. Sono contento, ho comunque dato il massimo!
Arrivato a casa, apprendo della tragedia alla Maremontana. La felicità per la gara appena conclusa, lascia lo spazio allo sgomento per la notizia di una vita spezzata e di una famiglia distrutta.
Ripercorro mentalmente il percorso dell'Electric Trail e rivedo quei sentieri a gradoni lastricati di pietre, resi viscidi dall'acqua e dal fango. Potevano farci molto male cadendo ed è solo la fortuna che ha fatto sì che la nostra giornata non venisse funestata da qualche infortunio.
Basta la firma su una liberatoria per essere a posto con la coscienza e lasciar partire una gara con dislivelli di tutto rispetto e condizioni meteo già in partenza avverse?
Il nostro è solo un gioco non dobbiamo dimenticarlo. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un inasprirsi delle difficoltà nelle gare, ad un allungamento dei percorsi e ad un aumento del dislivello, spostando sempre più in avanti il limite, quasi a provare a noi stessi di essere dei super uomini, dotati di un coraggio fuori dal comune. Di forza fisica e mentale e di coraggio sicuramente ne abbiamo altrimenti non affronteremo simili fatiche, ma forse il coraggio più grande sta nel saper rinunciare.
Bellissima gara, parzialmente guastata dalle condizioni climatiche avverse che non ci hanno consentito di gustare appieno i panorami splendidi di questa parte della Valle d'Aosta.
Scelgo il tracciato più lungo, seguito in questa follia solo dall'OrcoPinoR. Mi sono fatto convincere a fare la TDS e così devo cominciare a macinare km e dislivello.
Si comincia a salire subito con gli interminabili scalini che portano a Ivery, si costeggia per un breve tratto la ripidissima salita dei tubi che convogliano l’acqua alla centrale idroelettrica 700 metri più a valle per poi raggiungere su una strada poderale a mezzacosta il paesino di Lillianes.
L’attraversamento del Lys permette di raggiungere il versante opposto ed arrivare al 18° chilometro nel comune di Perloz per inglobarsi nel vecchio percorso. In discesa do il meglio di me stesso e riprendo una 15 di posizioni in classifica. Mi sento bene, accelero, entro nel bosco seguendo una traccia ben visibile verde, uguale in tutto e per tutto a quelle della gara. Mi segue un po' distanziato un altro sventurato. Dopo un tratto di circa 15' incontro altri corridori, che mi vengono incontro da un bivio in direzione opposta. Stupito chiedo se hanno sbagliato strada.
Notizia terribile: sono io ad aver sbagliato strada. Dentro di me penso... non posso far finta di niente e proseguire, non sarebbe onesto. In pieno spirito trail torno indietro, cerco il percorso giusto, che intravedo solo perchè ci sono alcuni corridori sotto sul nastro d'asfalto, rifaccio a ritroso il percorso fino a raggiungere il punto di prima. Ritrovo il mio compagno di sventura che mi ha aspettato e riprendiamo la marcia. Mi informa che nel frattempo ho perso più di 1/2 ora e circa 20 posizioni. Sigh!
Il tracciato ora è quello comune alla 18 km, ricordo i passaggi dell'anno scorso e so cosa mi attende. Le gambe sono un po' legnose, le energie spese a recuperare il tempo perso mi fanno arrancare in salita. Attendo fiducioso la discesa e riprendo a correre a rotta di collo.
Arrivo al ponte del diavolo: ho terminato l’impresa dopo aver percorso 34 chilometri ed essersemi inerpicato per 2500 metri di pura salita. Sono contento, ho comunque dato il massimo!
Arrivato a casa, apprendo della tragedia alla Maremontana. La felicità per la gara appena conclusa, lascia lo spazio allo sgomento per la notizia di una vita spezzata e di una famiglia distrutta.
Ripercorro mentalmente il percorso dell'Electric Trail e rivedo quei sentieri a gradoni lastricati di pietre, resi viscidi dall'acqua e dal fango. Potevano farci molto male cadendo ed è solo la fortuna che ha fatto sì che la nostra giornata non venisse funestata da qualche infortunio.
Basta la firma su una liberatoria per essere a posto con la coscienza e lasciar partire una gara con dislivelli di tutto rispetto e condizioni meteo già in partenza avverse?
Il nostro è solo un gioco non dobbiamo dimenticarlo. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un inasprirsi delle difficoltà nelle gare, ad un allungamento dei percorsi e ad un aumento del dislivello, spostando sempre più in avanti il limite, quasi a provare a noi stessi di essere dei super uomini, dotati di un coraggio fuori dal comune. Di forza fisica e mentale e di coraggio sicuramente ne abbiamo altrimenti non affronteremo simili fatiche, ma forse il coraggio più grande sta nel saper rinunciare.
fatto quello corto, per fortuna......
RispondiElimina@Stoppre
EliminaBravo era tosta egualmente ...splendida la discesa con vista Forte di Bard.