domenica 17 novembre 2013

Turin Marathon 17 Novembre 2013


Foto Turin Marathon 2013
Classifiche Turin Marathon
Sito Turin Marathon

Non cercare 
di seguire
le orme di un altro.
Piuttosto cerca 
ciò che egli
ha cercato. (detto Zen)

Dal racconto dell'OrcoProf
MEMENTO MARATHON (DAJE ORCOPROF DAJE)


 km 42 Il grande cronometro sotto lo striscione di arrivo segna 3 ore e 42 minuti. Gli applausi della gente presente in Piazza Castello mi spingono ad accelerare ancora. Incito  gli spettatori ad applaudire ma questa volta non mi vergogno. Mi aspettavo che a quest'ora fossero tutti a casa a pranzare ed invece c'è ancora tanta gente che ci guarda ammirata e stupefatta. Di questo mio scatto finale mi stupisco anch'io e quasi mi dispiace che la gara non sia lunga 500 metri in più. Taglio il traguardo e già nel cuore sento una strana vena di malinconia. Ho finito la mia prima maratona e vorrei che il tempo si fermasse, giusto qualche minuto per farmi godere questa momento. Mi sembra che gli applausi e la soddisfazione personale per l'impresa scivolino via in fretta, troppo in fretta. Dopo mesi di preparazione, dopo 42 chilometri e 195 metri ad aspettare. I volontari mi mettono sulle spalle una copertina anti-freddo ed al collo una medaglia. Io cerco disperatamente Valentina ma non la trovo. Vedo prima Federico e Gloria che per l'occasione mi hanno preparato una medaglia personalizzata. Leggo finalmente il cartello che hanno preparato: ”Pensi di avere un limite, così provi a toccare questo limite. Accade qualcosa. E immediatamente riesci a correre un po' più forte, grazie al potere della tua mente, alla tua determinazione, al tuo istinto e grazie all'esperienza, puoi volare molto in alto”. E' una frase di Ayrton Senna. Finalmente arriva Vale, la abbraccio e non tratteniamo qualche lacrima. Mi reco in zona docce e vedo qualche altro orco, mi sembrano tutti contenti escluso lo sfortunato OrcoZoppo che mi dice di essersi ritirato. Povero Paolo, il suo momento di gloria è rimandato. Il mio, invece, è adesso. Mi sembra di volare molto in alto.

 km 41 Come sognavo, l'ingresso in Via Roma è uno spettacolo. C'è ancora molta gente ho la forza di accelerare un pò, quasi per riscattare gli ultimi chilometri sottotono. Poco dopo Piazza San Carlo vedo il mio fans club: fidanzata, mamma, papà, suoceri, mio fratello Federico con fidanzata. Mi fermo ed abbraccio Vale che è già commossa prima che le dica niente. Mi sussurra all'orecchio che mi seguirà di corsa fino all'arrivo e per questo decido che trasformerò gli ultimi metri in una ripetuta, come quelle fatte con OrcoCamola in pista. Prima di lasciare il gruppetto noto che Gloria ha in mano un cartello. Non riesco a leggere perché ho fretta di ripartire. Batto il cinque a mio padre e volo verso il traguardo.
km 40 Chi l'avrebbe mai detto che c'è differenza tra 40 e 42? In allenamento non ho mai problemi a fare due chilometri in più. Oggi vorrei tanto che il traguardo fosse lì, dopo la svolta da corso Sommelier in Via Sacchi. Stringo i denti, ma corro il chilometro più lento  della mia gara...
km 39 Mi sbagliavo. Si gira in corso Re Umberto e si dovrà risalire per Via Sacchi. Le curve mi fanno perdere un po' di terreno. E' il secondo momento molto duro, vedo un sacco di gente che alterna corsa e camminata e non riesco a staccarli più di tanto. Ho perso ogni riferimento, cerco di seguire il ritmo di chi mi circonda ma mi sembrano stare tutti peggio di me...
km 38 Le gambe non cedono al proposito e non perdo di vista la bandierina del pacer. Il monumento a Vittorio Emanuele è un buon punto di riferimento e mi sembra avvicinarsi sempre di più. Incasso l'incitamento casuale della mia collega Ilaria e continuo. Penso che manchi solo un piccolo tratto di Corso Vittorio, prima dell'ingresso trionfale in Via Roma.  Mi sembra strano però, non credo possano essere 4 chilometri...
km 37 L'andatura è un po' più lenta ma mi sento ancora benino. Molto bello vedere corso Duca sgombro completamente dalle auto. Ci fosse qualcuno a incitarci però...
km 36 Sono ancora nel gruppo con il pacer. Nonostante sia un po' in anticipo sulla tabella di marcia, non cede un metro. Voglio arrivare un po' lucido per godermi la passarella finale e decido di lasciare il gruppo rallentando ma tenendo la bandierina a vista...
km 35 OrcoPino me lo ripete da settimane:”Ti dico solo due parole: 35esimo chilometro”. La profezia non si avvera: stando in gruppo con qualcuno che scandisce il ritmo non soffro più di tanto. I chilometri difficili sono stati quelli in cui ero solo. Speriamo di riuscire a tenere...

 km 34 E' bello correre di nuovo in compagnia. Ascolto i compagni che parlano del tempo  del vincitore (come fanno già a saperlo?) e molti giurano che mai avrebbero pensato di arrivare a questo punto. Il pacer dice di essere due minuti in anticipo e penso che farò giusto in tempo a fermarmi per ringraziare chi mi aspetta in Via Roma...

km 33 E' bellissimo essere accolti da un boato in piazza Rivoli. Cerco il mio preside Fratel Vittorio. Lo vedo qualche metro dopo aver imboccato Corso Vittorio che legge la scritta 3.40 sulla bandierina  e mi dice “Bravissimo”. Rispondo con una battuta: “Domani annullo il compito in classe”....
km 32 Vengo ripreso dal gruppetto che punta a terminare entro le 3 ore e 40. Decido di seguirlo, questi chilometri senza compagnia stavano diventando eterni. Siamo in Corso Francia e mi ricordo quando fino a qualche anno fa la Turin Marathon la si poteva vedere anche a Rivoli...
km 31 Il “Dai Stefano” di una ragazza che non riconosco mi permette di superare anche questo chilometro. Senza nessuno che scandisce il ritmo è dura e guardare l'orologio non mi aiuta più di tanto...
km 30 Questo tratto mi sembra in leggera salita e “ambientalmente” non è bellissimo. Sento un signore che dice “Mio figlio ha freddo e vuole tornare a casa e come me molte altre persone”. Qualche torinese si è già stufato della maratona...
km 29 Costeggiando il parco Ruffini mi ricordo della Mezza corsa a fine Settembre. Fu una gara piacevolissima ed il giorno dopo mi iscrissi alla maratona...
km 28 Nel noioso tratto di Via Tirreno viaggio con la ferrovia sulla destra. E' il primo momento duro della mia maratona. Persa la compagnia dei due Base Running, fatico a trovare un buon ritmo. Cerco qualcun altro da seguire, ma mi sembra di esser circondato da gente partita troppo forte che ora paga lo sforzo iniziale...
 km 27 Mantengo una buona velocità ma ormai non li vedo più. Devo mantenere il passo per non rovinare quanto di buono fatto fino ad adesso. E' troppo presto per rallentare e mancano 8 chilometri all'appuntamento con la profezia di OrcoPino...
km 26 Al rifornimento dopo il 25esimo ho perso un po' di terreno e i due occasionali compagni di strada sono scappati via. Credo abbiano un po' accelerato ma era abbastanza evidente che avessero più benzina di me...
km 25 Anche questo chilometro lo abbiamo corso molto veloce. Il maresciallo incita la folla e io quasi mi vergogno di stare vicino a lui....

km 24 Avvicinandosi allo stadio, un romanista dietro di me parla della partita Torino-As Roma di qualche settimana fa: mortacci de' Cerci...
km 23 Scopro che lui è un maresciallo dei carabinieri che si occupa di truffe bancarie. Prova a convincermi a partecipare agli allenamenti di Base Running al Parco Ruffini. Immagino cosa risponderebbe un altro orco al mio posto...
km 22 La compagnia non è male: corriamo a passo costante e riusciamo a fare qualche chiacchera. Quasi come se fossi con OrcoIng...
km 21 Alla mezza incontro il mio allievo Alberto che recentemente ha subito l'infortunio del menisco. Segue i suoi compagni di allenamento in bici e mi consiglia di seguire il suo allenatore, un quarantenne brizzolato con il più classico dei fisici da fondista, ed una ragazza più giovane che corre con lui. Alberto è quasi stupito di trovarmi così avanti ed infatti penso anch'io che avrei preferito essere più indietro a questo punto. Ma ormai sono in pista e mi tocca ballare...
km 20 Imbocco Corso Unione e penso alla Tuttadritta. Non ho mai corso questa gara e penso che quasi sicuramente non mi piacerebbe...troppo poco da orco!
Km 19 Davanti alla palazzina di caccia di Supinigi mi ricordo l'ultimo lungo pre-maratona, con Valentina che mi seguiva in bici. Questa residenza Savoia mi ha sempre affascinato, non capisco cosa abbia in meno rispetto alla tanto decantata Reggia di Venaria. Continuo con un buon ritmo ma ho paura che la benzina prima o poi finisca...
km 18 Ho perso definitivamente OrcoZoppo. Mi volto per cercarlo ma non lo trovo. Mi spiace perché è stato molto piacevole fare il primo tratto insieme. Tutti i podisti intorno a me hanno il mio stesso passo per cui non è difficile capire a quale velocità correre...
km 17 Dopo un cavalcavia, credo di correre al fianco di Paolo ma voltandomi scopro che si tratta di un altro podista con la maglietta rossa. Chissà quando ci siamo persi! Rallento appena, per vedere se riesce a rientrare ma ho paura di fermarmi, farei troppa fatica a ripartire. Spero che OrcoIng non sia troppo avanti...
km 16 Passiamo proprio di fianco alla zona industriale di Nichelino, dove lavoravo prima di cominciare ad insegnare. Sono contento di non lavorare più qui, l'insegnante è pur sempre il più bel lavoro del mondo...
km 15 Con noi corrono alcuni studenti diversamente abili dell'Istituto Boselli. Credo che facciano una specie di staffetta accompagnati da alcuni insegnanti ed educatori. Uno di questi ragazzi taglia la strada ad OrcoZoppo, costringendolo a fermarsi nuovamente. Tre   episodi sfortunati dopo soli 15 km. Il suo volto è incredulo: oggi sembrano capitare tutte a lui...
km 14 Il passaggio a Nichelino è stato più piacevole del previsto. Forse perché i primi non sono passati da molto tempo, le strade sono ancora piene di pubblico. E' bello battere il cinque ai bambini che ti porgono la mano a bordo strada...

 km 13 Seconda disavventura per OrcoZoppo. Durante un sorpasso, un podista distratto dal cellulare si sposta prima a sinistra, poi a destra: contatto inevitabile. Giocando a calcio sarebbe rigore, durante una maratona Paolo non può far altro che dirgliene quattro...
km 12 Nichelino ha fatto le cose in grande: batteristi, gruppi folcloristici e tanto pubblico ad incitare i corridori: bellissimo! Riesco a sentire anche un pezzo di tarantella calabrese. Sorpassiamo OrcoRoccia che è partito molto forte ma che oggi non può sfruttare il suo straordinario talento di discesista...
km 11 Sulla strada che collega Moncalieri a Nichelino penso che forse siamo partiti troppo veloci. Fin qui tutto bene ma ho paura che i chilometri finali presenteranno il conto...
km 10 Finalmente il mio Garmin aggancia il segnale Gps. Mi rassereno perché penso che se nei chilometri successivi dovessi rimanere solo, l'orologio possa diventare un riferimento...
km 9 Come in tutte le gare lunghe i primi chilometri scorrono via veloci e l'unico problema  è controllarsi. Mi sento abbastanza bene e a sensazione potrei correre anche più forte di così...
km 8 Siamo in vista delle bandierina delle tre ore e mezza. Rimaniamo un centinaio di metri più indietro e OrcoZoppo mi dice:”Se ne hai, in un attimo la riprendi”. A me basterebbe rimanere in questa posizione per tutta la gara...
km 7 Paolo rompe gli indugi e sorpassa il gruppo delle 3 ore e 40. Effettivamente stiamo correndo bene e vale la pena di mantenere viva la possibilità di chiudere in tre ore e mezza...
km 6 Lungo Corso Moncalieri, persone che si sono svegliate da tre minuti si affacciano alla finestra per veder passare la corsa. Penso che dopo mesi a fare i lunghi, domenica prossima voglio stare in pigiama...
km 5 Al rifornimento ritrovo OrcoZoppo che insiste per farmi bere un po' d'acqua. Bisogna sempre ascoltare i consigli dei più anziani...
km 4 Sotto gli alberi, sul marciapiede, mi sembra di vedere OrcoPino intento a fare qualche foto. Strano...
km 3 Paolo è decisamente veloce e io non voglio bruciare tutte le energie troppo presto. Lo tengo d'occhio ma non lo seguo..
km 2 Dopo mesi a pensare di fare il primo tratto con lo straordinario pacer OrcoIng, prevale in me la sensazione che non lo vedrò prima del traguardo. Non vedo più OrcoSanto che probabilmente ha deciso di tenere un ritmo iniziale più saggio. Intanto sulla destra ci sorpassa OrcoCamola: mi sembra concentratissimo e pronto ad una grende prestazione...
km 1 Sono con due orchi: Santo e Paolo. Quest'ultimo ha deciso di provare a partire al ritmo di 5 minuti al chilometro, leggermente più veloce di quello che avevo deciso di tenere. Preferisco seguirlo perché temo di rimanere solo sin da subito. Al massimo soffrirò negli ultimi chilometri, quando il traguardo vicino sarà uno stimolo molto forte. OrcoZoppo è però sfortunato ed inciampa sulla rotaie del tram in Via Po. La sua maratona non sembra cominciare sotto i migliori auspici...

km 0 Il servizio fotografico sugli Orchi firmato OrcoPino mi distrae dalla tensione della partenza. Finalmente sta per cominciare la mia prima maratona. Corro sin da quando sono piccolo e mi è sempre piaciuto farlo. Fino all'anno scorso però la corsa mi serviva ad aumentare il fiato per le partite di calcetto. Le mie sedute non superavano quasi mai i cinque chilometri. Poi la scorsa estate ho deciso. Avrei corso la Turin Marathon. Ho aumentato il chilometraggio settimanale e mi sono iscritto ad una mezza maratona in Dicembre. Poi ho conosciuto Gli Orchi, che mi hanno portato a correre nei sentieri di Cesana in Febbraio o sulle rocce dell'Electric Trail. Ma anche ad allenarmi in pista sotto la guida di OrcoCamola e nelle mulattiere che circondano la Sagra di San Michele. Mi hanno fatto scoprire il trail e mi hanno illuminato sul fatto che allo sport bisogna approcciarsi con curiosità e voglia di avventura. Per questo gareggio in strada, in montagna e nel futuro proverò la pista e magari anche il triathlon. Ma la maratona è la corsa regina ed il mio primo obiettivo. Il primo amore che non si scorda mai. Per questo mi alleno da questa estate solo per concludere la gara oggi. Devo dare il massimo. Per la mia squadra: Gli Orchi Trailers.  Per chi sarà in strada a fare il tifo per me. Per Valentina che mi ha sopportato durante la preparazione. Per me. Se taglierò il traguardo, comunque vada, sarà stato un successo...



venerdì 15 novembre 2013

Urban trail in the East ovvero UN ORCO IN CINA


Dal racconto dell'OgreExtreme
TAICANG (SHANGHAI DISCTRIT, CINA)

Questa volta mi tocca andare lontano. Non per divertimento, ma per lavoro approdo in Cina. Conosco già l’area di Shanghai e dintorni , ma la Cina è una trasformazione continua, per cui mi ritrovo in un paese completamente diverso rispetto a 3 anni fa.

Qui a Taicang, città di 300.000 abitanti a cinquanta chilometri da Shanghai, la qualità della vita è molto alto, la città moderna, ordinata, pulita e con molte aree verdi. Niente di meglio potrei chiedere, per cui come sempre con le mie scarpette da corsa al seguito ho trovato cosa fare nei week end.
Fare chilometri di corsa è solo questione di voglia visti gli ampi spazi disponibili dove poter correre; il solo problema è la monotonia delle strade piatte e della sola pianura. Correre decine di chilometri senza una curva o senza nemmeno un cavalcavia alle volte fa si che la noia tende ad impadronirsi della mia mente e allora vorresti dire basta, ma anche questo è allenamento, non fisico ma mentale.
Mi ritrovo così a percorrere immensi viali a 6 -8 corsie più pista ciclabile e pedonale (rigorosamente suddivise); il traffico è davvero limitato passo a volte alcuni minuti senza incontrare una persona. Approdo così alle aree verdi della città oltre il fiume con giardini mantenuti in condizione splendida, fiori, piante curate a dismisura.
Attraverso vialetti e stradine all’interno dei parchi, la gente mi guarda un po’ stupita (che strani questi occidentali diranno) Mi fermo qualche foto e riparto. La velocità della mia corsa è assolutamente da “tourism running” me la prendo comoda l’unica cosa che devo fare è quella di far passare il tempo e quindi niente di meglio che farlo con la corsa.

domenica 10 novembre 2013

Valsusa Trail Chiusa S.Michele(To) 10 Novembre 2013

Foto Valsusa Trail Race 2013
Foto Valsusa Trail Premiazioni 2013
Classifiche Valsusa Trail 2013
Sito Valsusa Trail

Primavera 773 d.c. boschi di Excingomagus (attuale comune di Exilles(To))
Sulla radura ancora innevata spiccavano quindici piccoli dolmen che insieme formavano un magico cerchio.
Al centro dei Dolmen il sacerdote celtico Mirdrin ed i suoi accoliti si stavano accordando con gli emissari dell'esercito franco di Carlo Magno.
Gli accordi prevedevano che le tribù locali dei Segovi e dei Segusi avrebbero fornito ai Franchi le guide che li avrebbero condotti al di là delle fortificazioni delle Clausae Longobardorum (attuale Chiusa di S,Michele).
Le guide avrebbero condotto una parte dell'esercito di re Carlo sul sentiero che da Pian dell'Orso permetteva di passare oltre la torre posta sul monte Pirchiriano, cosi da prendere di sprovvista, alle spalle, l'esercito Longobardo di re Desiderio trinceratosi alle fortificazioni delle Chiuse, sbarramento insormontabile agli eserciti  provenienti dalla terre celtiche al di là delle Alpi.
Con questo accordo i Druidi speravano di vendicarsi dei continui soprusi dei Longobardi e di poter riprendere possesso, con l'aiuto dei Franchi, del controllo della valle di Susa.
Scese l'esercito franco dagli accampamenti della Novalesa.
Il fortissimo clangore delle armature, di cavalli e cavalieri copriva qualsiasi suono. Cupo echeggiava in tutta valle. Lo videro per primi i soldati posti a guardia sulla Torre del Pirchiriano.
Essendo una giornata soleggiata primaverile, il luccichio delle armature era come un enorme specchio, il rumore della ferraglia, prodotta dalle armature, assordante.
I corni suonarono ... e giù alle Chiuse le attività accelerarono ormai frenetiche per l'avvicinarsi della battaglia.

L'impatto dell'esercito sulle fortificazioni delle Chiuse fu tremendo, la terra tremò ma ancor di più l'esercito Longobardo che si vide alle spalle come d'incanto gli stendardi dei Franchi.
La manovra di far passare parte l'esercito franco dalla montagna per accerchiare i Longobardi era riuscita, le guide locali di Segusi e Segovi erano state ligie.

L'esercito Longobardo era ormai decimato, massacrato ed in fuga. Il regno Longobardo di Desiderio era finito, iniziava l'era del Sacro Romano impero di Carlo Magno.
Dal racconto dell'OrcoPinoR
L'incipit, un mix di fantasia e storia vera, carico di Storia, ma si potrebbe parlare anche :
- Dell'Abbazia della Sacra di S.Michele nata nell'anno mille d.c. presa come spunto da Umberto Eco per il libro "Il nome della rosa"
- Delle Tombe di casa Savoia poste dentro la Sacra.
- Della battaglia per il controllo dell'impero Romano tra Massenzio e Costantino nel 312 d.c.
- Della leggenda della bell'Aldauna delle più famose della Val di Susa
- Del Bigfoot della Brooks.

Ma oggi la location è a disposizione dei runners, non ci saranno morti ... solo qualche ferito per via delle escoriazioni da caduta sulle viscide discese che scendono dalla Sacra di S.Michele, lastricate di pietre rese umide dalla pioggia e scivolose dal fango.

La partenza di tutte le corse alle 9.00:
- 23km competitiva
- 10km competitiva
- 23km family run
- 10km family run
- Staffetta con cambio alla Fraz. Basinatto
Dopo giorni di tempo soleggiato e stabile, chirurgicamente il meteo decide per la mattana di una mattinata bagnata quanto basta per rendere ardue le salite e le discese sui difficili lastricati che salgono e scendono dalla Sacra di S.Michele.
Lastricati antichissimi di almeno 1000 anni, risalenti alla costruzione dell'Abbazia e solcarli di corsa mi fa un po' ridere ... a dirla tutta.
Partenza al campo sportivo puntuali alle 9.00, belli compressi, bagnati e affumicati da quei bontemponi che hanno avuto l'idea di accendere i fumogeni. Tossici fumi da stadio che mi ricordano i miei passati da tifoso al Comunale. Ma che bell'idea però, sarà da sviluppare, anche con qualche lacrimogeno, di quelli irritanti che non ci starebbero male.

I due chilometri  km e mezzo che ci separano S.Ambrogio li fumiamo in men che non si dica e pochi forse si sono accorti di essere transitati davanti all'attacco di una delle più belle ferrate del Piemonte, quella che con un dislivello di 600D+ porta da Sant'Ambrogio alla cima del Pirchiriano dove è posta la Sacra di S.Michele.
Pietre umide che fanno faticare più del dovuto, si sale tra le dodici croci della via crucis che portano in cima. Alla borgata S.Pietro un enorme disco di pietra a ricordarci  il Giubileo dell'anno 2000 e la visita di papa Wojtyla.
L'arrivo all'abbazia della Sacra è sempre emozionante.
L' ardita costruzione  domina tutta la bassa Valle di Susa  e  per secoli con i suoi monaci benedettini ha dominato incontrastata sul territorio e sul volgo inerme davanti al potere temporale della chiesa durante tutto l'alto e il basso Medioevo... felice di non esserci stato.
Adesso la vediamo come abbazia da visitare con le tombe, l'nteressante biblioteca, ma mi immagino i poveri contadini del tempo quanto potessero amarla...

Ristoro al bar della Sacra e breve discesa, ripulita e lucidata dalle foglie della faggeta più e più volte, per poi risalire alla borgata Basinatto dove è presente il secondo ristoro e il cambio per gli staffettisti.
Fortuna che le oche di Basinatto sono state chiuse nel recinto, sono aggressive e avrebbero scatenato il panico tra i runners se libere.
Eccola la discesa che porta a Pian Pume', fangosa quanto basta per farmi andare a gambe all'aria e prendere una culata di quelle che non ricordavo, il divertimento è assicurato ... mal comune mezzo gaudio anche l'OrcoSanto mi raccontano farà la stessa fine.

Da Pian Pumè (pian delle mele in piemontese) il percorso diviene molto corribile fino alla cima del Folatone a quota 1100 slm circa dove è posto il Gran Premio della Montagna.
Dal Folatone inizia la gara dei discesisti e l'OgreDoctor puntuale mi supera come una Littorina.
Da parte mia non sto in piedi e concentro lo sforzo per non rotolare come un sacco, vorrei concludere la gara preferibilmente in piedi.
Dicevo discesa difficile, ed ancora più di merda...ops scusate tecnica, si rivela quella che da Basinatto porta all'arrivo. Non si contano i contusi e davanti all'ambulanza all'arrivo c'e' la coda; un Orco con ferita al ginocchio, un'altro con botta al bacino un'altro ancora e' stato visto rotolare come un birillo. La peggio l'ha avuto un ragazzo con una profonda ferita sul mento.

Dopo esserci contati e rimesse le ossa al loro posto inizia il nostro terzo tempo.
Un buon pranzetto offerto dall'organizzazione, caffè, liquorino e mollemente attendiamo il nostro decano l'OrcoLoris che con tenacia chiude la sua 23km, chapeau all'OrcoLoris.

Le lunghissime premiazioni inframezzate dalla lotteria (porto a casa un mestolo di plastica mentre OrcoCamola delle pinze da stendibiancheria) ce  le sciroppiamo sotto un cielo plumbeo.
Il clima da festa paesana, la presenza degli amici e l'odore di neve da inizio inverno chiudono una splendida giornata di sport in natura.


lunedì 4 novembre 2013

Etna Marathon Nicolosi(Ct) 3 Novembre 2013

Foto Etna Marathon 2013 (OrcoSanto)
Classifica Etna Marathon 2013
Sito Etna Marathon

Sutta a' muntagna 
curri Santo.
Ma tu ci criria,
chi quannu eri carusu,
t'avissiru a diri, ca' cu' li
tò 'amme putivi
curriri accussi?
Ora a' muntagna ranni ranni
tì talia e ti rici:
Santo unni vai?
sempre ca' si...
tinnisti a travajari o' Nord
ma poi sempri sutta
a panza mia si.
Curri Santo curri.

Dal racconto dell'OrcoSanto
E' iniziato tutto così, da una semplice chiacchierata: stavo parlando del più e del meno con l'Orco Francesco, quando mi lascio sfuggire che quest'anno, dato che compio (ahimè) cinquant'anni, mi piacerebbe festeggiare il mio compleanno in Sicilia...
Arriva il mio compleanno, il 28 agosto, e cosa ricevo in regalo? L'iscrizione non ad una, non a due, ma a ben TRE maratone!!! Prima quella di Oulx, poi quella di Torino ed infine, totalmente inaspettata ma gradita, l'iscrizione da parte dell'Orco Francesco alla Ecomaratona dell'Etna.
Ma per chi mi hanno preso?!?!? Non si sono accorti che sono 50 gli anni che compio?
Va bene, visto che così è, comincio ad allenarmi come meglio posso e, dato che l'Ecomaratona si svolge il 3 novembre, decido di approfittare del ponte per organizzare, con molto piacere, una piccola vacanza con tutta la famiglia. Avendo però una famiglia numerosa decido di optare per un viaggio on the road, dato che il viaggio in aereo sarebbe troppo dispendioso, nonostante sappia già che un viaggio di 16 ore in auto di certo influirà sulla mia “performance” atletica.
Il 31 ottobre arriviamo così nella mia amata Sicilia e comincia la dieta pregara: arancini, cannoli, scacciate, granite... Il tempo è splendido e i 28° C ci invogliano a fare una capatina in spiaggia, dove, il 1° novembre, troviamo gente che fa ancora il bagno!
Il giorno prima della gara, il 2 novembre, ci dirigiamo verso Nicolosi(Ct) per ritirare il pacco gara, presso l'hotel Biancaneve, dove incontro per la prima volta gli organizzatori con i quali avevo scambiato qualche mail durante i mesi precedenti: entrambi molto simpatici e calorosi, ci accolgono e mi danno il mio pettorale, con il numero 47, ed il pacco gara all'interno del quale trovo, tra l'altro, un gilet della Millet che non vedo l'ora di indossare. Uscendo dall'hotel, noto il menù pre-gara per chi ha intenzione di fermarsi in albergo: minestrone o pasta asciutta, bistecca o pollo ai ferri ed una fetta di crostata... Poveracci! Meglio un bel piatto di pasta con sarde e finocchietto, come quello che mangio prima di ritornare in albergo ad Aci Trezza, paese dei Malavoglia di Verga, per riposare per il giorno successivo.
Finalmente il giorno è arrivato ed alle 7 sono già al luogo della partenza: il cielo sopra di me è limpido e preannuncia una giornata piena di sole e caldo, nonostante il terreno sia ancora completamente gelato, con la brina che ricopre anche il più sottile filo di erba. Il dubbio su cosa indossare sorge dunque spontaneo, ma man mano che gli altri partecipanti arrivano anche il sole comincia lentamente a farsi vedere e a riscaldare l'aria, così opto per un completo leggero nonostante l'aria sia ancora pungente. L'orario della partenza si appropinqua, così mi dirigo al piccolo briefing pregara, seguito dall'appello e dall'immancabile foto di gruppo di rito. Ed ecco che in men che non si dica arrivano le 9 e lo sparo d'inizio riecheggia sul Mungibeddu, il monte Etna.
A 50 mt dalla partenza, ecco quella che sembra una selezione atleti a dir poco non ortodossa: davanti a noi, infatti, c'è un cancello contapecore che si rivela essere l'unico passaggio per proseguire... Chi lo scavalca saltando, chi striscia sotto e chi, come me, attende di passare attraverso lo stretto passaggio neanche fossimo carne da macello! Superato il cancello sono pronto a scattare, ma il percorso dopo meno di un km ci riporta nello stesso punto, prima di partire veramente con un single treck in discesa, all'incirca di 1,5 km. Dopo il single treck cominciano poi le piste della Forestale, delle quali alcune sono ben battute, mentre in altre si arranca nella cenere vulcanica come quando si cerca di correre sulla sabbia.
Il percorso, nel suo insieme, comprende lunghe discese e altrettanto lunghe salite, tutte comunque corribili; lungo tutto il percorso, poi, numerosi sono i volontari o gli agenti del corpo della Forestale e del soccorso alpino. Ma il punto saliente del percorso è senz'altro la vista che offre: a destra la maestosità dell'Etna in tutto il suo splendore, il cui pendio è caratterizzato dall'alternarsi delle nere colate laviche e dai boschi colorati d'autunno, mentre a sinistra, verso la vallata, si scorgono tutti i paesi ai piedi de 'a Muntagna, grazie alla splendida giornata. Numerose sono poi le diverse lingue che si sentono correndo; dal francese al tedesco, è una sorpresa scoprire quanti stranieri partecipano a questa gara. Ci sono statunitensi, spagnoli, neozelandesi, gente da ogni parte del mondo con in comune una cosa: la passione per la corsa.
All'arrivo, tanto agognato, trovo l'accoglienza degli organizzatori e della mia famiglia e ricevo la medaglia ricordo di rito prima di dirigermi al Rifugio Ragabo, immerso nella pineta omonima, dove mi aspetta un ottimo pranzo casereccio e un po' di meritato riposo.
Ma come è andata la mia gara?

Beh, i primi dieci kilometri procedono abbastanza bene: corro con passo abbastanza sostenuto, nonostante senta già che c'è qualcosa che non quadra. Nonostante l'allenamento fatto, infatti, nei kilometri successivi comincio a sentire i dolori dovuti al lungo viaggio in auto, così rallento un po' e corricchio fino al 20° km. Ma è solo dopo il 20° km che il dolore mi colpisce in pieno, molto più prepotentemente, tanto che a malapena riesco a procedere camminando fino, all'incirca, al km 35. Gli ultimi sette km, li passo alternando qualche metro di corsa alla camminata fino all'arrivo. Nonostante il dolore, però, questa maratona è stata davvero una bellissima esperienza, certamente da ripetere in futuro... Magari in compagnia degli Orchi!